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2016
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Working on the principle that the style of writing outlines any trace of truth, I read Guido Neri’s works in order to reconstruct the expressive style of his writing as a sign of his peculiar way to engage himself philosophically. I have dwelled on certain issues: first of all the step backward recognized in his attention to get back to the symbolic conditions of the expressiveness of the reality; then the obliquity of the style as figure of an embodied relationship with the world. Thirdly his philosophical appointment, in dialogue with others and with the verticality of historical time, accompanied by a clear and exalted work of writing through which he has constantly taken distances from the feature of a philosophical writing expert. Finally I showed some hot topics of his thought that crossed it as the main themes both of his working and of his life: I refer in particular to the passivity and to the aesthetic experience.
2016
Remembering and thinking the intellectual experience of Guido Davide Neri leads to face up to the philosophy issue: yesterday (not just Guido’s education and teaching period, but even his philosophical one to which he dedicated his most explicit book on the topic: Aporie della realizzazione) and today. Guido Neri found in Patocka and in Kosik especially a very living theoretical philosophy that had the painful chance to become active in a political way. Probably, Guido Neri has gone on testing this philosophical model, working on Husserl and Merleau-Ponty, until his last studies on Caravaggio, turning it into his work’s program: a phenomenology of perception is an essential part of a philosophy history. One thing is certain: nowadays for the uncertain philosophy it won’t be easy to forget this program.
Materiali di Estetica. Terza serie, 2022
La morte di Guido Davide Neri, di cui quest’anno ricorre il ventennale, ha determinato la presa di coscienza – nei suoi maestri, amici, colleghi e allievi – dell’irreparabilità dell’evento, della definitività del venir meno di una voce così teoreticamente stimolante ed eclettica. Perdita tragicamente vissuta nella cerchia della sua frequentazione, ma, parallelamente, inserita nell’ampio contesto del dibattito culturale nazionale e internazionale, in cui Neri era organicamente inserito. Pare a noi, che non lo abbiamo conosciuto e gli siamo temporalmente più distanti rispetto a quanti ne hanno sinora scritto, quasi inusuale che, a un filosofo mancato da così poco tempo, sia stata consacrata una già così importante quantità di ricerche e studi. Al di là della retorica che spesso accompagna, in ambiente accademico, il ritiro dall’attività didattica o la scomparsa di un docente, e abituati alla necessità della sedimentazione storica per la messa a punto del bilancio storiografico, ci ha ...
In my paper I address Guido Davide Neri’s reading of Panofsky’s art theory formulated in his German works. I particularly focus on the critical objections raised by Neri in his introduction to the Italian anthology of Panofsky’s essays La prospettiva come “forma simbolica” e altri scritti, that he edited in 1961. In this text Neri rejects a dualistic rigid opposition of natural physiology of vision and cultural stylistic representation, as supported by the neo-Kantian Panofsky in his seminal essays on the iconological levels, and advocates a more nuanced approach, capable of connecting sensibility and style.
«Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro». Canone e anticanone nella tradizione linguistica e letteraria - GIORNATE DI STUDI DOTTORALI DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA TRE, 7-8-9 marzo 2018. Abstract: Questo paper intende analizzare le istanze di rinnovamento del canone del realismo che si esprimono nella rivista Il Contemporaneo dopo la crisi del 1956, tramite l’analisi della ricezione della letteratura francese nei contributi del giovane critico e traduttore Guido Neri. L’esame quantitativo e qualitativo della pubblicazione di letterature straniere nella rivista, e in particolare degli autori francesi recensiti e tradotti, mostra che, mentre la critica marxista fatica a rielaborarsi, tra le posizioni prescrittive di Alicata, il realismo critico di Salinari e il neopositivismo di Della Volpe, la letteratura straniera è il terreno in cui, grazie ai contributi di giovani collaboratori, si tenta in modo più spregiudicato la liberazione dal peso dell’ortodossia, costituendo una via per uscire dall’impasse del contenutismo e del sociologismo. Attraverso un processo di « appropriazione », la rivista ricorre alle letterature straniere per presentarsi come portatrice di un repertorio di autori, di poetiche e di criteri estetici relativamente inediti nel campo letterario italiano. All’interno della discussione sui rapporti tra avanguardia e realismo, la critica di Neri tende a disegnare un nuovo canone letterario al di fuori degli schemi vigenti negli anni della Guerra fredda, alternativo nello stesso tempo al realismo e alle prospettive anti-engagées delle neoavanguardie.
Si può provare «serenità» a un passo dalla tomba? Dopo anni di indifferenza ai classici e stentati studi liceali, Gozzano riscopre, attraverso Nietzsche, la voce di Socrate: l’uomo che accetta la morte, beve la cicuta, attende senza colpa. È un atto di conciliazione. Ora anche lui – come i maggiori modelli del suo tempo, Carducci, Pascoli, D’Annunzio – potrà mettersi in ascolto degli antichi: da Omero a Orazio, da Ovidio all’Anthologia Palatina. Ma il filtro è sempre Nietzsche: che lo porta e immedesimarsi in Socrate, gli addita la via del Buddha, orienta l’adesione a Francesco. Perlustrando lo scrittoio di Guido Gozzano, tra allusioni depistanti e manoscritti inesplorati, questo libro indica fonti e percorsi di lettura ignoti. Disvela finalmente l’origine dei suoi studi nietzschiani, individua nuove influenze francesi, da Heredia a Jean Lorrain a Pierre Loti, riconosce nella classicità una non meno esotica «cuna del mondo», cui ritornare, dopo lunghe diserzioni, con ironia di morituro. Un modo diverso di guardare a Gozzano, senza «gozzanismo». ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Examining the desk of Guido Gozzano, between misleading allusions and unexplored manuscripts, this book points to unknown sources and reading paths. It documents the rediscovery – tortuous but pervasive – of the Greek and Latin world (Homer, Horace, and the author’s decisive identification with Socrates), reveals new French influences from José-Maria de Heredia to Jean Lorrain and Pierre Loti, and recognizes the central role of Nietzsche’s philosophy and then explores its readings.This is a different way of looking at Gozzano, without ‘Gozzanism’.
Lettere. Da un filosofo di provincia, 2019
Genealogia di una strategia.
Introduzione e commento a I. Nievo, Storia filosofica dei secoli futuri, in Id., Opere, tomo II, a c. di U. Olivieri, Milano-Napoli, Ricciardi Treccani, 2015 (La letteratura italiana. Storia e Testi)
“The Black Notebooks as Thought Journals.” In Zur Hermeneutik der “Schwarzen Hefte,” Heidegger-Jahrbuch 11, ed. Alfred Denker and Holger Zaborowski. Freiburg: Karl Alber, 2017. Italian translation: “I Quaderni neri come diari filosofici,” tr. Massimo Mezzanzanica, Magazzino di Filosofia 10:29 (2016-17/B10): 13-30.
Mario Novaro, 'Scritti filosofici', a cura di Paolo zoboli e Elena Decesari, Interlinea, Novara 2022 (Studi, 106).
Nel 1927 Eugenio Montale definiva Mario Novaro «un poeta-filosofo al quale si deve anche uno studio in lingua tedesca sul Malebranche» e quarant’anni dopo, nel 1968, ricordava ancora l’«alto poeta oggi inspiegabilmente dimenticato» e la rivista di Oneglia da lui diretta. Novaro (Diano Marina, 1868-Forti di Nava, 1944) era stato infatti il direttore della leggendaria “Riviera Ligure” (1899-1919) su cui avevano pubblicato molti fra i più importanti poeti e scrittori del primo Novecento, da Pascoli a Pirandello, dalla Deledda a Capuana, da Papini a Gozzano, da Campana a Rebora, da Boine a Sbarbaro, da Saba a Ungaretti; ed era stato il “poeta-filosofo” di un unico e prezioso libro, 'Murmuri ed echi', accresciuto e limato dalla prima edizione del 1912 alla quinta del 1941 e oltre ancora, 'in limine mortis': la sua poesia era nata infatti dai suoi interessi filosofici (in filosofia si era laureato a Berlino nel 1893) e di essi aveva rappresentato l’esito ultimo. Nella presente edizione sono raccolti gli scritti propriamente filosofici di Novaro: dalla giovanile lettera 'A J. Simirenko' (1890) alla nota su 'La teoria della causalità in Malebranche' (1893), dalla monografia 'La filosofia di Niccolò Malebranche' (1893, per la prima volta qui tradotta in italiano) al saggio su 'Il concetto di infinito e il problema cosmologico' (1895), dalla 'Prefazione' ai 'Pensieri metafisici di Malebranche' (1911) a quell’Introduzione a 'Acque d’autunno' di Ciuangzè che, accresciuta dal 1922 al 1943, è viva testimonianza del suo lungo amore per il grande “poeta-filosofo” cinese del IV secolo a.C.
in Francesco di Neri da Volterra. La Madonna con il Bambino del Belvedere, a cura di G. Zanelli, Genova, 2013
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aa.vv. un'idea di scuola
«Atti della Accademia Ligure di Scienze e Lettere», s. VII, vol. V, a. 2023 [stampa: 2024], pp. [716]-739.
Novalis, Scritti filosofici, 2019
in Una macchina per pensare. Giampiero Neri prima e dopo Teatro naturale, a cura di Davide Savio, Novara, Interlinea, 2018, pp. 11-21
Luigi Iannone (a cura di), Ernst Nolte. Fascismo, Nazismo e Comunismo, Solfanelli, 2018
Comunicazione filosofia, 2024
«Studi Trentini. Arte», 94, 2, 2015, pp. 275-295.
vol. del progetto editoriale da determinare, Limina Mentis Editore, Villasanta; consegnato, e accettato per la pubblicazione con la conferma dell’Editore