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Saggio in Viaggi, Itinerari, flussi umani
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Alice nel Paese delle Meraviglie fu il capolavoro di Lewis Carroll, pseudonimo del reverendo Charles Lutwige Dodgson (ricavato dai suoi due nomi, tradotti in latino per poi anglicizzarli e posporli: Lodovicus Carolus) matematico e creatore di giochi logici. Pubblicato nel 1865, il libro (titolo originale Alice's Adventures in Wonderland) ha per protagonista una bambina, Alice, facilmente riconoscibile nella figura di Alice Liddell , figlia undicenne del decano della Christ Church e coautore del dizionario greco-inglese Liddell-Scott, Henry George Liddell. All'epoca della sua uscita l'opera riscosse da subito un notevole successo, ma procurò anche numerose maldicenze sul suo autore, che a causa delle frequentazioni con le sue piccole amiche, tra cui la stessa Alice, venne accusato addirittura di pedofilia.
Si può studiare la coscienza con l’ipnosi? Il seguente studio sostiene questa possibilità analizzando le differenze fra i vari stati di coscienza, che incorrono nel processo ipnotico. L’ipnosi quindi diviene lo strumento per provocare le alterazioni, che vengono riferite dal soggetto, attraverso resoconti in prima persona (qualitativi) sulla sua esperienza. La sperimentazione cerca inoltre di mostrare come le esplorazioni della coscienza possono essere direzionate con apposite suggestioni, producendo stati differenti. Quest’ultima questione ci porta a riflettere sulle cosi dette “mappe dell’io”, ovvero su quella visione topica della psiche, riguardante non solo le varie concezioni psicologiche, ma diversi sistemi filosofici sia occidentali che orientali.
sviluppo del "flusso di coscienza" nella letteratura anglofona del Novecento Maria Angela Eugenia Storti L'epifania della coscienza nel panorama del decadentismo europeo Lea Di Salvo La coscienza del giudice Antonino Cangemi II questionario scuola, uno strumento per indagare il successo scolastico Patrizia Falzetti e Paola Giangiacomo La valutazione degli apprendi menti Rossana Sicurello Autovalutazione e integrazione sistemica nella scuola Marco Bechis e Laura Tomatis II Disease Mongering e il farmaco non sono la soluzione Laura Mendola Dalla cosmologia ai modelli di assistenza sanitaria attraverso... l'audiologia Aldo Messina La peda gogia del Service learning Giovanni PerroneSi fa presto a dire Master Gabriele Morello Efebo corto film festival Lau ra Grimaldi La scuola Lombardo Radice a Palermo Silvia Pennisi Intervista a Prem Rawat Ambasciatore di Pace Laura Grimaldi Giovanni Tria, presidente della SNA Isabella Munda Le stelle intorno a noi, conversazione con Pier giorgio Odifreddi a cura di Mariarosa Miracola
Between, 2020
This article aims to analyse the movement of '77 in Bologna, which made language its revolutionary tool. Claiming the distance from traditional politics and the awareness of a society no longer politically and ideologically focused, but defined by individual needs and desires, the movement wants to act on the collective imagination and elevates Lewis Carroll's Alice as a symbol of change. "Alice desires a story and falls into a hole" is a narrative cue that, divided into three syntactic segments, allows to deepen the different lines of research that revolve around the key words of '77: the fall, language and desire. They will be analysed with the support of texts that represent the theoretical humus of '77 and those produced within the movement.
GdM 543, 2019
Gli studi più recenti sulla coscienza e il caso Ehmer. Le molteplici e complesse sfaccettature fenomenologiche che caratterizzano l'esistenza umana sollevano numerose problematiche d'ordine ontologico, prima fra tutte quella legata alla vera natura della coscienza ed al suo enigmatico rapporto con la morte fisica. Quest'ultima, in verità, non solo oggi appare sempre più funzionale al concetto stesso di vita, ma anche sempre meno contrapposta ad esso. Come riferisce nel suo sito web Robert Lanza, che dal Times è stato definito il terzo scienziato più importante del mondo, "noi pensiamo che la vita sia solo l'attività del carbonio e di una miscela di molecole: viviamo un po' e poi finiamo a marcire sottoterra. In effetti, noi crediamo nella morte perché ci è stato insegnato che moriamo. Inoltre, ovviamente, perché identifichiamo noi stessi col nostro corpo e sappiamo che i corpi muoiono"
Nel mondo della coscienza. Verità, libertà, santità, Actes du «XIII Corso dei Simposi Rosminiani» (Stresa, Centro Internazionale di Studi Rosminiani, 29 agosto-1 settembre 2012), Stresa, Edizioni Rosminiane Sodalitas, 2013, pp. 103-118.
Aim of this essay is to focus on possible links between Law and Literature, using two novels by Lewis Carroll: Alice in the Wonderland e Through the Looking-Glass and what Alice Found there. Analyzing the legal experiences made by Alice in the two novels I will assume that Law and Literature can be compared as worlds of the possible. In fact both Literature and Law represent a dimension of the possibility. In Through the Looking-Glass and what Alice Found there Alice wants to become Queen and her desire is possible through the law that she experiences as a social practice. On the contrary in Alice in the Wonderland the irrational law that comes from the Hearths Queen is refused by Alice: through this kind of law, prescriptive and sanctioning, it is not possible to realize her wishes. To say that law is possible means to assume that law is a social practice that Literature can narrate, exploring this dimension of possibility. As characters of novel, men can experience a kind of law whose contents are determined not only by rules and sanctions, in a law-positive way, but also by social and cultural representations, instances, opinions, ideas and, actions. 1 A proposito di Alice e delle implicazioni tra diritto e letteratura si veda anche Scamardella 2011 e 2009. Between, vol. 1, n. 1 (Maggio/ May 2011) Francesca Scamardella, Narrazioni giuridiche nei mondi di Alice: la dimensione del possibile
Balthazar, 2023
Quando ho letto della scoperta, tra l'altro tutta italiana, dei neuroni specchio posti in varie aree del cervello, in grado di attivarsi riconoscendo e comprendendo le azioni altrui e rendendo possibile una postura empatica verso il diverso da sé, ho immediatamente pensato che la nostra specie umana ne avesse provocato la nascita dopo l'esperienza dell'Olocausto e dell'insensibilità dei carnefici, oscura come un pozzo profondo di cui non si vede la fine, nell'indifferenza di moltissimi. Ammetto ora che risvegliavo dentro di me un pensiero magico che si affidava a un brandello di evoluzionismo positivista o, per dirla in altre parole, a una speranza riposta in un progresso della civiltà tale da riuscire financo a modellare le basi biologiche della vita e il funzionamento del cervello. D'altronde il pensiero e l'emozione si incagliano davanti a ciò che pare incarnare il male assoluto e ci si aggrappa a quel che può offrire una spiegazione e una via d'uscita. La scoperta dei neuroni specchio è certamente un rinvenimento promettente, tanto più che i ricercatori hanno ipotizzato un legame esistente tra l'attivazione di queste cellule e la capacità di provare empatia 1 . Ma non è il caso di illuderci: allontaniamo subito l'idea che questi nuclei cerebrali ci possano mettere al riparo di alcunché, mentre va piuttosto posta attenzione alla tendenza in atto ad affidare e in qualche modo delegare alle neuroscienze le soluzioni di problemi etici complessi. E in effetti la neuroscienza e le sue scoperte stanno riscuotendo in anni recenti un'inedita audience al di fuori del territorio specialistico, attraendo lettori e spettatori, si pensi solo allo straordinario successo dei
Libro importante sul tema della meditazione. Alice Baley è un'eccezionale studiosa
La solitudine della coscienza La critica dialogica al soggettivismo moderno Introduzione Come ha osservato M. Theunissen «il pensiero dialogico è nelle sue radici un movimento di opposizione» 1. Questa opposizione è primariamente rivolta all'idealismo, visto come esito finale della filosofia moderna 2 , cosicché un anti-idealismo radicale accomuna tutti i dialogici. Rosenzweig ed Ebner maturano, in effetti, il loro pensiero «non solo in una generica presa di distanza dall'idealismo tedesco, ma nel tentativo di scardinare fin alle radici il sistema idealistico ed ogni forma di idealismo in senso lato» 3. Identificato l'idealismo come l'esito finale del pensiero moderno, l'opposizione ad esso si apprende come presa d'atto di una crisi epocale. Diviene consapevolezza della crisi del pensiero moderno, che, partendo da premesse astratte, aveva formulato la pretesa di un sapere assoluto e totale, con conseguenze dirompenti a livello etico e politico. Questa consapevolezza non matura in una riflessione generica e distaccata, ma attraverso l'esperienza della prima guerra mondiale 4. In questo luogo storico essenziale Rosenzweig individua il momento in cui al posto di «quell'unico ed universale nulla che nasconde il capo sotto la sabbia all'udire il grido della paura della morte» subentrano le mille morti reali 5. Fu, quindi, «la vita mescolata all'enorme sofferenza della guerra», a spingere i dialogici alla ricerca dei significati essenziali e della parola autentica, in vista di un pensare capace di offrire orientamento di fronte al naufragio di ogni senso e valore. Accade qui qualcosa di simile a quello che interviene nella misura poetica di Ungaretti, che al fronte scopre la parola essenziale, capace di ristabilire un rapporto fra l'uomo e le cose, la parola evocativa ed il suo senso analogico 6. Pertanto, come al poeta non si domanderà «la formula che mondi possa aprirti» 7 , così ai dialogici non si richiederanno il sistema e la sintesi estrema, che sono esattamente ciò che essi contestano, ma piuttosto la storta sillaba e secca della riscoperta delle relazioni essenziali, delle fratellanze e delle prossimità di fronte al mistero dell'essere 8. L'uomo è incapace di formulare risposte alla domanda: chi sono io?, ma le dimensioni di senso che si aprono in questa incapacità non sono negative, perché costringono a ripensare i percorsi e a cercare «nuove modalità di dicibilità dell'umano». Nella consapevolezza della crisi, i dialogici segnano, quindi, un passaggio da una tipologia di pensiero ad un'altra e, più specificamente, «dalla rappresentazione del mondo alla costituzione di senso» 9. Il pensiero autofondantesi: Cartesio e il solipsismo dell'Io 1 M. Theunissen, Der Andere. Studien zur Sozialontologie der Gegenwart, Walter de Gruyter, Berlin 1965, pag. 244. 2 Vedi G. Bonola, Franz Rosenzweig ai lettori della "Stella", in F. Rosenzweig, La stella della redenzione, ed. it. A cura di G. Bonola, Vita e Pensiero, Milano 2005, pag. XXV. 3 S. Zucal, Premessa a B. Casper, Il pensiero dialogico, Morcelliana, Brescia, pag. 7. 4 Il legame con tale esperienza è indicato anche dalla cronologia. Le due opere principali di Ebner e Rosenzweig, rispettivamente i Frammenti Pneumatologici e La stella della redenzione, sono pensate e scritte in tempi coincidenti o immediatamente successivi (sono pubblicate nel 1921). 5 «Nell'oscuro retroscena del mondo si annidano, come suo inesausto presupposto, mille morti... invece di un unico nulla». B. Casper, Il pensiero dialogico, cit. alla nt 3, pag. 99. 6 «Il poeta constata che non ha più certezze o miti da proporre col canto a gola spiegata, oratorio e parenetico, ma può solo salvare qualche relitto da un naufragio, può solo offrire qualche storta sillaba e secca". S. Guglielmino, Guida al Novecento, Principato editore, Milano 1971, pag. 214 7 E. Montale, Ossi di seppia, 1925. 8 «Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte. Foglia appena nata». G. Ungaretti, Allegria di naufragi, 1919. 9 B. Casper, Il pensiero dialogico, cit. alla nt 3, pag. 86.
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La mente è un marchingegno, 2024
“Viaggio intorno all’Esoterismo”, 2024
in F. Bianchini (a cura di), Imitare la mente. Un dibattito interno alle scienze cognitive, 2011
Viaggi letterari. Per Catherine Maubon, a cura di M. R. Digilio, P. Pellini, A. Schoysman, R. Venuti, Roma, Artemide, 2016, pp. 173-180
Roger Scruton. Vita, opere e pensiero di un conservatore., 2022