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Società e diritti
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Giuseppe Toniolo è un uomo del suo tempo. Economista, impegnato in politica, operante fra la fine dell’800 e i primi del ‘900, è stato elevato nel 2012 agli onori degli altari da Papa Benedetto XVI, che ne ha evidenziando l’attualità e la modernità. Per anni dimenticato perché non in linea con la cultura dominante, Domenico Sorrentino, con un’importante e complessa opera ricostruttiva dell’intero pensiero tonioliano, ne ha riproposto un’interessante lettura in chiave moderna. In questo lavoro si cerca di approfondire non tanto il Toniolo economista, quanto il politico, assertore di una società democratica fondata sul popolarismo. Questa costruzione sociale può essere una risposta al populismo che sembra caratterizzare la politica dei nostri tempi? La crisi della democrazia rappresentativa e dei partiti può trovare in Toniolo delle risposte ancora attuali?
Società e diritti, 2022
controcorrente rispetto al mainstream del suo tempo, ha concepito l'economia come una scienza sociale che mette al centro la persona in quanto scienza umanizzata grazie alla sua contaminazione con la spiritualità e l'etica sociale cattolica. L'articolo si intitola "Giuseppe Toniolo Maestro e Profeta" perché mette in luce l'esempio di vita e la coraggiosa lezione di pensiero di questo studioso riconducibile alla scuola etico-giuridica dell'economia nonché l'eredità del suo magistero ancora valida ai nostri giorni.
2014
Giuseppe Toniolo nella storia del movimento cattolico Fra intransigentismo e popolarismo "Maestro dei cattolici italiani in campo sociale". Con questa definizione, il 13 gennaio 1953 Camillo Corsanego presentò a Pio XII la figura di Giuseppe Toniolo perorandone ufficialmente la causa di beatificazione 1. Nella storia del movimento cattolico evocare Giuseppe Toniolo significa richiamare un'intera stagione di tale storia, quella del cattolicesimo sociale, segnata dalla pubblicazione della Rerum Novarum cui il nome del fondatore dell' Unione viene spesso giustamente associato 2. Come ha scritto Camillo Brezzi, fu lui a far compiere "un salto di qualità [al] movimento sociale dei cattolici" ed egli rimase a lungo il principale punto di riferimento del loro impegno sociale 3. Come i nomi di Sturzo e di De Gasperi richiamano, rispettivamente, la stagione del Partito popolare e quella della Democrazia cristiana, così il nome del professore pisano è immediatamente associato all'esperienza del cattolicesimo sociale a cavallo fra i due secoli, cui si legano anche i primi progetti di Democrazia cristiana. E dato il rilievo della sua figura, tutti coloro che si sono occupati della storia del movimento cattolico ne hanno parlato, a cominciare da Giorgio Candeloro, per proseguire con Spadolini, Fonzi, De Rosa, Scoppola e molti altri. Il giudizio su Toniolo appare inevitabilmente critico o, addirittura, negativo in quelle ricostruzioni che hanno appiattito tutta la parabola del movimento cattolico sulla strategia del capitalismo italiano e ricondotto l'opera dei cattolici agli interessi della borghesia 4. E' il caso degli studi di Mario Giuseppe Rossi, che ne ha parlato come del "massimo ideologo del processo di inserimento dei cattolici nello Stato, come elemento di supporto sia degli ordinamenti economici e sociali che dello stesso assetto politico creato dalla borghesia liberale, e al tempo stesso di mediatore, ma in modo funzionale a questa prospettiva conservatrice, fra le varie tendenze interne al mondo cattolico" 5. Il rifiuto della lotta di classe, motivato dal "mantenimento e lo sviluppo della fede", mostrerebbe chiaramente che il suo progetto era funzionale alle strategie del capitalismo. Si tratta di una valutazione che non solo getta una luce negativa su una importante personalità del movimento cattolico italiano ma suscita anche una questione molto più ampia e cioè quella della scarsa rilevanza storica della fede e dell'opera svolta da uomini di fede, in una cruciale stagione storica e, implicitamente, in tutta l'epoca contemporanea. Si tratta, evidentemente, di posizioni estreme. Ma dubbi sulla scarsa rilevanza storica dell'opera svolta da Toniolo emergono anche da altre ricostruzioni della storia del movimento cattolico italiano. In particolare, non ha giovato alla sua memoria il paragone con Sturzo e De Gasperi: gli sviluppi del cattolicesimo italiano sul piano politico, infatti, hanno indotto a sottolineare la mancanza di questo aspetto nella fase precedente. Gabriele De Rosa ha scritto che "Giuseppe Toniolo, prima ancora che il teorico di una
in BARTOLO DA SASSOFERRATO NELLA CULTURA EUROPEA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO (ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI PICENI “BARTOLO DA SASSOFERRATO”, Studi bartoliani 1), Sassoferrato, 2015, pp. 97-118, 2015
Questo contributo intende esporre come e secondo quali direttrici teoriche Bar- tolo da Sassoferrato si sia confrontato con la fenomenologia del potere pubblico, in un periodo storico di grandi e profondi rivolgimenti sociali e politici; in particolare viene indagato come Bartolo abbia sollevato e risolto il problema della conformità del potere alle norme che lo disciplinano; e come abbia affrontato il problema della giuridicità del potere, della giuridicità degli atti di colui che del potere è investito, nonché della dimensione giuridica delle istituzioni nelle quali il potere si trasforma in azione. Si vede così come nella dottrina bartoliana, il potere che non si collochi all’interno di una struttura giuridica che ne definisca oggettivamente la legittimità, la funzione e i limiti — struttura che prende la forma della iurisdictio — degrada in tirannide. This paper seeks to discuss how and in what theoretical directions Bartolus de Saxoferrato is confronted with the phenomenology of public power, in a time of great and deep social and political changes; in particular it is investigated how Bartolus raises and resolves the issue of compliance of the power to the rules of law. Therefore, it is possible to see that, in the doctrine of Bartolus, the public power which is not placed within a legal structure that defines objectively legitimacy, function and limits, is a tyrannical power. This structure, in doctrine of Bartolus, as in the doctrine of Glossators, takes the form of the iurisdictio.
Società e diritti
L’autore sottolinea l’importanza di una rifondazione della Sociologia giuridica ed economica sulle basi del pensiero tonioliano per rispondere alle esigenze di un radicale cambiamento di ritto della società contemporanea nel senso della acquisizione della dimensione valoriale ed etica dell’agire regolato.
Prospettiva Persona, 2019
Il problema politico degli eredi della tradizione sturziana è allora quello di dover ripartire, prima che dalle sigle e dai contenitori, dalla propria fede, dall’adesione autentica ai propri valori e da quella visione relazionale che è al cuore della dottrina sociale cristiana, mettendola al servizio di un processo di ricostruzione dei presupposti culturali e morali della società italiana, che richiede gratuità nell’impegno sociale e una forte attenzione ai temi della formazione umana, culturale e professionale delle nuove generazioni.
Griseldaonline, 2020
L’articolo analizza il romanzo Carnaio (2018) di Giulio Cavalli. Il testo rielabora la realtà che emerge dal discorso populista e razzista contemporaneo, al fine di immaginare un suo possibile sviluppo di tipo distopico. La società che ne deriva è governata da ciò che qui si definisce come zombiepolitica. Si tratta di una metafora per indicare un dispositivo di governo ideato per gestire tutte quelle categorie umane considerate dalla comunità come un eccesso, un altro da espellere al fine di preservare la quiete. L’obiettivo è quello di mostrare come il genere distopico sia utile per riflettere sui discorsi ideologici, attraverso la costruzione di mondi possibili che visualizzano quanto espresso dalla percezione del reale dell’ideologia stessa. The article analyses the novel Carnaio by Giulio Cavalli, published in 2018. It re-elaborates the reality descripted by the contemporary racist and populist discourse, to imagine a possible dystopic development of that reality. The society created by this novel is governed by a zombiepolitics. The zombiepolitics is a metaphor to indicate a government device to manage all human categories considered by the society as an excess, as a stranger to be expelled in order to preserve peace. The aim is to show how the dystopian genre is useful for reflecting on ideological discourses, throw the construction of possible worlds that visualize the worlds of ideological perception of reality.
DEMOCRAZIA TRA CRISI E NUOVE SFIDE A, 2024
Il popolarismo di Sturzo si presentava come una dottrina politica dello stato democratico, della quale il partito non era altro che una concretizzazione organizzativa; si poneva in contrapposizione al liberalismo razionalista e al socialismo statalista. Per Sturzo il popolo è innanzi tutto anti perfettibile e plurale. Non descrive solamente la classe lavoratrice, ma tutti i membri che ne fanno parte e che devono partecipare all’azione politica, in tutti i suoi livelli. Il popolo così inteso rappresenta il limite del potere; l’azione politica del popolo consiste proprio nella limitazione del potere. Per Sturzo il fine effettivo di ogni società è la persona umana in concreto, ciascun individuo, perché «tutto è attività personale dell’uomo, individuo e società; tutto è sua libera iniziativa». La principale norma di vita – osserva Sturzo – è quella del senso di responsabilità personale, sia privata che pubblica; senso di responsabilità che le dittature tentano di eliminare e le democrazie sviluppano e incrementano; la responsabilità così descritta si basa sul valore del limite e sull’impero della coscienza. Contro ogni forma di etica statale, contro l’esistenza di due morali, una collettiva e una individuale, Sturzo afferma che la morale è una ed è sempre e allo stesso tempo personale e collettiva, così come l’uomo è allo stesso tempo individuale e sociale. Il popolarismo di Sturzo nasce e si sviluppa in nome della libertà contro due monopoli, quello dello stato accentratore per tradizione liberale e quello marxista dei socialisti nel campo operaio. Il popolarismo si propone di riprendere in mano le due forze dello Stato e del Popolo in nome di una libertà uguale per tutti, senza monopoli politici ed economici, con un largo respiro delle autonomie locali, con una struttura nazionale vivificata dalla collaborazione tra classi. L’analisi sturziana, ad oltre cento anni dalla fondazione del Partito Popolare italiano, può tornare di estrema attualità e dare un notevole contributo al superamento della presente fase storica dove, i modelli populisti, stanno minacciando direttamente il patrimonio ideale e istituzionale delle democrazie rappresentative, di cui Sturzo e il Partito Popolare ne furono tra i maggiori teorici ed interpreti. Utilizzando fonti edite e inedite, interventi congressuali, lettere e carteggi di Don Sturzo, si vuole far emergere l’interpretazione del prete calatino della crisi dello stato liberale e della svolta dittatoriale italiana, in una prospettiva nazionale ed europea, sviluppata soprattutto negli anni dell’esilio, periodo intenso di attività politica e pubblicistica.
Saggio contenuto in H. Belloc, C. Chesterton "Partitocrazia", Rubbettino, Soveria Mannelli 2014
In Il populismo tra storia, politica e diritto, a cura di R. Chiarelli, Soveria Mannelli, 2015, pp. 275-288.
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Federalismi.it n. 22 2014, 2014
Il populismo contemporaneo, le sue attinenze con la filosofia politica tra dogmatismo e scetticismo ed i suoi limiti teleologici di azione , 2024
Società e diritti, 2022
Diritto Pubblico Europeo - Rassegna online, 2020
Il Merito: pratica per lo sviluppo, 2018
Jura gentium, XVIII, 2, 2021
Associazione culturale Relazioni, 2005
Sini, L., Andretta, M., 'Populismi, nuove destre e nuovi partiti: quali discorsi politici in Europa?', Pisa University Press, p. 19-34, 2018