2018
Un professore ungherese dell'Angelicum contro il capitalismo La concezione tomista di Sándor Horváth O. P. sul diritto di proprietà ZOLTÁN TURGONYI Il domenicano ungherese Sándor Horváth (1884-1956) era nel primo dopoguerra uno dei pochissimi pensatori ungheresi di fama internazionale. Dal punto di vista di questa fama era favorevole che parecchie delle sue opere importanti furono scritte in tedesco, e che l'autore stesso visse fra le due guerre sedici anni all'estero, insegnando in Italia dal 1922 fino al 1930, poi a Friburgo, nella Svizzera, fino al 1938. Questo suo soggiorno italiano, prima a Chieri, poi dal 1928 a Roma, nell'Angelicum, è già in sé stesso un incrocio italo-ungherese. Ma anche il libro più famoso di Horváth, sul diritto di proprietà, è in rapporto stretto con la dottrina sociale dei Papi, e loro, a quella epoca, erano tutti italiani (per non parlare dell'autore interpretato da Horváth, san Tommaso d'Aquino, che era parimenti italiano…), così la mia scelta di tema per questo convegno è, secondo me, completamente giustificata. Il titolo del libro in questione, pubblicato in tedesco nel 1929, è Eigentumsrecht nach dem heiligen Thomas von Aquin 1. Il tema, però, è presente anche in molti altri scritti di Horváth, così in ciò che segue userò anche questi per presentare la concezione del domenicano ungherese. Ma anzitutto devo parlare un po' dei quadri teoretici fra i quali la teoria di Horváth si inserisce. Essendo un tomista, Horváth prova a seguire il più fedelmente possibile il pensiero di san Tommaso, anche nella sua teoria del diritto naturale che adesso ci interessa in particolare. Nelle opere di Horváth troviamo la nozione ben conosciuta della legge eterna, intesa come piano divino dell'ordine dell'Universo 2 , ordine che lui identifica con il bene comune in senso generale 3 , la cui parte è il bene comune dell'umanità, definito da lui come «la conservazione e il perfezionamento della specie umana» 4. Così la legge naturale morale,