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Venezia. Scaloni e sale da musica, alcove e ridotti.
2008
Rivista online a cura dell'Associazione Culturale Bisanzio "Saranno come fiori che noi coglieremo nei prati per abbellire l'impero d'uno splendore incomparabile. Come specchio levigato di perfetta limpidezza, prezioso ornamento che noi collocheremo al centro del Palazzo"
I pavimenti barocchi veneziani, 2018
2010
Riproduzione facsimilare dei due album pubblicati da Ongania negli anni Novanta dell'Ottocento. Introduzione di Mariachiara Mazzariol.
«Abbasso il tango e il Parsifal!» Wagner in Italia fra le due guerre 1914-1945, a cura di Pier Carlo Bontempelli e Oreste Bossini, Roma, Istituto Italiano di Studi Germanici, 2019, pp. 285-305. , 2019
Il trentennio fra le due guerre mondiali è sicuramente il periodo di massima penetrazione del teatro wagneriano in Italia, durante il quale non solo tutti i maggiori teatri della penisola erano soliti programmare almeno un titolo (ma spesso più di uno) del compositore tedesco per stagione, ma anche un numero incredibile di teatri di provincia accoglievano allestimenti di sue opere. La massiccia presenza sui palcoscenici italiani di opere di Wagner è in linea con un’analoga tendenza a livello europeo e non accennerà a diminuire neppure quando, con l’avvento del fascismo, la programmazione operistica, e musicale in genere, manifesterà una crescente tendenza in direzione nazionalista e autarchica. Anche solo uno sguardo sommario all’elenco di rappresentazioni wagneriane fornito in appendice dà la misura delle dimensioni di questo fenomeno che caratterizzò la cultura musicale italiana di quegli anni.
Fin dal trafugamento del corpo dell'Evangelista da Alessandria d'Egitto nell'828 ed il suo arrivo a Venezia, lo Stato lagunare costituì uno speciale e particolarissimo rapporto con il proprio patrono. Questo legame, causato dalla particolare importanza della reliquia e soprattutto dal particolare legame esistente tra il Santo e le Chiese dell'Italia nord-orientale che alla sua predicazione facevano risalire la propria origine, portò a far considerare il santo patrono come custode della sovranità dello Stato, assurgendone a simbolo. La Repubblica amava così farsi chiamare Repubblica di San Marco e le sue terre furono di frequente note come Terre di San Marco. Il leone alato, simbolo dell'Evangelista, compariva così nelle sue bandiere, negli stemmi e nei sigilli, mentre gli stessi Dogi erano raffigurati nell'incoronazione inginocchiati, nell'atto di ricevere dal Santo il gonfalone.
This paper compares the written sources (which are late and controversial) with the material data (which are more substantial every year) on the origins of Venice, focusing on three problems. The first is the history of the settlement, during the second half of the 6th and the 7th century, in the High Adriatic coastal lagoons, between Chioggia and Grado, which remained under the control of the Eastern Roman Empire, in spite of the progressive expansion of the Lombards towards the coast. The second problem is the characteristics of the “Venetian” centres, in particular the presence or absence of defences against external threats, established at first to counter the Lombard attacks, then the Saracen and Slav raids, and finally Pepin’s conquest in 809. The third problem is the progressive stages of the development of the Rialto Archipelago, made possible by the role played by Venice between the Carolingian and the Ottonian worlds.
Nel fondo della Valle - Del Bufalo dell'Archivio Segreto Vaticano, si conserva un nucleo consistente di lettere che Clelia Farnese scrisse al suo amministratore e amico Valerio Della Valle (e di altre lettere che la riguardano da vicino). Queste lettere gettano nuova luce su una fase poco nota della sua vita, quella del suo infelice matrimonio con Marco Pio di Savoia, della sua vedovanza, del suo problematico rientro a Roma in casa del figlio Giuliano Cesarini. La vita di una gran dama segnata non dallo sfarzo mondano, ma dalle quotidiane difficoltà economiche, dai debiti opprimenti, dalle incomprensioni familiari, dalle umiliazioni a cui dové piegarsi per riconquistare un piccolo spazio nella casa che era stata sua.
L'architettura militare di Venezia in terraferma e in Adriatico fra XVI e XVII secolo, a cura di Francesco Paolo Fiore, Firenze, 2014
Ricordiamoci di Plinio il Giovane, là dove dice che se noi non possiamo fare cose degne d'essere scritte, dobbiamo almeno scrivere cose degne d'essere lette. -Michele Amari
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Bertoni R. (ed.). La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica a Lungo Termine (LTER-Italia): situazione e prospettive dopo un quinquennio di attività (2006-2011). , 2012
Studi in ricordo di BM Scarfì XL 2017, pag. 312-317, 2017
Dalla Laguna ai Monti: Veronese e la sua bottega a Dossena , 2020
I tempi del consolidamento. Venezia, l’Adriatico e l’entroterra tra IX e X secolo, VIII Seminario del CISAAME, Turnhout, Brepols, 2017
Terra Laboris Itinerari di ricerca 29, 2015
in C. Angelelli, D. Massara, F. Sposito (eds.), Atti del XXI Colloquio AISCOM (Reggio Emilia, 18-21 marzo 2015), pp. 255-267., 2016
Letteratura cavalleresca italiana
Veneziani in Levante, Musulmani a Venezia, Quaderni di Studi Arabi, 15 supplemento, 1997