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Perché non parliamo di sesso con i nostri genitori
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raccontami

Perché non parliamo di sesso con i nostri genitori

In un documentario pubblicato sul New York Times la risposta di due registi brasiliani

Federica Seneghini

«La sessualità è un tema delicato e universale che può rivelarsi una chiave preziosa per comprendere aspetti profondi della nostra esistenza. Eppure, nonostante la sua centralità nella vita di ciascuno, rimane uno degli argomenti più difficili da affrontare all’interno della famiglia. Parlare di sesso con i propri genitori continua a essere un tabù diffuso, una barriera che sembra difficile da superare. Ed è un peccato».

Per esplorare le ragioni di questo silenzio, i due registi brasiliani Paula Sacchetta (37 anni) e Renan Flumian (39), hanno realizzato un cortometraggio di straordinaria delicatezza e coraggio. Un film che, pubblicato lo scorso dicembre sulla homepage del New York Times, ha conquistato l’attenzione dei lettori di tutto il mondo (anche) per la sua capacità di mettere insieme sensibilità narrativa e introspezione.

Da oggi Raccontami - questo il titolo dell’opera - è disponibile con i sottotitoli in italiano in esclusiva sul sito del Corriere della Sera.

«Il nostro obiettivo era capire perché, ancora oggi, figli e genitori trovino così difficile avere conversazioni come quelle che mostriamo nel documentario», spiegano Sacchetta e Flumian a 7. «La sessualità è un argomento incredibile per creare intimità e per confidarsi con le persone che, in teoria, dovrebbero essere quelle con cui abbiamo il grado più alto di confidenza».

È proprio quello che è successo alle tre coppie protagoniste del corto: madre-figlia, padre-figlio, padre-figlia. «Abbiamo dato loro una lista di domande da farsi a vicenda - si va da “hai mai usato un vibratore?” a “ti masturbi?” a “hai una posizione preferita quando fai sesso?” - e certo, l’imbarazzo iniziale è stato forte per tutti. Ma dopo qualche minuto queste persone si sono sciolte ed è stato bello vedere quanto fossero emozionate e commosse alla fine dell’incontro, dopo questa intimità (ri)trovata. A dire il vero ci siamo commossi tutti. La sessualità può insegnarci molto sulla fiducia in noi stessi, svelare le nostre paure più intime e aiutarci a capire ciò che ci rende davvero felici. Non parlarne rappresenta un’occasione persa. Per certi versi, è persino più facile affrontare certi temi con degli estranei».

Il punto è questo, secondo i due registi: la sessualità, anziché essere vissuta come terreno di vergogna o imbarazzo, «potrebbe (e dovrebbe) diventare una via per costruire un rapporto più autentico e aperto all’interno delle famiglie» sintetizza Sacchetta, che in passato ha già lavorato su queste tematiche insieme a Flumian (tutti i lavori di Paula sono sul suo account Vimeo vimeo.com/paulasacchetta). E lo dimostrano i protagonisti del film che «usando sempre toni rispettosi, riescono a toccare corde profonde senza mai risultare invadenti. E invitano dunque a una riflessione su come la mancanza di dialogo generi spesso distanza emotiva».

Non è un caso dunque che sul sito del New York Times, il corto sia stato pubblicato il 24 dicembre, una data che, per molte famiglie, coincide con la tradizionale cena di Natale, un momento di ritrovo e convivialità. Ma non è stata una provocazione, spiega Flumian. «Direi piuttosto uno spunto di riflessione. Perché la gente — noi per primi, che abbiamo lavorato a questo progetto — si è ritrovata a parlare di sesso proprio durante uno dei pasti più simbolici dell’anno. I feedback che abbiamo ricevuto sono stati straordinari: c’è chi ci ha raccontato di conversazioni inaspettate con parenti vicini o lontani e di legami che si sono rinsaldati proprio grazie al documentario». Questa «visione collettiva natalizia» ha stimolato insomma «un confronto necessario, rompendo un silenzio che spesso si protrae da generazioni. E se il Natale è per antonomasia il momento in cui si celebra la famiglia, quale occasione migliore per affrontare con coraggio anche i temi più scomodi?».

La realizzazione del corto ha richiesto settimane di lavoro. «Solo per scegliere le tre coppie protagoniste c’è stato bisogno di un casting durato varie settimane visto che abbiamo ricevuto decine di risposte», racconta ancora Sacchetta. «Con nostra sorpresa, si sono candidate anche alcune coppie formate da nonna e nipote. Una combinazione inaspettata che, chissà, potrebbe rivelarsi interessante per un progetto futuro». Perché il corto di Sacchetta e Flumian non è solo un’opera cinematografica, ma un esperimento sociale che potrebbe andare avanti con nuovi protagonisti. «E forse alla fine capiremo che la reticenza a parlare di certe tematiche va superata perché di fatto nasconde solo la nostra paura a mostrarsi vulnerabili, a rivelare un lato intimo che spesso si preferisce tenere nascosto» - aggiunge Sacchetta, che al momento sta girando un documentario in Abruzzo, nel paese natale dei suoi bisnonni. «Affrontare questi discorsi può generare una nuova forma di intimità, basata sulla comprensione e sul rispetto reciproco».

Dopo la pubblicazione sul Nyt il video è stato ripreso e ricondiviso migliaia di volte. Un risultato che «dimostra l’esistenza di un bisogno diffuso di colmare questa distanza emotiva. In un’epoca in cui tutto sembra essere condiviso pubblicamente, dalla vita professionale ai dettagli più banali del quotidiano, la sessualità rimane spesso confinata a uno spazio privato, inaccessibile persino alle persone più vicine», ammette Flumian. Con uno sguardo empatico e rispettoso, insomma, i due registi non fanno altro che ricordarci che la vera intimità nasce proprio dal coraggio di affrontare ciò che ci mette più a disagio. «Chissà», aggiunge Sacchetta, «forse la prossima volta che ci troveremo a tavola con la nostra famiglia, potremo cogliere l’occasione per avviare una conversazione diversa, più autentica, e scoprire che, dopotutto, non c’è nulla di cui vergognarsi».

Paula Sacchetta (@paulasacchetta) è una regista di documentari, sceneggiatrice e regista. Ha diretto i film Faces of Harassment e Truth 12.528, la serie televisiva Io, prigioniero e altri progetti.

Renan Flumian (@renanflumian) è un regista, sceneggiatore e produttore il cui lavoro esplora le connessioni umane e i temi sociali.

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