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A short history of Bayer.
La Loggetta, 2011
BOLSENA, agosto 1328: l'assedio del Bavaro. Due storici tanto grandi, quanto trascurati. L'augurio di una felice iniziativa. Nello scorso mese di agosto 2011 si è svolta a Bolsena la seconda manifestazione storica Bolsena 1328, l'assedio del Bavaro che, secondo espressioni decisamente improprie riportate da alcuni organi di informazione locali, avrebbe dovuto "celebrare" l'assedio subito da Bolsena da parte dell'imperatore Ludovico detto il Bavaro o, comunque sarebbe stata indetta "in onore" di Ludovico il Bavaro. Prendendo spunto da questa manifestazione che già da due anni rievoca in un corteo storico l'episodio avvenuto nell'agosto del 1328 dell'assedio di Bolsena da parte delle truppe tedesche e ghibelline e della strenua resistenza dei bolsenesi, vale la pena raccontare la cronaca del drammatico assalto e dell'eroica difesa che videro protagonista la nostra città, uno degli assalti più veementi tra quelli da essa subiti, 34 anni dopo quello del 1294 da parte dell'esercito orvietano e 49 anni prima di quello molto più devastante del 1377 da parte dei brettoni. Ludovico IV Wittelsbach di Baviera (1282-1347) fu nel 1294 duca di Baviera, dal 1314 Rex Romanorum e dal 1328 imperatore del Sacro Romano Impero. Quando, scelto come imperatore dalla maggioranza dei principi elettori, cercò inutilmente di ottenere il riconoscimento dell'elezione da parte del papa Giovanni XXII, allora in Avignone, Ludovico assunse una posizione ostile nei confronti del papato, motivo per cui il pontefice lo interdisse. Ludovico, detto poi in senso dispregiativo il Bavaro, progettò allora di indebolire la posizione del papa in Italia e, in accordo con i ghibellini, nel 1327 iniziò la sua marcia verso e contro Roma. Durante il percorso, molte città ghibelline lo acclamarono e gli offrirono il loro aiuto. Seguito dalle sue truppe, dai suoi cortigiani, dai suoi vescovi e cardinali, dichiarò il papa eretico e indegno e, ricevuta a Milano la corona di ferro dalle mani del vescovo scomunicato di Arezzo Guido Tarlati, avanzò in Toscana, lungo la Via Aurelia, da Pisa verso Roma, imponendo ai Comuni attraverso i quali sarebbe dovuto passare di porsi tassativamente ai suoi ordini. Con il suo seguito si recò a Castiglion della Pescaia, dove celebrò il Natale poi, dopo un periodo di riposo che durò alcune settimane, non volendo passare per Grosseto per non inimicarsi Siena ed evitando Orvieto, città a lui ostile, fatto costruire un ponte volante sul fiume Ombrone, passò per Magliano e Manciano, per Santa Fiora, Corneto (Tarquinia) e Tuscania, toccò Viterbo, dove fu accolto trionfalmente e giunse a Roma. Qui fu incoronato dal capitano del popolo romano imperatore del Sacro Romano Impero, con il none di Luigi IV. Intenzione del Bavaro era ora di recarsi alla conquista di Napoli, ma quando si accinse ad effettuare la spedizione, si rese conto che gliene mancavano i mezzi; pensò allora di sguinzagliare le sue truppe nei territori di Orvieto a lui noti per la fama di fertilità ed opulenza; il drappello armato ebbe tuttavia un contrattempo dovuto alla piena del fiume Paglia e all'impraticabilità del ponte che lo attraversava, ragion per cui dovette ripiegare verso la Valle del Lago saccheggiando San Lorenzo, Latera, Onano, Montorio, razziando ed incendiando anche il castello di Gradoli che, in un primo momento aveva opposto una certa resistenza. In questa occasione, Bolsena, grazie alla robustezza delle sue mura e alla valida difesa apportata dal Rettore Guittone Farnese, fu risparmiata. Nel frattempo a Roma era scoppiata una rivolta popolare in quanto i romani, che già fornivano al Bavaro poche vettovaglie e malvolentieri, non volevano più fornirne affatto e così il nostro dovette in fretta e furia richiamare la soldataglia dalle scorribande in Val di Lago; resosi però conto che il bottino riportato da questa spedizione non era granché, decise di derubare con un atto di malandrinaggio il suo vicario in Viterbo Silvestro Gatti che fu costretto, sotto incarceramento e tortura, a consegnargli 30.000 fiorini d'oro.
Breve cronistoria della compagnia farmaceutica e dei prodotti farmacologici e medicali legati ad essa
Unità 1: Politica e stato Unità 2: Legittimazione e mezzi del potere Unità 3: Politici, funzionari e giornalisti Unità 4: La politica dei partiti Unità 5: Il capo carismatico Unità 6: Etica e politica 1.a. La politica come direzione.
La Torque. Un viaggio al collo degli Dei: di Krom Whitecrow Heusch. <<Tipiche dell'artigianato celtico sono le torque, collane e bracciali semicircolari in oro, argento o bronzo che spesso riproducevano alle estremità teste umane o animali. Oltre ad essere riservati ai ceti sociali più elevati, le torques avevano un significato religioso: erano un oggetto mistico, parte integrante dell'identità del popolo e un talismano catalizzatore che avvicinava l'uomo agli Dei concentrandone l'energia mistica sul proprio corpo.>> Dott.ssa Bianca Cappello -Storica del Gioiello. <<La Torque d'oro incarna il divino, beneficia e attiva la potenza della natura è un segno di nobiltà e di elevata condizione sociale e ricchezza spirituale, una decorazione concessa ai capi e ai guerrieri per le loro gesta d'armi è un attributo divino dato che le rappresentazioni delle Dei e Dee dei Galli hanno sempre spettacolari Torque a simboleggiare la loro autorità.>> Jean-Louis Brunaux -Archeologo
www.taxidrivers.it, 2024
Susanne Bier, l'intensa regista danese di Non desiderare la donna d'altri (2004), Dopo il matrimonio (2006), In un mondo migliore (2010), Bird Box (2018) e la serie televisiva The Undoing-Le verità non dette (2020) ci racconta il suo mondo, il suo cinema e il nuovo progetto The Perfect Couple, che ritrova come protagonista Nicole Kidman.
La Via, 2014
Il destino tragico di molti luoghi storici è, ancor più dell’abbandono, la cosciente indifferenza. L’incedere della cultura massificata contemporanea tende a derubricare il luogo e l’oggetto storico, quando estraneo alla propria mercificazione, ad un crudele limbo di noncuranza. Condizione che permane fino al momento dell’eventuale e possibile riuso che nella quasi totalità dei casi arriva a far prediligere il procrastinarsi della rovina piuttosto che indulgere nella contaminazione del nuovo.
la straniera informazioni, sito-bibliografi e e ragionamenti su razzismo e sessismo a cura di C. Bonfi glioli, L. Cirillo, L. Corradi, B. De Vivo, S. R. Farris, V. Perilli 2009 © Edizioni Alegre -Soc. cooperativa giornalistica Circonvalazione Casilina 72/74 -00176 Roma e-mail: [email protected] sito: www.edizionialegre.it indice Premessa 3 Editoriale 7 Razzismo e sessismo: una questione preliminare di L. C. 23 prima parte: razzismo e sessismo nella storia 29 Superstizione antigiudaica e razzismo antisemita di L. C. 31 Scheda: Sessismo e antigiudaismo 35 La persecuzione di Rom e Sinti di V. P. 38 Scheda: Meridionali razza maledetta 41 Colonialismo e capitalismo di L. C. 43 Scheda: donne e movimenti anti-coloniali 47 Brava gente in colonia di V. P. 48 Scheda: Il madamato 51 seconda parte: sul concetto di intersezionalità 55 Non tutte le donne sono bianche di B.D.V. 57 Il concetto di intersezionalità nel contesto europeo di V. P. 64 terza parte: immigrazione e nuove retoriche razziste 75 Migrazioni e mercato del lavoro di L. C. 77 La retorica dell'integrazione di S. R. F. 84 Scheda: un esercito di donne migranti in sostituzione dello Stato 89 Donna svelata... meglio integrata! di S. R. F. 92 Scheda: Donne, Islam e Modernità 97 Corpi estranei: la strumentalizzazione della violenza sessuale a fini razzisti e la rappresentazione dei migranti nel contesto italiano di C. B. 99 Per un'analisi intersezionale della violenza sessuale di C. B. 104 conclusioni 111 Sitografia 122 la straniera Editoriale Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
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R. Castellana (a cura di), Fiction e Non fiction. Storia, teoria e forme. Roma, Carocci, 2021
Giorgio Agamben (ed.), "Angeli. Ebraismo, Cristianesimo, Islam"