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In dreams we distinguish the personal unconscious from a structure underneath (that which we call the collective unconscious), the energetic nuclei of which would be the archetypes. Normal man has no idea of this reality and experiences it therefore in projection. Through modern Jungian analysis one has begun to discover this substructure of the human psyche and to see that the motivations behind our fate stem from there, and, coming through the filter of the personal unconscious, modify and influence consciousness. In the analytical process we use the word integration for what happens, meaning that the ego relates to these contents, has an Auseinandersetzung, a confrontation, with them, recognizing them as the deeper part of its own psychic substructure. Now, what happens, actually, if you take a mirrored, symmetrical standpoint and look at the thing from the side of the archetypes ? The archetypes are the gods of polytheistic paganism. The Greek gods are the archetypes in the collective Greek psyche.
Feronia, la Dèa protettrice di Terracina, più antica della Venere a cui è dedicato il tempio erroneamente attribuito a Giove Anxur, protegge i limiti del "coltivato" contro la ferinità del caos sacro a Fauno e comprende nella sua protezione chi esce dalla condizione di schiavitù per divenire uomo libero, residuo di quello che era l'arcaico mito del "re del bosco di Nemi" e della Diana nemorense.
1. Il Signore Gesù, prima di ascendere al cielo, affidò ai suoi discepoli il mandato di annunciare il Vangelo al mondo intero e di battezzare tutte le nazioni: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,(15)(16); «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,(18)(19)(20) cf. anche Lc 24,(46) Gv 17,18; 20,21; At 1,8).
Natura Nascosta n.11, 1995
I moli di Marina di Ravenna-Porto Corsini sono stati costruiti nei primi anni '60 utilizzando oltre un migliaio di tonnellate di blocchi calcarei, dolomitici e, raramente, arenacei di varia provenienza. A Porto Corsini l' esposizione di numerose, anche se poco ampie, superfici di strato su blocchi calcarei biancastri e nocciola di età cretacica ha consentito il reperimento di impronte di dinosauro, in particolare un'impronta di teropode. La provenienza del principale blocco con impronte è risultata essere una cava di calcare presso Sarone (Prealpi Carniche sud-occidentali).
Alla fine degli anni '70, uno scavo illecito nel santuario demetriaco di San Francesco Bisconti, portò alla luce un torso calcareo dalla rilevante mole, i tombaroli sulle prime non seppero che farne: i quasi sei quintali di peso, gli oltre 2 m di altezza non ne agevolavano lo smercio. Senza indugiare oltre, decisero di sezionare l'imponente corpo femminile in tre pezzi. Da quel momento iniziarono le sofferte peregrinazioni della Dea di Morgantina che, come tanti reperti antichi finiti sul mercato clandestino, passò di mano in mano, con accomodamenti di ogni sorta, per essere infine riassemblata e corredata da una meravigliosa testa di candido marmo, rinvenuta nello stesso santuario, non molto distante dal luogo di ritrovamento del torso.
‒ The bronze statue of Paris by Euphranor is known thanks to Pliny 34. 77. It probably coincides with the bronze image of this hero set up in the agora of Parion in Propontis and recorded by Athenagoras, Legatio 26. 3-5. It may be the same bronze Paris brought to Constantinople, set up in the Forum Constantini and melted down in 1204, as it is argued from Niketas Choniates, De statuis 2. 5. This creation should be recognized in the Borghese/Ludovisi/Hamburg type of Paris and may have been promoted by the satrap of Dascylion, Artabazos.
Foran di Landri. Il Landri svelato: ricerche e approfondimenti su una grotta tra storia e folklore, 2019
Hypogean habitat has characteristic features: lack of sunlight, stable climate, limited food sources. Cave-dwelling species evolved morphological and physiological adaptations. They are categorized by adaptability in: trogloxenes (occasional cavernicoles), troglophiles (living in both hypogean and epigean habitats), troglobionts (true cavernicoles). The presence of freshwaters and subaerial areas allows Foran di Landri cave to host several subterranean species, mostly arthropods. Freshwater hosts crustaceans (the copepod Megacyclops viridis, the amphipods Niphargus julius and Niphargus sp. prope stygius, and the isopod Monolistra julia) and snails. Terrestrial fauna includes the spiders Meta menardi, Metellina merianae and Troglohyphantes fagei, a Julid millipede, several springtails, the cave cricket Troglophilus neglectus, the crane fly Limonia nubeculosa, the round fungus beetle Aphaobius cfr. forojulensis, and the ground beetles Laemostenus schreibersi and Anophthalmus fab-brii chiappai, as well as some bats. Moreover, trogloxenes are sometimes found in the entry hall. The features of taxa living in Foran di Landri cave are hereby described. L'ambiente ipogeo ha caratteristiche peculiari: assenza di luce, clima stabile, scarsità di risorse. Le specie cavernicole hanno evoluto adattamenti morfologici e fisiologici specifici. In base al loro grado di adattamento, esse sono suddivise in: troglosseni (cavernicoli occasionali), troglofili (vivono sia in ambiente ipogeo che epigeo), troglobi (cavernicoli obbligati). Il Foran di Landri, grazie alla presenza di zone subaeree e zone sommerse, ospita un discreto numero di specie cavernicole, soprattutto artropodi. Nelle acque vivono crostacei (il copepode Megacyclops viridis, gli anfipodi Niphargus julius e Niphargus sp. prope stygius, l'isopode Monolistra julia) e gasteropodi. La fauna terrestre include i ragni Meta menardi, Metellina merianae e Troglohyphantes fagei, un millepiedi julide, diversi collemboli, l'ortottero Troglophilus neglectus, il dittero Limonia nubeculosa, il coleottero colevide Aphaobius cfr. forojulensis e i coleotteri carabidi Laemostenus schreibersi e Anophthalmus fabbrii chiappai, oltre ad alcuni chirotteri. La sala iniziale è frequentata anche da troglosseni. Sono qui descritte le caratteristiche dei taxa presenti nel Foran di Landri.
La pubblicazione di un imponente lavoro dedicato a Friedrich von Spee non può passare inosservata, non solo tra gli storici ma in generale fra tutti i lettori interessati alle opere importanti della cultura europea 1. Il nome di Friedrich von Spee è legato a un libro che non si può leggere senza rac-capriccio per l'orrore che le sue pagine rivelano al lettore. La sua Cautio criminalis (1631) fu l'atto giuridico e morale di una deposizione a difesa delle streghe davanti al moderno tribunale dell'opinione pubblica. In que-sto senso lo si potrebbe definire un precursore del J'accuse di Zola se non si temesse di sminuirne la portata. Ben piú isolato e disarmato dell'intel-lettuale francese, Spee lanciò la sua denunzia contro tutti i poteri politici e religiosi dell'epoca, dall'imperatore cattolico della Germania ai suoi prin-cipi vescovi, alle università e al clero d'ogni colore e d'ogni obbedienza. Non solo: le sue pagine scoperchiarono senza paura l'intreccio di ferocia, superstizione e avidità che nel Seicento tedesco univa interi popoli di città e villaggi a sbirri, boia e confessori, tutti cooperanti nel torturare orribil-mente presunte streghe e maghi e nel mandarli inesorabilmente a morire tra le fiamme dei roghi. Il giovane gesuita tedesco aveva scritto quel libro di nascosto e lo fece uscire a stampa anonimo, sfuggendo cosí alla minaccia dei divieti che gli sarebbero piovuti addosso da ogni parte. L'apparato di potere politico-religioso era compattamente schierato a favore della caccia alle streghe: non solo imperatore e vescovi principi, università e tribunali ma perfino i due consiglieri spirituali e confessori dell'imperatore Federico e dell'arciduca di Baviera-ambedue gesuiti, l'austriaco Wilhelm Lamor-* Scuola Normale Superiore di Pisa; [email protected].
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ANNA LETIZIA CANDELISE, 2023
Lo Zimbawe a Biganzolo di Verbania , 2010
"TESTUALE- Critica della poesia contemporanea", n° 59 / 2017, www.testualecritica.it, 2017
Vincenzo Buccheri, Luca Malavasi (a cura di), La materia dei sogni: l’impresa cinematografica in Italia, Carocci, Roma, 2005