Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2007, Palinsesti. Dimensioni e territorio variabili. Forme della scultura
…
9 pages
1 file
Enrico Cattaneo e il suo rapporto con 4 scultori attraverso la fotografia.
Studi di Memofonte, IX, 2012
This article deals with the use of photographic archives as a source for the art history of the Sixties. Starting from the analysis of the professional development of Enrico Cattaneo, photo amateur in the Fifties who established himself as professional photographer specialized in contemporary art in the following decade, the author investigates the meaning of documenting art through photography during that period. Some sequences from Cattaneo’s archive, which preserves several hundred thousand frames, were taken as example. The samples were investigated to retrace the circumstances that led to their production and to understand how they were later disseminated. Without losing sight of the photography as an object and of its descriptive value, a multidisciplinary approach is adopted for the analysis. If, on one side, images are to be seen as the constitutive element of the historical reality, starting from their production context evolving around the photographer, they are, on the other, the reflection of a newly acquired meaning, ensuing from the several distribution channels in which they converged in the following years.
Le Duché de Milan et les commanditaires francais (1499-1521), sous la direction de Frederic Elsig et Mauro Natale, Actes du colloque, Universite de Geneve, 30-31 mars 2012, Roma, 2013
A questo punto ci potremmo chiedere che cosa succede quando lo spettatore cinematografico fa il mestiere di storico. C'è un rapporto tra le due esperienze, e quale? In effetti -come dire? -il candore degli storici fa sì che quando gli si chiede come sono arrivati a scrivere certi libri[…]sembra sempre che i libri di storia siano nati da altri libri di storia: una cosa veramente folle, se ci pensate, una cosa proprio insensata. Mentre è ovvio che nell'esperienza di lavoro di uno storico, o di una qualunque persona, entrano un'infinità di motivi, di motivazioni, ecc. Qualcuno mi chiedeva: cosa consiglierei a un giovane storico? Leggere moltissimi romanzi -ho risposto: avrei dovuto aggiungere: e anche andare moltissimo al cinema. In effetti credo siano cose molto importanti per questo ipotetico storico in formazione (C. Ginzburg, Di tutti i doni che porto a Kaisàre …Leggere il film scrivere la storia, in La Storia al cinema. Ricostruzione del passato, interpretazione del presente, a cura di G. M. Gori, Roma, Bulzoni, 1994, pp. 151-152) Tra il novembre 2010 e l'aprile 2011 si è svolta a Napoli una lunga rassegna articolata in diciotto giornate intitolata Visioni e revisioni del Risorgimento nel Cinema italiano , curata da chi scrive e da Marcella Marmo. 1 I film sono stati scelti in base al loro valore 1 Promotore della rassegna è stato il Centro interdipartimentale per la Storia delle Società Rurali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, insieme al Dipartimento di Discipline storiche dello stesso ateneo, all'Accademia di Belle Arti di Napoli e all'Istituto campano per la storia della Resistenza Vera Lombardi. La facoltà di Giurisprudenza e la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria hanno gentilmente ospitato alcune delle giornate. Si dà qui l'elenco dei film proiettati:
Preface to a new edition of a long contribution by Enrico Castelnuovo, first published in 1973. The preface wishes to explain how and why Castelnuovo was interested in portraiture, what was the genesis of the contribution, what is its method, why it is still an important study on the theme and give some hints on the reception of this text.
Tesi di laurea, 2014
La ricerca indaga la fotografia di documentazione storico artistica negli anni Sessanta a Milano, sviluppando un percorso che procede dal contesto fotografico amatoriale nel secondo dopoguerra alla fotografia professionale degli anni Sessanta. Al centro dello studio si colloca l'attivit\ue0 del fotografo specializzato in arte Enrico Cattaneo, analizzata tramite un approfondimento sui materiali del suo archivio
Questo scritto è un'introduzione allo studio dei Canoni di Martini. L' immensa congerie dei canoni martiniani sfugge a una analisi superficiale perché troppo complesse vi sono le stratificazioni e le connessioni intertestuali: presupposto di una analisi più approfondita deve essere la catalogazione esaustiva di tutti i canoni sulle fonti originali.
testo derivato da Modelli d'arte e di devozione. Adeodato Malatesta 1806-1891, catalogo della mostra (Modena, Foro Boario-Reggio Emilia, Convento di San Domenico), Milano , 1998
Davanti al cavalletto di Adeodato Malatesta - caposcuola dalla vasta fama, dal 1839 direttore dell'Accademia di Belle Arti di Modena - sfilò la più antica nobiltà come la borghesia di recentissima ascesa: posarono i duchi d'Austria Este e i loro familiari come il patriota Ciro Menotti; una figura simbolo della Restaurazione come il conte di Chambord e la liberale Vittoria Trivulzio Carandini; Teresa Bertolini Cataldi Boschetti, prima dama di corte, e la Guardia Nazionale Nicola Spinelli. Nell'imponente corpus dei suoi ritratti - oltre cinquecento quelli enumerati nel pur lacunoso catalogo stilato ai primi del Novecento - Malatesta con sguardo disincantato restituisce la fisionomia, nonché la qualità individuale e la meteorologia interiore dei suoi personaggi. E alla "verità" morale Malatesta coniuga la "verità" storica: egli ferma sulla tela anche l'avvicendarsi delle varie stagioni della storia, attraverso una congiuntura quanto mai difficile e in movimento, sempre registrata con atteggiamento equanime. Un rigore documentario che tuttavia non gli impedisce di trasformarsi da testimone ad acuto interprete del suo tempo.
2022
I contenuti del presente volume sono pubblicati con la licenza Creative commons 4.0 International Attribution-NonCommercial-ShareAlike. Alcuni diritti sono riservati Realizzazione Editoriale GENOVA UNIVERSITY PRESS Palazzo Balbi Cattaneo sorge in posizione privilegiata rispetto a via Balbi [Fig. 1]-per cui costituisce una quinta scenografica-in stretto rapporto visivo con piazza della Nunziata e con la basilica della Santissima Annunziata del Vastato [Fig. 2]. La pianta irregolare che lo caratterizza è il frutto degli stratificati interventi architettonici che, come si vedrà nel dettaglio, ne modificarono più volte l'asse, spostando l'accesso originario-che si apriva su quella che è oggi denominata piazzetta Andorlini-in un primo momento su piazza della Nunziata e, in seguito, sulla Strada Balbi. Primo palazzo della via, esso corrisponde alla cosiddetta 'Domus Magna' dei Balbi, famiglia della nobiltà 'nuova', originaria della Val Polcevera e documentata almeno dal XV secolo a Genova, nella zona del 'Guastato' (attuale piazza della Nunziata). A seguito della riforma voluta da Andrea Doria (1528), quando la Repubblica di Genova assunse una forma ancor più fortemente oligarchica e le nobili casate genovesi furono suddivise in ventotto 'Alberghi' (consorzi di più famiglie, accomunate dallo stesso cogno
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Arte e Critica, n.73, 2013
"Quaderni della Bassa Modenese", n. 82 (San Felice sul Panaro, Modena), 2022
Archivio di storia della cultura, 2022
Artibus et Historiae, n. 70, pp. 61-82, 2014
Flash Art Italia, 2022
Palinsesti. Contemporary Italian Art On-line Journal, 2017
Accademia Raffaello Atti e Studi, 2023
Lavorando al cantiere del Dizionario Biografico dei Giuristi Italiani, 2013
Memorie e rendiconti, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, 2004