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First appeared as part of the "Dossier Fenoglio" edited by Luca Bufano for "il Caffè illustrato", n. 7/8, 2002, pp. 50-59.
Cahiers d'études italiennes, 2004
del Dongo, così appare la morte in battaglia a Waterloo. Ce qui le frappait surtout c'était la saleté des pieds de ce cadavre qui déjà était dépouillé de ses souliers, et auquel on n'avait laissé qu'un mauvais pantalon tout souillé de sang […]. Une balle, entrée à côté du nez, était sortie par la tempe opposée, et défigurait ce cadavre d'une façon hideuse ; il était resté avec un oeil ouvert (Stendhal, La Chartreuse de Parme, cap. 3, ed. H. Martineau, 59). Cahiers d'études italiennes, n° 1, 2004, p. 105-118. * La bibliografia critica di riferimento è indicata per esteso in appendice : a testo si proporranno solo i rinvii puntuali. Per le citazioni dal Partigiano Johnny (PJ ; quando necessario, si specifica a quale delle due redazioni ci si riferisce con l'indicazione PJ1 e PJ2), si segue, anche per praticità, l'edizione dei Romanzi e racconti a cura di Dante Isella (1992, ricontrollata sempre su quella 2001), del quale sostanzialmente si accetta la ricostruzione della complessa vicenda compositiva ; per il testo del cosiddetto Ur-Partigiano Johnny (UrPJ) e per gli apparati critici e i documenti si ricorre all'edizione delle Opere diretta da Maria Corti (1978), mentre, per un commento a PJ, è d'obbligo il rinvio a quello curato da Claudio Milanini (2001). Gli Appunti partigiani (AP) sono citati dall'edizione a cura di Lorenzo Mondo (1994, ma alcune correzioni sono desunte dall'ed. Isella 2001), mentre per le altre opere narrative di Fenoglio si fa riferimento ancora ai Romanzi e racconti curati da Isella (1992, quando necessario indicata come : « ed.
First appeared as part of the "Dossier Fenoglio" edited by Luca Bufano for "il Caffè illustrato", n. 7/8, 2002, pp. 45-48.
This essay appears as introduction to the volume: Beppe Fenoglio, "Tutti i racconti", Torino, Einaudi, 2007.
“Fenoglio è uno scrittore che ti entra sotto la pelle...” Intervista a Margherita Fenoglio Centro Studi Beppe Fenoglio, Alba, 30 gennaio 2019.
Studi Novecenteschi, 2012
Epolis, 2005
Intervista di Alberto Pellegatta al pittore Giancarlo Ossola per EPOLIS in occasione dell'inaugurazione di SETTANTA (Milano 2005), prima mostra dello Studio d'Arte del Lauro di Milano
Nella memoria collettiva, il nome di Beppe Fenoglio (1922-1963) è legato, quasi esclusivamente, alla lotta partigiana, di cui fu protagonista in prima persona, e ai racconti e ai romanzi della resistenza, appunto, contro il nazi-fascismo. È noto il giudizio di Italo Calvino, secondo il quale la Resistenza italiana avesse trovato proprio in Beppe Fenoglio il suo cantore. Del resto, Calvino seguì l'esordio di Fenoglio scrittore, per conto della casa editrice Einaudi, in quanto giovane redattore Einaudi, incoraggiandolo, con queste parole, in una lettera datata 2 novembre 1950: «Caro Fenoglio, ho letto La paga del sabato […]. Ti dico subito quel che penso: mi sembra che tu abbia delle qualità fortissime; certo anche molti difetti, sei spesso trascinato nel linguaggio, tante piccole cose andrebbero corrette, molte cose urtano il gusto-specie nelle scene amorose-e non tutti i capitoli sono egualmente riusciti. Però sai centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che davvero mi sembra rara […]. Non ultimo merito è quello 03/12/24, 22:22 Ritratto (inedito) di un Beppe Fenoglio sportivo-Insula europea https://www.insulaeuropea.eu/2024/11/30/ritratto-inedito-di-un-beppe-fenoglio-sportivo/ 1/10 di documento della storia di una generazione; l'aver parlato per la prima volta con rigorosa chiarezza del problema morale di tanti giovani ex partigiani […]. Ora non posso dirti niente su eventualità di pubblicazione o altro. Tu sarai ansioso, lo capisco, ma devi ancora aver pazienza. Lo leggeranno altre persone. Io ti ho detto quel che ne penso io personalmente. Ti farò sapere qualcosa presto. Tu sta in gamba e continua. Cari saluti». Quel libro (La paga del sabato) non si fece, per alcune perplessità di Elio Vittorini, direttore della collana einaudiana dei «Gettoni», nella quale il libro sarebbe dovuto entrare. Fenoglio ne ricavò, nel 1951, due distinti racconti, Ettore va al lavoro, e Nove lune. Solo molti anni dopo, nel 1969, il romanzo sarebbe uscito nella sua unità e integrità narrativa, nella collana «Supercoralli» di Einaudi, postumo, dunque, e con la curatela di Maria Corti. Calvino stesso, nel tentativo di convincerlo, scrisse a Vittorini una lettera, il giorno 8 novembre 1950, pochi giorni dopo rispetto a quella scritta a Fenoglio, dicendogli: «Caro Elio, ti mando il manoscritto de La paga del sabato, di un certo Beppe Fenoglio di Alba […]. È un libro che ha molti difetti di lingua e di gusto (in certi punti rasenta la pornogra a); ma tutti difetti locali, eliminabili con poche correzioni. E ne salta fuori un robusto narratore, fuori da ogni compiacimento letterario, con un sacco di cose da dire […]. L'argomento era molto dif cile da trattare: ex partigiani che diventano banditi; e lui spiega tutto coi fatti, con una moralità tutta implicita […]. Insomma, spero che ti piaccia e che vada bene per la tua collana, perché-benché possa essere considerato un «neorealista» di stretta osservanza-non rifà il verso a nessuno e dice delle cose nuove». Beppe Fenoglio fu, dunque, scrittore e partigiano, come volle lui stesso che si scrivesse sulla sua lapide, traduttore dall'inglese, lingua per la quale, sin dall'adolescenza, aveva provato un totale trasporto. Nelle sue opere, tanto nei racconti, quanto nei romanzi, non solo abbondano vocaboli ed espressioni in lingua inglese, ma anche molti nomi dei suoi personaggi (alter ego di sé stesso) sono inglesi (Milton, Johnny, e così via). Del grande romanzo Il partigiano Johnny è giunta una redazione totalmente scritta da Fenoglio in inglese. Sul Milton di Una questione privata, Fenoglio riversa anche il sé stesso sico, sovrapponendogli caratteristiche siche che erano le sue: «Milton era brutto: alto, scarno, curvo di spalle. Aveva la pelle spessa e pallidissima, ma capace di infoscarsi al minimo cambiamento di luce o di umore. A ventidue anni, già aveva ai lati della bocca due forti pieghe amare, e la fronte profondamente incisa per l'abitudine di stare quasi di continuo aggrottato. I capelli erano castani… All'attivo aveva solamente gli occhi, tristi e ironici, duri e ansiosi, che la ragazza meno favorevole avrebbe giudicato più che notevoli. Aveva gambe lunghe e magre, cavalline, che gli consentivano un passo esteso, rapido e composto». Per il momento lascio le questioni storiche e lologiche, legate all'opera letteraria di Beppe Fenoglio, in penombra, riservandomi di tornare su di esse con un lavoro organico. Piuttosto, in questa sede, mi interessa mettere in luce un aspetto trascurato, nella critica, della personalità di 03/12/24, 22:22 Ritratto (inedito) di un Beppe Fenoglio sportivo-Insula europea https://www.insulaeuropea.eu/2024/11/30/ritratto-inedito-di-un-beppe-fenoglio-sportivo/ 2/10 duecento il 2 novembre dell'anno 1944». Per davvero, questo gura tra gli incipit più memorabili della letteratura italiana, di tutti i tempi (al pari, tanto per fare due esempi illustri, della prima terzina del poema di Dante, ovvero dei primi due versi della prima ottava del poema di Ludovico Ariosto). Secondo Charles Baudelaire, infatti, non esiste racconto degno di questo nome «se dalla prima parola non suscita l'interesse del lettore che deve giungere all'ultima riga per comprendere la soluzione nale». Sotto questo pro lo, alcuni racconti di Beppe Fenoglio non hanno proprio nulla da invidiare alla massima di Baudelaire. Molti dei suoi incipit, infatti, come ho dimostrato con quello del racconto I ventitre giorni della città di Alba, sono per davvero memorabili. L'arte del «narrar breve» ha avuto, nel Novecento, il suo maggior interprete (e teorico) in Ernest Hemingway, basti pensare a Morte nel pomeriggio, romanzo-saggio, che affronta proprio lo stile delle short story, no a diventare modello e punto di riferimento per tanti giovani scrittori della generazione di Beppe Fenoglio, e per lui stesso, ovviamente, che sentiva connaturata la vocazione al racconto. Chi scrive storie brevi deve saper omettere, lasciando però nel testo come una eco di ciò che non ha scritto, in modo da tenere inchiodato il lettore sulla pagina. Una retorica delle omissioni, che, comunque, dicono, anch'esse, esattamente come la dantesca retorica del silenzio, del non detto, che però dice, eccome, tra una terzina e l'altra del poema. Il lettore, di Dante, o di Hemingway, o di Fenoglio, prova la sensazione di leggere anche il non detto, l'omesso. Proprio in Morte nel pomeriggio, Hemingway precisa che: «Se un prosatore sa bene di che cosa sta scrivendo, può omettere le cose che sa, e il lettore, se lo scrittore scrive con abbastanza verità, può avere la sensazione di esse con la stessa forza che se lo scrittore le avesse scritte. il movimento dignitoso di un iceberg è dovuto al fatto che soltanto un ottavo della sua mole sporge dall'acqua». Esemplare, sotto questo pro lo, l'incipit del racconto di Fenoglio Gli inizi del partigiano Raoul, che coglie il protagonista in un momento cruciale della sua vita, tacendo, al lettore, quasi del tutto, la vita precedente: «Sergio P. partì una mattina da Castagnole delle Lanze per andare a Castino ad arruolarsi in quell'importante presidio badogliano. Aveva diciotto anni scarsi, un impermeabile chiaro, un cinturone da uf ciale e scarpe da montagna nuove con bei legacci colorati, ma rimaneva quello che era sempre stato sino a un minuto dalla partenza: un ragazzo di paese che i suoi sono possidenti e l'hanno mandato in città a studiare. E lo stesso rimase anche quando, perso di vista Castagnole, da una tasca sotto l'impermeabile tirò fuori una pistola nuovissima e ne riempì la fondina dando così un signi cato al cinturone da uf ciale. Aveva in mente di mettersi nome di battaglia Raoul». È la tecnica di tante storie brevi contenute nel poema dantesco, nelle quali protagonisti e vicende vengono ssate, come in un odierno tweet, in una o al massimo in due terzine, fulminanti, da sel e, nelle quali quel personaggio viene colto e immortalato nella sua frase o nella sua posa culminante della vita precedente, quasi mai narrata, il più delle volte taciuta, ma che il lettore 03/12/24, 22:22 Ritratto (inedito) di un Beppe Fenoglio sportivo-Insula europea
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R. M. Morano (ed. by), Narratori italiani del Novecento. Dal Postnaturalismo al Postmodernismo e oltre. Esplorazioni critiche: ventitré proposte di lettura, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012, 2012
by Pontrandolfo, Stefania & Riccio, Bruno, in Antropologia Pubblica, vol. 6, n. 2, pp. 203-208, 2020
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