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2018, Platonismo e Gnosi
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The article analyzes the relations between platonism and gnosis
PITAGORISMO GNOSTICO, 2017
Valentino e i suoi seguaci conoscevano perfettamente la filosofia numerica pitagorica. Valentino, Eracleone, Tolomeo e l’intera Scuola di questi Gnostici, discepoli degli insegnamenti di Pitagora e Platone, seguendone la guida, posero la “scienza aritmetica” come principio fondamentale della loro dottrina. Ippolito scrive che, Valentino e altri Gnostici erano discepoli di Pitagora e di Platone. Gli Gnostici avevano dunque conoscenza del sistema dei seguaci di Pitagora, sistema di cui disgraziatamente solo qualche frammento è giunto sino a noi, e senza dubbio lo utilizzarono adattandone a proprio uso, l’aritmetica e la geometria per aiutare le loro esposizioni. San Gerolamo era convinto che Marco era un egiziano. Marco ha realizzato con i numeri e le lettere dell’alfabeto greco, un sistema analogo a quello adottato dai Rabbini Cabalisti.
Hans Jonas, The Gnostic Religion, 1954, trad. it., Lo gnosticismo, di M. Riccati di Ceva, Presentazione di M. Simonetti, SEI, Torino 1973 di Claudio Tugnoli
2018
Proprio per cercare di essere seri, si comunica al lettore che se cerca un lavoro di analisi storica o dei riferimenti storici, o degli studi ermeneutici in merito ai vari gnosticismi storici in questo testo non li troverà affatto ed è meglio che indirizzi le sue ricerche verso altra letteratura. Questo lavoro è piuttosto un racconto di una esperienza di "gnosi" (permanente) che si potrà intendere anche come "intuizione" (illuminazione-canalizzazione) e messa umilmente a disposizione, a chi vuole intraprendere un percorso di ricerca interiore, che del resto proprio perché interiore, non può che essere personale.
La lingua italiana: storia, strutture, …, 2005
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Taoismo e Pitagorismo, 2017
Al tempo di Pitagora, nel VI secolo a.C., si produssero notevoli cambiamenti presso quasi tutti i popoli e in diversi punti della terra, grandi riformatori divulgavano i loro insegnamenti: a Roma, il sacerdozio etrusco inviava l’iniziato re Numa; in India predicava l’ultimo Buddha, Sakya-Muni; in Cina Lao-Tze si faceva portatore dell’esoterismo di Fo-Hi o Fou-hi, una figura mitologica chiamato Fo Hi, o Fu Xi, descritto simbolicamente metà uomo metà drago in quanto detentore di Sapienza Divina.
Molte sono state le supposizioni e gli studi effettuati nel corso degli anni riguardo alla possibile genesi del nome "Galatina" e molte sono state anche le probabili risposte scaturite da questi studi, alcune più fantasiose di altre, ma nessuna delle quali, ha mai tenuto in debito conto la possibilità che il nome del popoloso centro urbano salentino potesse essere nato da una sacra invocazione a carattere iatromantico, un'invocazione divenuta poi nel corso del tempo, toponomastica, come questo studio, invece, tende a sostenere. Le teorie più additate sull'origine del toponimo della città sono state quelle che vorrebbero il nome derivare da γάλα (gala) con esplicito riferimento al "latte", per la sovrabbondanza di pascoli presenti anticamente nel limitrofo circondario rurale. Per altri ermeneuti, invece, il nome sarebbe da attribuire a un probabile epiteto, a γάλα ᾿Αϑηνᾶ "Atena del latte", che richiama alla mente l'espressione arcaica γίδα ᾿Αϑηνᾶ, "Atena capra", in riferimento all'egida della dea, il pettorale costituito dal bellissimo vello della capra Amaltea; o secondo altre versioni del mito, dalla pelle caprina del gigante Pallante, ucciso e scuoiato dalla dea in uno scontro. Altri interpreti hanno proposto come plausibile la possibilità che il toponimo significasse invece non "Atena", bensì "Atene del latte", in virtù di un'antica alleanza militare stipulata dai Messapi con la grande polis ellenica, che avrebbe avuto come naturale conseguenza anche un antico insediamento attico in loco. Teorie più marginali hanno attribuito, viceversa, l'origine del nome della città a Galathena 1 , la polis di provenienza del popolo dei Tessali che avrebbero colonizzato la parte occidentale della Messapia, o ancora alla mitica nereide Galatea 2 , o anche a una non meglio identificata Galata o Galazia, che nella confusione di alcuni mitografi venne ritenuta una presunta figlia di Teseo. La teoria più accreditata, ma anche quella più dibattuta in seno alle nuove indagini semantiche, è stata l'interpretazione "scientifica" del filologo tedesco Gerhard Rohlfs che, ammaliato dalle teorie linguistiche ariane, sostenne che il termine "Galatina" fosse derivato 1 Col nome Galatena o Galathena è stata denominata nel Salento una piccola sorgente d'acqua dolce defluente in località Santa Maria al Bagno, frazione balneare del comune di Nardò, situata nei pressi dei resti di una roccaforte difensiva, ora denominata "Le quattro colonne" per la forma assunta dal complesso difensivo dopo i crolli che hanno rovinato l'integrità della struttura, facendone restare in piedi i quattro torrioni situati agli spigoli del complesso a pianta quadrata. Non si esclude la possibilità che in loco in passato potesse esistere qualche edificio di culto dedicato alla dea, il cui culto in terra di Messapia era diffusissimo, come ricordano altri toponimi o luoghi. A tal proposito si ricordi il tempio di Atena Iliaca di Castro, il "Colle della Minerva" dove vennero decollati gli 800 martiri di Otranto, e il nome del paese di Minervino di Lecce. 2 Galatea dal greco "Γαλάτεια" che significa "lattea"; questa interpretazione sembra un'etimologia popolare data dalla somiglianza con l'aggettivo γάλακτος, γαλακτεία, derivato dal sostantivo γάλα, "latte", mentre probabilmente la vera origine del nome potrebbe derivare da γαλήνη "calma" e per estensione terminologica "la dea del mare calmo". La ninfa Galene (Γαλήνη) ricordata da Esiodo, infatti, venne presumibilmente identificata in seguito con Galatea, che nella mitologia greca, era una delle cinquanta ninfe del mare, dette Nereidi, la cui abituale residenza si trovava negli abissi marini, dove insieme al loro padre Nereo proteggevano e assistevano i marinai nel loro peregrinare.
3 Rilevanti appaiono, per quanto riguarda Pindaro, i frr. 131a-b Snell-Maehler (= 59 Cannatà Fera), per i quali cfr. Brillante 1991, pp. 42-52; e, rispetto ai loro rapporti con l'orfismo, Livrea 2011, pp. 51-53. I riferimenti alla condizione del sogno, o del sonno, in Eraclito si trovano in particolare nei frr. 21, 26 e 89 DK (49, 48 e 24 Marcovich), per la cui interpretazione mi permetto di rinviare a Fronterotta 2013, pp. 31-32 e 77-83; cfr. ancora Brillante 1991, pp. 56-69. 4 Rimando in proposito ad alcuni studi di carattere generale: Vegleris 1988, pp. 103-120; quindi soprattutto Rotondaro 1998.
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LA SINDONE E LA CROCIFISSIONE DI GESÙ, 2020
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pp.56ss., 2019
Protagora, 2019
Studi Etruschi LXXXIII, pp, 121-30, 2020