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SHOAH O LA SPARIZIONE DEL SENSO

2022

Abstract

Come de-scrivere la ? 1 o, forse, sarebbe meglio dire: come scrivere sulla ?, lasciando da parte le domande sull'origine storica e ideologica dei motivi scatenanti il genocidio del popolo ebraico appartenenti al palcoscenico per certi versi sempre un po' opaco della Storia. Per ora, non sono previste all'orizzonte contorni di soluzioni definitive, magari anche sbiadite, che potrebbero dare la parvenza di orientare direzioni di pensiero che, d'altro canto, non smettono mai di ramificarsi dinamicamente in possibili fioriture di senso. Provare ad attraversarle, seguendo il filo delle loro trame, potrebbe essere proficuo, qualora si sia disposti ad intraprendere percorsi, talvolta alternativi, senza segnali stradali che possano indicare sviluppi di pensiero già determinati a monte da particolari effetti di realtà, frutto dell'applicazione di categorie logiche i cui funzionamenti rispecchiano procedure meccaniche, entro cui il senso, mai del tutto univoco, rischierebbe di rimanere soffocato. L'interrogazione sull'origine delle condizioni di possibilità, ben prima del loro essere semplici cause, della scrittura, al fondo del fondo della sua essenza, a partire dall'evento indicibile della , potrebbe costituire uno dei possibili accessi, mediante cui attivare un attraversamento plastico, sempre disposto a rimettere in discussione le modalità del proprio movimento, alla base del quale non ci sarebbero rigide prassi regolari rispondenti a particolari protocolli d'azione garanti dell'effettiva buona riuscita del loro stesso operare. La scrittura, all'altezza della domanda sul senso trattenuto dalla , si tradurrebbe nella scrittura della fine, che memorizzerebbe, più o meno inconsciamente, nel proprio DNA, codici d'esperienze e di linguaggi umani talmente singolari che potrebbero mobilitare, se solo ascoltati, germinazioni di pensiero, ancora da compiersi, eppure già al di là delle loro possibili realizzazioni, addirittura oltre la spazialità e la temporalità dell'eventualità di per sé aperta dell'impossibile. 2 A patto di non concordare a monte principi teorici che garantirebbero e coordinerebbero a priori una metodologia programmata, indirizzata al perseguimento, in ultima analisi, di determinati fini a scapito di altri, le cui ricedute in diversi ambiti del sapere sarebbero più o meno legati, forse addirittura inconsciamente, ad una particolare ideologia e cultura. Una scrittura, che non abbia a cuore l'imprevedibilità della propria singolarità nella forma della parola, non potrebbe avvenire nell'evento di un dire, la cui radice assumerebbe il rischio di essere esposta a particolari condizioni eterogenee accidentali, benché in parte necessarie, che potrebbero pregiudicare le sorti dell'accadere, consumandone la portata effettiva che, in quanto oggetto culturale, avrebbe su un determinato orizzonte d'attesa. Una delle possibili più attigue al dire e al suo cuore pulsante, ovverosia il linguaggio, sarebbe allora non l'essere, ma il nulla, a cui aderirebbe la parola, mancante di carta d'identità e/o passaporto per un'ipotetica meta, che si traduce anche in un'origine non definita e definitiva, là dove questo luogo, assente in una qualsivoglia geografia terrestre o immaginaria, è da collocare, forse, oltre il confine della legittimità di ogni possibile dire. Il nulla, alla cui soglia ci si potrebbe almeno accostare, sarebbe uno spazio inespresso potenzialmente fertile, qualora la parola fosse disposta a con-cedersi, avvenendo nell'eventualità del dire attraverso una sorta di attuazione-in-divenire che eccede la materialità del Libro 3 dove riposa in attesa di chi esponga sé stesso all'ascolto di una lettura che paradossalmente effettuerebbe il testo medesimo. Come se si fosse letti da un Libro la cui consistenza si reggerebbe su uno sguardo impegnato a leggere tra le righe le trame di chi sia disposto ad attraversarlo per lasciarsi, al contempo, attraversare senza riserve, non senza una qualche forma di timore da fugare, nel momento in cui consensualmente si permetta ad esso di dire ciò che ha da dire senza interruzioni o sospensioni intenzionali che potrebbero minare l'effettività dell'evento del suo accadere. Un Libro, dunque, senza pagine incollate ad un supporto materiale, magari fatto di pelle e dotato di una fine rilegatura, strutturalmente mancante di titolo, capitoli, paragrafi, note e postille: l'antilibro per antonomasia. La sua finalità non avrebbe scopo alcuno prefissato, se è vero che il suo stesso costituirsi, dichiaratamente processuale, è caratterizzato intrinsecamente da un'apertura incondizionata, ancora da in-scriversi, ai margini della quale potrebbe trovare significato il trauma dell'esperienza di morte del popolo ebraico.