Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2021, MONÈRE RIVISTA DEI BENI CULTURALI E DELLE ISTITUZIONI POLITICHE
…
215 pages
1 file
Il terzo numero della rivista Monère, in continuità con i precedenti, tratta argomenti correlati al settore dei beni culturali affrontati da studiosi e professionisti del settore. Gli articoli ruotano fermamente intorno al tema della cultura storico artistica italiana, intesa nel senso più ampio del termine. Le tematiche delineate coniugano i temi dell’architettura a quelli dell’arte, dell’archeologia e del restauro. Alcuni articoli illustrano l’argomento della riqualificazione del costruito in ambito urbano e propongono concrete soluzioni progettuali di riuso di spazi vitali della città, non solo in termini abitativi ma anche sociali. Le questioni del paesaggio e dei contesti naturali vengono approfondite sotto l’aspetto storico e non mancano ampie visioni che portano la ricerca oltre i confini della città costruita. Uno spazio più ampio viene eccezionalmente dedicato alla rilettura di figure emblematiche del Novecento, che hanno segnato l’avanzamento del «fare cultura» e della gestione ministeriale, ricoprendo ruoli decisivi e confrontandosi con personalità politiche di grande prestigio. Non manca un focus sulle tematiche amministrative più attuali relative alla disciplina contrattuale nel settore dei beni culturali e del paesaggio. In particolare, si affronta con un approccio olistico il tema degli accordi pubblico-privato. Inoltre, la rivista pone attenzione all’ingegneria idraulica vanvitelliana e ad un approfondimento specifico sull’uso di materiali naturali strutturali ecosostenibili per contesti ambientali di pregio. Il numero corrente dedica, poi, una sezione specifica alla recensione di quattro volumi, scelti in ambiti diversi, nell’ampio panorama delle edizioni più recenti. La rivista chiude con la selezione di alcuni concorsi di idee nazionali e internazionali, che coniugano la cultura alla progettazione, alla storia urbana, al restauro e al design.
SOMMARIO FOCUS - Emigrazione spagnola negli anni del franchismo ed esilio antifascista Introduzione Martino CONTU L’Argentine : terre d’exil des intellectuels espagnols Laurent BONARDI Nuevas perspectivas en el estudio de la emigración española a Europa durante el Franquismo. Un estado de la cuestión Elisabeth RIPOLL GIL Antifascisti e antifranchisti: l’emigrazione politica e militare parmense nel Ventennio Paola TANZI Senza tornare - 1922-1945: l’esilio antifascista di Umberto Marzocchi Giorgio SACCHETTI Costantino Nivola: artista di fama mondiale, esiliato con la moglie ebrea prima in Francia e poi negli USA per sfuggire alle Leggi razziali Lorenzo DI BIASE FOCUS - Emigrazione balearica in Algeria, Assistenza agli emigrati sardi e Turismo della memoria in Brasile Introduzione Maria Luisa GENTILESCHI La emigración desde la isla de Ibiza a Argelia en los años treinta del siglo XX a través de una fuente inédita del Arxiu Històric d’Eivissa Martino CONTU Le carte del CRAIES, un’istituzione al servizio dell’emigrazione sarda, custodite all’Archivio di Stato di Cagliari Manuela GARAU Turismo della memoria: alla ricerca delle radici in Brasile Maria Luisa GENTILESCHI FOCUS - Consoli italiani e stranieri in Stati e Città del Mediterraneo, in Portogallo e nelle Americhe in età moderna e contemporanea Introduzione Nunziatella ALESSANDRINI Giovanni Dall’Olmo, um veneziano em Lisboa: comércio e diplomacia (1541-1588) Nunziatella ALESSANDRINI Consulus inglesus in Sardigna in is tempus modernus finzas a oindì Carlo PILLAI Profili di consoli del Regnum Sardiniae e del Regno d’Italia che operarono nel Mediterraneo e nelle Americhe nel XIX secolo Maria Eugenia VENERI I Pernis: una famiglia di imprenditori cagliaritani di origine svizzera e l’attività consolare svolta nel capoluogo sardo tra Ottocento e Novecento Giuliano ZANDA Le fonti dell’Archivo Histórico Diplomático di Montevideo sull’attività dei consoli di San Marino in Uruguay e dei rappresentanti della Banda Orientale nella Repubblica del Titano tra XIX e XX secolo Martino CONTU FOCUS - Miniere e attività estrattiva in Sardegna nel XX secolo Introduzione Giampaolo ATZEI Politica e società nella Sardegna mineraria del Novecento Giampaolo ATZEI Le élite sarde e l’acqua calda: le terme di Sardara all’inizio del XX secolo Roberto IBBA La miniera di Rosas nel panorama dell’industria estrattiva della Sardegna del XX secolo Annalisa CARTA Il periodico direzionale “Il Minatore” della miniera di Gennamari-Ingurtosu. Aspetti logistici, sanitari, sociali e tecnologici negli anni 1927-1929 Carla LAMPIS Sicurezza, infortuni e scioperi nella miniera di Montevecchio nel corso del Novecento Eleonora TODDE Problematiche minerarie e rivendicazioni sindacali nel Sulcis-Iglesiente dagli anni Quaranta alla crisi degli anni Settanta Simone CARA
Accademia di Belle Arti di Palermo, 2020
Attivita' dei Corsi di Design del gioiello e dell'accessorio di moda 2000-2020 Corso di Diploma Accademico di Primo e Secondo Livello in Progettazione della moda. Dipa Accademia Di Belle Arti di Palermo Prof. Sergio Pausig
A paper about the relationship between Nixon Administration and Jordan in the eve of the "Black September, 1970 (Italian language).
Rivista filatelica digitale. -L'introduzione dei francobolli del regno di Sardegna nell'Oltreappennino Modenese -La celerità nella corrispondenza del XIX° secolo -L'exclave di Campione nel primo decennio del Regno d'Italia
Figura 1: ponti sul "rio San Romedio", anticamente detto "rio Mular" scavalcato dal "ponte della Mula" (in basso) denominazione alternativa di quella cinquecentesca di "ponte San Zeno". Il ponte in alto è quello "dei Regai", attestato già nel 1503 e ricostruito tra il 1852-1854. https://www.ilovevaldinon.it/3-ponti-sommersi-che-dovresti-conoscere pericolo però necessario à quella altezza d'animo, spronò egli il Cavallo con ambi gli sproni, assieme con la conosciuta voce provocandolo, per precipitarsi nella voragine; elegendo più tosto se ne restassero le di lui ossa perpetuamente disperse in quella profondità, che rimaner si vergognosamente tagliato in pezzi dalla rabbia di quella bassa gente. Non giudicava poter quel buon destriere superar con straordinario salto quella larghezza. Mà s'inganò molto, ancorche in suo pro, perche il Cavallo con veloce corso giunto alla estremità della voragine, levatosi (cosa inaudita) à guisa d'uccello in aria, così volendo gli superi, & la sorte, ò il buon Angelo della Clesiana famiglia si portò con improviso sbalzo senza offesa all'altra parte, recuperando in tal guisa la già disperata, & perduta vita. Superato un tal pericolo smontò subito da Cavallo, & accarezatolo pullendoli le crene lo baciò in fronte, qual ancora suaporava anhelanti schiume. Non è mai andato in oblio tal prodigioso fatto, ancora quelli habitanti mostrano il luogo, ove il Cavallo fece quel miracoloso salto. Giorgio poi, rivolto à quella fiera, arrabbiata, & forsenata turba tutto vampante di sdegno dall'altra rippa del Fiume gli minaciava tutti della vita, e correspondeno dalle minaccie, non permise una tal sceleragine restasse molto tempo invendicata, posciache distrusse in breve tutta quella empia, schiara, e vil canaglia, quali cose dichiarando à sufficienza la grandezza di quel generoso, & invitto animo, giudichiamo superfluo soggiungere altri di lui heroici fatti, che pur troppo sovengono al scrittore, ma di vantaggio più celebri di quello, che una sol pena potessero essere penelleggiati.>> https://it.wikisource.org/wiki/Annali_overo_Croniche_di_Trento/Libro_VIII dev'essere affermata nel medioevo. Sulla questione sto approfondendo perché potrebbero essere attestate anche a Romeno. Desiderio di combinare il matrimonio fra sua figlia Desiderata (secondo altre fonti Ermengarda) e Carlo (il futuro Magno) figlio del re franco Pipino, scrisse una lettera di fuoco alla corte franca dicendo "che questo non sarebbe stato un matrimonio, bensì un iniquo e diabolico legame" paventando un disastro e giudicando "una follia che la nazione dei Franchi e la loro nobilissima stirpe, la più illustre della terra, venissero contaminate dall'unione con la perfida (cioè pagana) e fetidissima gente dei Longobardi, che neppure si può definire nazione e dalla quale tutti sanno che discende la razza dei lebbrosi" 8. Il matrimonio fu consumato ma, contrariamente alle aspettative di Desiderio, Carlo Magno scese in Italia su esortazione del papa e pose fine al suo regno. Le estreme resistenze di Adelchi, figlio di Desiderio, e alcuni duchi del nord-est fra cui quello di Trento Alachis furono vane. L'attacco di Carlo Magno fu giudicato un tradimento su istigazione papale e per questo si ebbero nei confronti della chiesa delle terribili ritorsioni riassunte dalle parole di Alachis: "che avrebbe riempito una fossa con i testicoli dei preti". La rievangelizzazione era ancora lungi dall'essere completata trent'anni dopo in quanto il papa Gregorio Magno, con la famosa lettera pastorale già citata nel Volume I, doveva raccomandare di non distruggere i templi pagani, ma piuttosto di riutilizzarli per il culto cristiano evitando di far nascere sentimenti ostili; in questo modo si sarebbero più facilmente convertiti andando a pregare dove erano abituati a farlo. Ciò conferma sia gli indizi di una tarda ripresa del cristianesimo documentati nel capitolo dedicato a Tuenno, sia nello studio di Emanuele Curzel (Le pievi trentine) il quale ha ventilato, con l'autorevole avvallo di Iginio Rogger, come la tesi "continuista" 9 , mai messa in discussione, sia da rivedere. Prima di approfondire i temi in questione è indispensabile prendere in considerazione qual era la viabilità altomedievale della zona perché l'ubicazione della basilica di Sanzeno nasconde qualcosa che finora è sfuggito e sta in relazione con alcuni dei misteri leggendari accennati: il "ponte della mula" e la presunta chiesa paleocristiana di san Vigilio costruito sul luogo del martirio. L'antichissima principale direttrice sul lato est della valle si sviluppava fra Vervò, primo villaggio che si incontrava salendo da Cortaccia in Val d'Adige, e Romeno via Smarano-Coredo-Tavon-san Romedio. Da qui si accedeva ai passi della Mendola e delle Palade. Romeno era anche crocevia dell'asse viario proveniente dal passo Tonale. Prima di Romeno altro crocevia era san Romedio: in direzione est, risalendo la val di Verdès, si arrivava rapidamente al passo di santa Barbara che conduceva a Termeno, in direzione ovest si dipartiva la via che conduceva a Sanzeno ricalcata sostanzialmente dall'attuale collegamento stradale tra Sanzeno e il santuario. Arroccato sulla rupe sinistra in corrispondenza dello sbocco della forra solcata dal rio san Romedio il castello di Busen controllava questa diramazione. Il castello, a giudicare dai reperti monetali ed avanzi murari, risale probabilmente all'epoca tardoimperiale ma la denominazione sicuramente a quella altomedioevale come mi conforta l'esistenza di una località omonima nel Canton Ticino. Per rimanere nei pressi, il castello di Tavon, ancora più antico, controllava la direttrice principale (Vervò-Romeno) lungo la quale, peraltro, sorgevano altri castelli ormai abbandonati da secoli. dipendenze del giudice. Nell'accezione longobarda il saltaro è una guardia generica e solo nel basso medioevo diverrà il guardiano dei boschi e dei campi). Si prevedeva, in caso di inosservanza dell'obbligo dell'azione penale, una casistica tipica delle nostre "carte di regola" derivante dal diritto bizantino-germanico dove era lecito tutto ciò che non era esplicitamente vietato. 8 Codex Carolinus, Epistolae merowingici et karolini aevi, Epistola III, pag. 560, Berlino 1892. 9 Secondo questa tesi non vi sarebbe stata soluzione di continuità fra pagus romano e plebs cristiana. Ciò implica che le invasioni barbariche non abbiano interrotto questa continuità e quindi che il cristianesimo non sia mai entrato in crisi dopo l'evangelizzazione del IV secolo. 10 Nel seguente atto compare un signore di castel Tavon, il quale era stato ristrutturato pochi decenni prima da Mainardo II: "Castel Cles, giovedì 20 uscente marzo 1320 indizione terza, nel palazzo del dòmino Manfredo fu dòmino Federico milite di castel Cles. Testi: Daniele pievano di Cles, dòmino Lombardo fu dòmino Guglielmo de Cles, ser Niccolò detto Covate fu ser Nigro de Coredo, Fedrigato fu Cipeche di castel Tavon e Desiderato detto Levanapi di Piano (fraz. di Sanzeno). Il notaio Federico di Coredo, davanti ai testi soprascritti manifesta al nobile viro dòmino Manfredo fu nobile milite dòmino Federico di castel Cles che, previo giuramento di fedeltà, tiene da lui una decima in Tavon che appartenne al fu ser Mugo di Castel Bragher e un terreno arativo in Tavon in località Pradoneghe (sono descritti i confinanti). Notaio Enrico del sacro palazzo." BCTn BTC1 ms 5279/1. 11 Il ponte "de carala" situato nel fondovalle fra le pertinenze di Cles e San Zeno fu costruito in legno fra il 1396 e il 1432. Quello di pietra tuttora visibile quando il lago di Santa Giustina è basso, denominato "ponte alto" fu costruito fra il 1459 e il 1530 e collegava le pertinenze di Cles con quelle di Dermulo. 12 Archivio Spaur di castel Valer, consultato nel formato digitale disponibile all'APTn sub file 1589. Data: Castello di Sporo nella stube superiore 19/03/1564. Il "pra da pont" è una località confinante con il Noce e contraddistinta dalle Particelle Fondiarie da 95 a 107 nel catasto di Dermulo.
ARITMÒS III NUME NOMEN OMEN, 2021
Edizione 2021 correzione di un errore a pag. 60 Questo libro è basato sul metodo operativo pitagorico che stabilisce un rapporto tra Numero e Suono, tra ἀριθμός Arithmòs e λόγος Logos, in altre parole il Numero che diventa Parola, Suono. I Pitagorici contavano le lettere, le consonanti e le vocali del nome e a seconda che fossero in quantità pari o dispari traevano le loro predizioni. Si conteggiano le lettere, suddividendole in vocali e consonanti, si attribuiscono i valori numerici corrispondenti alle lettere e si sommano. Il numero che si ottiene è il potere che sta dietro la parola, si riduce il numero sommandone le lettere e s’interpreta secondo attraverso la conoscenza di Arithmòs, la sapienza pitagorica dei numeri. Nomen omen è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa “il nome è un presagio”, “il destino nel nome”, di nome e di fatto. Nell’antica Roma il Nume era il Nome della Potenza che proteggeva la città, il Nomem-Numen, i Romani sapevano che il Nome o Nomen era la sostanza del Nume o Numen. Sapienza Pitagorica Arithmòs III Nume Numen Omen descrive il metodo di esegesi mistica per mezzo di lettere numeri sviluppano dai Pitagorici Gnostici quali Valentino e Marco. Tratta l’Aritmomanzia, un’applicazione al mondo umano della teologia.
Treccani.it - Lingua italiana, 2022
Come viene definito l'anziano che osserva gli operai al lavoro nei cantieri, con l'aria di quello che la sa lunga? Oggi la maggior parte della gente ha la risposta pronta: umarèll (con due L finali), come se si chiamasse così da sempre. In realtà la parola ha visto la luce appena 17 anni fa. Ed è emblematica della capacità del Web di moltiplicare esponenzialmente l'uso di certe espressioni nel nostro lessico. Infatti quel termine è stato inventato di sana pianta nel 2005 per essere usato in un blog, poi è diventato il titolo e il tema di un primo libro (seguito da altri).
Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l'inclemenza del tempo Nicolás Gómez Dávila
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
odo, l'Opera Padre Damiani e il comitato per la Venezia Giulia e Zara di Pesaro, 2023
CAPPELLA TEMPLARE DI MONTSAUNÈS III -IL MISTERO TEMPLARE, 2019
PISA · ROMA FABRIZIO SERRA EDITORE MMXIX
Moltobene N° 3 "scorrere e riflettere", 2022