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2004, Chora
Tra corpo e ripetizione il segno riflette sulla sua stessa essenza, sui reciproci spazi che spettano all’oggetto rappresentato e al segno linguistico, mentre giungiamo a chiederci se, in fondo, il significare non sia sempre una transustanziazione – l’inspiegabile metamorfosi del significante – il suo farsi corpo
Per secoli e con alterna ciclicità, la categoria di natura umana ha svolto un ruolo centrale nella filosofia, nella teologia e nel diritto. La crisi del pensiero metafisico ha reso per molti priva di senso questa categoria così come era intesa tradizionalmente, soprattutto nel sistema aristotelico e nella scolastica medievale, quale realtà profonda e fondamento costante dell’esistente concreto, invariante nel fluire del tempo e nel mutare dei contesti. Si è cercato di sostituirla con espressioni apparentemente equivalenti quali “condizione umana” o “fenomeno umano”, ma privarsi della nozione di natura umana, può essere rischioso: la fluidificazione della categoria di natura umana può rendere, infatti, più evanescenti i fondamenti e i confini della dignità e della inviolabilità della persona. Un attacco indiretto, ma non meno, corrosivo alla idea di natura umana, viene dal diffondersi di un movimento variegato e magmatico che ha assunto, in inglese, la denominazione di Transhumanism.
I cattolici credono che un impasto di farina e acqua sia Dio e che lo diventi nell'istante in cui un sacerdote pronuncia una formula, che costituisce la forma del sacramento eucaristico. Su quali siano, però, le precise ed esclusive parole magiche di tale formula c'è stata un'annosa controversia tra i teologi cattolici. È stato l'Aquinate a riassumere i termini della questione con la sua abituale chiarezza e a predisporre l'apparato filosofico-teologico per la sua soluzione. Infatti, dopo aver asserito che " in hoc sacramento consecratio materiae consistit in quadam miraculosa conversione substantiae " 1 e che " forma huius sacramenti importat solam consecrationem materiae, quae in transubstantiatione consistit; puta cum dicitur, hoc est corpus meum, vel, hic est calix sanguinis mei " 2 , così rispondeva a chi optava per una formula larga e non si rendeva conto che, mentre nel canone della messa le altre parole hanno subito e subiscono variazioni, invece la formula 'hoc est corpus meum', riproduce fedelmente e strettamente le parole di Gesù (Mt 26,26; Mc 14,22; Lc 22,19; 1Cor 11,24) e la loro potenza operativa: in his verbis, accipite et comedite, intelligitur usus materiae consecratae, qui non est de necessitate huius sacramenti, ut supra habitum est. Et ideo nec haec verba sunt de substantia formae. [...] quidam dixerunt hoc sacramentum perfici non posse praedictis verbis prolatis et aliis praetermissis, praecipue quae sunt in canone Missae. Sed hoc patet esse falsum. Tum ex verbis Ambrosii supra inductis. Tum etiam quia canon Missae non est idem apud omnes, nec secundum omnia tempora, sed diversa sunt a diversis apposita. Unde dicendum est quod, si sacerdos sola verba praedicta proferret cum intentione conficiendi hoc sacramentum, perficeretur hoc sacramentum, quia intentio faceret ut haec verba intelligerentur quasi ex persona Christi prolata, etiam si verbis praecedentibus hoc non recitaretur. 3 E poiché alcuni teologi, pur sostenendo la formula stretta, cioè 'hoc est enim corpus meum', ritenevano, però, che la parola 'enim' fosse essenziale per la realizzazione della transustanziazione, l'Aquinate così replicava decisamente: haec coniunctio enim apponitur in hac forma secundum consuetudinem Romanae Ecclesiae a beato Petro apostolo derivatam. Et hoc propter continuationem ad verba praecedentia. Et ideo non est de forma, sicut nec praecedentia formam. 4
In: "L'inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi N. 17 -Tra filosofia e psicoanalisi" Through the ‘tribute’ that Deleuze devotes to his wife Fanny, in some beautiful pages, this piece aims to make explicit and thematize the reflection on anorexia that runs through deleuzean texts. This constitutes an attempt to explain how the anorexic body becomes, in Deleuze, one of the figures of the ‘body without organs’, the body without law, which constitutes one of the central concepts of his philosophical production.
Se vi è stata una sempre più marcata incomprensione della liturgia, ciò è dovuto anche al fatto che non si è più compreso lo stretto legame esistente tra il corpo e la trascendenza, tra le forme somatiche del rito e i contenuti teologici della fede. La trascendenza è universalmente riconosciuta come una dimensione inalienabile della fede, e, per altro verso, il corpo, soprattutto alla luce dell'incarnazione e della risurrezione, appare come una realtà tutt'altro che marginale per il cristianesimo. Ciò non toglie che per molti risulti difficile coniugare la trascendenza con la corporeità. E poiché il rito consiste fondamentalmente nel dire Dio attraverso la dimensione somatica nel suo complesso, per molte persone esso risulta decisamente problematico. Anche in un'epoca in cui si è insistito sul simbolo come l'unico linguaggio per esprimere la fede 1 , non si è sempre tenuto in dovuto conto il fatto che tale linguaggio è strettamente legato alla dimensione somatica così come viene vissuta nel rito. Non è facile, neppure per il credente di oggi, liberarsi da quella solida eredità che ha penalizzato il corpo, e implicitamente il rito: un'eredità che, per diverse vie, ha insistito sul fatto che l'accesso alla trascendenza, ossia l'accesso a Dio e agli altri, dovesse privilegiare i canali dell'anima e della mente. Una tale eredità, a mio avviso, ha prodotto una spiritualità debole, che finisce per promettere ciò che non è in grado di dare. Si può intraprendere una via diversa, tutt'altro che assente nella tradizione, recuperando le provocazioni del corpo, ossia le istanze verso la trascendenza che provengono dalla dimensione somatica dell'uomo. Sulla pista di queste provocazioni del corpo si possono rivedere le provocazioni del rito in ordine a una spiritualità effettivamente fondata sulla trascendenza, senza la quale non può esservi né amore a Dio né amore al prossimo.
2010
#antonygormley #clearing #installation #contemporaryart #cccstrozzina
sviluppo del "flusso di coscienza" nella letteratura anglofona del Novecento Maria Angela Eugenia Storti L'epifania della coscienza nel panorama del decadentismo europeo Lea Di Salvo La coscienza del giudice Antonino Cangemi II questionario scuola, uno strumento per indagare il successo scolastico Patrizia Falzetti e Paola Giangiacomo La valutazione degli apprendi menti Rossana Sicurello Autovalutazione e integrazione sistemica nella scuola Marco Bechis e Laura Tomatis II Disease Mongering e il farmaco non sono la soluzione Laura Mendola Dalla cosmologia ai modelli di assistenza sanitaria attraverso... l'audiologia Aldo Messina La peda gogia del Service learning Giovanni PerroneSi fa presto a dire Master Gabriele Morello Efebo corto film festival Lau ra Grimaldi La scuola Lombardo Radice a Palermo Silvia Pennisi Intervista a Prem Rawat Ambasciatore di Pace Laura Grimaldi Giovanni Tria, presidente della SNA Isabella Munda Le stelle intorno a noi, conversazione con Pier giorgio Odifreddi a cura di Mariarosa Miracola
Riflessioni attorno al tema del corpo in psicanalisi. Giulia Lorenzini Introduzione al Seminario Tematico "IL CORPO TRA FREUD E LACAN" con Piergiorgio Curti ed interventi a cura di Giulia Lorenzini e Claudia Tinti tenutosi presso Associazione Exitmité in data 02 Aprile 2016.
Janus, 2007
Il corpo rappresenta nell'età contemporanea uno dei fulcri di discussione sia per quanto concerne lo sviluppo tecnoscientifico, in riferimento alle prassi sempre più invasive e infiltrative che si sono andate apparecchiando nel Novecento, sia per quanto concerne la sfera dei diritti umani e delle coordinate di interpretazione antropologica e sociale, come già intuito nel concetto foucaultiano di biopolitica. Di certo esistono differenze significative nell'ermeneutica del corpo tra il pensiero umanista e quello postumanista che meritano di essere conosciute perché stanno caratterizzando il dibattito odierno e sempre più daranno luogo a progetti antropo-poietici divergenti.
M@GM@, 2015
Esiste una dicotomia fondamentale prodotta nel corso dei millenni di storia dell'indagine dell'uomo sulla natura e che riguarda il tentativo di definire una sorta di teoria unificante del tutto, dove il tutto è stato centrato sull'uomo e comprensivo di esso. Si tratta della dicotomia "soma"/"psiche" i cui termini vengono molto spesso unificati in un terzo "psicosomatica" unione che, pur in completa assenza di adeguato fondamento epistemologico, viene fatta funzionare come conseguenza evidente delle premesse e allo stesso modo come ipotesi teorica fondata sull'osservazione dei dati empirici. Si tratta in realtà degli effetti di un importante lacuna teorica che produce indebolimenti enormi nella struttura portante dell'edificio teorico recente e ancora molto fragile - per tutta una serie di motivi - della psicanalisi. Occorre, infatti, tenere conto di quali siano i punti di appoggio su cui tale edificio è stato fondato e success...
il cannocchiale, 2015
The paper challenges a paradigmatic interpretation of a key-passage of the Ethics, proposition 8 of part II, trying to show that it is not possible to think a double-layer reality from a spinozistic perspective.
"Iride" era la rivista di filosofia dell'Istituto Gramsci Toscano, pubblicata da il Mulino e diretta da Giovanni Mari, che in quegli anni dimostrò un certo interesse per realtà virtuali, ciberspazio e argomenti del genere. La formula era: prendere un libro, e chiedere due o tre interventi di riflessione partendo da quello a persone che si occupavano di quel tema. Fu una delle prime volte che mi trovai, in una pubblicazione, a fianco di filosofi veri. Ero emozionato. L'emozione non fu sufficiente a farmi diventare un filosofo, ma ce la misi tutta. Il risultato è questo. Credo che si tratti del primo testo in cui formulai il concetto di "corpo disseminato" (che è al centro di "Il corpo virtuale", pubblicato due anni dopo). "La fragile interiorità dell'uomo occidentale si è spezzata. Essa morirà definitivamente (per rinascere forse come interiorità di un nuovo complesso uomo/macchina) con la disseminazione del corpo operata dalle realtà virtuali. Ma questo accadrà perché già ora televisione e computer si sono aperti, hanno spalancato il loro guscio e ciò facendo hanno cortocircuitato i delicati meccanismi della psiche, della res cogitans. La nostra interiorità si sta trasformando a ritmo velocissimo, nel modo più radicale possibile: perde la sua unicità, diventa confrontabile con quella della macchina. Perché televisione e computer, aprendo il loro guscio, hanno aperto anche il nostro, bruciando i nostri vecchi circuiti e facendone crescere di nuovi. E noi abbiamo aperto il loro, credendo di trovare tubi catodici e circuiti stampati, e scoprendo invece con sorpresa che c'era tutto un mondo, che c'eravamo, piccoli piccoli, anche noi, con leggi di funzionamento, rapporti, sensi, un corpo nuovo."
Marola 6 Settembre 2001-Quarto seminario al Seminario: Il mio corpo si trasforma
1 onfrontarsi con un 'classico' della letteratura è molto complicato, recensirlo, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe impossibile. De La metamorfosi di Kafka è stato detto moltissimo, tutto forse; tuttavia la densità della narrazione consente di pensare, e ripensarsi, di fronte a temi centrali del panorama culturale contemporaneo, quali: alienazione, principio di autorità, crisi della soggettività, ecc... . La trama di questo celeberrimo racconto è nota: il
RIVISTA ILLUMINAZIONI , 2019
Bérénice, 2014
Come dobbiamo definire la relazione tra gli stati della coscienza i e il cervello? La coscienza è riducibile agli stati cerebrali oppure essa possiede un carattere non fisico? Questa domanda continua da secoli ad interrogare i filosofi ed ha ricevuto molteplici risposte diverse solo negli ultimi cinquant'anni.
La danzaterapia è una pratica clinica che trova applicazione nella cura di malattie mentali di diverso genere. Senza tentare una definizione esaustiva si potrebbe dire che il lavoro del danzaterapeuta consiste essenzialmente nel fare emergere strati profondi del Sé dei suoi pazienti , attraverso l'evolversi del loro movimento espressivo/ creativo. Per far questo dispone di conoscenze teoriche sul corpo e il suo movimento, e sulla relazione tra essi e lo sviluppo psicologico. Dispone anche, e la cosa è forse più importante, di quelli che possiamo chiamare strumenti "tecnici"; strumenti che non costituiscono in alcun modo un metodo o repertorio di comportamenti ma si fondano piuttosto su una particolare sensibilità del terapeuta. Infatti, la sua principale risorsa è una approfondita coscienza del proprio corpo e della costante fluttuazione di quello che possiamo chiamare il corpo/mente, e cioè la lucida percezione della costante variazione degli stati del corpo e della relazione che essi hanno con i cambiamenti della coscienza stessa. Questa capacità di ascolto del fluire della propria esperienza profonda è quello che le permette di trovare risposte che devono essere sempre diverse, per dar risposta ai bisogni diversi di ogni paziente.
Gli odierni movimentati tempi che stiamo vivendo, chiariscono sempre maggiormente il caos delle idee e delle filosofie che indicano il loro fallimento essendosi concentrate sull'uomo e non sulla divino-umanità. Ciò che accade si riflette anche nel mondo prettamente sociale, che vive di slogan modaioli, i quali non sono altro che tentativi di attualizzare, sotto altra veste, le proposte dei "costruttori sociali" di creare "l'uomo nuovo nella società nuova". Tuttavia stanno scaturendo nel popolo molti dubbi e molte domande; s'intuisce che qualcosa è forzatamente celato, che manca chiarezza, trasparenza e ciò che accade è un'interessante e quanto mai utile separazione nella società tra coloro che hanno buona volontà e coloro che vogliono farsi partecipi della distruzione sociale nel pieno disinteressamento verso un recupero dei valori tradizionali. La prima separazione avvenne quando "… dopo la promulgazione dell'Enciclica "Pacem in Terris", in cui papa Roncalli proclama che «può e deve esserci cooperazione tra cattolici e i regimi comunisti sul piano sociale e politica" nelle elezioni italiane del 28 aprile 1963 i comunisti d'un balzo guadagnarono un milione di voti rispetto alle elezioni politiche di cinque anni prima… pg. 15… avevo chiesto al Primate d'Ungheria (il cardinale Mindszenty) …quale era la "vera Chiesa". Quella ufficiale che adesso nel mondo, fraternizza con l'ateismo marxista, o quelle abbandonata da Roma, perché rimasta fedele alla Tradizione. Il vecchio presule magiaro mi aveva senza indugio risposto: «Quella abbandonata da Roma» (Cfr. F.Bellegrandi "Nichita Roncalli -Controvita di un papa" Ed. EILES Roma 1994 pg. 14). Il piano è continuato e oggi si sta realizzando all'interno della "Chiesa Bergoglista", con "l'umile e nostalgico ricordo" dell'opera di Lutero (Cfr. teniamo vivo nel cuore il pentimento sincero per le nostre colpe. In questo spirito, a Lund, è stato ricordato che l'intento di Martin Lutero, cinquecento anni fa, era quello di rinnovare la chiesa, non di dividerla. Quell'incontro ci ha dato il coraggio e la forza di guardare avanti, nel nostro Signore Gesù Cristo, al cammino ecumenico che siamo chiamati a percorrere insieme -Cfr. dichiarazione pubblica di Bergoglio) (n.d.r. -anche noi teniamo vivo il ricordo di tutti coloro che sono morti per la loro fede cattolica perseguitati dai Protestanti) unita a un melting pot di eresie gnostiche e neomoderniste inclusa un po' di Teoria della Liberazione in salsa occidentale. Auguriamoci quanto prima uno scisma che sarà comunque salutare. Certamente un fatto è acclarato la Chiesa di Bergoglio non è la Chiesa di Cristo. Ci troviamo come davanti ad un tunnel dove alla fine un barlume inizierà ad intravedersi. La continua offesa dell'esperienza spirituale, porterà al contrario ad una nostalgia del bene ed alla necessità di una maggiore conoscenza del sacro e di noi stessi ma non veicolato dal mondo sacerdotale oramai onnipresente in tutti i talk show ma senza l'autorevolezza della Parola. La conoscenza di Dio avverrà solo attraverso i simboli ed il linguaggio, ambedue presenti nel Vangelo Giovanneo ecco perché il Divino si mostra ma non si dimostra. Le maggiori culture del mondo intravedevano questa decadenza, che risolvevano in vari modi: nel mondo induista si definisce Kali Yuga il tempo ultimo sino al ritorno del Satya Yuga (età dell'oro). Nel mondo greco Esiodo
Societamutamentopolitica, 2012
This paper focuses on the theoretical status of the idea of metamorphosis and on the reasons that conceptually opposed it to the phenomenon of paranoia. Within this opposition moves the crowd, continually hovering between possibility of liberation and the risk of being subjected to various forms of political domination. Introducendo l'idea di metamorfosi, Elias Canetti affermava: «l'uomo in successive metamorfosi si identificò con tutti gli animali che conosceva. Mediante questo esercizio di metamorfosi, che era la sua dote peculiare e il suo piacere, egli divenne davvero uomo» (Canetti 2006: 130). Già in questa sommaria presentazione credo siano evidenti alcune caratteristiche fondamentali di questa idea. Innanzitutto si intuisce la natura enigmatica della metamorfosi, la cui origine risale ad un momento della preistoria umana nel quale non era ancora chiara la differenza tra uomini ed altre creature viventi e gli esseri umani ammiravano con devozione la vita rigogliosa del mondo animale. Un'epoca nella quale, nota Canetti, esistevano «esseri privilegiati dalla duplice natura, in parte animale, in parte umana» (Canetti 2006: 131). La capacità e il piacere dell'uomo nell'identificarsi con gli animali nei quali egli ammirava doti di cui era privo, come il numero, l'abbondanza e la facilità di adattamento alla natura, lo spinsero a rappresentare in riti sacri il proprio legame con il mondo animale. Da qui, secondo Canetti (2006: 132), derivò l'origine del totemismo e delle cerimonie nelle quali gli uomini celebravano la comune discendenza tra la propria comunità e uno specifico animale. C'è di più, attraverso questa peculiare dote della metamorfosi, gli uomini riuscirono non soltanto ad apprendere dagli animali quelle qualità che tanto apprezzavano, ma pure a conoscere gradualmente l'enigma più profondo che riguardava la loro natura e il loro posto nel mondo. A differenza degli altri
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