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2013, Lancillotto & Nausica, year XXX n. 1-2
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A study on the earliest type of formalization and ritualization for the transmission of experience: codified forms in the martial arts.
1. Ça ira. Settembre MDCCXCII è un «poemetto» di dodici sonetti, composto tra il 27 febbraio e il 27 aprile 1883, pubblicato a Roma da Angelo Sommaruga, nella consueta veste grafica di gusto estetizzante, il 10 maggio dello stesso anno in ventiquattromila copie e, dal 1887, con il titolo abbreviato (Ça ira), incluso nel settimo libro delle Rime nuove. «Ça ira» è un'espressione contenuta nel ritornello di un'aria di controdanza («Ah! ça ira, ça ira, ça ira, / Le peuple en ce jour sans cesse répète: / Ah! ça ira, ça ira, ça ira, / Malgré les mutins tout réussira!») 1 elaborata nel 1790 da un canterino di piazza, in seguito adattata in chiave rivoluzionaria ad un'aria popolare del Carillon national; la formula è ispirata anche da Benjamin Franklin che, negli anni trascorsi a Parigi a promuovere la causa americana (1776-85), alle domande sull'andamento della guerra d'Indipendenza rispondeva fiducioso: «Ça ira, ça ira». Nella prosa apologetica redatta tra luglio e novembre 1883 per replicare ai detrattori dei sonetti, la scelta del titolo è stata così giustificata dal poeta:
Il Progetto Kalat a Campobello di Licata, 2008
L'articolo non parla di tecnica o di scienza, ma cerca di spiegare il futuro che la Sicilia ha negato alle migliaia di giovani che avrebbero voluto lavorare valorizzando storia e identità dell'isola, attraverso l'esperienza negata del progetto Kalat che dal 1995 al 2018 ha cercato di richiamare in Sicilia, giovani e ricercatori per mappare, ordinare e riprogettare gli elementi del “Patrimonio”: siti archeologici, ruderi, bagli, abbeveratoi, punti panoramici, aree naturalistiche, essenze e prodotti tipici, antichi sentieri..), in modo da consentire a quest’isola, una nuova logica di animazione giovanile, apertura internazionale, riconversione turistica delle aree minori. The article does not talk about technique or science, but tries to explain the future that Sicily has denied to the thousands of young people who would have liked to work enhancing the island's history and identity, through the denied experience of the Kalat project, which from 1995 to 2018 tried to bring young people and researchers to Sicily to map, order and redesign the elements of the 'Heritage': archaeological sites, ruins, beams, watering holes, panoramic viewpoints, naturalistic areas, typical essences and products, ancient paths. .), so as to allow this island, a new logic of youth animation, international opening, tourist reconversion of minor areas.
2011
Spiegazione dettagliata dei due kata contro un avversario armato di spada nel Kime no Kata di judo
La Dottrina Segreta, 2020
Premessa La cosmogonia della Dottrina Segreta ci racconta che l'Universo è una manifestazione ciclica: dura un certo tempo (Manvantara), poi si ritira in un sonno la cui durata è uguale a quella di attività (Pralaya). Esso è l'ambiente spazio-temporale nel quale delle Entità spirituali (monadi) lasciano la loro sede nei mondi superiori e scendono nel mondo manifestato per fare le loro esperienze attraverso ripetute incarnazioni, per poi ritornare più ricchi di conoscenza e più sapienti, nei mondi spirituali. La loro guida è il Dharma, ma il mondo materiale è ricco di insidie, per cui si verificano deviazioni rispetto al percorso corretto. Le incarnazioni servono a fare nuove esperienze ed anche a correggere gli errori. A quest'ultima operazione provvede il Karma che, in modo giusto ed equilibrato permette alla Monade di svestirsi dei panni sporchi. Abbiamo parlato del Dharma in un lavoro precedente, dedichiamo questo lavoro al Karma. Per quanto concerne la reincarnazione pensiamo siano sufficienti i riferimenti fatti in sede dei due lavori. Generalità Karma = Legge di Retribuzione o di Compensazione. Nasce assieme alla Legge di Manifestazione (entrambe prodotto della Mente Universale) e ne segue lo sviluppo fino al termine del Manvantara. Subito dopo nasce la Legge del Movimento che ha il compito di imporre ad ogni corpo un impulso a muoversi. Un corpo che si muove compie un'azione che ha il corpo come causa e l'esito dell'azione come effetto. Ogni effetto ha un valore, positivo o negativo, che viene associato al corpo; se positivo crea un credito, se negativo crea un debito. L'Universo è governato dalla Legge di Armonia che cerca sempre di mantenerlo in equilibrio; i crediti ed i debiti dovranno essere estinti, prima o poi. A ciò provvede la Legge del Karma che si avvale delle registrazioni dei Lipika. Questi sono Esseri spirituali che hanno il compito di memorizzare tutto quello che accade dell'Universo: compiono un flash ogni unità elementare di tempo (tempo infinitamente piccolo, impossibile da cogliere con la mente umana, ancora più piccolo della costante di Plank); l'insieme dei flashes è il film del Movimento dell'Universo. La legge del Karma ha sotto controllo questo film e si prodiga a provvedere alle ricompense ed alle sanzioni rispettivamente dei crediti e dei debiti. Non ci sono Divinità che regolano questo traffico, che regalano miracoli a chi magari non li merita o infliggono punizioni agli innocenti. La Legge del Karma, usando un termine oggi in voga, può essere considerata un immenso computer che opera sotto il software della Mente Universale.
Lettera, 2017
Piacenza, 7 novembre 2017 Illustrissimo Prof. Papi, a poco meno di 30 anni dall'assegnazione dell'argomento della tesi di Laurea (16 marzo 1989), è ancora con il cuore gonfo di emozionale paura che mi accingo a riportarLe i risultati di una ricerca che è durata, in solitaria, fno ad ora, attraverso le traversie più drammatiche ma senza mai venire meno a quello che fu inteso da me come una chiara chiamata di ciò che tutti chiamano 'destino'. Intendere che cosa esso è stato per me è accingersi a mettere mano a questo rapporto che si sospese per il sopraggiungere di eventi che travalicavano le mie forze in rapporto alle intenzioni, ma, altrimenti, non si sarebbe potuto realizzare. Indipendentemente dal fatto che i risultati che ho da sottoporLe possano un giorno essere dimostrati veri unanimemente, recando giustizia al fervore che nel pieno degli anni '80 avevano acceso, senza capire ancora bene il perché, le Sue lezioni su Hegel, questo scritto è nient'altro che la testimonianza della volontà determinata di essere stato un ascoltatore del Suo pensiero, quindi un rammemoratore dei compiti che Egli stesso si era prefssato di trasmettere, dal nucleo di libertà ed autonomia che ha caratterizzato la Sua rifessione flosofca e il Suo insegnamento, che io ho inteso come una 'chiusa' fuviale al corso della mia vita. Entro questi argini, quindi, mi sono mosso nel reale, a volte in punta di piedi, altre di soppiatto, altre ancora follemente, ma sempre memore che la mia vita non era accaduta invano. L'eredità di cui mi sono fatto carico, quindi, è andata al di là dello stretto necessario e, da buon hegeliano, ho cercato la soluzione alla teogonia del vero cosi' come Lei stesso aveva presentato l'Idea hegeliana esser posta nel suo fondamento. Già allora, ancora ragazzo, appuntavo sulle mie agende la necessità di una 'nuova logica', direttamente conseguente dal fatto che le 'vecchie' logiche, benchè tenessero ancora salda la struttura di ciò che è l'Occidente, ne fossero la concausa di 'tramonto'. In buona sostanza, così come il confitto sociale-che non morirà mai-recava anche allora in sé ancora la traccia di quella che era la 'dinamica' della struttura dialettica hegeliana, così la scienza 'normale' era insuffciente, nonostante la positività dei risultati, a far si che il passato fosse passato, così come ora la globalizzazione vuole superficialmente far credere, illudendoci di 'tacere su ciò che non si può dire'. Alla presentazione della tesi di laurea, le strade che avevo percorso secondo i compiti da Lei assegnatimi sembravano essere terminate davanti ad un muro
studium.unict.it
1. Pianta generale di Catania, con indicazione dei principali monumenti antichi. (da Branciforti 2003) L'apoikia caLcidese daLLa fondazione aLLa conquista di ierone (729-476 a.c.) La documentazione archeologica relativa alla Katane dell'età arcaica, per lungo tempo limitata a pochi vasi del VI secolo a.C. provenienti da scavi mal documentati, si è andata progressivamente arricchendo nel corso dell'ultimo cinquantennio. La scoperta più sensazionale è tuttora rappresentata dalla ricchissima stipe votiva rinvenuta in Piazza S. Francesco nel 1959 (fig. 1); dal 1978 in avanti, inoltre, sono stati messi in luce piccoli lembi dell'abitato, risalenti ai primi anni di vita dell'insediamento, e alcuni tratti della cinta muraria, di case e di tombe del VI secolo 1 . Allo stato attuale, le testimonianze più antiche dell'apoikia, fondata secondo Tucidide da un gruppo di Calcidesi provenienti da Naxos nel 729/728 a.C. 2 , sono venute alla luce in due settori circoscritti, che ricadono entrambi entro i limiti del centro storico della città moderna: le aree di Piazza Dante, del monastero dei Benedettini e dell'ex Reclusorio della Purità, sulla collina di Montevergine, e il Castello Ursino, costruito nel XIII secolo su di un promontorio posto a Sud dell'insenatura del porto, la cui linea di costa fu profondamente sconvolta dall'eruzione del 1669. Già negli anni Venti del secolo scorso, numerosi frammenti ceramici della fine dell'VIII e del VII secolo erano stati rinvenuti in occasione di lavori all'interno dell'allora palazzo della Questura, sul lato meridionale di Piazza Dante 3 . Nel 1959, durante uno scavo condotto nella piazza, di fronte all'ingresso del monastero dei Benedettini, furono recuperati altri frammenti ceramici, perlopiù protocorinzi, ma anche locali, databili tra la seconda metà dell'VIII e il VII secolo 4 . Le successive indagini, condotte dal 1978 all'interno del muro di cinta e nel cortile orientale del monastero, hanno sostanzialmente confermato come la sommità della collina sia stata occupata dai primi coloni, grazie soprattutto al suo carattere di acropoli naturale, da cui era visibile tanto l'hinterland a Nord e a Ovest, quanto l'area pianeggiante a Sud-Est, attraversata dall'Amenano e caratterizzata da un importante scalo portuale 5 . Gli ampi contatti del giovane insediamento coloniale con il resto del mondo greco sono confermati dai frammenti ceramici, rinvenuti negli strati più profondi -coppe del tipo di Thapsos, kotylai protocorinzie, anfore commerciali attiche del tipo SOS, ceramiche euboiche e rodie. Le strutture dell'abitato, messe in luce presso l'angolo Sud-Est del monastero, si limitano purtroppo a tre muri di blocchi basaltici, forse dotati in origine di un alzato in mattoni crudi, tutti orientati in senso Nord-Est/ Sud-Ovest, in consonanza con il pendio naturale della collina. Tracce dell'insediamento dei primi coloni sono state rinvenute anche nel corso dei recenti scavi nell'ex Reclusorio della Purità, presso il margine Nord della collina di Montevergine, e al Castello Ursino 6 . Nel primo caso, è stato individuato un breve tratto di un muro, datato al VII secolo sulla base del rinvenimento di ceramica dell'ultimo quarto dell'VIII secolo tra le sue fondazioni 7 . Nell'ala Nord del Castello Ursino, è stato messo in luce un lungo muro orientato in senso Est-Ovest, al quale si ammorsano alcuni muri ortogonali. Si tratterebbe di "un impianto regolare di vani forse di alcune unità abitative" 8 , realizzato alla fine dell'VIII secolo, al quale si sarebbero sovrapposte strutture del VI e del IV secolo. Il carattere di tali ambienti, vista anche la posizione rispetto all'antica linea di costa, alla foce dell'Amenano e al verosimile scalo portuale connesso, merita di essere indagato in futuro, in relazione all'estensione e all'organizzazione dell'abitato nel pieno VI secolo. L'individuazione di un lembo dell'abitato tardo geometrico e protoarcaico pone anche per Katane, non diversamente dalle altre apoikiai siceliote, il problema del rapporto con i gruppi indigeni preesistenti all'impianto coloniale 9 . Nel corso degli scavi sulla collina di Montevergine, è stato possibile individuare tracce di una lunga frequentazione umana compresa tra la Tarda Età del Rame (facies di Malpasso) e la Media Età del Bronzo Lo sviLuPPo urBano di Catania daLLa fondazione deLL'apoikia aLLa fine deL v seCoLo d.C. * Santo privitera c a t a n i a l'identità urbana dall'antichità al settecento 2. un tratto della cinta muraria d'età arcaica in opera poligonale, documentato in una gouache di J. Houel 3. Pianta di Catania, con indicazione del tracciato del fiume amenano, del Lago di nicito e dell'antica linea di costa (da tortorici 2002) (facies di Thapsos). Dopo un intervallo di tempo di alcuni secoli, tuttavia, essa sembra riprendere solamente in un'epoca di poco precedente l'epoca della colonizzazione, grazie al rinvenimento di un paio di frammenti di scodelloni, attribuibili alle facies di Pantalica Sud e del Finocchito (ca. metà del IX-metà del VII secolo) . In realtà, si tratta di dati piuttosto poveri, che non sono sufficienti a ipotizzare la presenza di un villaggio siculo sulla collina di Montevergine, dato che ceramica di produzione indigena può essere stata utilizzata con verosimiglianza dai primi coloni. Le informazioni a nostra disposizione si fanno più numerose per il periodo compreso tra lo scorcio del VII e l'inizio del V secolo, quello in cui la città, che sembra aver mantenuto uno stretto legame con la metropolis Naxos, sarebbe stata amministrata secondo le norme dettate dal legislatore Caronda 11 . In questa fase, sono conosciuti alcuni edifici abitativi, brevi tratti della cinta muraria e diversi gruppi di tombe. Il principale punto fermo della topografia cittadina, ad ogni modo, è rappresentato dal santuario arcaico individuato presso Piazza S. Francesco d'Assisi. Negli scavi del monastero dei Benedettini sono stati messi in luce i resti di alcune abitazioni, che appartengono con verosimiglianza ad una pianificazione urbanistica più ampia, datata al pieno VI secolo 12 . In generale, si tratta di costruzioni modeste, realizzate con muri di blocchi lavici sbozzati in modo grossolano e dotate di semplici pavimenti in terra battuta o ciottoli. Il tetto, ad uno o due spioventi, era del tipo 'siciliano', con tegole piatte e coppi a sezione semicircolare o poligonale; gli unici elementi decorativi consistono in lastre di terracotta e antefisse a palmetta, forse impiegate sulla fronte degli edifici. L'orientamento riprende costantemente quello del pendio naturale della collina, da Sud-Ovest verso Nord-Est, con lo scopo evidente di favorire il deflusso delle acque meteoriche attraverso gli stretti passaggi tra gli edifici. Le strutture meglio note (Case 1 e 2) sembrano essere state costruite intorno alla metà del VI secolo ed esser state in uso fino al primo quarto del V secolo, quando subirono una violenta distruzione, come indicano le tracce di fuoco visibili su tegole e pietre e i grumi di argilla cotti, pertinenti al rivestimento delle pareti e alle coperture. Tale incendio è stato messo in relazione con la conquista della città da parte di Ierone di Siracusa, nel 476/475 a.C. 13 . La scoperta di alcuni tratti della cinta muraria arcaica della città ( ) può essere considerata come la più significativa acquisizione degli scavi degli ultimi anni, dato che permette di definire su nuove basi, anche se in modo parziale, il problema dei limiti dell'insediamento calcidese. Allo stato attuale, i tratti noti sono stati individuati nel settore Nord della collina di Montevergine, rispettivamente nell'area dell'ex Reclusorio della Purità e della Chiesa di Sant'Agata al Carcere, nel settore a ridosso del prospetto Nord del teatro romano, subito ad Est dell'ambulacro superiore e, infine, al di sotto di un ampio salone del XVI secolo, che chiude sul lato Nord il chiostro occidentale del monastero dei Benedettini 14 . Al reclusorio della Purità è stato messa in luce un muro a doppia cortina in opera poligonale di grandi blocchi basaltici, orientato in senso Nord-Sud e spesso m 3,15 circa; i materiali rinvenuti all'interno del riempimento del muro permettono di datarne la costruzione nella prima metà del VI secolo. Grazie a tali rinvenimenti, si può individuare con certezza il limite orientale dell'insediamento, di poco arretrato ad Ovest rispetto al netto salto di quota, coincidente grossomodo con il percorso di via Crociferi, che segna il limite Est del plateau della collina di Montevergine 15 . Gli altri limiti dell'insediamento arcaico, al contrario, non possono essere determinati con la stessa sicurezza. Quello settentrionale potrebbe essere rappresentato dal tratto iniziale dell'attuale via Plebiscito, che corre alla base della collina e che, secondo una recente ipotesi di E. Tortorici ( ), coinciderebbe con la riva meridionale del lago di Nicito, il bacino lacustre connesso con il corso dell'Amenano 16 . Il fatto che tanto il tratto rinvenuto presso la Chiesa di Sant'Agata al Carcere, quanto quello dell'ex Reclusorio della Purità, siano orientati in senso Nord-Sud, induce a credere che il percorso settentrionale della cinta non fosse rettilineo, ma si articolasse mediante rentrants per adattarsi alla geomorfologia della collina. Ad Ovest, il tratto di muro di cinta rinvenuto nel monastero dei Benedettini rende sicuro l'inserimento della sommità della collina di Montevergine entro i limiti dell'abitato. Del tutto incerto, infine, il limite meridionale della città, per localizzare il quale è necessario fare riferimento a scoperte isolate, pertinenti a diversi nuclei funerari dell'età arcaica. I luoghi in cui gli abitanti della Katane arcaica seppellivano i propri morti sono conosciuti in modo estremamente frammentario. Allo stato attuale, diverse aree di sepoltura possono essere localizzate presso l'Orto Botanico e a Cibali, presso l'ex Reclusorio della Purità e, con verosimiglianza, a Sud della collina di...
ERESIA CATARA, 2010
il testo fa parte dell'appendice del libro Templeisen, stante i frequenti riferimenti al catarismo. L'autore, tuttavia, ha ritenuto utile mettere a disposizione il saggio sui Catari, per tutti coloro che fossero interessati esclusivamente allo studio di questa importante eresia. Utilissimo per gli studenti universitari e per tutte le ricerce sulle eresia. Storia di una delle più temute eresie della Chiesa. Il catarismo è stato inutile e la sua presenza senza effetti- vo significato storico? Abbiamo visto nell'XI secolo l'inquietudine religiosa delle masse, che erano alla ricerca di una fede, e l'avevano trovata nel catarismo, che nei secoli XII e XIII ha esercitato un peso religioso eccezionale, impegnando la Chiesa in uno sforzo dal quale uscì rinnovata. Dalle critiche dell'eresia catara fu costretta ad aprire le diocesi, mondi chiusi, a nuove forze rappresentate dagli Ordini Mendicanti, che furono presenti nei luoghi dell'eresia per combatterla con le sue stesse armi, il digiuno, la preghiera, l'aiuto ai poveri, la costruzione di ospedali. La Chiesa fu costretta a ripensare al suo complesso dottrinale, alla sua liturgìa. Considerò con occhi diversi i laici come comunità cristiana. La Chiesa fu obbligata ad un esame di se stessa, a migliorarsi, a riformarsi senza tregua per due secoli. Storia conclusa dunque quella dei Catari, se ci limitiamo alla constatazione che questi non esistono più; ma perenne, se pensiamo che le forze che essi hanno suscitato, gli ideali che hanno risvegliato, per il loro sacrificio, per la loro decisione e la loro fede, sono entrati nel circolo eterno della storia.
Definizione di diritto commerciale: insieme delle norme di diritto privato che disciplinano specificatamente le attività produttive e il loro esercizio L'attività produttiva si colloca in primo luogo sul piano dei rapporti interprivatistici tra le persone; per questo il diritto commerciale rientra nell'ambito del diritto privato anche se anche il diritto pubblico in molte delle sue branche si interessa di attività economiche.
SENTENZA 28 GENNAIO-15 FEBBRAIO 1991 LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: prof. Giovanni CONSO; Giudici: prof. Ettore GALLO, dott. Aldo CORASANITI, prof. Giuseppe BORZELLINO, dott. Francesco GRECO, prof. Gabriele PESCATORE, avv. Ugo SPAGNOLI, prof. Francesco Paolo CASAVOLA, prof. Antonio BALDASSARRE, prof. Vincenzo CAIANIELLO, avv. Mauro FERRI, prof. Luigi MENGONI, prof. Enzo CHELI, dott. Renato GRANATA; ha pronunciato la seguente SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 125 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271 (Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale), in relazione all'art. 2, direttiva n. 50, della legge 16 febbraio 1987, n. 81 (Delega legislativa al Governo della Repubblica per l'emanazione del nuovo codice di procedura penale), promosso con ordinanza emessa il 9 agosto 1990 dal Giudice per le indagini preliminari presso la Pretura di Macerata nel procedimento penale a carico di Gatti Dario, iscritta al n. 634 del registro ordinanze 1990 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 41, prima serie speciale, dell'anno 1990; Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri;
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Estetica dell'arte contemporanea (ed. G. Ferrario), Meltemi: Milano, 2019
Corpo in "I grandi Temi del secolo" - Direzione scientifica di Alberto Abruzzese, pp. 203-223, 2014
Mariapia Comand, Andrea Mariani (a cura di), Ephemera. Scrapbooks, fan mail e diari delle spettatrici nell'Italia del regime, Marsilio, Venezia, 2019