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2014
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Nell'arco di una decina d'anni la collaborazione tra l'architetto Umberto Nordio e il pittore Carlo Sbisà fu piuttosto intensa, anche perché negli anni trenta la pittura a affresco veniva intesa come necessario complemento dell'edificio, in particolare nelle architetture monumentali o pubbliche. Iniziatasi con la decorazione del salone principale della Casa del Combattente a Trieste, la collaborazione tra Nordio e Sbisà si rinnovò in Casa Zelco e infine nella Casa Albori a Fiume (ora Rijeka in Croazia). Ma l'architetto fu generoso con l'amico Sbisà e il suo intervento fu decisivo per la commissione del ciclo di affreschi nel palazzo Generali in piazza della Borsa progettato da Marcello Piacentini. Inediti documenti d'archivio individuati a Trieste (Nordio De Farolfi) e Venezia (Archivio progetti IUAV) hanno consentito di mettere a fuoco alcuni risvolti legati al ciclo decorativo del palazzo Ras in piazza Oberdan.
Ventaglio, 2014
Un inedito profilo del poeta triestino Umberto Saba tratto dal carteggio con il critico d'arte Giuseppe Marchiori
Nelle città della Venezia Giulia: piani, progetti, fatti urbani (1924-1954), Atti del Convegno internazionale, Osoppo, Olmis, pp. 147-165, 2024
Tipologia inconsueta per la città di Trieste, il "grattacielo" conosce una fortunata stagione sul finire degli anni Venti quando Arduino Berlam progetta il Palazzo Aedes (Palazzo Rosso), ma sarà Umberto Nordio a confrontarsi con questo tema, nella Casa Opiglia Cerniz in largo Riborgo (1935) e a Fiume, dove costruisce palazzo de Albori.
Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta. Studi in onore di don Romolo Putelli, a cura di Federico Troletti, Capo di Ponte, CCSP, pp. 105-110, 2021
Il volume raccoglie i contributi di diversi studiosi, afferenti a varie discipline, con l'intento di offrire un aggiornamento alla ricerca sul territorio, determinante nella salvaguardia, nella divulgazione e nella valorizzazione dei beni archeologici, artistici, storici e etnoantropologici locali. L'area di indagine è, nella sua globalità, il Sebino, con le sponde bresciana e bergamasca, la Franciacorta e la Valcamonica. Gli studi, perlopiù inediti, offrono novità negli ambiti della storia economico-sociale, oplologia, letteratura, storia dell'arte, archeologia di epoca storica, etnoantropologia, architettura e archivistica. Le ricerche sono promosse da varie istituzioni rappresentative del territorio indagato con lo scopo di divulgare e stimolare nuovi percorsi di studio. La pubblicazione è dedicata a don Romolo Putelli, il pioniere degli studi camuni e della tutela del patrimonio artistico e documentario, a cui va il merito di aver salvato e conservato reperti archeologici, oggetti d'arte ed etnografici, fondi documentari e librari che oggi costituiscono il CaMus di Breno, la prima istituzione museale fondata in Valcamonica. € 35,00 Istituzioni che hanno promosso il progetto di studio Iniziativa editoriale promossa da con il contributo di EDIZIONI DEL CENTRO 2021 Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta Studi in onore di don romolo Putelli a cura di Federico Troletti Storia, arte e archeologia in Valcamonica, Sebino e Franciacorta Studi in onore di don Romolo Putelli I ed. italiana, Capo di Ponte (Edizioni del Centro) ISBN 978-88-86621-60-1 Edizioni del Centro CEntro Camuno di studi prEistoriCi via Marconi, 7-Capo di Ponte (Bs)-Italy www.ccsp.
Dialoghi Mediterranei, 2022
Recensione del libro: Luigi Epifanio, "L’architettura rustica in Sicilia", (ed. or. 1939), a cura di Maria Giuffrè, Paola Barbera, Torri del Vento Edizioni, Palermo 2021.
Studi sui Fontana. Una dinastia di architetti ticinesi a Roma tra Manierismo e Barocco, a cura di G. Bonaccorso e M. Fagiolo, Gangemi, Roma 2009, pp. pp. 141-170; ISBN 978-88-492-1663-9., 2009
8 Per Hager il tentativo di stimolare potenziali committenti a realizzare opere "immortali" era uno degli scopi principali cui mirava Fontana con la pubblicazione di molti dei suoi scritti. Cfr. H. Hager in B.
Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo, a cura di S. Rebora e A. Scotti, catalogo della mostra (Livorno, 8 aprile - 10 luglio 2022), Pacini 2022, pp. 89-99
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Numero 16 -settembre 2016 ARcHItettuRA sommario Nell'anno scolastico 1976Nell'anno scolastico /1977, fu finalmente completato, a sei anni dall'inizio dei lavori, il nuovo edificio di via Calvola, progettato da Dino Tamburini, ancora oggi sede della scuola. Con decreto ministeriale del 27 dicembre 1973 si impose la nuova titolazione di "Istituto Statale d'Arte Enrico e Umberto Nordio". Ma, già qualche anno prima che ciò accadesse, Romano Barocchi, preside e fondatore della scuola, scriveva con disappunto che «è da auspicare che almeno nel prossimo avvenire quest'Istituto sia seriamente ristrutturato per adeguarlo alle effettive necessità dell'odierna economia regionale (basti pensare che fu istituito soprattutto per l'arredamento navale. mentre da anni i Cantieri navali sono inattivi o quasi nel settore della costruzione di navi passeggeri)».
Annali di architettura, 2017
The article analyses the exhibition of the ancient Greek and Roman marbles bequeathed by the Patriarch of Aquileia Giovanni Grimani to the Venice Republic in 1587, and arranged between 1591 and 1596 according to a design by Vincenzo Scamozzi in the Antisala of the Marciana Library by Jacopo Sansovino. At first, the role of this small works within the contemporary complex debate on the Marciana third storey emerges. Then, the author outlines the relationship between architect and collector through a previously unknown sketch (probably by Grimani) that explains also the passage from a preliminary to a definitive project. Finally the article presents a detailed analyses of the Statuario Pubblico building accounts, that enables now to surely identify the remains of Jacopo Sansovino's interior decoration among Scamozzi's additions.
Sezione Di Lettere, 2011
Questo testo è nato dall'invito di Fabrizio Conca, Giuseppe Lozza e Giuseppe Zanetto, allievi tutti di Dario Del Corno, a parlare all'Istituto Lombardo il 5 dicembre 2011. Ho subito condiviso il proposito di affiancare nel ricordo al loro maestro una figura di studioso omologa come quella di Umberto Albini e ho scelto di delinearne i rispettivi profili innanzitutto come studiosi di teatro antico, anche se la loro attività scientifica si è arricchita di molteplici interessi, secondo un percorso mai casuale, a cui accenneremo solo cursoriamente. Albini ha frequentato con assiduità i testi degli oratori (è già del 1955 l'edizione dei discorsi di Lisia), e non stupisce, quindi, che la sua attenzione per la comunicazione orale sia stata precocemente attratta dallo Ione di Platone, di cui nel 1948 pubblicava un'edizione con commento provvista degli scolî. Ha intervallato gli studi teatrali con uno sguardo a Teofrasto, Asclepiade, Virgilio, Petronio, Luciano, la letteratura bizantina. Di Del Corno va menzionata in primis la competenza papirologica legata alla prestigiosa tradizione di studi milanese (mi riferisco evidentemente a Olivieri, a Castiglioni etc.), una competenza messa a frutto non solo nel caso di Menandro, di cui vedremo in seguito, ma anche, di Omero (i primi studi furono dedicati ai papiri dell'Iliade, all'inizio degli anni '60), e all'occorrenza, senza mancare ad analoghi appuntamenti, con brevi incursioni nei papiri di Archiloco, Pindaro, e recentemente del nuovo Posidippo, per non parlare degli adespota della commedia nuova e delle testimonianze per lo studio dell'onirocritica. Ma altro autore privilegiato fu Plutarco, e ancora-per via della collaborazione con la casa editrice Adelphi-si occupò di Artemidoro, Filostrato, Nonno di Panopoli. È inutile negare che i ricordi sono strettamente legati alle esperienze personali di studio e di ricerca e, dunque, finirò per evidenziare gli aspetti del loro lavoro che hanno destato in me consenso e condivisione di interessi e di interrogativi e quindi a circoscriverne l'attività sul versante del teatro antico. Eviterò, tuttavia, da un lato di essere esaustiva nel citare le loro rispettive produzioni scientifiche, oggi facilmente rintracciabili sul web, dall'altro di istituire un facile quanto ingannevole confronto tra le due figure, trattandosi di personalità che, pur frequentando lo stesso ambito di ricerca, si sono distinte nei nostri studi non solo in virtù della loro vocazione * Il presente testo anticipa la pubblicazione sulla rivista Stratagemmi degli Atti della giornata di studi Umberto Albini e Dario Del Corno: traduzione e messinscena del teatro greco. Annali Online di Lettere-Ferrara Voll. 1-2 (2011) 373/381 professionale. Hanno, infatti, affiancato alla ricerca universitaria passioni culturali forti e diverse, con una perenne attenzione alla contemporaneità, alle istanze del presente, instaurando, anche in virtù di questa attitudine, un equilibrato dialogo con le culture antiche. Forse proprio perché hanno privilegiato il teatro, che in ogni momento storico propone, anche fisicamente e non solo attraverso la parola, questioni, urgenze, passioni della contemporaneità, il loro procedere è stato accompagnato dalla consapevolezza della nostra ineliminabile distanza dal mondo antico e del rischio dell'attualizzazione facile nell'attività esegetica. Prima di distinguerne i profili, vorrei ancora aggiungere, nell'ambito dei tratti che li accomunano, le particolari doti di creatività, che, a partire dal taglio mai banale delle loro ricerche, li hanno resi noti in un panorama culturale che trascende l'accademia o il loro specifico settore disciplinare. Penso per esempio agli interessi musicali di Dario Del Corno e alla composizione di Outis, il libretto per l'opera di Berio che debuttò alla Scala il 2 ottobre 1996. Con Ulisse che Berio chiamava «il meraviglioso bugiardo che abita dentro di noi», il compositore approdava nel suo lungo viaggio dentro la musica, al mito. Chi poteva essergli miglior collaboratore di un grecista che, capace di distaccarsi dalle unità aristoteliche di spazio, tempo e azione e di dar loro autonomia, mise insieme, in virtù di conoscenze letterarie a tutto tondo, un testo di citazioni da Omero a Paul Celan, perché la logica narrativa cedesse il passo alla musica, com'era forse successo sulla scena ateniese di fine V secolo quando i ditirambografi avevano negato alla parola un primato fino a quel momento indiscutibile? In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il 16 giugno dello stesso anno Luciano Berio diceva: «il teatro è una divinità di fronte alla quale ci sentiamo ardentemente inadeguati, ma senza il dialogo costante tra ricerca e creatività, la vita teatrale non esiste». E in perfetta armonia Del Corno aggiungeva: «Ulisse, da "Nessuno", diventa tutti noi». Analoga creatività sul versante letterario espresse Umberto Albini, che si dedicò con libertà dai vincoli accademici alla letteratura ungherese, ottenendo in realtà una laurea honoris causa dall'Università di Budapest e una medaglia d'oro per la cultura sia dal governo ungherese che da quello italiano. È stato una volta ancora il teatro il motore di questa passione, a partire dalle opere di Miklòs Hubay, di cui Umberto Albini fece conoscere, ad esempio, ai lettori italiani un dramma attualissimo come Freud ultimo sogno. La figura dello psicoanalista, un personaggio multiplo, di cui Albini traduce con grande efficacia un monologo di importanza centrale, appare molto vicina a quella di un drammaturgo, una figura dubbiosa senza veri rimedi, in cui è possibile intravedere una sorta di Edipo condotto da Antigone sul luogo della propria morte. E potrei continuare a parlare di stravaganze, di percorsi interdisciplinari suggeriti anche dalle esperienze internazionali dei due studiosi, dai soggiorni fuori dall'Italia che li hanno resi noti all'estero, a partire dalle università tedesche.
Archistor 5, 2019
In 1907, the English architect Charles Robert Ashbee (1863-1942) was in Taormina, invited by his friend, Colonel Thomas Bradney Shaw-Hellier (1836-1910), to design the house he wanted to build in the Sicilian town. Trained at King's College, he is known to have been one of the principal protagonists of the Arts and Crafts movement. When Ashbee arrived in Sicily, we was immediately enthusiastic about Taormina, the ancient monuments and, of course, he was enchanted by Mount Etna. This trip also gave him the opportunity to visit some of the most important archaeological sites and other island towns. Through his Memoirs, preserved at the Victoria & Albert Library in London, which tell in diary form part of his life and activities between 1884 and 1923, it is possible to trace the places, the monuments, and the landscapes that excited him, without neglecting the many suggestions of the cultural and traditional aspects of Sicily. With an acute spirit and unfailing English humour, he described the landscape as well as the anthropological aspects of the Island, the habits and the character of the inhabitants.Between January and February 1907, Ashbee visited Syracuse, Agrigento. At the end of this brief but intense journey among the most important monuments of the island, he wrote: "Sicily is a land for Architects". During his Sicilian journey, he lived through the dramatic earthquake in the Strait of Messina of 1908, noting the horror of the destruction and desperation of the inhabitants. He was to return to his homeland in the following April, after the conclusion of the works on the villa he had designed for his English friend, which, transformed over the past few decades into a hotel, is now called Ashbee Hotel.
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FAMagazine. Ricerche e progetti sull'architettura e la città, 2019
OSTIA. Architettura e città in cento anni di storia, 2021
Valenti, G. M., (Coord.) Prospettive architettoniche. Conservazione digitale, divulgazione e studio. Roma, Sapienza Università Editrice, Vol. 1, 2014
«Studi Trentini. Arte», 91, 1, 2012, pp. 93-140.
Accademia di San Luca - Quaderni degli Atti 2019-2020, 2021
Testo, immagine, luogo. Libri, incisioni e immagini di architettura come fonti per il progetto in Italia, a cura di F. Scaduto, 2013
Gli affreschi di Donato Decumbertino nel castello di Gambatesa, 1550. Sulle tracce di un enigmatico pittore transumante tra centro e periferia. Atti del convegno, Università degli Studi del Molise, Campobasso, 19-20 aprile 2018, in «Ricerche di storia dell’arte», 2020, n. 131, 2020
Lettere pugliesi. Tommaso Fiore e Leonardo Sciascia, in "Todomodo", VII, 2017