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1946, Flora Tristan et Karl Marx
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Maximilien Rubel (1905-1996) era uno storico del socialismo specialista di Karl Marx, e militante per un socialismo dei consigli operai. La "Encyclopédie politique et historique des femmes" pubblicata nel 1997, a cui ha partecipato, gli è dedicata. Quest'articolo è uscito sulla rivista «La Nef» n° 14, nel gennaio 1946.
Nel Libro primo del Capitale, Marx argomentò che il capitalismo è un modo di produzione sociale «storicamente determinato» 1 , nel quale il prodotto del lavoro è trasformato in merce. In conseguenza di questa peculiarità, gli individui hanno valore solo in quanto produttori e «l'esistenza dell'essere umano» è asservita all'atto della «produ[zione] di merci» 2 . Pertanto, è «il processo di produzione [a] padroneggi[are] gli esseri umani» 3 , non viceversa. Il capitale «non si preoccupa della durata della vita della forza-lavoro» e non ritiene rilevante il miglioramento delle condizioni del proletariato.
Bertrand Russell studiò la filosofia di Marx specialmente in preparazione del suo secondo libro Germal Social Democracy. L'articolo ricostruisce il modo in cui Russell elabora e critica l'opera marxiana: ne esce un ritratto pre-ideologico della filosofia di Marx che non solo individua gli errori metodologici marxiani ma che distingue Marx dal marxismo di stampo sovietico.
Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità […] Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe ugualmente essere, e di non dar maggiore importanza a quello che è, che a quello che non è. Come si vede, le conseguenze di tale attitudine creativa possono essere notevoli, e purtroppo non di rado fanno apparire falso ciò che gli uomini ammirano, e lecito ciò che essi vietano, o magari indifferenti e l'uno e l'altro." R. Musil -L'uomo senza qualità Filmografia……………………………………………………………….……....p.94
Studi Urbinati B Scienze Umane E Sociali, 2013
Kafka-sembra una combinazione sorprendente in un'opera critica dedicata in primo luogo alle letterature di Italia, Francia e Spagna, anche perché Carlo Bo non sapeva il tedesco al punto da poter leggere libri in lingua tedesca. Ma in realtà già nel 1933 è entrato nel mondo di Kafka, ne era rimasto profondamente colpito fin dalla prima lettura, come sappiamo anche da una lettera a Leone Traverso dell'agosto 1933 in cui scrive: «Letto il Processo di Kafka. Sono rimasto come di fronte a Dostoevskij e a Proust. Senza dubbio una conquista-son di quei libri che ti calmano per dei mesi». Non è stato un incontro letterario casuale con un autore tedesco o, come in altri casi, un incontro provocato dall'amico germanista Traverso (come con Rilke, George, Hofmannsthal e qualcun altro), no, è stato l'incontro con un autore che in seguito avrebbe fatto parte delle figure guida che lo hanno accompagnato per tutta la vita, e l'opera di Kafka sarebbe diventata un criterio spesso usato per misurare il peso di nuovi romanzieri, anche italiani, del Novecento. Ma come Carlo Bo ha conosciuto l'opera di Franz Kafka? Qui bisogna inserire un breve accenno alla storia della fortuna dell'opera di Franz Kafka. Non soltanto i racconti e i tre romanzi-America (o Il Disperso), Il Processo e Il Castello-apparentemente così distaccati da fatti concreti contingenti, non sono pensabili senza un nesso con il tempo e con le condizioni umane in cui sono stati scritti, cioè nei primi vent'anni del Novecento e da uno scrittore ebreo praghese di lingua madre tedesca, ma anche la fortuna della sua opera rispecchia in modo drammatico la storia europea del Novecento. Sette racconti soltanto sono stati pubblicati da Kafka stesso tra il 1907 e il 1924, anno della sua precoce morte, tutto quanto aveva scritto ancora, ed era molto, secondo le sue disposizioni doveva essere bruciato dopo la sua morte. Invece i tre romanzi, tutti e tre incompiuti, e tanti altri testi-racconti brevi, frammenti, aforismi, riflessioni, diari, lettere e relazioni professionali-tutto questo è stato salvato dall'amico Max Brod. Negli anni '20 aveva pubblicato i tre romanzi di Kafka, nel 1934 invece aveva concluso con l'editore Schocken un contratto per la prima edizione delle opere raccolte di Kafka in sei volumi, di cui i primi quattro volumi erano usciti in Germania, gli ultimi due nel 1936 e 1937 a Praga, poi la casa editrice, ritenuta di proprietà ebrea, fu chiusa e Kafka, anche lui autore ebreo, non poteva più essere
The focus of the paper is on certain female characters in Blixen’s tales, particularly “The Heroine / Heloïse” (Winter’s Tales). Karen Blixen created her figures as alloys, constructions based on intertextual allusions to Greek my¬thology, to Ovid, Shakespeare, Heine, Kierkegaard – and not least to the Italian renaissance painters (Titian, Veronese, Venusti) and their special interpretation of these ladies: Venus, Danae and Diana. Blixen had a good sense of what has been called Titian’s ‘feminine coloristic style’. Blixen herself was an ingenious connoisseur of art, and the act of ‘looking’ – at art as well as at people – plays a substantial role in her work. And she always wrote her stories with a twinkle in the eyes, with humour.
Nacque a Parigi da una famiglia con una tradizione legata alla magistratura. Era destinato a una carriera ecclesiastica, ma alla morte de padre ebbe una grossa eredità e intraprese la carriera amministrativa. Contribuì alla formazione dell'Enciclopedy con proposte di riforma delle istituzione come la corvee e la milice. Intorno agli anni 60 scrisse REFLEXION SUR LA FORMATION ET LA DISTRIBUTION DES RICCHESSES, un libro breve con note sulla pubblica amministrazione con principi teorici.
Testo della presentazione di Hannah Arendt, "Rosa Luxemburg" (Mimesis 2022) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Napoli, 27 gennaio 2023
Da Gesù a Marx, 2018
Gesù e Marx sono stati entrambi dei profeti ebrei apocalittici. Avevano entrambi ricevuto una rivelazione sul futuro dell'umanità da quelli che loro consideravano gli enti trascendenti che governano l'universo e la storia; Dio per Gesù, la Scienza (o la Storia) per Marx. La rivelazione di Gesù conteneva una notevole dose di nichilismo ma anche dei principi etici dai quali è partita l'evoluzione della Civiltà Occidentale. Nella rivelazione di Marx c'è solo nichilismo che si è innestato sul nichilismo cristiano producendo una psicosi collettiva, il progressismo, che sta trascinando la nostra civiltà al suicidio.
1949
La lotta di Marx non è contro la miseria e per la ricchezza del lavoratore, equilibrio da ristabilire con le grassazioni per la via ai panciuti borghesi. Miseria dell'operaio non è il basso livello del salario e l'alto costo dei generi che consuma. La vittoria del capitalista nella lotta di classe non è la riduzione, la resezione del tenore reale del salario, che indiscutibilmente si eleva nella storia in senso generale, a cavallo dei periodi progressivi pacifici guerrieri ed imperialisti. Miseria nel nostro dizionario economico marxista non significa "bassa remunerazione del tempo di lavoro". Si capisce che il capitalismo se monopolizza forze produttive tali - fregate allo sforzo di tutti - da avere lo stesso prodotto con dieci volte di meno operai, può a cuor leggero vantare di aver raddoppiato i salari. Il plusvalore relativo e assoluto è enormemente cresciuto e cresce l'accumulazione in massa; ma di ciò al suo luogo. Miseria significa invece "nessuna disposizione di riserve economiche destinabili al consumo in caso di emergenza". Il diffondersi "progressivo" nelle popolazioni di tali condizioni è la caratteristica fondamentale storica del tempo capitalistico. In epoca preborghese l'artigiano il contadino lo stesso servo della gleba non erano in stato di pauperismo, anche quelli a più basso tenore di vita. Tanto meno vi erano i costituenti il ceto medio, piccoli proprietari, piccoli esercenti, funzionari, etc. Il risparmio non era stato inventato, ed era meno facile ridurli al verde. Buona parte della moneta era ancora in oro e argento. Con la sua accumulazione primitiva il capitalismo vuota le borse le case i campi le botteghe di tutti questi, e in numero sempre maggiore e ne fa dei pauperes, dei miseri, dei senza-riserva, dei nullatenenti, li riduce ad essere "schiavi salariati" nel senso di Marx. Cresce la miseria e si concentra la ricchezza perché cresce a dismisura il numero assoluto e relativo dei proletari nullatenenti, che devono mangiare ogni giorno ciò che quel giorno hanno guadagnato.
euronomade, 2019
Il brasiliano, anche il brasiliano ateo, è un uomo di fede. Conosco molti marxisti che sono anche macumbeiros. Un popolo che può riconciliare Marx con Enxú sarà sempre al sicuro, e lo ripeto, automaticamente al sicuro" -Nelson Rodrigues [1]
Biblioteca di Via Senato, 2021
Innesti: Primo Levi e i libri altrui, a cura di Gianluca Cinelli e Robert S. C. Gordon (Peter Lang), 2020
Revista Dialectus - Revista de Filosofia
Comparatismi, 2022
Filosofi(e)Semiotiche, 2019