Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2020, "Di qui Spagna et Italia han mostro / chiaro l’onor": Estudios dedicados a Tobia R.Toscano sobre Nápoles en tiempos de Garcilaso, 2020, ISBN 978-84-490-8973-2, págs. 441-450
Tra i mss. del Gervasio e il corposo carteggio si ritrovano non pochi riferimenti agli autori napoletani gravitanti attorno all'Accademia Pontaniana:
Giornale Storico della Letteratura Italiana, 2022
Il presente articolo propone una lettura della novella 26 del «Novellino» di Masuccio Salernitano (1476) individuando nel testo un’originale rielaborazione del modello narrativo del «Lanval» di Marie de France, riletto alla luce della contemporanea concezione umanistica dell’amicitia. Mentre nel racconto originale l’amore dei protagonisti non può essere rivelato per la natura soprannaturale della dama (e in implicito accordo con i codici dell’amor cortese), nella novella la protagonista si preoccupa piuttosto di proteggere la propria reputazione dalla sconsiderata divulgazione di segreti fra amici che, lungi dal rappresentare l’ideale di perfetta virtù in voga nel Quattrocento, ne incarnano piuttosto una spietata parodia. Sarà così messa in evidenza l’ampiezza e la varietà del retroterra culturale di Masuccio, che include oltre ai modelli d’oltralpe anche la produzione umanistica coeva, finora poco valorizzata dagli studi.
Estratto da Maggio Musicale Fiorentino - Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco nel 50° anniversario della morte. Luglio 2018.
Edizioni del Galluzzo, Traditio et raenovatio, 5, 2010
A CURA DI LUCA CARLO ROSSI FIRENZE SISMEL • EDIZIONI DEL GALLUZZO 2010 ^^^^ ^r^^ya. SOMMARIO VII Premessa del curatore IX Salutati, Valla e il mito di Ercole, di Claudia Villa LE STRADE DI ERCOLE. ITINERARI UMANISTICI E ALTRI PERCORSI SISMEL • Edizioni del Galluzzo c.p. 90 I-50023 Tavatnuzze -Impruneta (Firenze) INDICI Indice dei manoscritti Indice dei nomi -A4t, tutu. /U^-kvx
Questo scritto fu composto intorno al febbraio-marzo del 1970 in occasione di una conferenza che tenni in Roma presso un'associazione italo-tedesca che recava il nome di "Cuncti gens una". All'epoca, anche se era da poco trascorso il centenario busoniano, il compositore godeva (si fa per dire) della totale ignoranza presso il gran pubblico ed era ricordato soprattutto come il pianista e il trascrittore delle musiche di Bach; la questione che ancora teneva banco era se Busoni fosse da considerarsi più tedesco che italiano o viceversa. Di questo dibattito qui ne rimane gran traccia, ed occupa tanto di quello spazio che oggi non gli dedicherebbe alcuno in un serio articolo. Lo scritto è quindi, molto datato, sia sotto questo punto di vista, sia per non considerare la non indifferente quantità di materiale pubblicato su Busoni negli ultimi decenni, sia, non ultimo, per la giovanile età dell'autore che si esercitava allora nella sua prima critica musicale, puerilmente alimentato più dall'entusiasmo verso colui che divenne nella sua vita semplicemente «Il Maestro», che da una vera e propria analisi critica. Ma al di là di alcune ingenuità espressive e di pensiero, le righe conservano un certo valore, non solo affettivo ma anche di testimonianza di vita, specie per l'autore, che ora sottolinea con soddisfazione che all'epoca in cui la gioventù a lui coetanea sciupava il proprio tempo appresso a gruppetti di musica di cui, grazie a Dio, non è rimasto nulla, almeno assai poco, egli scriveva su Busoni. Per questo motivo nel pubblicare in internet questo breve saggio, di esso non ho cambiato nella sostanza quasi nulla, ad eccezione di qualche aggettivazione troppo retorica (giudicata con il senno di poi) e di qualche lieve correzione formale. d'animo, con un pathos che è anche il nostro: ci appropriamo di quel modo di pensare, proviamo le medesime emozioni del compositore. Ma se di stile si può parlare per ogni compositore, per Busoni questo vocabolo è, a seconda di come lo esaminiamo, ricco o povero di contenuto. Se parliamo infatti di espressione, di individuazione, di coerenza, da questa angolazione Busoni possiede sicuramente uno stile. Se parliamo, al contrario, di stile nel senso che tentiamo d'individuare sotto una determinata forma, un'etichetta, tutta o gran parte della sua composizione, la parola è senz'altro insufficiente: di unico stile per Busoni si può parlare soltanto ad una condizione: che si intenda per stile quello che altri chiama individualità. La differenza è fine, ma la seconda parola è di contenuto più ampio della prima, perché con essa s'intendono indistintamente tutte le pulsioni, le emozioni che spingono un individuo ad agire, tutta la sua humanitas, tutto il suo sentire, tutto il suo partecipare alla vita. Così come non si potrà dire, ad esempio, che Beethoven è tutto romantico (nel suo romanticismo ci sarà sempre un po' di retaggio di idee classiche e profezia di futuro), egualmente non potremo dire che Busoni si esaurì in un solo movimento stilistico. In vita Busoni fu attratto infatti da vari e diversi accidenti, si passi il termine altamente improprio, ma non ne ne fu mai dominato, cercò, al contrario, di dominare tutto, di far confluire ogni particolare, quasi un tassello dell'universo, in quello che divenne poi la sua Estetica, quella personale così come consegnata alle stampe. Tutto ciò che cadeva sotto la sua diretta osservazione lo studiava, lo assimilava, s'impadroniva del nuovo senza dimenticare il vecchio, e fu solo così che poté serbare completa originalità ed indipendenza di pensiero pur interessandosi al Futurismo, al Simbolismo, all'Espressionismo,.. . formulare idee, scrivere della teoria della musica, e tenere un contegno prettamente personale. Molteplice eppur unico, articolato ed unito nel segno di un possente credo personale, così si sviluppa lo stile busoniano. Esaminando una sua singola composizione non è possibile comprendere il suo essere che, tra l'altro, non discende solo dalla musica, tanta parte avendone anche il suo pensiero, la sua formaione culturale come si compose dall'educazione artistica intera; le melodie non sono mai fini a se stesse, tutto viene proiettato in una nuova dimensione, in un universo ampio ed arricchito che occorre guadagnarsi a piccoli passi. La sua musica è di fatto una civiltà della musica, un compendio di questa, ciò che con gergo teatrale potremmo chiamare, considerando l'epoca e il periodo di transizione musicale che la sua vita attraversa, la stretta finale prima della conclusione dell'ultimo atto, una civiltà riscoperta nei suoi più genuini valori, un alternarsi di luci, nient'affatto una musica contraddittoria, anzi, forse, la musica più coerente che mai ci sia stata data udire, la meno sognante, e comunque la più serena. Busoni cioè, è quello che si vuole sottolineare, non ebbe, e non poté avere, un solo stile, in quanto i diversi movimenti culturali che attraversava non potevano lasciarlo indifferente. Terrei però a precisare e distinguere fra stile, da una parte, ed unità stilistica dall'altra. E mentre intorno allo stile si può parlare di naturale processo di evoluzione, per cui lo stile del compositore dei preludi si differenzia notevolmente, tanto per far due esempi cronologicamente assai distanti, dallo stile del compositore del Faust, per quel che concerne l'unità stilistica si deve annotare che essa rimane sempre costante. Di un cambiamento in questo senso si può parlare solo a condizione che uno stile non ne rinneghi un altro, che la personalità rimanga cioè sempre invariata.
2019
In: «Politics. Rivista di Studi Politici», n° 12, 2/219, pp. 1-20
Alcune riflessioni, datate 2004, relative ad un monumento nel territorio della bassa valle del Cesano.
2021
M. GIANCARLI, schede in Il Rinascimento a Sassoferrato. Pietro Paolo Agabiti scultore e pittore al tempo dei Della Robbia e Raffaello, catalogo della mostra (Sassoferrato, 24 luglio-7 novembre 2021), a cura di A. Delpriori, L. Panetti, Tipografia Garofoli, Sassoferrato 2021.
Carta Geologica d'Italia (1:100.000)
in “Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere”, XV (2015), Città del Vaticano, Scripta Manent Edizioni 2016, pp. 611-619, ISBN 978-88-909657-4-6
Progettazione, realizzazione grafica e assistenza redazionale a cura di Ingegno Grafico, Subiaco (Roma).
Viella, 2008
in: Il Rinascimento giuridico in Francia, ROMA, Viella, 2008, pp. 313 - 322
È necessario, almeno una volta nella vita, dubitare di tutte le cose.
The manuscript kept in the National Library of Venice, with shelfmark Marc. Lat. XII 250 (11878), is an autograph of Girolamo Amalteo, a physician and a poet from Oderzo (1507-1574). It contains a collection of Latin poems by Girolamo, only partially known and disclosed in printed anthologies. Selected from this manuscript and so far unpublished, four epigrams are here edited, commented and translated. Girolamo’s poetry also shows some connections with the Greek anthology, which are highlighted here
2023
Catalogue entry for the exhibition "Il meglio maestro d'Italia. Perugino nel suo tempo", Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, 4 marzo - 11 giugno 2023
S. Conte, F. M. Giani, "Trezzo sull’Adda. Santi Gervasio e Protasio", in "Bernardino Luini e i suoi figli. Itinerari", a cura di G. Agosti, R. Sacchi, J. Stoppa, Milano, Officina Libraria, 2014, pp. 227-231, 2014
La prima parte del testo rende conto delle testimonianze figurative di maggior interesse conservate nella chiesa prepositurale dei Santi Gervasio e Protasio a Trezzo sull’Adda, edificio del quale sono poi ricostruite sinteticamente le vicende conservative comprese fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Nella seconda parte sono presi in esame gli affreschi realizzati fra il 1591 e il 1592 da Aurelio Luini e Giovanni Pietro Gnocchi nell’area absidale: alle nuove proposta di lettura iconografica si accompagnano confronti stilistici, affondi sulla storia materiale degli affreschi e indicazioni puntuali sulla divisione del cantiere fra i due pittori. Il testo è corredato da una spalletta bibliografica contenente rimandi esaustivi alle fonti archivistiche, alla letteratura artistica e scientifica in relazione sia alla storia della chiesa che a quella degli affreschi.
La Scuola e l'Uomo, 2023
L’intento di questo saggio scritto insieme al collega Fattorini è offrire alcuni spunti di riflessione che possano essere utili a pensare e rendere concreta quella che definiamo comunità di dirigenti umanistici, nella quale vengono ripensate e ridefinite con maggior chiarezza, ambiti e competenze di ciascuna componente della scuola. Per ridefinire e attuare in forme rinnovate e aperte il ruolo di docenti, genitori, studenti, occorre in primo luogo lavorare sulle relazioni e sulla comunicazione ed anche sul controllo di questi processi. Questo processo può avvenire con l’aiuto delle scienze sociali e con l’implementazione di pratiche già poste in essere nelle esperienze educative più avanzate e non solo.
Girolamo di Giovanni. Il Quattrocento a Camerino. Dipinti, carpenterie lignee, oreficerie e ceramiche fra gotico e rinascimento, 2013
Un ricamo in oro del primo Settecento e il suo restauro Nel 1987 ad arricchire le Civiche Collezioni Tessili giunse un dono prezioso: la signora Giuliana Parodi di Genova destinò al Comune due splendidi teli in seta verde ricamati in oro e argento, acquistati dalla sua famiglia e provenienti dalla Collezione Florio di Palermo.
Rivista del diritto della navigazione, 2022
The author focuses on the functioning of Regulation (EC) No 392/2009 of the European Parliament and of the Council of 23 April 2009 on the liability of carriers of passengers by sea in the event of accidents and to the problems of the referral to pertinent provisions of the Convention of Athens of 1974 regarding the carriage of passengers and their luggage by sea, amended by the 2002 Protocol, in relation with Regulation (EU) No 1215/2021of the European Parliament and of the Council of 12 December 2012 on jurisdiction and the recognition and enforcement of judgments in civil and commercial matters. Il contributo si sofferma sul funzionamento del reg. Ce n. 392/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 relativo alla responsabili-tà dei vettori che trasportano passeggeri via mare ed alle problematiche che of-fre il rinvio alle pertinenti disposizioni della convenzione di Atene del 1974 rela-tiva al trasporto via mare dei passeggeri e del loro bagaglio, quale modificata dal protocollo del 2002 nei rapporti con il reg. Ue n. 1215/2012 del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio concernente la competenza giurisdizionale, il riconosci-mento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.
Tesi di laurea magistrale in topografia antica che costituisce un contributo alla carta archeologica di Urbs Salvia (Urbisaglia, Macerata).
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.