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L'INCORONAZIONE DELLA VERGINE DEL BOTTICELLI
Nel contributo s'intende affrontare, attraverso l’analisi di alcune importanti iscrizioni, l’evoluzione di Albano nei travagliati secoli che videro l’affermazione del cristianesimo e lo sviluppo urbano negli antichi castra della Legio II Parthica. Le testimonianze epigrafiche consentono infatti, in concerto con altre fonti storiche, di individuare e comprendere le macrofasi che la città di Albano visse tra il VI e il XII secolo d.C.
2006
1. La serie Cn e le tavolette Cn 40, (45), (254), 599, (600), 643, 655, 719.
La Stufa Giannolli, 2015
The great suffering of the Austro-Hungarian prisoners was therefore distilled by the steam produced by the Giannolli stove, its important testimony cannot fail to be dignifiedly preserved for future memory.
-Gruppo di tombe. Da sinistra a destra le sepolture SP700722, SP700728, SP700753, SP700741.
Atti e Memorie, 2024
Il contributo mira a esaminare il panorama culturale di Ancona nel Cinquecento, a partire dall’analisi delle informazioni e degli studi condotti dalla critica sulla Pala Gozzi di Tiziano. L’opera, realizzata nel 1520 per il mercante croato Luigi Gozzi, rappresenta una testimonianza cruciale per la comprensione del contesto sociale anconetano, caratterizzato nel corso del secolo dalla presenza di numerosi mercanti provenienti dalle città dell’Adriatico e della penisola italiana. Questi, stabilitisi con le loro famiglie nel capoluogo dorico, acquisiscono crescente rilevanza nel tessuto sociale e arricchiscono la città con opere d’arte destinate alle chiese cittadine. Tra i membri di questa emergente classe dirigente figurano Marco Paulucci e Leonarda Pilestri, probabili committenti della pala raffigurante i Santi Marco, Leonardo e Francesco. Le informazioni sui coniugi e i confronti stilistici suggeriscono una revisione cronologica dell’opera, influenzando la problematica attribuzione a Girolamo Dente.
in Pescheria ( , che si trova a Roma presso il Teatro di Marcello, dopo la breve ma oggettiva analisi proposta dal Krautheimer nel 1937 1 , per circa 50 anni non è stata sottoposta ad altri veri e propri studi di carattere archeologico 2 , se si eccettua quello, assai breve, del Muñoz 3 . Solo negli anni '90 e poco oltre sono state pubblicate nuove indagini, non solo nell'ambito dell'analisi archeologica del propileo della Porticus Octaviae che fa da pronao alla chiesa, ma anche in relazione ai restauri di epoca moderna che ne hanno modificato a più riprese la struttura architettonica.
III Convegno Regionale di Speleologia “Campania Speleologica 2017”, 2 - 4 giugno 2017, Napoli, 2017
La costa orientale della città di Bacoli (Napoli), così come buona parte del litorale flegreo, è stata caratterizzata nel corso dei secoli da incisivi mutamenti della linea di costa. Anche in quest‟area si registrano interessanti evidenze archeologiche pertinenti complesse strutture d‟età romana site sul costone tufaceo di Punta Le Cento Camerelle (PCC). Ad una quota inferiore rispetto alla già nota ed omonima cisterna, si riconoscono gli ingressi di due cavità di origine antropica le cui caratteristiche permettono di identificarle quali cisterne idrauliche d‟età romana. Oltre a queste si riconoscono altre cavità prospicienti il versante settentrionale della PCC, affacciate su Marina Grande. Considerando la presenza di resti antichi nel tratto di mare antistante la PCC, è auspicabile che in futuro si rivaluti l‟intero complesso costiero al fine di comprendere appieno le relazioni spaziali e temporali delle diverse evidenze archeologiche che lo caratterizzano. Parole chiave: cisterna romana, Campi Flegrei, Cento Camerelle, Bacoli.
I caratteri paleografici dell'iscrizione stampigliata su una antica campana romana, consentono una datazione del manufatto più plausibile e verosimile rispetto all'anno riportato nell'epigrafe della campana stessa.
«Galleria», Anno III - N° 5 (Maggio-Agosto 2022), pp. 97-136 [ISSN 2724-2544; Codice ANVUR E257320], 2022
Prova finale in Sociologia della Letteratura, laurea triennale in Lettere Moderne, Università degli studi di Bologna
Italian Quarterly , 2020
A partire dalla metà del Cinquecento la cultura italiana è segnata dall'emersione di una particolare trattatistica: la letteratura sulla funzione segretariale. Questo filone politico-letterario accompagna la formazione dello Stato moderno e la graduale istituzionalizzazione degli apparati burocratico-amministrativi che vanno affiancando i nuovi centri del potere signorile e principesco. Il dibattito sul segretario, che ha sviluppi europei e si esaurisce soltanto sul finire del XVII secolo, si struttura ed evolve secondo i fondamentali contributi di una nutrita serie di intellettuali italiani che veicolano in forma scritta i frutti di una sapienza pratica direttamente appresa all'esercizio delle cose di stato. Mi riferisco, in particolare, a Giambattista Pigna, Giovanni Battista Giraldi Cinzio, Francesco Sansovino, Torquato Tasso, Giulio Cesare Capaccio, Panfilo Persico, Vincenzo Gramigna, Michele Benvenga. I trattati di questi autori, a vario titolo impegnati quali segretari, consiglieri, legati, presso principi o repubbliche, esprimono la natura controversa di un incarico che, pur concepito nell'ambito umanistico della "buona scrittura," diventa fulcro della vita politica e oggetto di un'elaborazione dottrinale che matura nel coevo dibattito sulla Ragion di Stato. KEY WORDS segretario, cortigiano, consigliere, segreto, segretezza Nel 1594 Battista Guarini (1538-1612) 1 dava alle stampe, quale frutto di una riflessione maturata al servizio di Alfonso II d'Este, il dialogo Il segretario. L'opera consegnava, nell'ambito di un dibattito consolidatosi a partire dalla metà del Cinquecento, un'ampia riflessione sul ruolo e le competenze di una particolare fattispecie di cortigiano: il segretario. Educato egli stesso in una famiglia non estranea alla professione segretariale-il prozio Alessandro era stato segretario di Alfonso I ed Ercole II d'Este-e fatta esperienza diretta di onori e oneri della funzione, Guarini si interroga in merito allo status di una figura sulla quale la trattatistica specializzata aveva raggiunto risultati non univoci: "perché-si domandava-non potremo noi dire, che l'ufficio del Segretario sia parimente propagine cosi della Politica, come della Retorica?" (19). 2 Nel contesto di una riflessione complessivamente volta all'individuazione delle competenze retorico-letterarie dello scrittore di lettere e dell'addetto alla corrispondenza dei principi, Guarini instilla un dubbio amletico. Il segretario è da intendersi quale uomo di lettere o piuttosto uomo politico? Egli è un mero funzionario ed esecutore della volontà principesca o esercita un ruolo attivo negli affari di stato?
Relazione di due anni di ripulitura della rampa di accesso in sabbia marina alla Grotta dello Scoglietto richiesta dalla Soprintendenza e motivata dalla presenza di numerosi resti ossei anche umani e altri reperti sparsi lungo la scarpata. Tale Grotta viene immaginata come un nosocomio della preistoria a causa di numerosi crani trapanati. Alcuni frammenti sono stati individuati e raccolti durante tale intervento.
Archaeologia Adriatica, 2022
L'isola di Ugljan ha restituito le tracce di un importante passato, collegabile direttamente allo sviluppo del vicino centro urbano di Zara. Di primaria importanza risultano i resti della centuriazione, riconosciuti su tutta l'isola, e di diverse realtà insediative di tipo residenziale/produttivo di età romana (villae rusticae), tra cui spicca l'esempio ben noto di Muline. Un notevole complesso a carattere residenziale è stato individuato anche nell'abitato di Preko, con fasi di frequentazione dal II secolo fino ad inizi VI secolo. Durante un recente sopralluogo al cimitero della chiesa della Madonna del Rosario in Preko è stata individuata un'epigrafe funeraria inedita di età romana. Nel presente contributo si fornisce una prima edizione dell'iscrizione ed una sua contestualizzazione all'interno del panorama storico e archeologico dell'isola. La nuova epigrafe, per caratteri formali e formulario, può essere inquadrata cronologicamente tra la fine I secolo e la prima metà del II secolo. Nello stesso cimitero si conserva un grande sarcofago con coperchio a spioventi, databile
RIASSUNTO – L'analisi dei carboni provenienti da una serie di " focolari " dell'Arma dell'Aquila ha dimostrato la presenza di due fasi vegetazionali nettamente distinte. I due livelli paleolitici (Aurignaziano e Epigravettiano iniziale) sono caratterizzati da conifere e Ginepro, a testimonianza di due fasi molto fredde dell'ultimo glaciale. I livelli neolitici (antico e medio) mostrano una situazione di foresta a latifoglie, dominata dalle querce e da altre piante termofile con un incremento di Erica nella fase finale dell'occupazione, forse da collegare all'apertura del bosco col fuoco. ABSTRACT – Charcoal analysis from a series of " fireplaces " at Arma dell'Aquila has shown the presence of two different floral associations. The two Palaeolithic levels (Aurignacian and early Epigravettian) are dominated by conifers and juniper, pointing to two cold phases of the last glacial period. The early and middle Neolithic layers show the spread of the broad leaved forest, particularly oaks and thermophilous trees with an increase of Erica arborea at the end of the series, possibly to be connected to the opening of the woodland by fire. Parole chiave – Carboni, Focolari, Paleolitico superiore, Neolitico antico e medio, Foreste
IL PENTALOGO DI PITAGORA, 2019
L'autore in questo scritto indaga il destino umano attraverso i fatti della sua vita e della sua terra, la Calabria, e ha così scoperto l'etica universale, la sola capace di dare la felicità agli individui e il buon ordinamento agli Stati. Essa si basa sui cinque princìpi, spontaneamente praticati nella Prima Italia, formalizzati da Pitagora e diffusi da Cristo, a cui arrivarono attraverso i circoli pitagorici di Egitto e Israele. Egli sostiene che l'umanità dispone col Pentalogo di un mezzo straordinario di salvezza e che dalla Calabria, dove è nata l'Italia, nasce ora il Governo Mondiale delle Donne per fare della Terra la casa armoniosa di tutti i viventi.
L'unica firma di tutta la lunga carriera di Michelangelo è quella della giovanile Pietà di San Pietro, che non ha mancato di suscitare notevole interesse da parte degli studiosi. Attraverso l'analisi di alcuni importanti testi, si propongono alcune ulteriori riflessioni sull'argomento.
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