Storia Militare

Dei patrioti non fece mai nomi veri o di battaglia, ad eccezione di Giuseppe Porcheddu e della sua famiglia, presso cui i due ufficiali britannici, che dopo l'8 settembre 1943 erano riusciti a fuggire dal loro campo di prigionia di Fontanellato in provincia di Parma, trovarono ospitalità clandestina per circa un anno, eccezione fatta per alcuni brevi periodi di più prudente collocazione in altri luoghi; di Renato Brunati, martire della Resistenza, e Lina Meiffret (tornata salva dalla deportazione in Germania, ma minata nel corpo e nello spirito per le tante sevizie cui venne sottoposta in carcere ad Imperia e a Genova, per tanti altri patimenti subiti, per i due falliti tentativi di lasciare la Germania e soprattutto per la perdita dell'amato Brunati), i quali per primi sul finire del 1943 diedero rifugio ai due ufficiali in Baiardo; di Vito (Vitò, Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo, comandante della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione"); di Achille, cioé Achille "Andrea" Lamberti del Gruppo Sbarchi Vallecrosia, quest'ultimo tra gli organizzatori della loro esfiltrazione definitiva verso gli alleati con arrivo in barca a remi (a marzo 1945) a Montecarlo. Del libro di Michael Ross può essere interessante citare alcuni fatti immediatamente antecedenti la fuga finale di Bell e di Ross, fatti successivi al definitivo e necessario abbandono della casa di Porcheddu. Una volta arrivati di nuovo sulle alture della guerriglia, i due rischiarono di essere passati per le armi a causa della profonda, bellicosa diffidenza di un capetto partigiano, ricordato con il nome di Bruno: per loro fortuna tale iniziativa non poteva essere fatta senza l'assenso di Vito (Vitò), il quale, ricorso ad un breve interrogatorio condotto da piloti statunitensi, ebbe modo di appurare definitivamente che si trattava di ex prigionieri dell'Italia fascista e di apprestare loro le misure necessarie al loro viaggio verso la Costa Azzurra. Per tre volte, a seguito delle comunicazioni via radio fatte dal telegrafista dell'ufficiale di collegamento alleato, il capitano del SOE britannico Robert Bentley, un sommergibile inglese si avvicinò alla costa vicino a Taggia, forse alla Curva del Don di Riva Ligure, già altre volte pensata per simili missioni. Per due volte la scorta dei partigiani ed il gruppetto degli alleati-tra cui Erickson e Klemme, sui quali esiste una discreta letteratura, piloti alleati caduti con i loro apparecchi in Piemonte ed arrivati in Riviera dopo diverse peripezie-che dovevano imbarcarsi dovettero fuggire perché trovarono i tedeschi che li mitragliarono con l'ausilio di bengala. All'ultimo appuntamento i nazisti attesero invano, perché nel frattempo i garibaldini avevano individuato la spia che aveva messo in allarme il nemico, una giovane donna, di probabile origine iugoslava, prontamente giustiziata, per giunta con la pistola di un pilota alleato. Risultarono dispersi, poco prima della loro partenza, due partigiani e due americani, indicati come Ricky e Reg. Alla fine si compose la squadra che, formata da Ross, Bell e due piloti alleati, sfuggiti alla cattura da parte nazifascista, marciò attraverso l'entroterra di Sanremo, Negi di Perinaldo, Vallebona verso Vallecrosia, punto clandestino di imbarco per la Francia.

Il saggio esamina l'evoluzione dell'artiglieria da fortezza italiana nel cruciale periodo in cui si realizzarono le fortificazioni alpine sia nel teatro italo-francese che in quello italo-austriaco. L'analisi si incentra sia sull'ordinamento dei reparti sia sull'organizzazione degli enti territoriali (comandi, direzioni) che garantivano il necessario supporto tecnico.

L'idea di uno studio sulle navi da guerra veneziane in età moderna è nata dalla constatazione del fatto che, per quanto generalmente si concordi sull'importanza del ruolo marittimo della Repubblica di San Marco anche durante gli ultimi secoli della sua esistenza, le opere relative alla marina della Serenissima sono poche e lontane nel tempo 1 . Venezia rimane sicuramente una potenza navale, talvolta ancora una 'grande' potenza, ma le dimensioni e la portata di questa condizione sono indefinibili e raramente si confrontano con la realtà della scena internazionale. Avanzato già una quarantina d'anni fa da Alberto Tenenti 2 , l'invito a un approfondimento in tal senso non ha ricevuto dopo di allora nessun effettivo seguito. Il disinteresse per le vicende navali veneziane si inserisce in un quadro di più generale svalutazione della realtà marittima italiana. Tale scarsa considerazione deriva dalla diffusa convinzione che, in seguito alle grandi scoperte geografiche, la Penisola sia rimasta tagliata fuori dai grandi sviluppi che videro protagonista l'area atlantica. La continuità dell'esperienza delle Repubbliche marinare viene ignorata o sminuita sotto il profilo più propriamente navale: ancora recentemente, è stato scritto che quelle Repubbliche, legate esclusivamente ai traffici e agli insediamenti commerciali, non ebbero mai una politica e una strategia di dominio sul 1 L'ultimo lavoro scientifico specificatamente dedicato alla marina militare veneziana in epoca moderna, l'importante ricerca di Alberto Tenenti su Cristoforo da Canal, è dei primi anni sessanta del secolo scorso; l'unica opera complessiva sulla flotta veneziana negli ultimi secoli di vita della Repubblica risale alla metà degli anni trenta del Novecento. A.

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Ne "l'Unità", allora organo centrale del Partito comunista italiano, venerdì 26 maggio 1950 si leggeva l'articolo dal titolo "Dove Salgari trovò il suo Corsaro Nero" con occhiello "Lettera dalla Riviera Ligure" e catenaccio "Domenica a Ventimiglia la grande battaglia dei fiori-Il romanziere più amato dalla gioventù trasse ispirazione dalla figura di un guerriero". Sarebbe da ringraziare idealmente l'autore del pezzo, Silvio Micheli per l'enfasi da lui messa per quel suo vero e proprio manifesto di propaganda turistica della città di confine, per la documentata e plastica descrizione di una antica Battaglia di Fiori, ancor più dell'arte ("Gli intarsi di fiori assumono sfumature impensate") e della passione con cui si costruivano i carri ("Fare un carro non è una parola e nemmeno basta aver volontà e pazienza. Bisogna vederli"), per la sottolineatura del grande entusiasmo popolare rispetto all'evento annunciato. Ci sono altre perle di racconto, quali "Sfilano i carri lungo il magnifico viale Cavour", allo stato attuale non più alberato, ma ancora bello con le sue palazzine ormai storiche, "I viali si trasformano in fiumane di gente stipata tra casa e casa", "I carri appaiono presto pelati, spolpati, ridotti come alla vigilia tutti ferri e assi": il cronista si era sicuramente informato almeno circa l'edizione precedente. In questo variegato quadro Micheli introduceva il Corsaro Nero quasi di sbieco, come qui si riferisce meglio più avanti.

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Jonathan Krause, Early Trench Tactics in the French Army. The Second Battle of Artois, May-June 1915. Burlington, VT and Farnham, Surrey: Ashgate, 2013. xiv + 180 pp. Maps, pictures, notes, bibliography, and index. $124.95 U.S. (hb). ISBN 9781409455004; £65.00. (eb-PDF). ISBN 9781409455011; £65.00. (eb-ePUB). ISBN 9781409474678.The Great War centenary has prodded a hornet’s nest of controversy, not least in France where le suicide d’Europe will be fêted in tandem with the seventieth anniversary of D-Day and the Liberation of France. This confusion mémorielle is in fact a reprise of 1964 when de Gaulle short-circuited the fiftieth anniversary of an event of conflicted memory and pain with the panthéonisation of Jean Moulin as the centerpiece of a narrative of liberation from the dead hand of a Great War generation symbolized by Philippe Pétain and national rebirth under Free France

Participación con la comunicación "Auxiliares y guerra civil: el año de los cuatro emperadores".
In Service of Others: A Global Military History of Foreign
Fighting from Ancient History to the 20th Century
University of Rome ‘La Sapienza’, 21-23 January 2025

Disponibile in PDF, il presente testo è apparso come approfondimento di un articolo online intitolato Riscopriamo Amedeo Montemaggi, storico della Linea Gotica, pubblicato sulla rubrica "Ricerche Storiche" del sito https://www.goticatoscana.eu, gestito dall'associazione con sede a Ponzalla, Scarperia (FI). Chiunque riprenda concetti, frasi o brani dal documento è pregato di citare il riferimento. gennaio 2025

Questo studio indaga sulla presenza degli stradiotti greci a Venezia, arrivati dai territori dello stato da mar e assoldati dalla Serenissima . Viene illustrata influenza che questi soldati diedero alla costituzione e al riconoscimento della Confraternita greca di Venezia nel 1498, nonché il loro significativo contributo all'integrazione sociale dell'elemento greco nella città di San Marco a partire dal XVI secolo.

In realtà, a rigore, nei registri ufficiali di marina sono in totale tre le navi riportate con l’intitolazione “Brindisi”: due navi da guerra - un incrociatore esploratore e un incrociatore ausiliario - ed in più una nave mercantile - una motonave passeggeri. Scherzi di una consolidata tradizione in uso in praticamente tutti i Paesi di questo mondo: quella di requisire, in tempo di guerra, navi civili per convertirle – in principio, temporalmente – in navi militari. Ed infatti, è quello che accadde alla motonave “Brindisi” quando nel 1940, in vista dello scoppio della seconda guerra mondiale, fu convertita nell’incrociatore ausiliario “Brindisi”. Rimanendo nel campo delle consolidate tradizioni militari, anche l’altra nave da guerra “Brindisi” fu frutto di una riconversione. Questa volta si trattò di una requisizione di guerra, quella eseguita dall’Italia ai danni dell’Austria alla fine della prima guerra mondiale quando, in conto riparazioni di guerra, nel 1920 l’incrociatore scout austroungarico “Helgoland” fu ceduto alla Regia Marina, che lo convertì nell’incrociatore esploratore “Brindisi”.

Per studiare il rapporto tra i letterati italiani e la Prima Guerra Mondiale è utile cominciare da una citazione tratta dai Quaderni del carcere di Antonio Gramsci: Letteratura di guerra. [….] La guerra ha costretto i diversi strati sociali ad avvicinarsi, a conoscersi, ad apprezzarsi reciprocamente nella comune resistenza in forme di vita eccezionali che determinavano una maggiore sincerità e un più approssimato avvicinamento all'umanità "biologicamente" intesa. Cosa hanno imparato dalla guerra i letterati? [.......] La letteratura di guerra propriamente detta, cioè dovuta a scrittori "professionali" che scrivevano per essere pubblicati ha avuto in Italia varia fortuna[....] E' molto interessante da studiare Il diario di guerra di B. Mussolini per trovarvi le tracce dell'ordine di pensieri politici , veramente nazionalpopolari [...]. Si è poi avuta una seconda ondata di letteratura di guerra [......] E' da vedere l'apporto di questa letteratura del gruppo di scrittori che sogliono essere chiamati "vociani" e che già prima del 1914 lavoravano con concordia discorde per elaborare una coscienza nazional-popolare moderna. Dai "minori" di questo gruppo sono stati scritti i libri migliori, per esempio quelli di Giani Stuparich 1 .

Bu makalede, Türkçe literatürde daha önce herhangi
bir müstakil akademik çalışmada ele alınmamış
olan Avusturya ve İtalya donanmaları
arasında gerçekleşen 1866 Lissa Deniz Muharebesi
değerlendirilecektir. Özünde bir kara devleti
niteliği taşıyan Avusturya ile köklü denizcilik
geleneğine ve güçlü bir donanmaya sahip olan
İtalya arasında deniz cephesinde vuku bulan bu
muharebe harbin genel gidişatında kritik bir etki
yapmasa da özellikle zırhlı gemilerin tarihteki ilk
büyük muharebesi olması hasebiyle son derece
büyük önem taşımaktadır. İtalya'nın Avusturya-
Prusya karşısında deniz harp teknolojisi bakımından
üstün olmasına ve sayısal eşitsizliklere
rağmen muharebenin kaderi amirallerin cesaret
ve yetenekleri doğrultusunda şekillenmiş, muharebeden
Avusturya-Prusya galip ayrılmıştır.

Il libri è la trascrizione del diario di guerra di Gino Damiani, classe 1922, Allievo Ufficiale di Complemento del IX Btg. d'Istruzione, che dopo l'8 settembre 1943 si fece volontario con il Corpo Italiano Di Liberazione nella Guerra di Liberazione 1943-1945. Inquadrato nel XXIX BtG. del 4o reggimento bersaglieri, Damiani e i suo compagni combattero contro i Tedeschi sul fronte di Cassino nelle Mainarde per poi risalire la costiera adriatica, fino al ciclo del periodo operativo nel luglio 1944.

Dal trattato di Cherasco (1796)
alla battaglia di Waterloo (1815)
A.A. 2024/2025
Il laboratorio è composto da un “corpus” di lezioni in aula e “in situ” presso luoghi fortificati e/o significativi tra Piemonte e Valle d’Aosta che ripercorrono le tappe della politica militare dello stato sabaudo. A fine percorso, I discenti potranno stendere un saggio storico scientifico breve, con pubblicazione web. Saranno 14 Lezioni. Massimo: 15 Partecipanti. Le lezioni si svolgono una volta alla settimana, il lunedì in aula dalle 15:00 alle 17:00 nella sede Uni3 in Via Sant’Ulderico 3 e il martedì all’esterno. Inizio lunedì 13/01/25 e termine martedì 15/4/2025.

Può sembrare sorprendente che i disegni ufficiali di modello delle eleganti bandiere adottate dall’esercito sardo della Restaurazione siano conservati in una biblioteca degli Stati Uniti. All’epoca i disegni di modello di oggetti dismessi non erano conservati negli archivi e, forse, quelli delle bandiere della Restaurazione furono recuperati da un funzionario del ministero della guerra e portati nella propria abitazione. Poi, dopo alcuni passaggi, arrivarono fortunatamente a Providence, dove sono stati conservati e resi fruibili.
Anne S.K. Brown, abbiente e appassionata di iconografia militare, preoccupata per i danni che il patrimonio iconografico degli eserciti europei stava subendo a causa della Seconda guerra mondiale, iniziò ad acquistare da antiquari europei tutto il possibile, accumulandolo a Providence. Poi, continuò gli acquisti nel dopoguerra. Nacque così Anne S.K. Military Collection di Providence, Rhode Island, U.S.A.
La scoperta dell’importante patrimonio iconografico dell’esercito sardo conservato a Providence era sorprendente. Me lo segnalò l’amico Giancarlo Boeri, che aveva avuto modo di visionarlo. Però, erano gli anni ’80 e la riproduzione fotografica, ancora analogica, era lenta e costosa. Boeri riuscì quindi a ricavare soltanto alcune dispositive a colori. Troppo poche per comprendere appieno i contenuti della collezione.
Nel 2010, con mio figlio Alberto, e dotati di macchine fotografiche digitali, abbiamo avuto l’opportunità di visionare l’intera collezione iconografica dell’esercito sardo conservata a Providence, dove siamo stati accolti con grande gentilezza e disponibilità dall’allora direttore Peter Harrington, e di documentarla con centinaia di immagini. Le riproduzioni dei disegni delle bandiere pubblicati nel volume sono state ricavate, con poche eccezioni, da quelle fotografie a definizione adeguata.
I disegni di modello delle bandiere oggetto di questo volume sono rilegati, assieme ai figurini delle uniformi del 1814 ad altri disegni dell’esercito sardo, in una cartellina di bassa qualità, catalogata IsU (1815‒1816) Sardinia. La cartellina contiene 89 disegni acquarellati e uno a penna di uniformi, bandiere e stendardi, stemmi e tende, con molte annotazioni e firme di approvazione del funzionario di turno e altri scritti. In calce alla scheda, di catalogazione della cartellina risulta che la cartellina fu acquisita nel 1954 da un londinese [non meglio specificato. N.d.A.], il quale a sua volta lo aveva acquistato nel maggio 1953 da un collezionista torinese.
Le tavole acquarellate di insegne militari sono 45: 31 di bandiere di fanteria e artiglieria, dieci di fiamme dei dragoni e della fanteria leggera, due di stendardi da cavalleria di linea e, infine, due di cornette dei dragoni. Però, il numero di insegne rappresentate è superiore, perché in molte tavole sono rappresentate sia le insegne reali sia quelle di battaglione o di divisione. 

Qualche altra notizia sul fondo “Sardinia” della Collezione Brown è disponibile nel volume Iconografia militare Sabauda, pubblicato nel 2021 e accessibile on line all’indirizzo: https://www.academia.edu/91708675/RICCHIARDI_Iconografia_militare_sabauda.

SYNOPSIS

It may seem surprising that the official model drawings of the elegant flags adopted by the Sardinian Restoration Army are kept in a library in the United States. At those times, model drawings of decommissioned items were not kept in the archives, and, perhaps, those of the Restoration flags were recovered by an official of the Ministry of War and taken to his home. Then, after a few transfers, they fortunately arrived in Providence, where they were preserved and made accessible.
Anne S.K. Brown, wealthy and an enthusiast of military iconography, concerned about the damage that the iconographic heritage of European armies was suffering as a result of World War II, began buying from European antiquarians all she could, accumulating them in Providence. Then, she continued her postwar purchases. Thus was born the Anne S.K. Military Collection in Providence, Rhode Island, U.S.A.
The discovery of the important iconographic heritage of the Sardinian army preserved in Providence was surprising. It was pointed out to me by my friend Giancarlo Boeri, who had had the opportunity to view it. However, it was the 1980s and photographic reproduction, still analog, was slow and expensive. Boeri was therefore able to obtain only a few color dispositions. Too few to fully understand the contents of the collection.
In 2010, with my son Alberto, and equipped with digital cameras, we had the opportunity to view the entire iconographic collection of the Sardinian army preserved in Providence, where we were welcomed with great kindness and helpfulness by the then director Peter Harrington, and to document it with hundreds of images. The reproductions of the flag designs published in the volume were derived, with a few exceptions, from those photographs at adequate definition.
The model drawings of the flags that are the subject of this volume are bound, along with the 1814 uniform figures and other drawings of the Sardinian army, in a low-quality folder cataloged IsU (1815-1816) Sardinia. The folder contains 89 watercolor drawings and one in pen, of uniforms, flags and banners, coats of arms, and tents, with many annotations and signatures of approval of the duty officer and other writings. At the bottom of the card, cataloging the folder it appears that the folder was acquired in 1954 from a Londoner [unspecified. Ed.], who in turn had acquired it in May 1953 from a collector in Turin.
In the folder, there are 45 watercolor plates of military insignia: 31 of infantry and artillery flags, ten of dragoon and light infantry flames, two of line cavalry banners, and, finally, two of dragoon cornets. However, the number of insignia represented is higher, because in many plates both royal and battalion or division insignia are represented.

Some more information about the Brown Collection's “Sardinia” fund is available in the volume Sabauda Military Iconography, published in 2021 and accessible online at: https://www.academia.edu/91708675/RICCHIARDI_Iconografia_militare_sabauda.

Riappaiono le antiche bandiere racconta la storia delle bandiere dell’esercito sardo della Restaurazione (1814-1817), con disegni originali conservati nella Anne S.K. Brown Military Collection negli USA. Frutto di ricerche accurate e di una campagna fotografica realizzata nel 2010, l’opera presenta 89 disegni acquerellati di bandiere, uniformi e stemmi. Attraverso immagini e descrizioni dettagliate, il volume svela un prezioso patrimonio iconografico, offrendo uno spaccato unico sulla simbologia militare del Regno di Sardegna.

A cura di Enrico Ricchiardi

Marcantonio Anelli fondò a Codogno nel 1864 il settimanale «La Riviera»  uno dei primi giornali ad occuparsi della “questione operaia”. Intorno al giornale si raccolsero giovani della sinistra garibaldina che parteciparono all’impresa conclusasi a Mentana. Negli ani Settanta Anelli si trasferì a Lodi dove divenne elemento di spicco del nascente socialismo italiano.

This paper presents and comments on eight letters sent by Salvatore Aurigemma to Federico Halbherr, kept in the archive of the Accademia Roveretana degli Agiati. These missives cover a span of time from 1911 to 1922, that is the period in which Aurigemma first participated in Halbherr’s second mission in Libya. He then remained in Tripoli, first as inspector and then as superintendent, until his return to Italy and to the National Archaeological Museum of Naples, where he had previously been employed, and the excavations of Pompeii.

In quegli anni più di ottantamila italiani partirono per prendere parte a una guerra civile scoppiata in un paese straniero. La maggior parte vi partecipò arruolata nel Corpo Truppe Volontarie, il corpo di spedizione inviato dal governo di Mussolini per sostenere il colpo di stato militare guidato dal generale Francisco Franco contro la Repubblica Spagnola. Circa quattromila italiani invece accorsero, con le Brigate Internazionali, in aiuto del governo repubblicano.

Su entrambi i fronti combatterono soldati provenienti dal Trentino ma, se per le ricerche relative alla partecipazione antifascista il quadro è pressoché completo grazie alle ricerche di Renzo Francescotti risalenti al 1977, per la partecipazione fascista gli studi sono solo all’inizio. Una prima e accurata ricerca è stata promossa negli anni scorsi dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto che a questa vicenda ha dedicato la mostra con relativo catalogo dal titolo “In Spagna per l’idea fascista” curati da Davide Zendri, Conservatore del Museo con Gabriele Ranzato e Camillo Zadra.
In questo articolo l'argomento è approfondito con biografie e fotografie di legionari provenienti dalla Destra Adige lagarina, un particolare territorio della provincia di Trento.
In chiusura un accenno a progetti, attualmente in atto,  di valorizzazione del patrimonio documentale e fotografico sulla Guerra di Spagna e sull'archeologia della Guerra Civile

d'esser ottimo e prudentissimo governatore di stati; perché non solo resse sapientemente lo stato suo, ma col senno e col consiglio suo delle prime potenze d'Italia si governarono 2 . Il tono fortemente apologetico ed encomiastico, che pervade non solo i due proemi, ma il Commentario tutto, ci ricorda che l'opera di Vespasiano è una fonte di parte, come del resto i Commentari della vita et gesti dell'illustrissimo Federico Duca d'Urbino di Pierantonio Paltroni e la Cronaca di ser Guerriero da Gubbio 3 : le tre biografie, che costituiscono le più antiche fonti sulla vita di Federico, sono infatti accomunate dall'esaltazione del personaggio, prospettiva del resto non aliena al genere biografico in sé. L'immagine di principe rinascimentale che emerge dalle opere dei tre biografi risente di una profonda ammirazione per il Montefeltro, che nel caso di Vespasiano si unisce a una certa dose di adulazione nei confronti del figlio Guidobaldo. Come scrive Rebecca M. Pauli, «Vespasiano offre un ritratto neoplatonico di Federico, un catalogo dei libri, delle gesta, della fede, della generosità del suo migliore cliente» 4 . E ancora, «Vespasiano non narra la vicenda, la cronologia del duca; invece elabora le sue gesta in categorie, in una tassonomia dell'uomo. Nel testo di questa Vita si nasconde un paradigma rinascimentale dell'essere, la struttura di un'anima, l'architettura di un'identità» 5 .

In the early summer of 1942, on Kriegsmarine’s request, the Italian Regia Marina sent on the Ladoga lake four Class 500 MAS motor-torpedo boats, the 12^ Squadriglia. Along with the few Finnish ships and boats and German self-propelled armed ferries and fast minelayers, they operated against the Soviet naval traffic in the southern part of the lake, supplying Leningrad, besieged by German-Finnish armies from september, 1941, through the Neva river. The actions of the MAS have been described and deeply analysed in both official history of the Italian Marina Militare and specific studies on the subject. Nevertheless, to the best of the author’s current knowledge, it is not so common to find out a comparison to the Soviet sources in Italian language.
The present paper has been based on official Soviet and German sources which, although not primary sources, can give some more elements to assess the activities of the small Italian unit during the summer-fall of 1942, in a setting that was certainly unusual for Italian sailors. The paper is focussed on the clashes between MAS and Soviet warships of the Ladoga Flotilla. In particular, it hghlights the comparison between the relevant versions and the results. Some considerations on how the MAS affected the Soviet traffic on Ladoga conclude the paper.

Las villas guipuzcoanas se fueron conformando desde el periodo medieval como cuerpos políticos, que incorporaron una realidad intracorporativa compleja que se identificaba en su unidad y en su diversidad por la defensa de unos intereses compartidos, entendidos igualmente en términos de exenciones, privilegios o preeminencias. Es el caso de los extranjeros, los armeros, los soldados o los oficios manuales, pero también de la nobleza y de los campesinos sujetos a las villas cabezas de jurisdicción. En este trabajo se reflexiona en torno a las expresiones corporativas del complejo entramado socio-político y económico característico de las corporaciones urbanas y de la propia Provincia de Gipuzkoa, modeladas como resultado de las interacciones internas y externas planteadas a lo largo del tiempo, y cuya capacidad de acción política se canalizó a través de vías diferentes.

Depuis l'époque médiévale, les villes de Gipuzkoa se sont constituées comme des corps politiques qui incorporaient une réalité intra-corporative complexe identifiée dans son unité et sa diversité par la défense d’intérêts communs, compris également en termes d'exemptions, de privilèges ou de prééminences. C'est le cas des étrangers, des armuriers, des militaires ou des métiers manuels, mais aussi de la noblesse et des paysans soumis aux villes qui étaient les chefs de juridiction. Ce travail propose une réflexion autour des expressions corporatives du cadre socio-politique et économique complexe caractéristique des corporations urbaines et de la province de Gipuzkoa elle-même, modelées à partir des interactions internes et externes développées au fil du temps, et dont la capacité d’action politique a été canalisée à travers différentes voies.

Il lavoro da me proposto intende analizzare il costo e la gestione della guerra nel Medioevo dando maggiore attenzione al XIII secolo. In particolare, ho deciso di analizzare la distribuzione della spesa effettuata da un Comune duecentesco durante un conflitto con il fine di ricostruire non solo il costo effettivo della guerra ma anche il rapporto della spesa militare con le voci di spesa “ordinarie”.
Per fare ciò intendo servirmi dei registri di entrate e uscite del Comune di San Gimignano disponibili presso l’Archivio di Stato di Firenze attraverso i quali è possibile estrapolare le informazioni dettagliate relative all’assedio condotto da

San Gimignano al castello di Nera tra il 1228 e il 1229.
L’interesse di questo tipo di ricerca ritengo possa collocarsi in un più ampio movimento di attenzione alle fonti archivistiche e al potenziale che queste possono esprimere, permettendoci di far emergere particolari meno evenemenziali della vita di un Comune italiano del Duecento.

Grecia, Cecoslovacchia) e gli stati sconfitti. Con esso si sanciva anche la rinuncia italiana ai propri diritti sui territori dell'ex impero, senza definire però il futuro delle colonie prefasciste della Libia, dell'Eritrea e della Somalia. La Libia, intanto, dal 1943 era occupata dalla Francia e dal Regno Unito con l'intento di questi di pervenire ad una successiva divisione, Fezzan ai francesi e Cirenaica e Tripolitania agli inglesi. 1 L'intenzione del governo De Gasperi, che trovò il consenso di maggioranza ed opposizione, era invece di rivedere la questione coloniale non definita dal trattato del 1947. La posizione italiana, dal punto di vista politico, era chiara: i possedimenti prefascisti, riconosciuti in passato dalle grandi potenze, erano stati acquisiti dall'Italia liberale e quindi dovevano essere esclusi dalla logica punitiva del trattato di pace. In realtà De Gasperi ed il Ministro degli esteri Sforza si rendevano conto che sarebbe stato impossibile ottenere la piena sovranità sulle tre colonie,

Dopo la ripresa del controllo sulla Tripolitania, il governo Mussolini pensò di conquistare la Cirenaica dove perdurava un'energica resistenza anti-italiana rappresentata dalla guerriglia delle formazioni di mujaheddin di Omar al-Mukhtar. Di conseguenza la politica italiana nei confronti dei ribelli si inasprì. Le "Leggi Fondamentali", per la Tripolitania e per la Cirenaica, che prevedevano,

The present work, the result of extensive archival research and analysis of numerous works related to the maritime history of the House of Savoy during the chronological period of the early Modern Age, contains a preliminary study on the reconstruction of the Savoy Navy in the years immediately following the end of the Napoleonic Era and the Congress of Vienna. The acquisition of the territories once belonged to the former Republic of Genoa laid the foundations for a general reorganization of the maritime administration of the Kingdom of Sardinia, as well as for the reconstruction of its naval forces according to new strategic needs, including protection of the Ligurian maritime trade and ability to project its naval power where needed. The reforms promoted by the restored Savoy government significantly modified the structure of the maritime administration, transforming it into an almost entirely new and much more complex organism compared to experiences from previous centuries.

On retient d'eux leur piètre prestation à Crécy en 1346. C'est oublier que les arbalétriers génois, redoutés, recherchés et fort bien payés, étaient des soldats d'élite dont l'utilité n'a jamais été démentie pendant près de six siècles. Le tour de l'affaire en 12 questions et autant de réponses. PAR ROBERTO BARAZZUTTI 1-Quand l'arbalète fait-elle son apparition ? Elle est inventée pendant l'Antiquité, probablement pour la chasse, et utilisée par les Grecs dès le V e siècle av. J.-C. puis par les Romains, les Chinois, etc. Après une éclipse en Occident, l'arme y est redécouverte au contact des conquérants musulmans : mentionnée au X e siècle, elle se répand progressivement au XI e siècle dans la péninsule ibérique, l'Italie du Nord et les républiques maritimes italiennes. Si l'arbalète équipe sans doute les troupes qui participent à la première croisade, le premier document la mentionnant date de 1162 à Pise et de 1181-1184 à Gênes.

Con questa iniziativa editoriale l'Istituto Italiano dei Castelli intende realizzare una collana di studi monografici dedicati sia all'indagine storica e critica di singoli monumenti o complessi fortificati, sia alla valutazione teorica e statistica di problemi castellani. La realizzazione di questo programma assume grande valore anche nei confronti della storiografia architettonica per i numerosi addentellati di natura strutturale e artistica rimasti spesso in ombra. Studiosi qualificati sono chiamati a esporre le possibili conclusioni scientifiche delle loro indagini, tracciando la storia critica di ogni fenomeno-singolo o complessoche risulti degno di interesse nel campo della difesa statica e presentando i risultati della loro ricerca con ampiezza e originalità di contenuti.