Libri / Books by Omar Brino

Editrice Università di Trento, Collana Studi e Ricerche, 2020
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La riflessione filosofica sulla religio... more https://www.lettere.unitn.it/221/collana-studi-e-ricerche
La riflessione filosofica sulla religione è stata oggetto di intensi dibattiti nell’Italia del Novecento, in relazione con le vicende sociali, politiche e culturali del Paese, nonché con contesti teorici e storici non certo solo confinati all’ambito nazionale. In questo libro si studiano alcune aree di interlocuzione significative e tra loro collegate in questi dibattiti. Un primo ambito di ricerca riguarda i plurimi confronti novecenteschi con Rosmini, nelle sue specificità teoriche, nell’interazione con le filosofie d’oltralpe, nella sua peculiare collocazione rispetto alle tradizioni cattoliche e alla modernità; un’altra area indagata verte sulle ripercussioni filosofico-religiose, anche di lungo periodo, della crisi modernista/antimodernista; un terzo ambito di ricerca concerne i variegati confronti dei filosofi italiani del primo Novecento con la tematizzazione del religioso nella filosofia classica tedesca tra Sette e Ottocento (in autori come Kant, Fichte, Schleiermacher, Hegel, Schopenhauer). Vi è infine un sondaggio, senza pretesa di esaustività, su rilevanti figure più recenti quali Alberto Caracciolo, il primo titolare di una cattedra di filosofia della religione in Italia, e il suo allievo Giovanni Moretto. In diversi filosofi di inizio Novecento che videro con una certa simpatia almeno alcune esigenze del ‘modernismo’ religioso, al di là delle serrate critiche dei loro avversari, si possono scorgere determinati spunti teorici di un filone filosofico-religioso ‘liberale’ che avrà, nella seconda parte del secolo, proprio in figure come Caracciolo e Moretto, significativi sviluppi teoretici e storici.

Orthotes, Napoli/Salerno, 2020
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Hegeliano di sinistra durante la Repubblica di Weimar e... more https://www.orthotes.com/joachim-ritter/
Hegeliano di sinistra durante la Repubblica di Weimar e non esente da un ferale hegelismo politicamente di destra durante il terzo Reich, Joachim Ritter (1903-1974) sviluppò, nel secondo dopoguerra, uno specifico hegelismo di “centro”, insistendo sulle scissioni (Entzweiungen) reciprocamente supportive, nel moderno mondo liberale, tra società civile e stato, tra esistenze soggettive e norme oggettive, tra tradizioni storiche e politica contemporanea. Nella Germania Ovest della ricostruzione tali posizioni furono particolarmente utili per declinare in un senso democratico-liberale rapporti tra esistenziale, sociale e politico che erano stati precedentemente asserviti in modo totalitario (anche in questa direzione, si spiega il successo non solo accademico di un allievo di Ritter come Ernst-Wolfgang Böckenförde). D’altro lato, le Entzweiungen impostate da Ritter mantenevano degli aspetti irrisolti e potevano costituire degli ambigui sdoppiamenti omissivi verso il passato, come autori della generazione a lui successiva, pur tra loro alquanto diversi – quali Hans Blumenberg, Jürgen Habermas, Ernst Tugendhat – non hanno mancato di rilevare. Studiare gli scritti di Ritter, nella loro correlazione con le diverse situazioni politiche che hanno attraversato, nonché le critiche, più o meno radicali, che hanno suscitato significa, dunque, affrontare questioni non marginali dei dibattiti novecenteschi sui rapporti tra politica ed ermeneutica storica, nonché momenti decisivi con cui nella Germania del secondo dopoguerra si sono interpretati il proprio passato, il proprio presente e il proprio futuro.
Laterza, Roma-Bari , 2010
Curatele / Edited Books by Omar Brino
Morcelliana, Brescia, 2022
Tutti i saggi del volume convergono nel sottolineare, da punti di vista anche molto diversi, i te... more Tutti i saggi del volume convergono nel sottolineare, da punti di vista anche molto diversi, i temi di fondo della riflessione teorica e storica di Roberto Garaventa, in particolare lo snodo della finitudine e della caducità e quello, strettamente connesso al precedente, della libertà religiosa e della sua comunicazione.

Studi jaspersiani, Volume VI, 2018
Come mettere in dialogo le fedi religiose di fronte alle chiusure dogmatiche e a invalicabili mur... more Come mettere in dialogo le fedi religiose di fronte alle chiusure dogmatiche e a invalicabili muri identitari? Come pensare a uno spazio – a un Logos – che leghi, che funga da ethos accomunante, da punto di traducibilità delle fedi?
Su tali interrogativi – la cui attualità e ineludibilità è quasi pleonastico ribadire – che investono il destino e la destinazione dell’uomo contemporaneo, il colloquio con Jaspers non cessa di apparire singolarmente illuminante.
E su queste domande si interroga anche lo stesso Jaspers in La fede filosofica di fronte alla rivelazione, annoverabile, insieme a pochi altri, tra i testi essenziali del Novecento sul problema religioso, e che rappresenta il più eloquente documento del libero ascolto jaspersiano delle grandi idee metafisiche e religiose, occidentali e orientali, assimilate grazie a una robusta coscienza trascendentale e storica capace di ricondurle alle strutture costitutive del pensare, là dove, nel punto in cui naufragano, insieme agli orizzonti mondani, pretese totalizzanti, dogmatismi e confessionalismi, la libertà può scoprirsi donata dalla Trascendenza e la fede annodarsi a una rivelazione che rinviene il proprio locus nella coscienza del singolo prima che in Libri sacri e in Chiese.
Queste domande, queste problematiche, questi motivi sono all’origine della riflessione sviluppata nel sesto fascicolo della Rivista di Studi Jaspersiani dedicato a Il dialogo interreligioso. I saggi raccolti in questo volume intendono discutere i temi essenziali che innervano la riflessione jaspersiana sul religioso, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, quando, dopo la catastrofe bellica e totalitaria, si avvertì l’urgenza di ripensare in profondità ed ermeneuticamente attualizzare il senso della grande eredità religiosa europea e mondiale. Gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione di questo fascicolo solcano e ripercorrono nell’orizzonte additato il filosofare di Jaspers mostrandone, da prospettive diverse ma convergenti, la fecondità e la capacità di ispirare temi, figure di pensiero, aspetti utili al dibattito interreligioso contemporaneo, a cui certo la filosofia può offrire un apporto cruciale.
Saggi di: Omar Brino, Roberto Celada Ballanti, Roberto Garaventa, Angela Giustino, Stefano Marabelli, Rita Mei, Chiara Pasqualin, Tolga Ratzsch, Paola Ricci Sindoni, Kurt Salamun, Edoardo Simonotti, Stefania Tarantino, Domenico Venturelli, Bernd Weidmann, Mario Wenning
Saggi e articoli / Papers by Omar Brino
The Oxford Handbook of Friedrich Schleiermacher Edited by Andrew C. Dole, Shelli M. Poe, and Kevin M. Vander Schel, Oxford University Press, pp. 417-433, 2023
Rivista di Storia della Filosofia, n. 2, Anno LXXVIII, pp. 284-297, 2023
È uscito da poco il volume che pubblica per la prima volta l'epistolario tra Hans Blumenberg e Ha... more È uscito da poco il volume che pubblica per la prima volta l'epistolario tra Hans Blumenberg e Hans Jonas, nonché una serie di intensi scritti, alcuni finora inediti, che il primo ha dedicato al secondo. Nel complesso, il libro apre spaccati significativi sia sui diversi climi culturali degli anni del secondo dopoguerra, sia su alcuni dei problemi teorici e storiografici più rilevanti che li segnarono e che, per molti aspetti, si prolungano fino ai nostri giorni.
Rivista di Storia del Cristianesimo, 19, 2022/1, pp. 83-98, 2022
This article deals with the question of how Ernesto Buonaiuti’s comparison with Rudolf Otto, by a... more This article deals with the question of how Ernesto Buonaiuti’s comparison with Rudolf Otto, by affinity and by difference, involves both the level of general reflection on religion, and the level of reconstruction and evaluation of the history of Christianity, in particular in the complex relationships between Middle and Modern Ages. Instead of a mere dependence on Otto in Buonaiuti, we can observe an interlocution that is useful for the Italian historian to resume some aspects of his “modernist” youth, taking into account of what he himself had subsequently elaborated.
Politica e religione (2019-2020), pp. 113-128, 2022
In the Hegelian Philosophy of Law, the explicit defence of a juridical universalism in civil soci... more In the Hegelian Philosophy of Law, the explicit defence of a juridical universalism in civil society, which protects “the universal person, where all are identical,” so that “man has value in this way, because he is man, not because he is Jewish, Catholic, Protestant, German, Italian etc.,” is flanked by an equally explicit critique of the cosmopolitan perspective as opposed to “the concrete life of the state.” The article discusses these Hegelian approaches, particularly with respect to their connections with cultural and religious themes.
RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, p. 145-156, ISSN: 0393-2516
Trento: Edizioni Università degli Studi di Trento, ISBN: 978-88-8443-968-0, pp. 69-82, 2021
GIORNALE CRITICO DELLA FILOSOFIA ITALIANA, p. 427-429, 2022
in D. Venturelli (a cura di), Eredità di Alberto Caracciolo. Filosofia, esperienza religiosa, poesia, Liguori, Napoli 2019 (“Quaderni dell'Archio di storia della cultura”, N.S., n. 9), pp. 87-106
“Humanitas”, 74, pp. 411-422, 2019
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Libri / Books by Omar Brino
La riflessione filosofica sulla religione è stata oggetto di intensi dibattiti nell’Italia del Novecento, in relazione con le vicende sociali, politiche e culturali del Paese, nonché con contesti teorici e storici non certo solo confinati all’ambito nazionale. In questo libro si studiano alcune aree di interlocuzione significative e tra loro collegate in questi dibattiti. Un primo ambito di ricerca riguarda i plurimi confronti novecenteschi con Rosmini, nelle sue specificità teoriche, nell’interazione con le filosofie d’oltralpe, nella sua peculiare collocazione rispetto alle tradizioni cattoliche e alla modernità; un’altra area indagata verte sulle ripercussioni filosofico-religiose, anche di lungo periodo, della crisi modernista/antimodernista; un terzo ambito di ricerca concerne i variegati confronti dei filosofi italiani del primo Novecento con la tematizzazione del religioso nella filosofia classica tedesca tra Sette e Ottocento (in autori come Kant, Fichte, Schleiermacher, Hegel, Schopenhauer). Vi è infine un sondaggio, senza pretesa di esaustività, su rilevanti figure più recenti quali Alberto Caracciolo, il primo titolare di una cattedra di filosofia della religione in Italia, e il suo allievo Giovanni Moretto. In diversi filosofi di inizio Novecento che videro con una certa simpatia almeno alcune esigenze del ‘modernismo’ religioso, al di là delle serrate critiche dei loro avversari, si possono scorgere determinati spunti teorici di un filone filosofico-religioso ‘liberale’ che avrà, nella seconda parte del secolo, proprio in figure come Caracciolo e Moretto, significativi sviluppi teoretici e storici.
Hegeliano di sinistra durante la Repubblica di Weimar e non esente da un ferale hegelismo politicamente di destra durante il terzo Reich, Joachim Ritter (1903-1974) sviluppò, nel secondo dopoguerra, uno specifico hegelismo di “centro”, insistendo sulle scissioni (Entzweiungen) reciprocamente supportive, nel moderno mondo liberale, tra società civile e stato, tra esistenze soggettive e norme oggettive, tra tradizioni storiche e politica contemporanea. Nella Germania Ovest della ricostruzione tali posizioni furono particolarmente utili per declinare in un senso democratico-liberale rapporti tra esistenziale, sociale e politico che erano stati precedentemente asserviti in modo totalitario (anche in questa direzione, si spiega il successo non solo accademico di un allievo di Ritter come Ernst-Wolfgang Böckenförde). D’altro lato, le Entzweiungen impostate da Ritter mantenevano degli aspetti irrisolti e potevano costituire degli ambigui sdoppiamenti omissivi verso il passato, come autori della generazione a lui successiva, pur tra loro alquanto diversi – quali Hans Blumenberg, Jürgen Habermas, Ernst Tugendhat – non hanno mancato di rilevare. Studiare gli scritti di Ritter, nella loro correlazione con le diverse situazioni politiche che hanno attraversato, nonché le critiche, più o meno radicali, che hanno suscitato significa, dunque, affrontare questioni non marginali dei dibattiti novecenteschi sui rapporti tra politica ed ermeneutica storica, nonché momenti decisivi con cui nella Germania del secondo dopoguerra si sono interpretati il proprio passato, il proprio presente e il proprio futuro.
Curatele / Edited Books by Omar Brino
Su tali interrogativi – la cui attualità e ineludibilità è quasi pleonastico ribadire – che investono il destino e la destinazione dell’uomo contemporaneo, il colloquio con Jaspers non cessa di apparire singolarmente illuminante.
E su queste domande si interroga anche lo stesso Jaspers in La fede filosofica di fronte alla rivelazione, annoverabile, insieme a pochi altri, tra i testi essenziali del Novecento sul problema religioso, e che rappresenta il più eloquente documento del libero ascolto jaspersiano delle grandi idee metafisiche e religiose, occidentali e orientali, assimilate grazie a una robusta coscienza trascendentale e storica capace di ricondurle alle strutture costitutive del pensare, là dove, nel punto in cui naufragano, insieme agli orizzonti mondani, pretese totalizzanti, dogmatismi e confessionalismi, la libertà può scoprirsi donata dalla Trascendenza e la fede annodarsi a una rivelazione che rinviene il proprio locus nella coscienza del singolo prima che in Libri sacri e in Chiese.
Queste domande, queste problematiche, questi motivi sono all’origine della riflessione sviluppata nel sesto fascicolo della Rivista di Studi Jaspersiani dedicato a Il dialogo interreligioso. I saggi raccolti in questo volume intendono discutere i temi essenziali che innervano la riflessione jaspersiana sul religioso, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, quando, dopo la catastrofe bellica e totalitaria, si avvertì l’urgenza di ripensare in profondità ed ermeneuticamente attualizzare il senso della grande eredità religiosa europea e mondiale. Gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione di questo fascicolo solcano e ripercorrono nell’orizzonte additato il filosofare di Jaspers mostrandone, da prospettive diverse ma convergenti, la fecondità e la capacità di ispirare temi, figure di pensiero, aspetti utili al dibattito interreligioso contemporaneo, a cui certo la filosofia può offrire un apporto cruciale.
Saggi di: Omar Brino, Roberto Celada Ballanti, Roberto Garaventa, Angela Giustino, Stefano Marabelli, Rita Mei, Chiara Pasqualin, Tolga Ratzsch, Paola Ricci Sindoni, Kurt Salamun, Edoardo Simonotti, Stefania Tarantino, Domenico Venturelli, Bernd Weidmann, Mario Wenning
Saggi e articoli / Papers by Omar Brino
La riflessione filosofica sulla religione è stata oggetto di intensi dibattiti nell’Italia del Novecento, in relazione con le vicende sociali, politiche e culturali del Paese, nonché con contesti teorici e storici non certo solo confinati all’ambito nazionale. In questo libro si studiano alcune aree di interlocuzione significative e tra loro collegate in questi dibattiti. Un primo ambito di ricerca riguarda i plurimi confronti novecenteschi con Rosmini, nelle sue specificità teoriche, nell’interazione con le filosofie d’oltralpe, nella sua peculiare collocazione rispetto alle tradizioni cattoliche e alla modernità; un’altra area indagata verte sulle ripercussioni filosofico-religiose, anche di lungo periodo, della crisi modernista/antimodernista; un terzo ambito di ricerca concerne i variegati confronti dei filosofi italiani del primo Novecento con la tematizzazione del religioso nella filosofia classica tedesca tra Sette e Ottocento (in autori come Kant, Fichte, Schleiermacher, Hegel, Schopenhauer). Vi è infine un sondaggio, senza pretesa di esaustività, su rilevanti figure più recenti quali Alberto Caracciolo, il primo titolare di una cattedra di filosofia della religione in Italia, e il suo allievo Giovanni Moretto. In diversi filosofi di inizio Novecento che videro con una certa simpatia almeno alcune esigenze del ‘modernismo’ religioso, al di là delle serrate critiche dei loro avversari, si possono scorgere determinati spunti teorici di un filone filosofico-religioso ‘liberale’ che avrà, nella seconda parte del secolo, proprio in figure come Caracciolo e Moretto, significativi sviluppi teoretici e storici.
Hegeliano di sinistra durante la Repubblica di Weimar e non esente da un ferale hegelismo politicamente di destra durante il terzo Reich, Joachim Ritter (1903-1974) sviluppò, nel secondo dopoguerra, uno specifico hegelismo di “centro”, insistendo sulle scissioni (Entzweiungen) reciprocamente supportive, nel moderno mondo liberale, tra società civile e stato, tra esistenze soggettive e norme oggettive, tra tradizioni storiche e politica contemporanea. Nella Germania Ovest della ricostruzione tali posizioni furono particolarmente utili per declinare in un senso democratico-liberale rapporti tra esistenziale, sociale e politico che erano stati precedentemente asserviti in modo totalitario (anche in questa direzione, si spiega il successo non solo accademico di un allievo di Ritter come Ernst-Wolfgang Böckenförde). D’altro lato, le Entzweiungen impostate da Ritter mantenevano degli aspetti irrisolti e potevano costituire degli ambigui sdoppiamenti omissivi verso il passato, come autori della generazione a lui successiva, pur tra loro alquanto diversi – quali Hans Blumenberg, Jürgen Habermas, Ernst Tugendhat – non hanno mancato di rilevare. Studiare gli scritti di Ritter, nella loro correlazione con le diverse situazioni politiche che hanno attraversato, nonché le critiche, più o meno radicali, che hanno suscitato significa, dunque, affrontare questioni non marginali dei dibattiti novecenteschi sui rapporti tra politica ed ermeneutica storica, nonché momenti decisivi con cui nella Germania del secondo dopoguerra si sono interpretati il proprio passato, il proprio presente e il proprio futuro.
Su tali interrogativi – la cui attualità e ineludibilità è quasi pleonastico ribadire – che investono il destino e la destinazione dell’uomo contemporaneo, il colloquio con Jaspers non cessa di apparire singolarmente illuminante.
E su queste domande si interroga anche lo stesso Jaspers in La fede filosofica di fronte alla rivelazione, annoverabile, insieme a pochi altri, tra i testi essenziali del Novecento sul problema religioso, e che rappresenta il più eloquente documento del libero ascolto jaspersiano delle grandi idee metafisiche e religiose, occidentali e orientali, assimilate grazie a una robusta coscienza trascendentale e storica capace di ricondurle alle strutture costitutive del pensare, là dove, nel punto in cui naufragano, insieme agli orizzonti mondani, pretese totalizzanti, dogmatismi e confessionalismi, la libertà può scoprirsi donata dalla Trascendenza e la fede annodarsi a una rivelazione che rinviene il proprio locus nella coscienza del singolo prima che in Libri sacri e in Chiese.
Queste domande, queste problematiche, questi motivi sono all’origine della riflessione sviluppata nel sesto fascicolo della Rivista di Studi Jaspersiani dedicato a Il dialogo interreligioso. I saggi raccolti in questo volume intendono discutere i temi essenziali che innervano la riflessione jaspersiana sul religioso, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, quando, dopo la catastrofe bellica e totalitaria, si avvertì l’urgenza di ripensare in profondità ed ermeneuticamente attualizzare il senso della grande eredità religiosa europea e mondiale. Gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione di questo fascicolo solcano e ripercorrono nell’orizzonte additato il filosofare di Jaspers mostrandone, da prospettive diverse ma convergenti, la fecondità e la capacità di ispirare temi, figure di pensiero, aspetti utili al dibattito interreligioso contemporaneo, a cui certo la filosofia può offrire un apporto cruciale.
Saggi di: Omar Brino, Roberto Celada Ballanti, Roberto Garaventa, Angela Giustino, Stefano Marabelli, Rita Mei, Chiara Pasqualin, Tolga Ratzsch, Paola Ricci Sindoni, Kurt Salamun, Edoardo Simonotti, Stefania Tarantino, Domenico Venturelli, Bernd Weidmann, Mario Wenning
Kritisches Denken im Plural. Begriffliche Wege der Sozialforschung
FORSCHUNGSSEMINAR
20. April | 11:00
Ort
Georg-Simmel Saal
Friedrichstraße 191
10117
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Deutschland