Il processo della colonizzazione romana dell'Italia, caratterizzato da "nuove" fondazioni in aree geografiche e in siti particolarmente funzionali alle diverse esigenze dei centri abitati in generale, come ad esempio l'amministrazione del territorio, il controllo militare dell'area, lo sfruttamento della terra ecc., segue uno schema più o meno regolare, seppur rimane impossibile determinare delle costanti riferibili a tale processo 1. L'interesse per siti particolarmente funzionali in diverse aree geografiche è ben riscontrabile sin dalle prime fondazioni romane, il caso qui preso in esame viene anch'esso a rispondere di questa ricercata funzionalità del posizionamento sia geografico che topografico, per cui s'intende una considerazione "interregionale" ed una "locale" riferibile al sito sul quale viene stabilendosi il centro abitato. Intento di questo contributo non è certo aggiungere nuovi elementi alle numerose trattazioni relative alla città di Alba Fucens, ma quello di descrivere molto sinteticamente con l'ausilio delle precedenti pubblicazioni la sua situazione topografica, soffermandosi in particolare su un edificio per il quale oggi si identifica una particolare funzione e nel quale dei ritrovamenti effettuati in loco porterebbero a identificare dei personaggi che hanno avuto una certa importanza all'interno di una vicenda storica della città, importanza dei quali viene testimoniata anche dalla fattezza dei ritratti e l'eccezionalità dell'edificio in cui una delle due sculture è stata rinvenuta. Area geografica e Fucino Nel territorio degli Equi al confine con quello dei Marsi, i Romani fondarono il centro di Alba Fucens. Già il nome della città fornisce elementi fondamentali caratterizzanti la topografia del territorio: Albe, una delle tre cime collinari della città; Fucens, dal vicino lago del Fucino. Nell'odierno Abruzzo, a pochi chilometri da Avezzano, la città si trovò nella IV regio (Samnium) con la riforma Augustea. In