Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2021, EtnoAntropologia
This article aims to reflect on the effects of forced mobility linked to the trafficking of Nigerian women and on the responses given to them by current European policies. I refer specifically to the European system of international protection and asylum and to the role of national anti-trafficking projects, which configure trajectories which, as in the case studied, reproduce experiences of limitation over time, since they are added to the indebtedness of women themselves with the networks of trafficking. The dimension of time becomes crucial to grasp not only the control mechanisms of migrant subjectivities but above all to reveal how the people themselves react, in terms of possibilities and agency, starting from the social and cultural horizon of reference. In the contexts of European borders, such as that of the Brenner-between Italy and Austria-the expression of security and containment policies produces the phenomenon of secondary movements that place migrants in front of new complications to access the social space and recognition. For the woman protagonist of this ethnography, these obstacles are intertwined with the pressures of the trafficking networks, with the result of a multiplication of the negative effects on her life, which I intend to analyze specifically in this work.
La mobilità, intesa come movimento spaziale e sociale in grado di dare nuove forme tanto agli ambiti urbani quanto alle società in cui viviamo, è al centro di molteplici filoni di ricerca sviluppatisi negli ultimi anni. Anche la cronaca dà risalto, ogni giorno, alle multiformi espressioni del movimento, spaziando dai disagi legati al trasporto pubblico ai flussi migratori che arrivano in Europa. Nonostante questo, i temi della mobilità faticano ancora ad entrare nel dibattito italiano, come dimostrano i pochi testi tradotti o curati da ricercatori italiani sul tema. A partire da questa consapevolezza, la lettura trasversale di tre recenti testi mette in evidenza la ‘mobilità che non c’è’: quali gli aspetti del tema discussi nella ricerca nazionale, quali i temi che meriterebbero ulteriori approfondimenti? Più che proporre la lettura o la traduzione di testi assenti dal dibattito italiano, sembra interessante indicare alcune chiavi di lettura della mobilità contemporanea.
Arel_la rivista, 2020
Nel corso delle mie ricerche sulle nuove mobilità o migrazioni qualificate dei giovani, mi sono trovata spesso, nel corso delle interviste, a registrare gli elementi contraddittori della mobilità soprattutto in relazione al tema dell’ ambiguità fra scelta e necessità, alla temporaneità di percorsi che, una volta trasferiti all’estero, non cessano di frammentarsi, producendo inserimenti parziali nei contesti di approdo e vite sospese. Per i giovani che conclusi gli studi in una università italiana decidono di “andare all’estero”, pensarsi come “mobili” è coerente con lo stile di formazione intrapreso o desiderato. L’idea di un profilo internazionale, di un percorso ricco in termini di esperienze, di un territorio esistenziale che si espande in base alla capacità di tessere relazioni amicali e potenzialmente professionali, si iscrive fra gli elementi euforici connessi all’idea di mobilità. La realizzazione di questa idea si regge sulla capacità di “sapersi muovere”, di mettersi in gioco, di investire su opportunità e progetti eternamente in costruzione, di affrontare – lasciandoli in ombra o naturalizzandoli come necessari – gli elementi di rischio. Quello che di “vischioso” ho riscontrato nel corso delle interviste, nella ricostruzione dei percorsi e nelle proiezioni verso il futuro è la gestione delle linee di continuità/discontinuità fra i singoli e il sistema di richieste di disponibilità che il nostro modello economico e sociale lascia passare come “ovvie”. L’impresa in cui i soggetti intervistati si cimentano, con esiti differenti, è quella di costruire continuità e stabilità, attraverso discontinuità e incertezza, nel lavoro come nella vita personale, cercando di “giocare le proprie carte” in un sistema caratterizzato da quello che Isabell Lorey chiama “una dinamica di scarsità” (Lorey 2017).
in Bisiani, R. and D. Diamantini (eds.) Mobilità e società dell’informazione. Milano: Guerini editore., 2006
La mobilità è una caratteristica dominante delle società urbane contemporanee, ed è un tema oramai entrato a fare parte dell'agenda della teoria sociologica. Comprendere chi si muove, come e perchè, quali sono i principali comportamenti di mobilità e le principali ragioni degli spostamenti fa parte oramai del dibattito sociologico. Dal punto di vista della ricerca empirica, tradizionalmente la mobilità è stata studiata attraverso metodologie classiche, quali il questionario, le interviste e i diari, perdendo alcune cruciali informazioni sugli spostamenti individuali. Oggi il mobile computing integrato con le tecnologie satellitari e con i sistemi informativi geografici, offrono strumenti che permettono di ricostruire la forma, il calendario e i luoghi degli spostamenti individuali, elementi che consentono di apportare materiale nuovo e prezioso alla ricerca sociologica. Dopo una breve disanima delle principali tematiche inerenti la mobilità urbana, verranno illustrate le potenzialità metodologiche derivanti dall'uso delle nuove tecnologie; nella seconda parte dell'articolo verrà presentato lo stato di avanzamento delle nuove metodologie per lo studio della mobilità urbana e verranno prese in esame alcune delle principali ricerche, a livello internazionale, che utilizzano le nuove tecnologie.
Mondadori, 2010
La disciplina spazio-temporale dettata dal capitalismo contemporaneo ai top manager include una mobilità serrata molto diversa dalla mobilità romantica descritta nella letteratura
Grande è l’insoddisfazione, tra chi vive nelle città italiane, per la cattiva qualità dell’aria e la pessima performance dei trasporti pubblici. Dovrebbe naturalmente derivarne una forte domanda di “mobilità sostenibile”, ossia di sistemi di accessibilità urbana capaci di conciliare il diritto alla mobilità con l’esigenza di ridurre l’impatto ambientale, sociale ed economico dell’attuale modello, fondato sull’uso massiccio dei veicoli privati e su un trasporto pubblico generalmente di scarsa qualità e basso appeal. Ne trarrebbero giovamento l’ambiente, l’economia del territorio, la salute e la qualità della vita dei cittadini. Se i vantaggi sono così evidenti, perché allora non tutte le città imboccano questa direzione? E soprattutto, perché proprio le città italiane sembrano indietro rispetto al resto d’Europa?
2011
A circa un quarto di secolo dalla sua comparsa, il concetto di sostenibilità continua ad essere controverso. Il successo eccezionale che l'utilizzo del termine sostenibilità ha avuto in questi ultimi trent'anni, ma le difficoltà di applicarne i principi a contesti quasi totalmente artificiali come quelli urbani, deve far riflettere sulla necessità di utilizzarlo con maggiore cautela. La prospettiva della sostenibilità, infatti, sembra sempre più orientata a modificare o quantomeno a mettere in discussione gli attuali modelli di crescita socioeconomica che, al momento, non possono ancora dirsi "sostenibili". Attualmente, l'umanità consuma l'equivalente di 1,3 pianeta-terra ogni anno, nonostante la consapevolezza che il sistema in cui viviamo, il pianeta Terra appunto, sia un sistema "finito" non è certo cognizione recente. In quanto sistema finito, presenta numerosi vincoli (territorio, assorbimento dei rifiuti e degli inquinanti, grandi cicli vitali, aumento indiscriminato di popolazione e di produzione) che determinano necessariamente dei limiti (Tiezzi Marchettini 2001). L'istituto californiano Redifining Progress della World Wild Foundation ha calcolato che se la popolazione attuale rimanesse stabile, lo spazio bioproduttivo consumato procapite dovrebbe essere di 1,8 ettari pro capite, contro i 2,2 ettari attuali. Il calcolo dell'impronta ecologica, poi evidenzia delle forti disparità tra Paesi. L'essenza della sostenibilità dovrebbe essere, invece, quella di ristabilire un rapporto tra le risorse disponibili e il livello di benessere che si intende raggiungere.Ciò presupporrebbe quantomeno un contenimento dei consumi a favore di forme e modelli di economie "green" (green economy) ovvero di economie che, oltre a preoccuparsi degli utili, tengano conto anche degli effetti sull'ambiente tout court e dei benefici che derivano da un migliore utilizzo delle risorse.
2020
Each innovation in the forms of communication has been matched by a drastic consequent modification of the organization of the space, which has always led to new urban configurations and important transformations of the existing ones, so it is still to be imagined how the new methods of communication and transport, current and imminent, are revisiting the city and how they can inevitably reconfigure it. In fact, the territorial urban settlement always follows the imprint of the prevailing communication system of the moment. In addition, the acceleration caused by the telematic-tertiary revolution adds to the ongoing trend, promoting teleworking and production decentralization, while inducing indiscriminate consumption of the territory in a centripetal manner. The available technologies are therefore altering the concept of 'stayin', and by now no one can consider himself isolated from a physical obstacle or from too long distances of time, and in this the city 'ramps'...
Collaborare e abitare. Il diritto alla casa nelle metropoli per le nuove generazioni, 2024
The fact that young people's lifestyles are to some extent characterised by forms of residential mobility, movement and multi-activity (let's call them traits of fluidity), does not mean that the method of analysing them and the theory of interpreting them must be fluid. Neither cities, nor metropolises, nor the social structures of intergenerational and territorial inequality, nor the configurations of actors, businesses, corporations and institutions are fluid; they are, if anything, very stable, structured and structuring, based on long-term processes and governed (albeit with discontinuities) with institutional arrangements that tend to be solid (Le Galès, Vitale, 2015; Cremaschi, Le Galès, 2018; Vitale, 2024). Urbanity persists there and a more intense 'logic of urban action' is concentrated there, according to Julie-Anne Boudreau's (2010) beautiful expression, which is anything but fluid and dispersed.
La storica Philippa C. Maddern, autrice del saggio intitolato "Social mobility", inizia a esporre la sua argomentazione a partire da un'affermazione di F. R. H. Du Boulay, nella quale il tardo Medioevo è identificato come "un'epoca di ambizione". Fu veramente così? In questa mia breve relazione tenterò di mostrare come non sia possibile parlare di una società cristallizzata in ceti dal carattere eterno e immutabile, ma neanche inquadrare il fenomeno unicamente nell'ottica dell'arrampicata sociale. Taluni storici affermano che ciò sarebbe particolarmente evidente negli anni successivi la crisi del Trecento, in quanto dopo ogni grande tracollo demografico i sopravvissuti si troverebbero in una situazione privilegiata, dato che avrebbero a loro disposizione una maggiore quantità di terre, lasciate libere dalla morte dei proprietari, e vivrebbero in una situazione di scarsa concorrenza nel campo della forza lavoro 1 . Non dobbiamo però pensare a questo come unico momento di aumento della mobilità sociale: tanto per fare un esempio possiamo ricordare quanto avvenuto in seno alla "gentry" nel corso del secolo XIII, quando l'inflazione e la concorrenza economica crearono sia gruppi sociali in discesa (le famiglie di cavalieri), che in ascesa (nobili e piccoli liberi proprietari) 2 .
Il futuro di una area fondamentale per il Paese di Marco Pompilio L'infelice perimetrazione della Città Metropolitana di Milano è una palla al piede per un'area che potrebbe costituire un traino ben più efficace alla ripresa economica e sociale dell'intero Paese.
This paper is part of a research about the anti-'ndrangheta movement, to share analysis about central elements about the experience of mobilization. Specifically, the research question focuses on new types of participation and solidarity, to recognize subjectivities in the de-construction of the power of the 'ndrangheta. In particular, this analysis is rooted in the relationship between the environment, territory and fight against organized crime within the experience of environmental organizations in Calabria.
Migrations reveal several features of the social, political, cultural and symbolical reality of the globalized world. From a purely political point-of-view they touch a raw nerve of liberal democracies: the tension existing between the adherence to the universal values of liberalism and the democratic sovereign's discretion concerning admission policies.Such tension seems to make any commitment in favour of migrant's human rights unrealistic.The present article supports the argument that only the harmonization of migration policies that implies a cooperative and multilateral approach between the involved states can make the mobility practices carried out by they who try to cross their boundaries less dramatic.
GTK Rivista di Psicoterapia 08, 2020
Le esperienze traumatiche interessano gran parte della comunità scientifica, che cerca di definirle nelle sue molteplici forme. Oggi c’è una particolare attenzione su di esse, sia in ambito clinico (come vanno trattate) sia nell’ambito della ricerca (cosa succede ad una persona traumatizzata). Il trauma complesso, che riguarda il caso clinico che presento, è tra le esperien- ze dette soverchianti, proprio perché vissute in età evolutiva, che compromettono lo sviluppo dell’identità. Anche per la Gestalt Therapy, il corpo è il luogo dell’acca- dimento primario dell’evento traumatico. Ma per la sua matrice corporea relazio- nale, non solo è significativo tornare all’esperienza corporea durante il trattamento clinico: è fondamentale attivar nella relazione terapeuta/paziente un prendersi cura profondo e sostitutivo di ciò che non c’è stato. È proprio questa mancanza che aggiunge danno all’esperienza traumatica. È il dispiegarsi della relazione t/p che, nel suo divenire, può risanare pezzi dell’esperienza mancata, fornendo di vol- ta in volta cornice e senso a ciò che ha confuso e invaso.
Planum, 2019
La mobilità di tutti i giorni ha un ruolo fondamentale nel determinare tanto le possibilità di vita a disposizione di ciascuna persona, quanto le dinamiche più ampie delle società contemporanee. La mobilità diventa quindi una condizione chiave anche per garantire inclusione sociale. La sua centralità per le pratiche di vita quotidiana dei singoli e di una collettività è riconosciuta da un'ampia letteratura sul tema; eppure, gli approcci operativi alla pianificazione della mobilità rimangono perlopiù ancorati a strumenti tradizionali, poco efficaci nel riconoscere ciò che nuove e molteplici forme di mobilità quotidiana significano per ciascun individuo. A partire dalla ricostruzione di alcune posizioni del dibattito disciplinare sul tema, il paper presenta approcci operativi che lavorano sul concetto di accessibilità in riferimento non tanto e non solo alle caratteristiche tecniche dei sistemi di trasporto, ma anche al suo essere strumento per misurare la possibilità di ognuno di partecipare ad attività personali e collettive. Vengono, quindi, discusse le implicazioni operative per le politiche dei trasporti di un approccio che dà centralità all'accessibilità, reinterpretata come condizione per garantire la partecipazione alla vita sociale di ogni individuo.
Perrone C., Paba G, (eds), Confini, Movimenti, Luoghi, 2019
Il saggio offre una ricostruzione delle riflessioni e dei contributi offerti dai Mobilities studies nel reinterpretare la mobilità come pratica socio-spazio-temporale per poi confrontarsi con i temi di mobility justice a partire dalle riflesioni offerte nel recente libro di Mimi Sheller e nell’ottica di ripensare approcci e strumenti per la pianificazione urbana e le politiche per la mobilità.
Analisi&Proposte, 2003
Studio progettuale per una indagine sulla mobilità delle famiglie nell'area metropolitana di Brescia.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.