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Le mummie di Venzone

2009

Abstract

ella cittadina di Venzone, a partire dai secoli tardo medioevali, aveva luogo un procedimento di mummificazione decisamente raro. All'interno della principale chiesa dell'abitato, i corpi sepolti in particolari tombe si tramutavano in mummie con un processo che in Italia è paragonabile solo a quello riscontrato nel cimitero della cittadina di Urbania. Le prime testimonianze di questo fenomeno possono essere, con molta probabilità, datate attorno alla prima metà del Trecento, quando cioè venne edificato il duomo dedicato a Sant'Andrea, l'edificio religioso dove avveniva il processo di mummificazione. Non si può però escludere che tali episodi di anomala trasformazione del cadavere avvenissero nello stesso luogo anche prima. Nel basso Medioevo e poi nella prima età moderna alle mummie (carne umana disidratata e "stagionata") erano attribuiti poteri taumaturgici e curativi. In linea generale le parti morte dell'uomo erano particolarmente indicate a dare vita a tutta una serie di ricostituenti, tonici elettuari e medicamenti tra i quali spiccavano per importanza gli "elisir di mummia", le "tinture o estratto di mummia" e le polveri di teca cranica (Camporesi). La rarità ed il valore economico di una mummia aveva dato vita ad un lucroso commercio di corpi-o di parti di essi-il quale interessò l'Europa fin quasi alla fine dell'età moderna (Camille 297-318). L'abitato di Venzone è situato a ridosso delle prealpi Giulie, a meno di dieci chilometri a nord di Gemona. La cittadina è racchiusa tra le montagne, in un'angusta valle creata dallo scorrere del fiume Tagliamento.