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ATUALIDADE TEOLÓGICA, 2012
Il testo fondamentale dell'Umanesimo è sicuramente l'Oratio de hominis dignitate di Pico della Mirandola, in cui, già dalle prime battute, viene proclamata la frase cardine del principio umanista: Magnum miraculum est homo. La grandezza dell'uomo è "oggetto degno di contemplazione, è la dichiarazione di un valore che impone il rispetto; ma è altresì "oggetto che suscita un interrogativo: l'admiratio ricorda lo thaumazein aristotelico, la meraviglia da cui sgorga la domanda del "perché" e che muove la ricerca e genera la teoria". La grandezza dell'uomo, che lo distingue da tutte le altre creature, non è data dalla quantità, ma è contrassegnata da un dono: quello della libertà. La dignitas hominis, prosegue Capecci, "non sta nell'occupare un posto di preminenza o centrale nella gerarchia dell'universo, ma nella libertà": l'uomo, diversamente dall'animale, può, e deve, scegliere; scegliere fondamentalmente tra il finito e l'Infinito. La libertà è connessa "al dinamismo insito nella creatura umana, che è il dinamismo dell'essere finito verso l'Infinito". La dignità dell'uomo si fonda perciò nella libertà, in quanto solo questa può rappresentare la condizione della "realizzazione" dell'essere umano stesso, il suo sviluppo: ma l'autentica libertà si può dare solo di fronte a Colui che ha donato tale possibilità, cioè solo di fronte a Dio.
The contribution aims to question the traditional and classicist interpretation of Humanism. Through a brief analysis of the theme of “madness” in the late Medieval and Renaissance eras, it is intended to highlight Humanism as an age of transition and crisis. The “dark” side of this enigmatic phase of the history of Western thought is then investigated through the description of Hieronymus Bosch’s painting. The painting Ship of Fools, in particular, constitutes the most convincing representation of Nordic Humanism and its “monsters”. The critique of traditional Humanism understood as a philological, erudite and rational movement emerges again in the controversy between Nietzsche and Wilamowitz on the approach to Greek antiquity. The final section of the paper is dedicated to the correspondence between Th. Mann and Kerényi, who wonder whether a Humanism-renaissance is possible after the tragic events of Nazism and war.
Espiritu Cuadernos Del Instituto Filosofico De Balmesiana, 2011
"InCircolo - RIvista di filosofia e culture", 2016
Edmund Husserl and Michel Foucault are two philosophers quite different from each other in terms of style and themes. While one may appreciate the first for a humanistic motive which materializes in an appeal to self-determination, such as what we find in his last great work, the second one is, on the contrary, well known for his “anti-humanism”. However, if the aim of Foucault’s research is put under examination, it's possible to discover that it is not after all so distant, in certain aspects, from the aim that animates Husserl’s reflections. For both, it is a matter of asking how we became what we are – to paraphrase Nietzsche – opening, thus, the road toward a different and free constitution of one’s self. (Pubblicato in "In Circolo. Rivista di filosofie e culture": http://www.incircolorivistafilosofica.it/umanesimo-e-anti-umanesimo-tra-husserl-e-foucault/).
La Lettera sull'Umanesimo di Costanzo Preve è dunque un antidoto e un invito. Un antidoto contro ogni forma di dogmatismo del pensiero e l’invito a mantenere vivo il desiderio di verità che necessariamente conduce ad un bisogno di giustizia e di equità.
Prendendo atto che esprimersi in prima istanza in modo privativo è più che mai utile a delimitare il campo della trattazione e ad evitare che i lettori meno propensi a confrontarsi con idee diverse dalle loro possano cedere ad un anarchico fantasticare prima di leggere l'intero scritto, inizierò parlando di cosa non è e non si debba intendere con la parola "neo-umanesimo".
B@belonline (Vol. speciale 2021 Il nuovo atlante di Sophia/ Sophia’s New Atlas, 2021
Apocalisse. Modernità e fine del mondo, 2008
Auschwitz non è un angolo morto della storia, non è una svolta insensata, un'eccezione, un elemento fuori scala. Nulla di tutto questo, piuttosto una situazione estrema per l'umanità stessa. Auschwitz rappresenta il punto limite, il punto nel quale tutte le premesse di una storia, di una civiltà, diventano effettive realtà, nel quale tutte le condizioni si realizzano, il luogo in cui tutto il passato diviene futuro, ed il futuro si fa presente in una sacca del tempo che non ne rappresenta l'eccezione ma piuttosto la proiezione, non il copione sbagliato finito per errore sulla scena della storia, ma l'anticipazione che porta in atto la potenza di condizioni reali.
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Etica & Politica / Ethics & Politics, 2018
Culturas Jurídicas , 2016
Latinitas, VI/2, 2018
«Jura Gentium», IX, 2, pp. 7-19, 2012
Itinerarium, n.73 , 2019