Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
06/11/2013
…
15 pages
1 file
Nell’era delle telecomunicazioni, è indubbio che la potenza comunicativa umana abbia raggiunto livelli esponenziali, tanto da diventare pressoché illimitata. Se le conquiste tecnologiche stanno alla base del pensiero di un popolo e «l’uomo è quell’animale che per sopravvivere prolunga i suoi arti con oggetti presi dal mondo esterno» , con l’avvento di internet si ha uno stravolgimento eccezionale del suo modo di comunicare col mondo e del suo modo di percepirlo. Come ha reagito la letteratura ad un cambiamento tanto drastico della società odierna?
Il ritardo con cui la cultura rinascimentale arriva in Spagna e vi si insedia con graduale approssimazione, sposta in avanti il processo dell'intensificazione manieristica delle modalità della cultura della prima metà del Cinquecento. Cervantes nasce nel 1547, negli anni centrali del XVI secolo e, se la sua vita è proiettata verso il futuro, la sua formazione si incardina sui parametri rinascimentali o, se si preferisce, umanistico-erasmiani 1 . In Italia al dominio incontrastato del neoplatonismo, fortemente radicato nel petrarchismo, si vanno sostituendo i numerosi commenti e rifacimenti della Poetica di Aristotele e degli altri testi normativi dell'Antichità . In contemporanea, i letterati spagnoli che sono impegnati a ricollocare nella propria tradizione le suggestioni provenienti in particolare dall'Italia rispondono elaborando una loro proposta teorica (Pinciano 1596).
2020
Il volume affronta aspetti poco indagati del romanzo e del saggio spagnoli del periodo compreso tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento. Lo studio di evoluzioni e mutazioni in questo arco di tempo delle due modalità di scrittura prese in esame ha permesso di mettere in luce un'insospettabile rete di scambi tra opere all'apparenza diverse e a volte lontane nel tempo e inoltre di ripensare in un'ottica più flessibile le frontiere tra generi e sottogeneri. L'immagine particolare della modernità letteraria spagnola si arricchisce poi ripercorrendo l'altra importante linea dialogica che è possibile scorgere tra la letteratura alta e la nascente produzione di consumo. Il quadro è quello di un'estrema vivacità culturale e di una costante apertura alla sperimentazione formale e alla critica sociale.
Due capolavori scarpiani riletti alla luce dei documenti di archivio e di una campagna di rilievi. In essi, il rapporto fra architettura e paesaggio descrive una concezione tutta visuale del progetto, in cui la linea di orizzonte costituisce il movente segreto e il principio ordinatore di una intuizione spaziale che liberamente si muove fra citazioni classiche e l’ammirazione per le culture orientali.
Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), Eupolis. La riqualificazione delle città in Europa - Volume I: Periferie oggi, pp. 581-588, 1990
La realtà rappresentata. Antologia della critica sulla forma romanzo 2000-2016, 2019
Il successo planetario di narrazioni a cavallo fra i generi, da Gomorra di Roberto Saviano fino a Preghiera per Cernobyl del premio Nobel Svjatlana Aleksievič e molti altri, ha rappresentato negli ultimi anni l'occasione di un ripensamento critico profondo della forma-romanzo, tanto nella sua morfologia quanto nelle sue declinazioni particolari. È vero, come afferma Mario Vargas Llosa, che solo il romanzo può darci una «presa diretta e totalizzante dell'essere umano» o ha forse ragione Berardinelli quando parla, denunciandolo, di un genere ormai «più merceologico che letterario»? E quali sono oggi i rapporti tra la rappresentazione romanzesca e una realtà percepita come sempre più complessa, se non sul punto di dissolversi nell'immateriale della mediatizzazione? Attraverso le pagine di molti fra i contributi critici più interessanti degli ultimi anni, l'antologia permette di comprendere le rappresentazioni romanzesche della realtà, aprendo così anche ad una più articolata comprensione del mondo contemporaneo. I cappelli introduttivi premessi ad ogni brano antologizzato permettono inoltre di contestualizzare e mettere a fuoco i nodi teorici principali della letteratura critica.
Origine del linguaggio, segno e significato, storia della linguistica, storia della filosofia del linguaggio, antropologia linguistica
Lo spazio letterario nella teoria della letteratura del Novecento 1.1 Il concetto di spazio letterario tra astrazione ed equivoci terminologici 1.2 Il cronotopo di Michail Bachtin ed i suoi multiformi sviluppi teorici 1.3 Lo spazio letterario tra Ermeneutica, Strutturalismo e Post-strutturalismo 1.4 Spazio e descrizione 1.5 Psicoanalisi dello spazio 1.6 La critica dello spazio in Italia II L'allegoria spaziale 2.1 Il concetto di allegoria nella teoria della letteratura del Novecento 2.2 Verso un'allegoria spaziale: mondi d'invenzione ed universi figurali 2.3 Per una teoria dell'«altrove» nel romanzo italiano del Novecento III Lo spazio censurato 3.1 La letteratura italiana del ventennio fascista tra disimpegno e censura 3.2 "Qui, ma in un altro luogo": una mappa dell'altrove nel romanzo italiano degli anni Trenta: Gadda, Alvaro, Moravia, Masino, Landolfi, Buzzati 3.3 Il caso Alvaro 3.4 L'altrove bivoco di Corrado Alvaro 3.5 Dino Buzzati: un autore "fantastico"? 3.6 L'altrove straniato di Dino Buzzati IV Lo spazio distopico 4.1 Neorealismo ed oltre: dallo spazio censurato allo spazio liberato 4.2 La letteratura industriale e il dibattito su Il menabò 4.3 L'industria come sede dell'alienazione: un altrove in bilico tra mimesis e trasfigurazione 4.4 Dal Veneto uno scrittore eccentrico ed irregolare: Goffredo Parise 4.5 L'altrove industriale di Goffredo Parise V Lo spazio metaletterario 5.1 Dalla fase dell'impegno a quella della disillusione: gli scenari del romanzo italiano dalla Contestazione ai primi anni Ottanta 5.2 La ricerca della Città: realtà e utopia in Italo Calvino 5.3 L'altrove pseudo-utopico di Italo Calvino 5.4 Geografie domestiche e topografie di carta: mondo privato e cosmo letterario nel romanzo italiano degli anni Ottanta 5.5 Le stanze della follia: malattia e reclusione in Carmelo Samonà 5.6 L'altrove mentale di Carmelo Samonà 5.7 L'altrove citazionale di Giampiero Comolli • Bibliografia I Il presente lavoro costituisce la realizzazione ed al tempo stesso la conclusione di un progetto che mi ha accompagnato costantemente negli ultimi sei anni e che è stato condotto per tappe successive. Il primo nucleo della ricerca sullo spazio letterario risale ad un colloquio che sostenni presso la Scuola Normale superiore di Pisa, dove ero allieva del corso ordinario della classe di Lettere e Filosofia, nella primavera del 2001: si trattava di una relazione di dimensioni abbastanza limitate nella quale avevo raccolto le mie osservazioni sullo spazio rappresentato in alcuni romanzi italiani del Novecento, basandomi su una bibliografia teorica ridotta all'essenziale. Già allora avevo deciso di conferire al lavoro un taglio personale, interessandomi soprattutto di quei testi nei quali si stabiliva un precario equilibrio tra la rappresentazione mimetica dello spazio e la sua puntuale trasfigurazione. Il secondo passo importante, che mi permise un approfondimento decisivo di questa materia, fu la stesura della tesi di laurea, intitolata appunto Gli altrove letterari: ipotesi sulle funzioni dello spazio nella letteratura italiana del Novecento, discussa nel maggio 2003. La tesi di dottorato è il risultato di ricerche protrattesi per oltre tre anni, nel corso dei quali si sono andati delineando ulteriormente due distinti filoni di indagine, già presenti in nuce nei lavori precedenti: da un lato lo studio delle teorie dello spazio letterario elaborate nel secolo scorso, le quali sono strettamente connesse ai vari orientamenti teorico-critici novecenteschi, dall'altro l'analisi della raffigurazione e dell'ambientazione spaziale nei romanzi italiani. Nel rispetto di questa bipartizione de facto ho deciso pertanto di suddividere il lavoro finale in due parti distinte ed in larga misura indipendenti tra loro, composte rispettivamente dai capitoli I, II e IIII, IV, V. Il primo capitolo può essere considerato una rassegna sintetica e completa della bibliografia teorico-critica attualmente esistente sullo spazio letterario; sebbene le teorie riportate e discusse possano sembrare al lettore avulse dal contesto successivo, esse in realtà costituiscono lo sfondo necessario con il quale ogni nuova proposta teorica è costretta a confrontarsi. Il repertorio teorico, minuziosamente delineato, è di facile consultazione grazie ad una ripartizione interna in sezioni che richiamano le scuole critico-letterarie alle quali si rifanno, direttamente o indirettamente, i diversi contributi. Poiché oggetto della ricerca sono le configurazioni spaziali non mimetiche nelle quali il rapporto tra spazio rappresentato e referente di realtà è all'insegna di una sostanziale opacità, il secondo capitolo è dedicato all'allegoria, intesa come modo letterario e tecnica di trasfigurazione. Nell'ultima sezione del capitolo, dopo aver introdotto il concetto foucaltiano di "eterotopia", è esposta la nozione di «altrove letterario» e sono presentati i risultati desunti dalla lettura e dalla schedatura dei romanzi italiani nei quali la raffigurazione spaziale rispondeva a requisiti di irriconoscibilità e deformazione rispetto ai dati di una presunta "realtà". I capitoli III, IV e V sono impostati secondo uno schema analogo e tratteggiano il profilo di tre diverse fasi della rappresentazione spaziale nel romanzo italiano del Novecento: si parlerà così di uno spazio censurato, di uno spazio distopico e di uno spazio metaletterario. A mutare, insieme al concetto di "rappresentazione" spaziale, sono anche i punti di riferimento e le idee-cardine che ogni epoca letteraria porta con sé; nel corso della lettura ci si rende conto che, sia pure da una prospettiva parziale, si ripercorrono i momenti fondamentali del Novecento letterario italiano, con tutti i dibattiti, le dispute, i fermenti legati ad una faticosa modernizzazione. Ciascun capitolo è aperto da due paragrafi generali sul periodo preso in esame, nei quali vengono posti sul tappeto i temi più importanti, fino a giungere, per affondi successivi, alle III questioni inerenti la spazialità nei romanzi. Il metodo seguito consente l'approssimazione dal generale al particolare, come una macchina da presa che si muova dal panorama più ampio fino all'inquadratura stringente del singolo dettaglio. All'interno di ogni capitolo si snodano poi dei percorsi testuali monografici, volti all'analisi di romanzi che per le loro caratteristiche spaziali sono maggiormente rappresentativi in un certo arco cronologico. Gli iter testuali si compongono sempre di una parte per così esplicativa, nella quale è presentata in linee generali la poetica degli autori e sono illustrati i principali contributi critici a questi dedicati, con particolare riguardo al romanzo che verrà letto in chiave spaziale, ed una parte analitica nella quale le opere prescelte sono sottoposte ad un approfondito esame. Lo spazio di ambientazione dei romanzi dipende in primis dai propositi referenziali che gli scrittori si prefiggono, ma risulta anche subordinato, in modo più sottile, a fattori di tipo stilistico ed a considerazioni di natura ideologica. Nella convinzione che la raffigurazione spaziale costituisca solo un aspetto di una visione del mondo più ampia, si è individuato in ciascun autore un problema critico e teorico sul quale gli studiosi si sono interrogati a lungo, o che conferisce alla sua produzione narrativa un'identità peculiare, e su di esso ci si è concentrati, al fine di raccogliere dati ed informazioni che contribuiscano ad illuminare le motivazioni profonde alla base di quella rappresentazione dell'altrove. Nel capitolo III è discussa la controversa posizione assunta da Alvaro nei confronti del regime fascista, poiché essa gioca un ruolo considerevole in relazione al romanzo L'uomo è forte, del quale ci si occupa; dell'arte di Buzzati è invece posta in evidenza l'essenza intimamente "nordica" ed il debito contratto dallo scrittore nei confronti della tradizione fantastica ottocentesca. Nel capitolo IV si cerca di spiegare, attraverso la ricostruzione di un cammino intellettuale tortuoso e molteplice, l'atipicità dell'opera di Goffredo Parise rispetto al canone novecentesco italiano; l'originalità eccentrica dell'autore emerge in piena luce negli anni Sessanta, in una congiuntura particolarmente delicata in cui vedono la luce tanto i racconti de Il crematorio di Vienna quanto il sorprendente romanzo Il padrone. Nel capitolo V le riflessioni di Italo Calvino sull'utopia forniscono il pretesto per approfondire la continua oscillazione tra essere e dover essere, la necessità dell'impegno morale e l'incoercibile tendenza alla trasfigurazione fantastica che sostanziano l'ispirazione dell'autore, come ben si evince dalle opere degli anni Sessanta e Settanta, ed in particolare da Le città invisibili. Nello stesso capitolo la ricerca di Carmelo Samonà, ancora troppo poco conosciuta in Italia, è rivisitata nella sua interezza nella sezione che prelude all'analisi del romanzo Fratelli; in tal caso all'intento "divulgativo", giustificato dalla pochezza della bibliografia esistente, si unisce l'esigenza di affrontare il tema della malattia mentale, cruciale nei testi dello scrittore perché determina una percezione alterata dello spazio. Al termine del V capitolo la lettura de La foresta intelligente di Giampiero Comolli costituisce un esempio particolare in cui il commento critico, ridotto a causa del valore essenzialmente "strumentale" dell'opera ai fini del nostro discorso, convive con l'analisi testuale della stessa. Il lavoro che è stato presentato è da considerare il sunto finale di uno spoglio di proporzioni assai vaste compiuto sui romanzi italiani del Novecento. Lo studio preliminare ha interessato un gran numero di titoli e di autori, che sono stati scartati in un secondo momento perché non rappresentativi della categoria altrove. V Prima di lasciare al lettore il compito di addentrarsi nella fruizione, si vuole dare un'ultima indicazione di metodo: la tesi è stata concepita secondo una struttura a doppio binario, in cui la...
Trame di letteratura comparata, 2017
Con La letteratura dal punto di vista degli scrittori, Michele Stanco propone un volume diverso dai tradizionali studi di teoria e critica letteraria. Molto più che un mero annuncio programmatico o di intenti, la variazione prospettica anticipata nel titolo contiene una richiesta rivolta direttamente al lettore: l'invito a "partecipare" alla scrittura. I venti saggi in cui il volume si articola non rappresentano, infatti, semplici tessere inserite a comporre un variegato mosaico raffigurante, infine, l'ampio panorama letterario inglese dalla seconda metà del XVI secolo ad oggi. Ciascun contributo prova a seguire gli sviluppi letterari intercettando le riflessioni, le idee, e persino gli stati d'animo di alcuni degli autori più importanti. Guardare un'opera letteraria dal punto di vista di chi l'ha scritta rifugge l'approccio "disinteressato" generalmente assunto dal pensiero critico. Chiedendo di identificarsi con gli autori e le autrici discusse nel volume, lo sforzo compiuto da chi li presenta consiste nel coglierne il respiro della scrittura, registrarne i movimenti, le loro tensioni e distensioni nella misura in cui consentono di rilevare, e non rivelare, ansie, timori, aspirazioni, conflitti e strategie che hanno animato i processi comunicativi dietro un testo nel suo complesso. Il volume non si offre quindi come mero prodotto o contenitore di analisi e nuclei tematici, ma come sentiero percorribile sempre aperto a nuove mete di significato. Si prova qui ad interrogare la scrittura, non a comprenderla, ad accompagnarla piuttosto che governarla; oltre ai "cosa", si discutono soprattutto i "come" e i "perché" idee e fatti vengono narrati; la ricercata aderenza ai dibattiti e alle questioni che hanno animato la scrittura nei diversi periodi storici presi di volta in volta in considerazione non le piega o comprime sotto il peso di questa o quella interpretazione particolare. Argomenti e finalità delle varie parti che compongono il volume sono illustrati nell'introduzione di Michele Stanco, per poi essere espansi a inedite dimensioni di significato in una riflessione successiva, firmata da Massimo Fusillo, secondo cui la tendenza degli scrittori a riflettere sulla loro condizione autoriale rappresenta essa stessa un'estetica mai propriamente riconosciuta come tale. La ragione, secondo Fusillo, andrebbe ricercata proprio dalle irregimentazioni prescrittive di quei "generi" canonici che hanno costretto la produzione letteraria fino al XIX secolo, e da cui le ambizioni autoriali hanno provato, con successo crescente, a uscire. Il volume curato da Stanco intende raccogliere precisamente i benefici di tali sforzi e dell'emancipazione che ne è seguita. Il libro si divide in tre parti, ciascuna intesa a sondare un diverso livello di profondità. I saggi presenti nella prima, intitolata "Saggi e paratesti", trattano le riflessioni che gli autori presi in esame hanno inserito in sezioni separate, o comunque "autonome", rispetto al testo dall'opera principale, a cui si accompagnano a seconda dei casi come saggi, introduzioni, note, prefazioni o dediche. Si tratta, quindi, di testi di approfondimento nei quali l'autore si ritaglia un proprio spazio per riflettere apertamente sulla sua opera e sulla sua attività di
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
A cura di Vincenzo D'Alba, Francesco Maggiore. Il governo della città e delle sue periferie, 2015
Mediascapes journal, 2016
La Rassegna della Letteratura italiana, 2023
Per la mediologia della letteratura. Dieci saggi, 2019
Status Quaestionis, n. 26, 2024
Collana Bibliotheca, Editore Giappichelli, 2023
L. Allegri (a cura di), Il teatro e le arti. Un confronto fra linguaggi, 2017
Il laboratorio di letteratura inglese, 2002