Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
1975, Orientamenti Padagogici
…
67 pages
1 file
Giancarlo C. Milanesi, Guglielmo Malizia, Massimo Squillacciotti, “Scuola di classe in una borgata romana”, in “Orientamenti Pedagogici”, pubblicato in due parti: a. XXII, (129) n. 3, 1975, pp. 505-527 ed a. XXII, (130) n. 4, 1975, pp. 730-770; fascicolo unificato, pp. 505-568 con aggiunta di Indice. Gli apparati relativi alla ricerca a cura di Giancarlo Milanesi, ivi in un file unificato al link https://www.academia.edu/99775987/Scuola_di_classe_Apparati_della_ricerca, sono: 1 – Progetto per una ricerca sulla situazione scolastica di una borgata romana, “Orientamenti Peadagogici”, a. XXI, (121), n. 1, gennaio-febbraio 1974, pp. 107-116. 2 – Ipotesi e strumenti d’indagine per una ricerca sulla situazione scolastica di una borgata romana, “Orientamenti Pedagogici”, a. XXI, (123), n. 3, maggio-giugno 1974, pp. 554-569. 3 – Un questionario sulla scuola riservato ai genitori, “Orientamenti Pedagogici”, a. XXI, (125), n. 5, settembre ottobre 1974, pp. 1009-1021.
Gianfranco Calabrese – Philip Goyret – Orazio Francesco Piazza (edd.), Dizionario di Ecclesiologia, Città Nuova, Roma, pp. 1298-1301, 2010
Presentazione dei principali teologi della Scuola Romana, professori dell'Università Gregoriana e importanti teologi del Concilio Vaticano I.
L Architettura Delle Citta the Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni, 2013
Questo saggio, oltre a ricostruire con grande sensibilità la vicenda politica e culturale nel quale il progetto prese forma, documenta per la prima volta i disegni originali del progetto della Scuola di Rosignano Solvay conservati nell'archivio personale di Mario Guido Cusmano; gli autori descrivono per noi, con la poesia della precisione, l'ambiente della Toscana marittima come la scena fisica e sociale nella quale il progetto si inserisce come elemento di progresso collettivo.
in R. Farioli, C. Rizzardi, P. Porta, A. Augenti, I. Baldini Lippolis (a cura di), Ideologia e cultura artistica tra Adriatico e Mediterraneo orientale (IV-X secolo), Atti del Convegno Internazionale (Bologna-Ravenna, 2007), Ante Quem, Bologna, 2010
2019
A scuola di città Esperienze di cura, progetto e gestione condivisa dei beni comuni urbani in territori di margine e di disuguaglianza A scuola di città é un laboratorio/ricerca sperimentale nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza delle periferie urbane di Pescara, composto di attività di indagine e ricerca sociale, di analisi e di scoperta urbana finalizzate a pratiche dirette di cittadinanza attiva. E’ indirizzato a introdurre e istruire ai temi e alle pratiche della gestione condivisa dei beni comuni urbani i giovani cittadini in formazione di alcuni dei ‘quartieri’ più problematici, e assieme, più ricchi di potenziali- tà e risorse della città di Pescara. A scuola di città offre ai suoi partecipanti un percorso didattico integrato, di carattere laboratoriale e di ricerca sul cam- po, che trova svolgimento attraverso la stretta collaborazione tra mondo della ricerca e della formazione universitaria (studenti, giovani laureati e ricercatori del Dipartimento di Architettura di Pescara) con le strutture pedagogiche e gli studenti presenti nella periferia occidentale della città, e con alcune associazioni di volontariato e cittadinanza attiva che operano da più o meno tempo in questo settore urbano (Italia Nostra, Maja Ambiente, Caritas, Libera). Coinvolge in particolare il Dipartimento di Architettura di Pescara e la rete delle istituzioni scolastiche della periferia di Pescara (Istituto Comprensivo didattico Pescara 1, Istituto Tecnico Commerciale Aterno Manthonè, Istituto di Istruzione Superiore A. Volta, Liceo Artistico, Musicale, Coretico Misticoni Belisario sottoscrittori, assieme al Comune di Pescara, di uno specifico protocollo d’intesa (allegato). Ogni istituto partecipa al presente progetto, secondo una divisione e complementarietà dei moduli didattici, definiti in relazione alle specifiche competenze e interessi formativi, con quattro distinti programmi di attività, tra loro coordinati e tenuti assieme da obiettivi e visioni comuni a tutte le istituzioni e associazioni partecipanti. Il titolo del progetto, “A scuola di città” esplicita le sue finalità didattiche: è la città stessa ad essere proposta come luogo di apprendimento, punto di partenza e di approdo di un percorso evolutivo e di crescita diretto alla piena formazione del senso civico degli individui e al loro status di cittadinanza. 7 KEY WORD Participation, inclusive city, childhood, adolescence, primary school, secondary school, urban common goods, active citizenship, civic building sites, workshop of the common good, urban regeneration, suburbs, participatory planning, crowdmapping, civic monitoring, shared administration of urban commons, citizenship agreements TOPICS Thematic area n. 4 - Economic citizenship Theme area n.3 - Environmental education Thematic area # 5 - Civism, respect for diversity and active citizenship Forms Module 1 The reference user. The social context of belonging (30 hours) Module 2 The belonging space (30 hours) Module 3 Collective Mappings and Knowledge Sharing Systems (30 hours) Module 4 Civism, respect for diversity and active citizenship (30 hours) Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2014) n. 9952, del 17 dicembre 2014, modificato con la Decisione di esecuzione del 9 agosto 2016 C(2016) n. 5246 Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE) - Obiettivo specifico – 10.2 – “Miglioramento delle competenze chiave degli allievi” – Azione 10.2.5 Azioni volte allo sviluppo delle competenze trasversali. Avviso pubblico per il potenziamento delle competenze di cittadinanza globale - Prot. n. AOODGEFID/3340 del 23.03.2017
1949
Se la rossa vallata padana, il "dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina" non è ancora il cuore di una repubblica proletaria, la causa sta, tra le forze dell'imperialismo capitalista, sovrattutto in quelle organizzate in forma di partiti socialisti e comunisti, da quando si osò chiamare movimento socialista e comunista quello che difende interessi ed istituti nazionali, militari e popolari, ossia anticlassisti.
Rotella, oltre a tutti gli amici che hanno offerto la loro collaborazione Sommario Presentazioni 4. Gianpaolo Leonetti di Santo Janni 5. Fabrizio Vona 7. Antonio Pentangelo 8. La Scuola di Resina Luisa Martorelli 20. Le ricerche naturalistiche di Filippo Palizzi e della sua scuola 42. Maestri e comprimari della Scuola di Resina 74. Dopo Resina: l'eredità della luce e l'espansione dei luoghi 92. Bibliografia la scuola di resina nella collezione della provincia di napoli e da raccolte pubbliche e private dittatoriale"-lo chiama cosi il Pica 6-contro i quali De Gregorio, Cecioni, De Nittis avrebbero espresso la loro avversione. Pur di isolare De Nittis dal contesto del verismo, Pica usa qualsiasi mezzo letterario, facendo ricorso a cronache, ritenute giustamente da Gallo, poco attendibili 7. Sia nell'articolo di "Emporium" sia nella monografia dedicata al De Nittis, Pica mostra una tale resistenza ad accettare il riconoscimento positivista del verismo da cancellare il contesto originario di De Nittis. Vittorio Pica (Napoli 1862-Milano 1930) è certamente uno dei personaggi di fama internazionale, nel panorama culturale italiano tra i due secoli, potendo considerarlo tra i protagonisti della critica letteraria e artistica del Novecento 8. Nel ruolo di esegeta del decadentismo, egli sente di aver trovato l'artista che cercava. Grazie a lui, De Nittis si era riscattato dalle origini barlettane e napoletane, per assurgere, una volta a Parigi, a maestro di fama europea, vicino agli Impressionisti, avendo preso parte alla prima mostra del 1874. La monografia di Pica favorisce un culto a sé dell'artista, elevato a "genio" dannunziano e interprete del decadentismo 9. Si comprende perciò l'asserzione originale di Pica, ripetuta anche da Antonio Boschetto e da altri, sull'artista: "Giuseppe De Nittis apparteneva a quella categoria di artisti in continua evoluzione pei quali la massima famosa di G. D'Annunzio, rinnovarsi o morire, rappresenta una necessità ineluttabile" 10. Il culto di Vittorio Pica per De Nittis nega deliberatamente la possibilità di un processo in evoluzione avviato dai Palizzi, per la Scuola di Resina. In coincidenza della nascita della Scuola di Resina, invece, la poetica del verismo, veste i caratteri propri della compiuta identità nazionale. È la nuova pittura di paesaggio a mettere in campo le idee liberali di intellettuali di formazione hegeliana come Antonio Tari, Francesco Netti, Vittorio Imbriani e Pasquale Villari, che affrontano dialetticamente il significato della "macchia". Siamo alla metà degli anni Sessanta. L'indagine palizziana avvia un processo di verifica del paesaggio reale, storia del nostro territorio italiano, segno di una visione più ampia. Proprio dall'unificazione italiana prende avvio tale indagine, modello di nuova consapevolezza del territorio, favorita dall'operato dei pittori di paesaggio 11. Con la volontà di un rinnovamento dei linguaggi figurativi, si sperimenta all'aria aperta "la macchia", vessillo di artisti napoletani e toscani nel rapporto con i Barbizzoniers 12 (da Napoli era arrivato tra loro Giuseppe Palizzi) trovando concordi, sul programma del "vero", artisti come Cristiano Banti, Vincenzo Cabianca, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Serafino De Tivoli che lavorano in comunione d'intenti con i napoletani. Secondo Imbriani, la macchia è l'idea pittorica 13 e si trova espressa nell'opera instancabile del "glorioso ciucciaro" 14 Filippo Palizzi: "ne' ciuchi, nelle vaccherelle, negli alberi, nelle campagne del Palizzi c'è sempre la macchia, c'è sempre un sentimento che ti scuote e si rivela alla prima impressione, e si mantiene. Anzi ingigantisce quanto più li guardi" 15. D'altro canto, Pasquale Villari, in occasione dell'Esposizione Universale del 1867, assume diversa posizione, a favore della nuova scuola italiana del verismo storico e al proposito del Morelli, il cui legame ideale e affettivo è noto, dichiara: "Gli accademici dicono che il Morelli non ha disegno perché essi misurano con il compasso le gambe e le braccia, e guardano solo al contorno. Il Morelli, invece, non si contenta che d'una misura secondo le regole, vuole ancora che una mano e un braccio, oltre al non essere troppo lunghi o corti, abbiano carattere, e in ciò pone l'importanza maggiore del disegno. Ma questo carattere egli lo cerca col colore, e vuole innanzitutto, l'effetto, l'unità, l'evidenza della macchia generale del quadro" 16. Sono le stesse indicazioni di Imbriani, che intravede nel modello di Palizzi, l'essenza della perfetta esecuzione 17 , con la sufficiente chiarezza e l'evidenza delle piccole cose osservate in natura, rese con "spirito schietto e affezionato" 18 , di modo che, nell'arte dei pittori di paesaggio, con l'esercizio fermo del vero, si può trovare il progresso dell'umanità. Dalla ricerca naturalistica dei fratelli Palizzi e dalla tradizione della Scuola di Posillipo, che LUISA MARTORELLI 8 LA SCUOLA DI RESINA 9
Jus civile, 2017
Nell’articolo l’autore ripercorre le varie tappe dell’insegnamento del diritto civile alla Sapienza, attraverso le figure di alcuni importanti Professori che hanno innovato o contribuito ad innovare la didattica del diritto civile presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma: in particolare Francesco Schupfer, Vittorio Scialoja, Emidio Pacifici Mazzoni e Vittorio Polacco. Nella Facoltà romana, dagli anni ottanta, si comincia a impartire un insegnamento autonomo di storia del diritto e si sviluppano ampiamente gli studi civilistici; agli inizi del novecento, anche a Roma così come a Parigi, i corsi di Storia del diritto e di Diritto civile iniziano ad ampliare i loro orizzonti e ad acquisire una propria ed autonoma configurazione. Vengono ricordate, inoltre, le vicende relative alla cattedra di Diritto privato comparato, il cui insegnamento è avviato da Vittorio Scialoja. Dagli studi attuali risulta che negli anni venti del Novecento soltanto a Roma, Pavia e Palermo è tenuto l’insegnamento di Diritto privato comparato, anche se con corsi ancora instabili. Nel 1935, viene chiamato alla Sapienza, per l’insegnamento di Diritto privato comparato Salvatore Galgano. Negli stessi anni, si istituisce la Sezione di diritto privato comparato e l’Annuario di Diritto privato comparato. In this article, the author examines the various stages of the chair of Private Law at La Sapienza, through the figures of some important Professors who have innovated or contributed to innovate the discipline of this subject at the Faculty of Law of the University of Rome: particular attention is given to Francesco Schupfer, Vittorio Scialoja, Emidio Pacifici Mazzoni and Vittorio Polacco. In the roman Law School, since the eighties, the course of History of Law was taught autonomously and private law doctrines are widely developed; at the beginning of the twentieth century, in Rome as in Paris, the courses of History of Law and Private Law began to broaden their perspectives and to acquire their own independent configuration. The author also mentions the events that occurred to the chair of Comparative Private Law, which was for the first time taught by Vittorio Scialoja. Current studies demonstrate how in the beginning of the 20th century only Rome, Pavia and Palermo held courses of Comparative Private Law, even if they were not stable yet. In 1935 Sapienza called Salvatore Galgano to teach Comparative Private Law. In the same years the Comparative Private Law Department and the Comparative Private Law Yearbook were settled.
Rivista di storia dell’educazione, 2, pp. 193-212, 2019
Il rione Monti è il primo dei rioni di Roma. È chiamato così perché una volta comprendeva il colle Esqui-lino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio. Lo studio vuole recuperare alcune figure minori di educatori vissuti in questo rione romano tra il 1938 e il 1944 e in particolare si fermerà su Pilo Albertelli (docente di filosofia nel liceo Umberto I, vicino la Basilica di Santa Maria Maggiore), Gioacchino Gesmundo (docente anche lui di filosofia al liceo Cavour, vicino al Colosseo), don Pietro Pappagallo (vissuto in via Urbana). Si tratta di due insegnanti e un sacer-dote, tutti torturati a via Tasso e uccisi alle Fosse Ardeatine. Di Pilo Albertelli si osserverà in che modo la polizia lo ha controllato da quando era studente a quando ha conseguito la libera docenza, rendendogli particolarmente complicata la carriera di insegnante. Di Gesmundo si osserverà il rapporto avuto con gli studenti e i compagni di lotta. Di Pietro Pappagallo si metterà in luce l'opera sociale, bloccata anch'essa dalla repressione nazi-fascista. Le vicende di questi tre educatori illustrano alcune modalità di azione della macchina repressiva di regime nella vita quotidiana di insegnanti ed educatori che intendevano difendere ideali diversi. La stessa repressione che il regime ha usato nell'attuare le leggi razziali.
La forma giusta della esposizione didattica è la lezione di storia per la gioventù, fatta naturalmente da un maestro che si muova nei vari settori della storia, per quanto possibile liberamente, e in base a indagini autonome, e li domini, e che, facendo lezione sempre in nuova forma e con nuove espressioni, dia testimonianza dello spirito che muove e riempie la vita storica.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Seminare, 2019
Esquilino, Esquilini. Un luogo plurale, 2019
Musici e istituzioni musicali a Roma e nello Stato pontificio nel tardo Rinascimento: attorno a Giovanni Maria Nanino, ed. by Giorgio Monari and Federico Vizzaccaro, Tivoli, 2008 («Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte», LXXXI/1, 2008), pp. 129-139, 2008
Lanx Rivista Della Scuola Di Specializzazione in Archeologia Universita Degli Studi Di Milano, 2014
In: La Chiesa vercellese nel Medioevo (secc. XI-XV), a cura di A. Barbero, Vercelli, Società Storica Vercellese, 2024 (Biblioteca della Società Storica Vercellese, 55), pp. 309-347.
HISTORY OF EDUCATION & CHILDREN'S LITERATURE, 2014
B. Perrone, Il romanesco "romanzesco" delle borgate, in «Magazine Lingua italiana», Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 2022
La Scuola grande di San Marco e le scuole in Venezia tra religiosità laica e funzione sociale, a cura di Pierandrea Moro, Gherardo Ortalli, Mario Po’, Roma, Viella, 2015