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2019
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In un documento accadico di 5ausgamuwa di Amurru trovato ad Ugarit la prima persona singolare del presen te G del verba na~aru occorre nella gratia [a]-na-ZUR (r); nelia trasli tterazione, ]. N ougayrol propone di leggere [a]-na-~arx. La forma con il morfema {a} dopo la seconda consonante radicale e regolare nel presen te di na~aru (2): la proposta di N ougayrol e quindi allettante e si sarebbe tentati di estendere l'uso del valore~arx agli altri casi in cui una forma del presente G di na~aru e scritta con il segno ZUR (3). La sola testimonianza delle forme di na~aru non sarebbe sufficiente per postulare il nuovo valore~arx, data la presenza di almena un caso in cui {u} e sicuro (4). Ma vi e un altro caso che e passato inosservato e in cui il val ore~arx per ZUR si adatta ugualmente bene. In un testa giuridico di Ugarit (5) si legge: KU.BABBAR ZUR-pu (6); la stessa forma si trova nei (I) MRS, IX, p. 145 (17-318 +) 4'. (2) Per la documentazione relativa al periodo di Ugarit si veda E. Ebeling, in VAB,
in: Verborum violis multicoloribus. Studi in onore di Giovanni Cupaiuolo, a cura di S. Condorelli - M. Onorato, Napoli 2019, pp. 15-30
La prima nota riesamina il discusso problema dell’espressione comes experientis Ulixei di Ov. met. 14.159 e ne propone una soluzione coerente con la logica narrativa dell’episodio. La seconda analizza le modalità di utilizzazione, in 14.181 ss. e 204 ss., del modulo espressivo vidi / vidi cum ...
The paper proposes two small emendations to the text of Apuleius' Metamorphoses. At 10,25,1 cui minime par erat (instead of the transmitted quae minime par erat, accepted by all modern editors) solves several problems of meaning and syntax. At 11,12,1 the transmitted ornatum, again printed by all editors, is understandable although not in the way suggested by all translations and commentaries so far; however, the very easy emendation ornatus (first introduced with no discussion in a German bilingual edition and possibly inspired by Floridus' paraphrasis or Vallette's translation) would greatly improve the text and should at least be considered in apparatus.
Humanistica Lovaniensia 68.1 (2019), 229-235
This paper proves that a quotation Budé ascribed to “Theodore Gaza’s Laelius” was actually taken from Gaza’s Greek translation of Cicero’s Cato maior de senectute. Moreover, Budé cites an excerpt from George Scholarios’ Confessio fidei posterior, a work with which Budé got acquainted thanks to histeacher George Hermonymos, who translated it into Latin
in P. d’Alessandro - A. Luceri (curr.), Doctissimus antiquitatis perscrutator. Studi latini in onore di Mario De Nonno, Roma 2024, pp. 46-61 1. Sull'Erigona di Accio. 2. inc. inc. XXXVIII, 73-75 Ribb.1-2-3 = adesp. F 50 TrRF. La prima nota propone una ricostruzione dell’Erigona di Accio. I momenti cruciali della vicenda dovevano essere l’uccisione di Alete, narrata da un nunzio, e la tentata uccisione di Erigone, rappresentata sulla scena e impedita dall’intervento di Diana. Buona parte del dramma era dedicata al processo di Oreste, che si concludeva con la sua assoluzione. La seconda nota riguarda un frammento tragico adespoto, tramandato da Cicerone, nel quale un personaggio giunto dall’Ade descrive le fatiche del suo viaggio. È probabile che esso appartenesse (come sosteneva già Ribbeck) alle Troades di Accio, piú precisamente a una scena nella quale era rappresentata, come nella Polissena di Sofocle e prima che nelle Troades senecane, l’epifania di Achille. The first note proposes a reconstruction of Accius’ Erigona. The crucial moments of the plot should have been the killing of Aletes, narrated by a nuntius; and the attempted killing of Erigone, represented on the scene and prevented by Diana’s intervention. A significant portion of the drama was dedicated to Orestes’ trial, which ended with his acquittal. The second note deals with an adespotic fragment, transmitted to us by Cicero, in which a character from Hades describes the hardships of his journey. It is likely that such a fragment belonged to Accius’ Troades (as Ribbeck already stated) and, more precisely, to a scene in which Achilles’ epiphany was represented, as in Sophocles’ Polyxena and before that in Seneca’s Troades.
Commentaria Classica VII, 2020
The present note provides two textual contributions to Ambrose’s De paradiso. At 3,15, the author proposes to interpret as a gloss the relative clause Phison, qui secundum Hebraeos Pheoyson dicitur, and to emend the transmitted Lydia into Lycia, in order to better explicate the presence in that region of the river Phison-Ganges. At 5,29, a different punctuation clarifies Ambrose’s reference to the collocation of the tree of the knowledge of good and evil, allowing to dismiss Erasmus’ conjectural integration ἐν μέσῳ τοῦ παραδείσου. The corrupt nomina Graeca of the following sentence have to be placed between cruces, but one hypothesis on the possible original reading is also suggested.
Il calamo della memoria. Riuso di testi e mestiere letterario nella tarda antichità. VI, a cura di L. Cristante e T. Mazzoli, 2015
In the poem De Iona, one of many exametric poems of biblical paraphrase, the anonymouspoet seems to combine scholastic and literary style and a firm pedagogical intent. He narres only a few events of the Jonah’s story from the Genesis, because he interprets it as an example of repentace and conversion. The textual and critical analysis of two passages (v. 15-17 and 58-60) aims to confirm the ideological approach of the poet and illustrates his literary style.
in "Prospettiva", 141-142, 2011 (2012), pp. 153-157, 2013
"Il pittore Gaudenzio Ferrari è attestato dalle fonti antiche anche come autore dei progetti per le carpenterie lignee e le cornici delle proprie opere: il contributo si sofferma su due importanti pale uniche, private della cornice lignea originaria, la cui struttura è tuttavia suggerita da alcuni documenti secenteschi. Il primo caso è la pala con il ‘Matrimonio mistico di Santa Caterina’ nel Duomo di Novara, datata agli anni intorno al 1534; il secondo è la celebre ‘Pala degli Aranci’ nella chiesa di San Cristoforo a Vercelli, commissionata nel 1530. "
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Papyrologica Lupiensia, 2017
Bollettino ASAC, 2013
AsiAna 1 - Firenze University Press, 2019
Amore per l'antico. Dal Tirreno all'Adriatico, dalla Preistoria al Medioevo e oltre. Studi di antichità in ricordo di Giuliano de Marinis, 2014
Rivista di teologia dell'evangelizzazione, 2020
Bollettino della Badia greca di Grottaferrata III s., 14 (2017), pp.223-238, 2017
D. Mastrantonio, V. Bianchi, M. Marrucci, O. Paris, I. Abdelsayed & M. Bellinzona (a cura di), Repetita iuvant, perseverare diabolicum: un approccio multidisciplinare alla ripetizione, Siena: Edizioni Università per Stranieri di Siena, pp. 99-108., 2023
Ethiopica et Orientalia. Studi in onore di Yaqob Beyene, a cura di A. BAUSI - A. BRITA - A. MANZO, Studi Africanistici, Serie Etiopica 9, Università di Napoli "L'Orientale", vol. 1, pp. 251-256, 2012
Les Cahiers de l'AARS 22, 2021
Tideo Acciarini maestro e umanista fra Italia e Dalmazia. Atti del Convegno internazionale di studi, Macerata, 21 ottobre 2011, a cura di Silvia Fiaschi, Macerata, Eum – Edizioni dell’Università di Macerata, 2014