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Abitare la città Istanbul Theatrum Mundi unità di ricerca e didattica, a cura di E.Mantese, Roma, Aracne editrice, 2014
Nel progettare l'ex residenza estiva dell'ambasciata d'Italia a Tarabya sul Bosforo (1905-1906) Raimondo D'Aronco fa sintesi in maniera originale la tradizione degli yali e dei chioschi imperiali alla luce del linguaggio architettonico del modernismo europeo. In questo palazzo che si riflette sull'acqua si intrecciano echi di Palladio e l'architettura in legno della tradizione ottomana, con soluzioni inedite anche sotto il profilo delle tecniche costruttive.
Gioacchino Allasia, «Cascina Novecento», Infinito Edizioni, Formigine, 2015
Introduzione al libro «Cascina Novecento» di Gioacchino Allasia, racconto autobiografico tra Boston e Murello (paesino del cuneese) costruito intorno alle vicende familiari vissute nel contesto della cascina «Galaté» (poco distante dalla residenza di Davide ed Edoardo Calandra), luogo ove si condensano le radici lontane di un mondo che non esiste più e la memoria delle persone che hanno dato dignità, cultura, creatività e tradizione ai luoghi -anche più modesti e defilati- della nazione Italia
Abbiamo già avuto modo di parlare dell’arte di inizio Novecento di Montecatini, in particolar modo dello stile Liberty, ma la cittadina termale conserva molti altri edifici, sorti in periodi diversi del XX secolo, che meritano una menzione per il loro valore artistico e architettonico o puramente storico. Conviene partire da quello che è il simbolo della piazza principale di Montecatini, Piazza del Popolo, ovvero la Basilica di Santa Maria Assunta.
2020
In questi Atti di Convegno, Paola Masino, Milena Milani e Venezia si propongono come tre poli di un dialogo a più voci. Alcuni dei volti e delle trame della vita in città, negli anni Trenta e Quaranta e nei decenni successivi, sono infatti riuniti attorno a due autrici che hanno saputo fare della scrittura un mestiere fecondo. Il loro contributo, evidenziato nel volume da nove relatrici, ridisegna il volto della laguna con particolare attenzione ai luoghi e ai tempi, cogliendo, di decennio in decennio, peculiarità e variazioni. Un profilo, quello di Venezia Novecento, poco o per nulla narrato dalle donne, che trova in questi saggi un timbro di autenticità.
Recensione a L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia, a cura di Giovanni De Luna, Gabriele D’Autilia e Luca Crescenti, 3 voll., Torino, Einaudi 2005-2006; Storia d’Italia, Annali 20, L’immagine fotografica 1945-2000, a cura di Uliano Lucas, Torino, Einaudi 2004, 725 pp., 95,00. Storia fotografica d’Italia, 1900-1921. La belle époque, la grande guerra, le lotte sociali, realizzazione editoriale a cura di Attilio Wanderlingh e Ursula Salwa, grafica a cura di Luciano Pennino, ricerche realizzate da Monica Gianfrancesco e Luisella Bolla, Napoli, Intra Moenia 2006, 343 pp.
Borc San Roc, 2021
Al è di Antonio Lasciac al proget di una «casettina piccina picciò» a lì dal Cuar di Aur, par doi mui namorâs.
Ricognizione storico-critica sul problema del "dionisiaco" tra Germania e Italia in epoca otto-novecentesca.
The article tells the story of the Galfa tower in Milan, an icon building of the Italian postwar development. The tower is now ruined behind the original curtain wall, and it is seeking for a new identity. The adaptive re-use of the Galfa tower has been addressed by the final year students of the Polytechnic of Milan. Based on an on-site survey of the building conditions, students have designed several hypothesis for this gigantic ruin that, maybe more than an post industrial site, recalls the need of a sustainable urban development.
The paper examines the passages of the Historiarum Libri of Gregory of Tours, concerning relations between the Franks and the Lombards, used by Paul the Deacon as a source for the Historia Langobardorum; Paul the Deacon had modified, in some circumstances, the passages to mitigate the most violent events
Schedatura dei monumenti barocchi nel Lazio relativamente alla provincia di Frosinone - Schede dei comuni della Val di Comino - Alvito, Posta Fibreno, Vicalvi, Settefrati, San Donato val di Comino, Picinisco.
Un percorso che si sviluppa nel quartiere Flaminio per assaporare il clima di rinascita che ha caratterizzato la città di Roma negli anni '60. Attraverso l'opera di alcuni tra i progettisti più importanti dell'epoca tra cui Nervi, Libera e Moretti al servizio delle Olimpiadi, si avrà la possibilità di misurare il grado di sperimentazione tecnico e formale dell'architettura italiana uscita dalla drammatica esperienza della guerra. Un'esplorazione di una zona particolare della città, sviluppata dagli anni venti fino ad oggi: a partire dal quartiere ICP del Flaminio, dove è possibile ammirare il linguaggio del barocchetto sperimentato su vasta scala, il viaggio ripercorre le trasformazioni urbane attuate negli ultimi anni in una zona militare diventata polo della politica culturale e scientifica cittadina con il Maxxi e il progetto Flaminio di Paola Viganò Nell'immaginario comune Ostia è il luogo di villeggiatura di Roma e, in quanto estensione della città sul mare, da questa subisce influssi continui. A partire dagli anni venti, con la costruzione dei primi insediamenti, il litorale romano viene considerato un terreno di sperimentazione per l'architettura razionalista che contribuisce a formare l'identità culturale e formale del luogo Architettura da record Il Villaggio Olimpico_Flaminio parte I Dalle armi alla cultura Dal quartiere ICP del Flaminio al MAXXI_Flaminio parte II
2015
Gli scritti sono sottoposti alla valutazione del Comitato Scientifico e a lettori esterni con il criterio del BLINd-REVIEw L'Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari di diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a recuperarli per chiedere debita autorizzazione The Publisher is available to all owners of any images reproduced rights in case had not been able to recover it to ask for proper authorization chiuso in redazione ottobre 2015-stampa Bandecchi & Vivaldi s.r.l., Pontedera (PI) *consultabile su Internet http://www.dida.unifi.it/vp-308-firenze-architettura.html
Prima di entrare nel merito del discorso, è necessario fare una breve premessa. Nel maggio 2009 fui invitato a tenere una conversazione nella sede del Circolo culturale «Galileo» di Trepuzzi, in occasione del novantacinquesimo genetliaco di Mario Marti. Accettai subito l'invito non solo con grande gioia ma anche con un pizzico di emozione, perché è dal 1968, cioè da quando mi iscrissi alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Lecce, che ho il piacere di conoscere il professor Marti. Durante i quattro anni di corso, seguii assiduamente le sue lezioni, partecipai ai seminari da lui organizzati, sostenni con lui gli esami di Letteratura italiana. Poi, attratto dalla modernità letteraria, decisi di laurearmi con Donato Valli in Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea, con una tesi sul petrarchismo novecentesco, della quale egli era il correlatore. Ma Marti è rimasto sempre, per me, un punto di riferimento costante dal lato metodologico e un esempio di serietà e rigore scientifico a cui ho cercato di improntare la mia attività, un vero maestro, insomma, nel campo dell'italianistica. Ho continuato a frequentarlo, a seguire le sue conferenze, a leggere i suoi numerosi volumi, che mi ha donato sempre con dediche affettuose, ad avere un ininterrotto e proficuo rapporto con lui fino ad oggi. Tra l'altro, ha avuto la bontà di ospitare due miei lavori in collane da lui dirette: uno, la mia prima monografia in assoluto, Bodini prima della «Luna», nella «Minima» della casa editrice Milella di Lecce, nel 1982; l'altro, una raccolta di saggi, Futurismo e dintorni, nella collezione di studi e testi, «Humanitas», delle Edizioni Congedo di Galatina, nel 1993.
Pubblicato in "Paesaggio 1922-2022. Cent’anni della legge Croce", a cura di Fabio Mangone e Nunzio Ruggiero Quaderni di Napoli nobilissima. 3. 2022 Indice: Presentazione, di Lucio d’Alessandro Prefazione, di Piero Craveri Introduzione, di Fabio Mangone e Nunzio Ruggiero Il lessico del paesaggio nell’Italia del primo Novecento, di Anna Fava La forza dei luoghi. Nomi del paesaggio come pensiero e come azione, di Emma Giammattei Alle radici della contrapposizione tra paesaggio e ambiente, tra bellezza e «patrimonio»: dibattito e normativa nell’Italia dei primi anni Venti, di Fabio Mangone Verso una nuova legge di tutela delle bellezze naturali: Gustavo Giovannoni e il piano paesistico di Capri, 1937-1938, di Andrea Pane La problematica ambientale e il rapporto tra natura e artificio nella formazione della normativa paesistica dei cent’anni, di Giulio Pane Gli albori della tutela paesistica. La protezione del panorama nella Napoli preunitaria, di Pasquale Rossi Ugo Ojetti cronista e custode del paesaggio tra guerra e dopoguerra, di Nunzio Ruggiero
Eikonocity, n. 2, 2020
Book review: De Cristofaro, Carlo (2020). Frediano Frediani tra Classicismo e Modernità. Napoli: Editori Paparo s.r.l., 2020,.148 pp., ill.
Eric J. Hobsbawm ha scritto che "il secolo XIX fu una gigantesca macchina per sradicare campagnoli". In qualsiasi modo lo si voglia guardare, quel complesso di fenomeni energetici, tecnologici e demografici che hanno interessato l’Europa nel XVIII e XIX secolo e che si è convenuto di chiamare “rivoluzione industriale” va interpretato come una profonda e rapida trasformazione delle strutture economiche e un più lento, ma non meno incisivo, mutamento dei costumi sociali e culturali. L'industrializzazione è uno dei fenomeni-corollari di quella grande, immensa e travolgente trasformazione che si suole chiamare "modernizzazione". Un altro suo corollario, per certi versi una sotto-conseguenza dell'industrializzazione, è il fenomeno dell'urbanizzazione. Se ne tenta qui una prima riflessione tra lo storico e il politico-culturale.
manifestolibri, Roma, 2008
"Laudatio academica" per la laurea "honoris causa" in Italianistica conferita a Gianfranco D'Aronco, Udine, 18 dicembre 2017
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