Il Commissario delegato alla gestione della crisi Domenico Arcuri ha comunicato che l’applicazione Immuni sarà attiva in tutta Italia entro 15 giorni.
L’applicazione è al momento attiva solo in quattro regioni pilota. I download registrati fino ad ora, a meno di 72 ore dall’uscita sugli store di Apple e Android, sono stati circa 1.150.000.
Una volta concluso il test, tutti coloro in possesso di uno smartphone compatibile potranno entrare a far parte della rete di utenti potenzialmente in grado di arginare la diffusione della patologia.
Perché Immuni possa esprimere appieno il proprio potenziale serve che una percentuale elevata della popolazione ne faccia utilizzo: almeno il 60% secondo le prime stime, ma la percentuale è ritenuta da più parti eccessivamente ottimistica.
Superate tutte le criticità relative alla privacy, che hanno portato alla scelta del sistema decentrato e dell’adozione del modello sviluppato insieme da Apple e Google, non ci sono motivi per non installarla ed utilizzarla se non quelli legati alla disinformazione, il più delle volte ideologica, che viene fatta da molti soggetti sui social network.
Tra le cose da risolvere, la compatibilità dei dispositivi Huawei e Honor (parecchio diffusi nel nostro paese) che disattivando automaticamente il Bluetooth non appena il telefono entra in standby, rendono inefficace l’applicazione. Un fix dovrebbe necessariamente passare attraverso un aggiornamento delle versioni Android di questi dispositivi.
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