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2022, Dizionario dei bibliotecari italiani del Novecento, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani; con la collaborazione di Andrea Paoli. Roma: Associazione italiana biblioteche
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Edoarda Masi (1927-2011), librarian and sinologist
I masiro, meglio conosciuti come "tombe regali" del regno del Buganda, sono dei luoghi centrali per la cultura dei Baganda, etnia maggioritaria della popolazione ugandese. Centro nevralgico di attività sociali, politiche e religiose, questi luoghi custodiscono le reliquie, la memoria e "lo spirito" dei sovrani del passato. Scopo di questo lavoro è, in primo luogo, quello di ricostruire il significato e le funzioni che questi luoghi ancestrali assumevano in passato, basandosi sulle etnografie di precoloniale e sui rilievi effettuati durante una ricerca sul campo; in secondo luogo, la presentazione della situazione contemporanea. In questa seconda parte viene analizzato lo stato in cui si trovano i masiro, le attività sociali che in questi luoghi vengono svolte e i significati che ricoprono per la società ganda dei nostri giorni.
"Bruno Morassutti 1920-2008", ed. by G. Barazzetta and R. Dulio, Electa, Milano 2009
Trad. Paolo Chiesa 22. Di corpo era grande e robusto i , alto di statura ii , senza essere sproporzionato -a quanto risulta, la sua altezza corrispondeva a sette volte la lunghezza del suo piede iii -; aveva testa rotonda, occhi molto grandi e vivaci, naso un po' più lungo del normale, bei capelli bianchi, uno sguardo allegro e cordiale. Era un aspetto che gli conferiva grande autorevolezza, sia quando stava in piedi, sia quando sedeva; e i suoi difetti (il collo appariva grosso e corto, e il ventre troppo sporgente) li nascondeva l'armonia dell'insieme. Aveva passo fermo e portamento virile; la voce era acuta, ma poco adatta a un uomo della sua corporatura.
Null'altro potrebbe alleviargli il peso dell'inneres Einssein, dell'essere internamente uno con quei problemi, che gli gravava sulle spalle come l'armatura al Cavaliere di Dürer, tra morte e diavolo. Non incede però come un miles christianus, né come lo Schopenhauer di Nietzsche, ma come lo homo mathematicus di Musil. Come colui che, dotato di un so phantastisches Gefühl, riesce a vedere fino al fondo tutto «un edificio sospeso in aria, nonostante le macchine funzionino ancora» 7. Quell'analogia dell'uomo spirituale dell'avvenire, cui Musil indulge ripensando agli scampati dal tramonto dell'Occidente. Ciò da cui i contributi, contenuti nelle prossime pagine, prenderanno le mosse è giusto questo Husserl, lo Husserl di Gottinga, per come in esso i primi abbozzi di una teoria dell'esperienza e del pensiero siano immancabilmente connessi alle domande della conoscenza naturale, alla determinazione del suo linguaggio, alla formazione dei suoi concetti e delle sue argomentazioni. Per come cioè riesca ad intendere che l'essere internamente uno dei problemi che solleva stia nella stessa nozione di misura e nell'esperienza che di essa si fa, la Meßkunst, l'arte della misura. Così proprio partendo dalle riflessioni che Husserl compie nel corso del 1904/05 sul rapporto tra uno e molti e quindi sulle questioni dell'individuazione e dell'identificazione, e poi tornando indietro alle ricerche che, negli anni tra i due secoli, lo occupano attorno ai concetti di molteplicità definita, quantità e grandezza, ed infine andando avanti fino al corso del 1907 su Cosa e spazio, per individuare una determinazione piena della grandezza continua, abbiamo cercato di rendere il quadro incompleto di una logica della conoscenza naturale. Restava però ancora in sospeso una domanda che Husserl pone negli anni gottinghesi e che solo parzialmente avrebbe trovato risposta nelle rettifiche alle analisi del concetto di tempo, presentate, alcuni anni dopo, nei Manoscritti di Bernau. Una domanda che, prima facie, esula dal regno della natura e che invece si rivela decisiva per la sua conoscibilità. È possibile una coscienza profetica? È cioè possibile una conoscenza previsionale? La medesima
Aldo Francesco Massèra (1883-1928), direttore della Biblioteca “Gambalunghiana” di Rimini e docente dell'Istituto Tecnico “Valturio" di Rimini, grande filologo e storico della letteratura, nel 1928 contribuì a fondare “Ariminum” che ebbe tra i suoi collaboratori il fior fiore della cultura cittadina.
Massae, massari e masserie siracusane, 2001
Localizzazione, committenza, datazione e funzioni produttive, rappresentano indispensabili coordinate entro le quali collocare genesi, sviluppo e decadenza degli edifici rurali oggetto di questa ricerca. Al fine di rendere più agevole al lettore l'identificazione dei siti, il territorio della provincia di Siracusa, senza particolari riferimenti alle altimetrie ed alle diverse aree agrarie, è stato suddiviso in quattro zone, denominate in base alla "preponderanza territoriale" di alcuni comuni che le compongono. - L'area “siracusana” comprendente il solo comune capoluogo, - L'area “netina” comprendente il territorio dei comuni di Noto, Avola, Rosolini, Pachino e Portopalo - L'area “acrense” riferibile ai comuni di Palazzolo Acreide, Buscemi, Ferla, Cassaro, Canicattini Bagni, Floridia e Solarino, (a questa area è stata accorpata anche una zona del comune di Noto che s'incunea tra i territori di Palazzolo e Canicattini) - L'area “lentinese” comprendente i comuni di Priolo Gargallo, Melilli, Augusta, Sortino, Carlentini, Lentini, Francofonte e Buccheri
LEO VALIANI, 2014
Fulvio Senardi, La dissoluzione dell'Austria-Ungheria nell'interpretazioneLeo Valiani: difficile sopravvalutare l'importanza di leo Valiani come storico, soprattutto in relazione all'approfondimento di tematiche legate alla questione del "confine orientale", uno dei temi attualmente più percorsi dalla storiografia italiana, dopo decenni di marginalità e disinteresse. Andrà premesso che Valiani (nato Leo Weiczen in Fiume ungherese nel 1909 e morto a Milano nel 1999) è una figura segnata da una parabola ideologico-intellettuale molto complessa, che da un'iniziale militanza comunista lo porta, per contraccolpo al patto Molotov-Rippentrop, alle formazioni di «Giustizia e libertà», dove milita a fianco di Franco Venturi, che più tardi lo avvierà alla "professione" di storico. Protagonista attivo della resistenza, Valiani, che, più tardi, ha voluto definirsi «genericamente socialista» e minimizzare la portata della sua fede marxista. Paolo SPriano, nella sua storia "ufficiale" del partito comunista italiano, scriverà, a proposito di quell'evento, che «l'unico caso che viene ricordato di militante che rompa ora con il partito è quello di Leo Valiani» (Storia del Partito comunista italiano-I fronti popolari, Stalin, la guerra, Torino, Einaudi, 1970, p. 329). Su questa prima fase del percorso di Valiani imprescindibile Andrea Ricciardi, Leo Valiani: gli anni della formazione, tra socialismo, comunismo e rivoluzione democratica, Milano, F. Angeli, 2007; e Leo Valiani, Sessant'anni di avventure e battaglie - Riflessioni e ricordi raccolti da M. Pini, Milano, rizzoli, 1983, p. 29.
Boiardo, 2018
Introduction to Boiardo [anthology]. Edited by J.A. Cavallo and C. Confalonieri, Milano, Unicopli, 2018.
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Alla ricerca di un passato complesso. Contributi in onore di Gian Pietro Brogiolo per il suo 70° compleanno (A.Chavarria Arnau - M. Jurkovic eds.), 2016
Paola Masino, Nascita e morte della massaia, 2019
GUANDA, DELFINI E LA CULTURA MODENESE. Convegno di studi a cura di Giorgio Montecchi e Anna Rosa Venturi, Modena, 2012
M. Iodice – R. Spataro, Dizionario dei latinisti italiani del XX secolo, Roma, LAS – Libreria Ateneo Salesiano , 2021
“Pietro pictore Aretino”. Una parola complice per l’arte del Rinascimento, a cura di Paolo Procaccioli, 2019
Autografi dei letterati italiani. Il Quattrocento, I, a cura di Francesco BAUSI, Maurizio CAMPANELLI, Sebastiano GENTILE e James HANKINS, Roma, Salerno Editrice, 2013, pp. 49-60