Articolo pubblicato dalla rivista "Panorama Difesa". Cfr. Cristiano Martorella, Critiche e interpretazioni della A2/AD, in "Panorama Difesa", n. 394, anno XXXVIII, marzo 2020, pp. 50-61. Critiche e interpretazioni della A2/AD Il dibattito...
moreArticolo pubblicato dalla rivista "Panorama Difesa". Cfr. Cristiano Martorella, Critiche e interpretazioni della A2/AD, in "Panorama Difesa", n. 394, anno XXXVIII, marzo 2020, pp. 50-61. Critiche e interpretazioni della A2/AD Il dibattito sulle "bolle difensive" è sempre più acceso, ed emergono opinioni diverse e contrastanti che richiedono una riflessione approfondita e ponderata per consentire un'autentica comprensione della questione. di Cristiano Martorella Con l'acronimo A2/AD (abbreviazione di Anti-Access/Area Denial) si indica un insieme di difese in grado di precludere un'area e impedirne l'accesso. L'uso di questo termine è divenuto molto frequente per riferirsi alle "bolle difensive" create con le proprie batterie missilistiche dalla Cina e dalla Russia, e considerate capaci di ostacolare o rendere vane le operazioni militari degli Stati Uniti e della NATO in prossimità delle aree protette. In particolare, l'A2/AD cinese è diventata quasi un'ossessione degli analisti, tanto da avere determinanti risvolti strategici, decisamente molto importanti e recenti. Infatti, alcuni analisti ritengono che la decisione del ritiro degli Stati Uniti (2 agosto 2019) dal Trattato INF (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), che regolava il possesso dei missili balistici a raggio intermedio e medio, sia stata dettata dalla necessità di contrastare la Cina, che non aderendo a nessun trattato ha incrementato a dismisura questo tipo di armi. Si capisce quindi che la questione ha immediate e vaste ripercussioni a livello planetario, e non riguarda soltanto qualche lontano atollo speduto nel Mar Cinese Meridionale come potrebbe apparire superficialmente. Le conseguenze sono intuibili e facilmente comprensibili: la fine del Trattato INF espone l'Europa alla minaccia dei missili balistici a raggio medio e intermedio che la Russia potrebbe schierare in grandi quantità al confine con i paesi europei, innescando una corsa al riarmo inaspettata e indesiderata. Si può parlare, in questo caso, di "effetto farfalla" riprendendo un'espressione usata in fisica e coniata dal matematico Edward Lorenz. Secondo la teoria del caos, piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Così Edward Lorenz semplificava il concetto affermando paradossalmente che il battito delle ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas. Nel nostro caso ciò che accade ai confini cinesi ci riguarda direttamente perché può influenzare la politica della difesa dei nostri paesi, ed è perciò decisivo ribadire che la grande attenzione degli analisti nei confronti della A2/AD cinese è del tutto giustificata, anzi è assolutamente indispensabile per la comprensione degli eventi mondiali. Le critiche alla A2/AD Una parte importante della A2/AD di Pechino comincia nel Mar Cinese Meridionale, dove sono state costruite isole artificiali e avamposti militari, i più rilevanti sulle isole Spratly e Paracel. Significativa è soprattutto l'attività sugli isolotti Mischief Reef, Fiery Cross Reef e Subi Reef, dove sono state costruite piste per aerei e attracchi per le navi, e sono state installate batterie missilistiche antiaeree e antimissile. In proposito l'ammiraglio Harry Harris, allora comandante della Flotta del Pacifico della US Navy, usò nel 2015 l'espressione "Great Wall of Sand" (La Grande Muraglia di Sabbia) per indicare l'eccezionalità di queste fortificazioni cinesi su isole artificiali. La natura di