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2020, Quaderni di Storia della Fisica
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Nel presente lavoro sono evidenziate delle forti analogie tra i modelli astronomici costruiti da Tolomeo nell'Almagesto (II sec. d.C.) e la struttura interna della Macchina di Anticitera, planetario meccanico risalente al II sec. a.C.. Molti elementi suggeriscono che i modelli tolemaici siano il risultato di un processo di reverse engineering condotto su un congegno simile alla Macchina di Anticitera e risalente al periodo aureo della scienza ellenistica. Tale congegno incorporava una teoria planetaria eliocentrica, probabilmente dovuta a Ipparco, di cui restano delle tracce nei modelli tolemaici. L'analogia riscontrabile tra pin-slot device e punto equante suggerisce che la teoria sottostante la Macchina di Anticitera includesse le prime due leggi di Keplero. L'Almagesto va dunque riguardato come un parziale e distorto recupero di conoscenze risalenti al periodo ellenistico, inaccessibili a Tolomeo a causa del profondo regresso metodologico che lo separa dalle fonti a cui attinge.
Ptolemy’s Geographiké Hyphegesis from Belluno
Alla luce delle ultime ricerche storiche ed archeologiche risulta evidente che il tarantismo salentino, a differenza di quanto sostenuto da Ernesto De Martino nella sua Terra del Rimorso, affonda le sue radici nella prima storia del bacino del Mediterraneo. Se ci si sofferma ad analizzare con spirito sereno la particolarissima ritualità di questo fenomeno antropologico, ormai in via d'estinzione, non si possono non cogliere le numerosissime corrispondenze di culto che lo legano intimamente agli antichi riti di guarigione praticati in tutti i santuari di Asclepio della Magna Grecia e delle zone ad essa culturalmente contigue. Ernesto De Martino interpretò il tarantismo quasi esclusivamente in chiave sociologica individuandone la causa nel malessere sociale dei poveri del Mezzogiorno d'Italia, nella condizione subordinata all'uomo della donna contadina, nella società rurale salentina retrograda e culturalmente arretrata, nella diversità fisico-psichica e sessuale mal vissuta e/o socialmente mal tollerata e soprattutto in uno spaccato esistenziale ingenuo e sottomesso all'autorità religiosa. Per quel che concerne l'origine del fenomeno sociale, nel quinto paragrafo del commentario storico della sua Terra del Rimorso l'etnologo collocò l'atto di nascita del tarantismo nell'alto Medioevo, durante gli scontri tra la civiltà cristiana e quella musulmana in occasione delle Crociate, uno spazio temporale ben preciso che, a ben vedere, escludeva drasticamente la possibilità che esso si fosse generato nella protostoria dell'Occidente. Un'indagine, quella demartiniana, che finì per porre in essere un'interpretazione riduttiva del tarantismo perché frutto di una visione personale del marxismo vissuto soprattutto in chiave esistenzialista, una lettura antropologica, dunque, vittima del tempo (anni 50 del XX secolo) in cui il fenomeno venne studiato, etichettato e proposto al pubblico. Ciò che lascia oggi sorpresi è però, come mai, uno studioso delle religioni attento, intelligente ed intuitivo come Ernesto De Martino abbia trascurato di esaminare il culto di una importantissima pratica medica delle origini e la sua probabile sovrapposizione sincretica in un altro rito nel corso degli anni. Probabilmente ciò fu dovuto proprio dalla formazione culturale dell'etnologo, una formazione culturale fedele all'indirizzo imposto da Benedetto Croce, da sempre poco incline ad analizzare ciò che poteva fuorviare il dato storico da analizzare. In realtà, però, gli sarebbe bastato interpretare con più attenzione le stesse critiche del medico settecentesco Francesco Serao, da lui più volte menzionate nella Terra del Rimorso, quando affermava che la fenomenologia del tarantismo non dipendeva affatto dal morso della tarantola quanto, piuttosto, dall'indole congenita dei pugliesi. L'indole di un popolo, è notorio che non la si costruisce dall'oggi al domani, ma è un sovrapporsi di simboli, significati e vissuti sociali che si tramandano nei secoli nei costumi, soprattutto in quei contesti culturali arretrati come possono esserlo quelli propri del mondo contadino. Gli sarebbe bastato poco per intuire che il tarantismo come forma di catarsi dall'oistros, come esorcismo coreutico-
Gaia Revue interdisciplinaire sur la Grèce archaïque, 2021
This essay examines fragments of the Alcmeonis, an epic poem from the late archaic age, with the purpose of reconstructing some features of this work with particular reference to the main character Alcmeon. In many aspects, the story is similar to that of Orestes as reported by ancient authors. Both heroes were obliged to commit matricide, and both were obliged to leave their country and wander for a long time throughout Greece. The initial part of the study aims at reconstructing some moments from the story as it was probably narrated in the Alcmeonis, and proposes a comparison with the plot of the Epigoni. The latter part focuses on Alcmeon’s arrival in Acarnania and his settlement at the mouth of the Acheloos. Thucydides (II, 102, 5) relates a story of particular interest. The traditional topic of the quest for a new land is common to Orestes and Alcmeon, but Thucydides’ version, which was probably derived from the Alcmeonis through the mediation of a local storytelling, presents features which emphasize the intelligence of the character, and his capability in facing the risk of pollution.
in L. Lago, Imago mundi et Italiae. La visione del mondo e la scoperta dell'Italia nella cartografia antica (secoli X-XVI), Trieste, Edizioni "La Mongolfiera"vol.I, 1992
Fra l'inizio del XV e la fine del XVI secolo, gli studiosi di geografia e gran parte dei cartografi hanno fatto riferimento, nei loro studi e nella pratica della loro attività, all'opera di Claudio Tolomeo.
Il geocentrismo di Tolomeo, viaggio al centro della terra , 2025
Il Discorso della Montagna, riportato nel Vangelo secondo Matteo, è senza dubbio uno dei testi più celebri di Gesù e, probabilmente , dell'intera storia. Pronunciato su una "montagna" di fronte a una vasta folla di discepoli e curiosi, questo sermone rappresenta una pietra miliare del Cristianesimo, non solo perché si svolge sempre su un'altura, come altri eventi simbolici dell'Antico Testamento, ma anche perché stabilisce un legame con le precedenti riflessioni sul Patriziato e sulle montagne; esso riassume, innanzitutto, una sintesi di principi etici e spirituali che costituiscono le fondamenta della fede cristiana e di numerose altre tradizioni culturali legate a cielo e stelle.
RIASSUNTO: La concezione geografica dell'estremo Occidente e la rappresentazione cartografica di questa area variano in relazione alla storia politica dei Greci e dei Romani che occuparono le aree mediterranee della Spagna e quelle atlantiche: i racconti dei navigatori confluiti nelle ricostruzioni degli storici aiutano solo in parte a ricostru-ire le effettive conoscenze dei luoghi perché Ecateo, Erodoto e lo stesso Polibio «piegano» i dati in funzione della loro idea dell'ecumene. Solo la ricerca scientifica di Eudosso, Pitea, Eratostene e Tolemeo cerca di spiegare il mondo con le leggi della ge-ometria e disegna l'ecumene mediante una griglia di coordinate astronomiche. La ricerca di Eratostene e in parti-colare quella sulle aree estreme dell'Occidente e del Nord costituisce il contributo più innovativo e più criticato da parte dei successori: Polibio e Artemidoro, seguiti in parte da Strabone, combattono l'idea eratostenica del mondo e contribuiscono alla sfortuna della geografia scientifica. Sarà Tolemeo a riprendere la concezione matematica di Eratostene: l'analisi dei passi della ABSTRACT: The geographical concept of the Far West and its mapping vary in accordance with the political history of Ancient Greeks and Romans, who occupied the Spanish Mediterranean and Atlantic coasts. Historians' views based upon sailors' accounts only partly contribute to the mapping of this area of the oikoumene. Hekataios, Herodotos, and Polybios intended to 'spin' information according to their idea of the inhabited world. Only in the scientific research carried out by Eudoxos, Pytheas, Eratosthenes and Ptolemaios is geometry used to describe the world. The oikoumene is represented as an astronomical coordinate system. Eratosthenes' studies –in particular the one focussing on the extreme Northwest– are highly innovative and, as such, highly criticized by his successors. Polybius, Artemidoros and partly Strabo slashed Eratosthenes' idea of the world, thus leading to the decline of scientific geography. Only Ptolemaios decided to retrieve Eratosthenes' mathematical concepts; analysis of passages of Geography and comparisons with Markianos contribute to a deeper understanding of the link between Ptolemaios and scientific geographers, of whom he is the last representative (in particular, with regards to the mapping of the Northwest).
Ananke, 2012
Il presente studio ruota intorno alla rappresentazione dell’Egitto tolemaico visto attraverso gli occhi del raffinato poeta ellenistico Posidippo di Pella (III secolo a.C.), autore di una pregevole raccolta di epigrammi che il ritrovamento di un papiro ha recentemente restituito all’attenzione di studiosi ed appassionati di Antichità. L’opera in questione è qui presentata come il frutto di un disegno poetico unitario di straordinaria raffinatezza e complessità, teso ad offrire una brillante sintesi dell’ideale etico ed estetico elaborato dai sovrani ellenistici dell’Egitto quale fondamento ideale di un modello di civiltà potenzialmente universale. Si delinea così un nuovo ordine del mondo, nel quale le straordinarie conquiste culturali dell’Ellenismo si fondono armonicamente con una profonda ed efficace rilettura in chiave ideologica del vasto patrimonio culturale della terra del Nilo; a ciò si aggiunge uno spiccato gusto per l’esotismo e per la spettacolarizzazione del potere regale. Dalla convergenza tra l’audace progetto politico-culturale della dinastia Lagide e le ambizioni poetiche di Posidippo scaturisce, dunque, un quadro di ampio respiro, caratterizzato da una feconda sinergia tra letteratura e arti figurative. Alla luce di queste coordinate interpretative il Papiro di Posidippo si rivela senza dubbio un tassello di fondamentale importanza nella ricostruzione dello sviluppo storico-culturale del Bacino del Mediterraneo, da sempre improntato ad un vivace interscambio tra Oriente ed Occidente.
Il bello, l'idea e la forma. Studi in onore di Maria Concetta Di Natale, a c. di P. Palazzotto, G. Travagliato, M. Vitella, PUP 2022, pp. 349-354.
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HELIKON, 1995
Rivista di Studi Danteschi, vol. XIX, 1, 2019
Rassegna Storica dei Comuni, XXXII, n. 142-143, , 2007
Bollettino dei Classici, 2023
Amore Sacro e Amor Profano, 2024
Giornale storico della letteratura italiana, 2015
Il Tolomeo | Vol. 24 | Dicembre 2022, 2022
Almo Collegio Borromeo. La resistenza della bellezza, 2020
Élenchos e teologia naturale: l'argomento anselmiano, in V. Pellegrino-D. Simoncelli (eds.), Élenchos. La forma del filosofare, Marcianum Press, Venezia 2024, pp. 95-117, 2024