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2023, Dalla storicità forte alla storicità debole, La nuova fenomenologia del poetico, la Poetry kitchen
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Dalla storicità forte alla storicità debole della poesia di oggi Con tre poesie kitchen di Francesco Paolo Intini, Marie Laure Colasson, Giuseppe Talìa a cura di Giorgio Linguaglossa Ha scritto Lucio Mayoor Tosi sulla rivista on line lombradelleparole.wordpress.com: «Quanto alle parole non so. Per il fatto che oggi ti vengono date gratis sembra non abbiano alcun valore; però, scegliendo e accostando e disaccostando scarti, rifiuti, oggetti d'epoca, linguaggi dismessi ecco che la poiesis riprende vita».
L'Identità di Clio (www.l'identitadiclio.it), 2023
Recensione a: Massimo Mugnai, "Come non insegnare filosofia", Cotina, Milano 2023
F. D’Avenia (ed), La storia, gli storici (ed. orig. 2004), 2012
Il tema dell'articolo è il rapporto fra modernità e violenza nel pensiero sociologico. Si propone una rico-struzione dei principali contributi, a partire dall'analisi marxista della violenza quale 'levatrice della storia' fino a quella baumaniana riguardante l'Olocausto quale paradigma della modernità: ad un estremo, dunque, la vio-lenza come processo fondante la modernità, all'altro la modernità come condizione necessaria per lo sviluppo di una specifica nuova forma di violenza. Fra tali due poli, una serie di riflessioni riassumibili in una dicotomia di fondo: da una parte quanti contrappongono processo di modernizzazione e permanenza della violenza (Elias, Pinker, Touraine); dall'altra coloro che vedono una correlazione fra esse (Foucault, Francofortesi). Nell'ultima parte, infine, viene considerato un particolare tipo di violenza, quello nei confronti degli animali non-umani, sottovalutato in letteratura, e le cui caratteristiche assumono dinamiche tipicamente 'moderniste'. Abstract: The article focuses on the relation between modernity and violence in sociological tradition. We propose a reconstruction of main contributions, from Marxist analysis of violence as the 'midwife of history' until Bau-man's work about Holocaust as paradigm of modernity: at the one side violence as a foundational process of modernity, at the other modernity as necessary, but not sufficient, condition for the development of a new specific form of 'modernist' violence. Between these two extremities, a number of reflections that can be summed up in a general dichotomy: those who counterpose modernization process and permanence of violence (Elias, Pinker, Touraine); and those who see a correlation of these two elements (Foucault, Frankfurt School). Then, in the last part of the article, we consider a specific form of violence, toward non-human animals, underestimated in literature, and whose characteristics assume typical dynamics of modernity. IntroduzIone La violenza è uno dei principali temi affrontati dal pensiero sociologico: trat-tata come fenomeno a sé stante o come corollario di argomenti affini (potere, con-flitto, devianza), la violenza (in particolare la sua riduzione, la sua regimentazio-ne e la sua istituzionalizzazione) rappresenta fin dagli albori della disciplina una delle principali variabili utilizzate per spiegare la modernità. Va tuttavia precisato come la 'fortuna' del tema abbia vissuto fasi alterne: se ne trova ampia trattazione nell'epoca dei cosiddetti 'classici', mentre la sua rilevanza tende a scemare nel periodo successivo la Seconda Guerra Mondiale, per poi tornare ad essere centrale a partire dagli anni '90 del secolo scorso (Malesevic, 2010; Walby, 2012). Tale suddivisione, efficace per quanto chiaramente approssimativa, si può leggere sulla base di due precise dinamiche: da una parte la repulsione dovuta al tragico epilogo del secondo conflitto mondiale, con i sei milioni di Ebrei sterminati e le tragedie di Hiroshima e Nagasaki; dall'altro l'affermarsi del pensiero struttural-funzionalista in sociologia negli anni '40-'50, che pose il focus sull'ordine piuttosto che sul conflitto e sul mutamento. Il tema del presente articolo è, dunque, il rapporto fra modernità e violenza. Nella prima parte del saggio verranno ricordati in modo particolare due autori, il più classico dei classici, Marx, e il più classico dei contemporanei, Bauman, prendendo a riferimento i due testi che più di tutti nella loro produzione affrontano il tema della violenza nel suo rapporto con la modernità: da una parte Il Capitale (con specifico riferimento ai capitoli XXIV e XXV del Primo Libro), dall'altra
2012
Questo volumetto raccoglie gli atti di un dibattito svoltosi presso la Facolt\ue0 di Lettere e Filosofia di Palermo il 29 novembre 2000. Il tema della discussione, \u201cla storia, gli storici\u201d, riguardava i manuali di storia in uso nelle scuole superiori, con l\u2019intervento non solo di professori universitari di storia, ma anche di docenti di alcuni licei palermitani, in un confronto \u2013 tanto interessante quanto raro \u2013 tra mondo universitario e mondo scolastico. La scelta del tema non era ovviamente casuale ma rispondeva a un\u2019esigenza ben precisa: discutere il contenuto di due mozioni presentate rispettivamente presso il Consiglio regionale del Lazio e, pochi giorni dopo, presso l\u2019Assemblea Regionale Siciliana, da parte di alcuni esponenti di un partito politico
In this paper I consider some historical development of anthropology in the early modern age and the problem of methodology. I propose to distinguish five basic groups of problems which overlap occasionally, but significantly. On this basis, I further analyse the debate between two distinguished Italian researchers, Giuliano Gliozzi and Sergio Landucci, reconstructed by Landucci himself in a recent revised edition of his I filosofi e i selvaggi. Both researchers shared a critical attitude towards the early stances of historians of ideas; yet they developed rather different methodologies and were both scrupulous enough to revise them when necessary. It is argued that although a highly complex theme like early anthropology requires the conjoined efforts of a multiplicity of disciplines, their specific methodologies should be carefully kept apart.
Storia della scienza, I. La scienza antica, Sez. B. Scienza antica, pp. 177-180. Edited by S. Petruccioli. Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana., 2001
potessero far retrocedere gli eventi di un n:cente passato, co me la guerra contro gli Assiri (VII sec.) , fìno ai tempi di Djeser (XXVIII sec.), dimostra quale scarso valore Fosse attribuito all'esatteu2 storica.
Sono alcuni giorni che si è generato un complicato dibattito in rete a partire da alcune affermazioni di Piergiorgio Odifreddi sull'Olocausto, il nazismo, e via via l'ermeneutica storica, lo statuto di verità di della disciplina storica stessa. Odifreddi ha fatto il punto su questa polemica che lo ha visto come oggetto, più che come soggetto del discutere, nel post precedente, rispondendo a Christian Raimo che qui, sua volta, indirettamente (rispondendo a Quit the Doner) lo chiamava molto direttamente in causa. In questo intervento spostiamo l'attenzione su alcune questioni di metodo che investono la storia, il suo uso pubblico, e la funzione dell'intellettuale nel dibattito pubblico.
a cura di Giuseppe Battelli e Daniele Menozzi Estratto vieHa GIUSEPPE BATTELLI Il "mestiere" dello studioso di storia 2. Ivi, p. 163. 3. M. Bloch, Apologie pour l'histoire oa Métier d'historien, Paris 1949. «Da qui la sua [di CantimoriJ preferenza a definirsi studioso di storia e non "stori co'· ... }) (G. Mieeoli, La ricerca storica come ((storia positivQ), in «Studi storici», 34 [1993J, pp. 757-768, p. 760). 4. Sarà lo stesso Miecoli a richiamarla, indicandone una puntuale colloca zione: «Più da lontano, dalla mia fOlmazione e dalla mia militanza cattolica della prima metà degli anni '50 ... » (Per continuare la discussione ... , in «Rivista di sto ria e letteratura religiosa», 32 [1996J, pp. 416-433, p. 429). Sul peso di questa giovanile dimensione di fede nell'orientare le indagini storiografiche di Miccoli tra gli anni Cinquanta e l'inizio anni Sessanta ha insistito, con acume, O. Capitani, Dove \"O la storiografìa medioevale italiana?, in «Studi medievali», III s., 8 (1967). pp. 617-662, p. 644 nota 44. 5. Precisa::ioni dopo Trieste: la nostra funzione di universitari cattolici, in «Ricerca», 10 dicembre 1955, pp. 1-2; In margine al decennale della Resislen::a, ivi. p. 3; Le '"ie degli intellelluali di oggi, ivi, IO febbraio 1956, p. 3; /v/omenti del Il "mestiere" dello studioso di storia poco più che ventenne per i problemi del proprio tempo e per il compito/impegno che doveva svolgere a riguardo un intellettuale. Non conosco materiali, a tutt'oggi editi, che permettano un'analisi approfondita della questione; gli scarni elementi disponibili con sentono tuttavia di intravvedere in quel percorso giovanile un in treccio di problemi, sollecitazioni, letture, di varia appartenenza culturale e ideologica: Maritain,6 Congar e Chenu,7 i preti operai,8 il proprio "mito politico" Dossetti,9 Gramsci. dibattito politico e culturale intorno all'Università italiana, ivi, p. 4. Gli articoli vennero scritti mcntre ricopriva a Roma il ruolo di incaricato per la cultura della Fuci nazionale (intervento di Miccoli in: Il ruolo della Faci e del movimento cat tolico nella vita del paese, ivi, n.s., 13 [1997J, nr. 10-12, pp. 32-34, spec. p. 32). Il citato numcro di «Ricerca» del IO febbraio 1956 venne mandato al macero prima della distribuzione perché nell'editoriale Miccoli stigmatizzava i recenti ripetuti episodi nei quali la forza pubblica era intervenuta in Italia meridionale contro i dimostranti (la sua testimonianza in Il ruolo della FlIci, p. 34). 6. «Qui si aprirebbe la questione delle ascendenze, delle radici di questi at teggiamenti. Certamente ascendenze francesi: Maritain -facevamo in realtà un po' di minestrone -, il gruppo di Esprit» (ivi, p. 33). 7. «Fu Frugoni a portarmi a Pisa e a falmi leggere, nei pl'imi mesi del 1955, Jalons pour une théologie du laicat del padre Congar, e ad indirizzanni alla lettu ra di alcuni scritti medievistici del padre CheDU» (Gli «Incontri nel Medio Evo» di Arsenio Frugoni, in «Studi medievali», III s., 24 [1983J, pp. 469-486, p. 470; an che in Per continuare la discussione ... , p. 429). I rinvii bibliografici presenti nelle pubblicazioni di Miccoli dclla seconda metà anni Cinquanta consentono di ipotiz zare come tra quegli scritti medievistici di Chenu letti per indicazione di Frugoni ci fosse soprathltto Moines, clercs, laicat au carrefollr de la vie évangéliqlle (Xl!' siècle), in «Revue d'histoire ecclésiastique», 49 (1955), pp. 59-89; giudicato in seguito «suggestiva e fondamentale sintesi» (Orientamenti bibliografici, in E. Per roy, Il J'v/edioevo. Espansione dell 'Oriente e nascita della civiltà occidentale, Fi renze [1958J, pp. 551-572, p. 564) e «fondamentale saggio» (Chiesa gregoriana. Ricerche sulla Riforma del secolo Xl, Firenze 1966, p. 288 nota 164). Sui Ja!ons di Congar egli tornerà più volte in La questione della laicità nel processo storico contemporaneo, in Fra mito della cristianità e secolari:::zazione. Studi sul rap porto chiesa-società nell 'età contemporanea, Casale Monferrato 1985, pp. 474 498), affelmando tra l'altro: «Le pagine del padre Congar su questi problemi re stano, mi sembra, fondamentali» (ivi, p. 495). Interessanti peraltro i rilievi mossi dallo stesso Miccoli alla scuola teologica francese del secondo dopoguerra in Bi lancio di lIn pontificato, in «Mondo nuovo», 21 luglio 1963, pp. 17-18. 8. La prima pubblicazione di Miccoli fu se non erro una recensione ai volu mi di G. Cesbrol1, Les saints vont en enfer, Paris 1952, e 1. Anglade, Le chien du Seigneur. Roman, Paris 1952 (G. Niccoli [sicJ, L'esperimento de! prete operaio,
Alberto Cavaglion riflette sull'uso politico delle biografie, sulla selezione delle fonti per ricostruirle, sulla contestualizzazione degli episodi: quando la storiografia invece di essere «studio pacato di alcuni aspetti dell'animo umano», diventa una requisitoria; quando invece di avvicinarsi con riguardo al passato, diventa una rivendicazione di superiorità morale dei posteri; o ancora un modo per affermare la propria autorevolezza in un campo disciplinare. Cavaglion parte dai più recenti episodi di un lungo «processo» allo storico dell'età antica Arnaldo Momigliano (1908-1987), imputato di compromissione con il fascismo fino alle leggi razziali del 1938, avviato sulle pagine della rivista Quaderni di storia di Luciano Canfora sin dai primi anni Ottanta.
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«Quaderni Culturali delle Venezie» dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, 2019
in «Genesis», n. I/1, 2002, pp. 283-290, 2002
Fonti storiche e letterarie – Edizioni cartacee e digitali
gender/sexuality/italy 9, 2022
Per la Didattica della Storia, 2011
Ad Limina. Percorsi storiografici di frontiera
"Genesis" XVII / 2, Per Anna Rossi-Doria, a cura di Vinzia Fiorino e Paola Stelliferi, 2018
«Spolia. Journal of Medieval Studies», 2016
Vetera christianorum, 2003
https://www.lidentitadiclio.com/una-didattica-pro-o-contro-la-storia/, 2019