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Realizzato con il contributo di Si ringrazia Siena Wood Hutton per il supporto fornito nella fase di revisione dei testi in lingua inglese La riproduzione del testo o brani di esso, in qualsiasi forma presentata e diffusa, è assoggettata alla legge 22 aprile 1941, n. 633 successivamente modificata con la legge 18 agosto 2000, n. 248.
in: Studium. Città, monumenti e cultura tra XVI e XXI secolo. Miscellanea per i vent'anni della "SSF-Società di Studi Fiorentini" (1997-2017), "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", nn. 26-27 (2017-2018), ISBN 978-88-94869-69-9, ISSN 1129-2800, 2018
In the province of Salerno there are two interesting buildings designed by Roberto Narducci, the Post Office Building in Salerno itself, and the Railway Station in Battipaglia. These two works represent the classicist and the modernist models of his architectural style, and they are an example of the two types of buildings which he designed for the newly established Ministry of Communications. The heavy restoration of both these buildings gives the opportunity to make a point on their realization in the Fascist Age and on their present situation too.
Corriere della Piana
Il "vizio" del cronista, di scrivere pagine di giornale, Mimmo Nunnari non lo perde neppure quando i suoi interessi allargano orizzonti più vasti del mero fatto quotidiano più o meno importante da resocontare e decide di scrivere libri. Allora Nunnari scrive lunghi saggi, scientificamente comprovati e documentati, supportati dalla Storia con la esse maiuscola, dove enuncia principi di etologia, etnografia, vite di popoli, con gli stessi ritmi dell'articolo di fondo, dell'inviato speciale. Per questo la lettura dei libri di Nunnari scivola leggera e lucida sulle pagine con la semplicità e la linearità con cui egli ci racconta da giornalista di razza i fatti quotidiani. E' nato a Bagnara Calabra Nunnari, città di mare nel cuore della Costa Viola, che dai balconi da sempre guarda epiche gesta di pescatori in piedi sulla prua a fiocinare pescispada, ma prima ancora odissee leggende di sirene e mostri mitologici che sbarravano il passaggio agli arditi marinai. "Uomo di mare dalla testa ai piedi" si definisce egli stesso. E il mare se lo sente nel cuore e nella mente, appassionato di pesca e di fondali marini, quelli che ancora oggi riservano lo spettacolo astrale del corallo nero e di mostruose cernie corazzate. Qualche amico di Bagnara sostiene che se Nunnari non fosse diventato giornalista e scrittore famoso, certamente sarebbe stato un pescatore provetto, forse il più bravo della Marina. L'amore per il suo mare non poteva, nel tempo che essere "causa" delle sue pagine migliori. Giornalista e scrittore, docente universitario, Mimmo Nunnari è stato impegnato per oltre un trentennio alle dipendenze di mamma RAI. In Calabria è stato responsabile dei servizi giornalistici fino al 1999, poi lo chiamarono a Roma a ricoprire l'incarico di vie direttore nazionale del telegiornale regionale, il TGR per l'informazione regionale in dieci regioni sia del Nord che del Meridione. E' stato inoltre per molti anni corrispondente di Gazzetta del Sud. Da docente universitario ha insegnato Sociologia e Teoria e Tecnica del Linguaggio Giornalistico. L'ho ritrovato in questi giorni, a Reggio Calabria componente della qualificata giuria dei Premi Nazionali "Rhegium Julii".
CR, 1961
L'articolo si propone di dare risalto ad un particolare della storia delle famiglie di Siena che emerge dallo studio dei documenti per lo più conservati nell'Archivio di Stato (ASSi), ma che non è mai stato finora messo a fuoco, dando quasi sempre per scontato il nesso della storia delle famiglie Piccolomini e Rustichini (cfr Tizio e Pecci nel prosieguo), e più in particolare, degli eventi che hanno visto intrecciarsi o disgiungersi i loro cognomi che, come si proverà a dimostrare, riteniamo appartenenti allo stesso ceppo parentale. Si tenterà, cioè, di ricostruire come la famiglia Rustichini esca verso la fine del 1100 dall'alveo dei Piccolomini (Tizio-Historiae senense; Pecci-Lettera da Lucensio Contrapposto) e come, nel corso dei secoli della storia senese, essa abbia avuto poi vita propria, sfumando sempre più il legame con i Piccolomini, sebbene un sottile nesso tra i due cognomi continua ad essere testimoniato in attestazioni che ne punteggiano la strada fino all'epoca moderna. Il fatto è particolarmente interessante in quanto la storia della famiglia Rustichini è profondamente intrecciata con le vicende della città stato di Siena.
Tutti i diritti riservati agli autori La riproduzione dei testi, foto e grafici, anche parziale, è vietata. Ai nostri padri Presentazione Scrivere una storia che risponda alle moderne esigenze critiche significa affrontare un lavoro affascinante, ma non sempre facile e scientificamente remunerativo. Oggi, grazie al frutto di lunghe ricerche di archivio effettuate dagli autori, possiamo pubblicare questa opera competa sul castello di Poggiodina, che rappresenta una delle tappe del programma culturale tracciato da questa amministrazione comunale. Dagli approfonditi studi è venuta fuori un'opera di fondamentale valore scientifico in quanto offre una lettura completa della struttura castellana, affrontando sia gli aspetti storici che quelli stilistici e architettonici. Questo lavoro ha permesso di "fare luce" sulle nostre radici perché oltre a indicare il processo di crescita del castello di Poggiodiana, ieri Misilcassim, si traccia la storia del feudo omonimo corrispondente all'attuale territorio di Ribera. Le vicende narrate rappresentano un contributo notevole, tanto per la vastità, e talora novità, del materiale utilizzato, quanto per l'originalità delle conclusioni raggiunte che ci fanno rendere conto di ciò che furono gli avvenimenti che hanno determinato la nostra situazione geografica, sociale e politica attuale. Attraverso questa opera, atto d'amore degli autori per lo stemma della loro città, l'amministrazione comunae vuole continuare, insieme alle scuole ed alle associazioni culturali, il cammino intrapreso verso l'acquisizione, la salvaguardia e il recupero del castello, di tutta la collina e della sottostante "Gola del Lupo", gioielli di Ribera ormai da troppo tempo dimenticati. Si ringraziano lo storico locale Raimondo Lentini e l'architetto Giuseppe Scaturro; il Consiglio di
Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2012
Publio. -Nacque a Roma il 28 agosto 1889, secondogenito di Luigi, operaio metallurgico, e di Anna Maria Polizzi, impiegata in una tipografia.
Notiziario di Preistoria e Protostoria, 8.II, 2022
Uno studio comparativo dei Carmina Latina Epigraphica per animali domestici
Antonio e Ferdinando Sanfelice. Il Vescovo e l'architetto a Nardò nel primo Settecento., 2003
Panorama Numismatico, n°399, 2023
Descrizione ed analisi di un sesino emesso dalla zecca di Novellara, di tipologia totalmente inedita.
0) Dizionario Biografico degli Italiani -Volume 77_online (2012) NARDINI DESPOTTI MOSPIGNOTTI, Aristide di Massimiliano Savorra NARDINI DESPOTTI MOSPIGNOTTI, Aristide. -Nacque a Livorno il 17 aprile 1826 da Pasquale Nardini e da Carolina Fornaciari, che in seconde nozze sposò Anastasio Despotti Mospignotti. Fu battezzato con il nome di Aristide Enrico Alessandro Giuseppe Anastasio Gaudenzio. Compì gli studi presso i barnabiti, passò poi all'Università di Pisa dove si laureò in matematica applicata e fisica il 12 febbraio 1849 e in lettere il 22 febbraio 1850; nel 1852 ricevette il diploma di ingegnere e architetto. Non esercitò mai la pratica professionale e si dedicò esclusivamente allo studio e alla teoria dell'architettura, partecipando tuttavia ai più importanti concorsi architettonici dell'Italia umbertina. Nel 1853 pubblicò a Firenze, a proprie spese, il suo primo lavoro, intitolato Della razionalità architettonica. Escludendo dalla trattazione considerazioni sulla tecnica dell'arte muraria, l'opera era suddivisa in quattro libri: Delle origini architettoniche, Della essenza architettonica, Delle forme architettoniche, Della composizione architettonica. Nel 1854 fu nominato socio della Società de' filodidaci e corrispondente della Società Colombaria fiorentina. Tra il 1859 e il 1862 fu maggiore, poi colonnello, del terzo battaglione della guardia nazionale di Livorno. Con decreto di Vittorio Emanuele II, nel 1861 fu nominato cavaliere (e l'anno successivo ufficiale) dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Partecipò attivamente alla vita pubblica di Livorno, rivestendo vari incarichi civili: fu consigliere comunale dal 1861 al 1891e provinciale dal 1865 al 1868. Partecipò al secondo (1864) e al terzo (1866-67) concorso per la facciata di S. Maria del Fiore di Firenze. I progetti non ebbero molto successo, ma gli offrirono l'occasione di pubblicare uno studio intitolato Della facciata del duomo di Firenze (Livorno 1864), seguito dalla Appendice agli studi… sulla facciata del duomo di Firenze (ibid. 1864) e da Due disegni per la facciata del duomo di Firenze (ibid. 1867). Il primo studio del 1864 fu notevolmente apprezzato, oltre che da Errico
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"Civiltà Bresciana", 2024
il molo del lazzaretto del porto romano di civitavecchia, 2019
Ricordo di Vittorio Bartoletti a cinquant’anni dalla scomparsa (1967-2017). Atti della giornata di studio (Firenze, 5 dicembre 2017), a cura di D. MINUTOLI, 2019
ΦΙΛΟΙΝ. Scritti in onore di Mario Enrietti e Renato Gendre, a cura di Marta Muscariello (= ᾽Αλεξάνδρεια Alessandria. Rivista di glottologia 6-7 [2012-2013]), Alessandria, Edizioni dell’Orso 2013, pp. xxv-xxx