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Convegno internazionale, MILANO, 27-28 ottobre 2014
During some lectures, then published into a book entitled "Presupposti del sacrificio umano", Angelo Brelich analyzed, according to a very innovative methodology for his time, the phenomena that he considered the foundamental conditions of human sacrifice in different cultures of the world. A half century from these lessons, the "fundamentals" of its methodology are still relevant and, with the necessary updates, functional. First aim of this paper is to investigate if the cultural and contextual assumptions recognized by Brelich as the fundamental elements of the phenomenon of human sacrifice can be individuated also in Mycenaean Greece.
2025
L’equivoco della civiltà del progresso, permane non necessario ad obliarci e la continua fuga da noi stessi, resta il limite più grande della nostra conoscenza. Nutriamo sempre la curiositas verso l’esterno, non accorgendoci che molto spazio dell’autocoscienza permane vuoto. Accompagnati nel racconto dall’abile penna di Zola, possiamo, alla fine del percorso, guardarlo negli occhi e senza timore domandare: ma in fondo, chi sono coloro di cui si è scritto? Pur covandone le immagini esteriori, l’estetica e le figure, rimane l’incertezza di aver conosciuto nelle profondità i personaggi che ci sono passati davanti. Questo dà licenza di staccare gli occhi dalle pagine, repentinamente, e con una questione, dileguante, domandarci se in fondo noi stessi sappiamo chi siamo.
2016
Quello dei sacrifici umani nell'antica Roma è un tema che lascia alquanto perplessi o, melius, disorientanti nel momento in cui si pensa alla città di Roma come simbolo di grande evoluzione e civiltà rievocando con la memoria gli antichi fasti dell'impero o anche la grandezza di templi e opere pubbliche che denotavano un estremo grado di evoluzione civica che la città stava raggiungendo assieme ad una contemporanea e parallela evoluzione del sistema giuridico e religioso/giuridico.
Il sacrificio umano presso germanico-norreni e fenicio-punici: una lettura attraverso le fonti, 2020
Dopo aver portato a termine la suddetta visione d'insieme, è giunto il momento di trattare una delle due culture scelte come protagoniste di questo studio: quella germanica. Per far ciò, si rende anzitutto necessario delineare qualche indicazione generale sulle popolazioni di cui si sta per approfondire il rapporto con il sacrificio umano. Con il termine germani 17 , o norreni, si intende quell'insieme di popoli, e non un'unica entità, facenti parte di un ramo arcaico della vastissima famiglia linguistico-culturale indoeuropea, che originariamente dominarono parte dell'Europa centrale e settentrionale, sovrapponendosi e fondendosi al loro arrivo con le popolazioni indigene di queste aree, per poi espandersi verso le altre coste europee, dell'arcipelago britannico e dell'Islanda, motivati dalle attività razziatorie, di conquista ed esplorative che caratterizzarono alcune delle fasi successive del percorso storico di queste popolazioni. La più antica cultura germanica di cui abbiamo notizia tramite le fonti archeologiche è quella Jastorf risalente al 600 a.C. ca., insediata in un'area corrispondente odiernamente a Olanda, Sassonia meridionale, Jutland e Meclenburgo occidentale. Data la loro posizione centrale nel contesto europeo, nel corso della loro storia le popolazioni germaniche sono entrate in contatto con vari altri popoli, tra cui i celti, prima e dopo la loro latinizzazione, e gli stessi romani, la cui influenza determinò vari cambiamenti soprattutto a livello socioeconomico, per esempio determinando il passaggio dall'originario comunalismo egualitario tipico di queste popolazioni, a forme sociali più stratificate, in cui ricchezza e rango ebbero sempre maggiore importanza. Ovviamente questa influenza non fu unilaterale ma, come ben noto, le popolazioni germaniche iniziarono dal II sec. d.C. un rapido processo di fusione e penetrazione territoriale, sociale e culturale nel contesto romano, rappresentando uno degli innumerevoli fattori che causarono la caduta della parte occidentale dell'Impero. Ciò portò anche ad una graduale cristianizzazione, anche se non sempre in linea con la dottrina 17 Per un approfondimento generale sulla cultura e sulla religione delle popolazioni germaniche si veda M.
F. Longo, R. Di Cesare, S. Privitera (a cura di), Dromoi. Studi sul mondo antico offerti a Emanuele Greco dai suoi allievi della Scuola Archeologica Italiana di Atene, pp. 321-330., 2016
This short paper presents some intaglios from several Orientalising Etruscan and Italic sites. In the first part of the paper, the author illustrates some that are of undoubted Aegean origin (Terni, Veii, Chiavari). These materials are exceptional in comparison to other Greek and Oriental artifacts that are more frequently found in the Italian peninsula. As such, they can contribute to shed light on the dynamics of the circulation of luxury goods in the Mediterranean. Some of the intaglios show evidence that their circulation was strictly linked to the mobility of people, notably an inscribed gem from Perachora, which probably went on a round trip of sorts. In the second part, the author examines some rather puzzling items, which can be regarded as local products with a generic Levantine influence. Finally, he briefly examines some finds from Greek contexts (Euboea in particular) showing a possible Etruscan influence.
Nell'Antigone sofoclea e nelle Supplici di Euripide viene affrontato il tema del diritto dei vinti ad ottenere che i loro caduti ricevano gli onori funebri; e del diritto dei vincitori a limitare l'esercizio di tale diritto. Nell'Antigone ritroviamo, al centro della vicenda tragica, il destino di un solo corpo: quello del vinto Polinice, fratello del vincitore Eteocle, ugualmente morto. Nelle Supplici è in gioco la sorte dei cadaveri di tutti i caduti. Certamente l’Antigone è tragedia più complessa, nella quale altri temi si intrecciano col tema principale della sepoltura del corpo di Polinice, ma su quest’ultimo motivo le due tragedie presentano una sovrapposizione. In questo breve saggio descrivo alcuni problemi interpretativi relativi alla questione della sepoltura, e della privazione della sepoltura, dei corpi dei vinti. Il saggio costituirà uno dei quattro capitoli introduttivi a queste due tragedie nel mio secondo libro dedicato alle tragedie tebane.
Le Forme e la Storia, vol. n.s. IV, 2011
I saperi umanistici nella Grecia di oggi Premessa Lo «statuto epistemologico» di una disciplina contraddistingue il rapporto che essa intrattiene con l'oggetto del suo studio, nel nostro caso la lingua, la letteratura e la civiltà della Grecia moderna e di Cipro. Di questo statuto fanno parte il modo attraverso cui studia e indaga il proprio obiettivo (autori, testi, correnti culturali, manifestazioni artistiche), i procedimenti attraverso i quali produce il proprio sapere (l'indagine filologica e le specificità della comunicazione culturale) e il grado di affidabilità di questo sapere. Nell'usare l'espressione «statuto epistemologico» non intendo però presupporre che gli «studi neogreci» costituiscano di per sé una scienza, ma vorrei suggerire una riflessione sul tipo di relazione che essi hanno instaurato con la scienza propriamente detta.
Scienze dell'Antichità 23.3, 2017
This paper aims to examine the testimonies (literary, iconographical, archaeological) that are usually considered in order to assert the historicity of human sacrifice in the Etruscan culture. As a result of the review, it does not seem plausible to recognise with enough certainty the practice. The author tries then to focus his attention to the real core of the issue: the definition of what we should intend for “human sacrifice”. If we accept that the sacrifice is a ritual action, it should be clearly recognisable and characterised by repetition. Those characteristics seem to be absent in the supposed cases of human sacrifice in the Etruscan documentation. Finally, a new proposal is put forward to distinguish two different categories: the one of the human sacrifice (that does not seem to be performed by the Etruscans) and the one that could be defined as “religious killing”, that may instead have occurred occasionally.
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Revista Internacional de Culturas y Literaturas, 2009
Marina Rubinich e Alessandra Giumlia-Mair (a cura di), Le Arti di Efesto, Catalogo della Mostra, Milano 2002, pp. 90-103, 2002
Sanctorum Quattuor Coronatorum Tabularia, 2020
L’impero dei sensi. Da Euripide a Ōshima, Atti del convegno di studi (Torino 27-29 novembre 2008), a cura di Roberto Alonge, 2009
Collana: Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civiltà, 2022
MADRE: la figura della madre attraverso la storia del genere umano. VII giornata siciliana di studi ispanici del Mediterraneo, Aracne, Roma, 2020
Atti del workshop "Medicina e dintorni", Università di Bologna, 11-12 maggio 2012, pp. 22-3, in «Janus», 6, 2012
Axon. Iscrizioni storiche greche , 2017