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Prefazione-Il grande gruppo è uno spicchio di melagrana... (2020) 01. Problemi di formazione di un gruppo numeroso (1976) 02. Gruppo e pratiche del cambiamento 03. Il grande gruppo: nuovo orizzonte della tecnica formativa 04. Idee per l'organizzazione del lavoro in grande gruppo 05. Similarità e differenze fra piccolo e grande gruppo 06. Grandi gruppi: caratteristiche e modalità di utilizzo (1982) 07. Nuove esperienze di Grande Gruppo (2003) 08. Il piccolo gruppo e il grande gruppo: problemi teorici (2020) 09. In margine al problema del grande gruppo (2020) 10. Ispirazioni
Il contesto in cui ci troviamo a parlare è quello della Costituzione del 1948, una costituzione rigida (nata per far fronte al problema dell'abuso del legislatore), basata sul principio di eguaglianza sostanziale, che è l'indicatore principale del tasso effettivo di democraticità del sistema: non più solo libertà negative, intese come sfere di autonomia privata da difendere contro indebite interferenze pubbliche e private, ma anche libertà positive. La svolta che si determinò nel 1948, con il varo della Carta repubblicana, a favore di una forma di stato del tutto diversa, si riflette sulle scelte in tema di tutela dei diritti fondamentali, con l'introduzione di un nuovo modello, che presenta rilevanti novità anche rispetto alla forma di Stato liberale. Gli elementi fondamentali della nuova Costituzione sono innanzitutto il catalogo dei diritti costituzionali, nel quale, accanto alle libertà individuali, ricevono una particolare valorizzazione le libertà collettive: libertà di riunione (art. 17), di associazione (art. 18), associazione sia sindacale (art. 39), che politica (art. 49). Il nuovo catalogo dei diritti costituzionali si arricchisce inoltre grazie all'introduzione della categoria dei diritti sociali: saldamente ancorati al disposto dell'art. 3 secondo comma, e al principio di eguaglianza sostanziale (vedi sopra) che esso sancisce, essi attengono ad alcuni aspetti primari della vita sociale come il diritto al lavoro (art. 4), alla salute (art. 32), allo studio (art. 33), all'assistenza e alla previdenza sociale (art. 38), di sciopero (art. 40), tutti diritti con una struttura assai diversa da quella dei diritti tradizionali, i quali necessitano, per la loro effettiva tutela, un intervento positivo dello Stato (sono anche conosciuti come diritti di prestazione). Ma è soprattutto sul terreno delle garanzie che questo modello rivela tutto il suo grado di novità, puntando a coniugare insieme proclamazione di diritti e loro effettività, già con la scelta di una Costituzione rigida, che muta profondamente il significato e l'efficacia di altri strumenti di garanzia: riserva di legge, cioè l'obbligo costituzionalmente previsto che sia solo la legge del Parlamento a dettare la disciplina relativa all'esercizio dei singoli diritti, a cui la legge non può più porre limiti a piacimento (come accadeva nello Statuto Albertino), e lo stesso Parlamento è impossibilitato a spogliarsene a favore della fonte regolamentare riserva di giurisdizione, ossia la riserva al giudice del potere di applicare ai singoli casi concreti le limitazioni all'esercizio dei diritti (anche nel caso dei diritti di libertà, che sono definiti diritti inviolabili, non perché non possano essere limitati, ma nel senso che non possono essere revisionati in senso riduttivo, ma solo modificati per ampliare o rafforzare il quadro di garanzia costituzionale) disposte in via generale dalla legge, esclude quindi l'autorità amministrativa, e anch'essa vede significativamente rafforzato il suo significato garantista, nello specifico La genesi dell'articolo 21 della Costituzione, espressamente dedicato alla disciplina della libertà di manifestazione del pensiero, così come l'insieme della disciplina costituzionale dei diritti fondamentali, esprime il tentativo operato dai costituenti di combinare insieme le due diverse impostazioni già accennate: la prima, più tradizionale, legata a una concezione dei diritti intesi come libertà negative (in cui al centro dell'attenzione vi è il rapporto tra apparato repressivo dei poteri pubblici e singolo titolare del diritto di libertà) e la seconda attenta invece a cogliere anche la dimensione attiva, di strumenti di partecipazione ad una compiuta realizzazione del sistema democratico (in cui l'attenzione si sposta sul destinatario delle manifestazioni del pensiero altrui, elemento che assegna allo Stato il compito di garantire le condizioni generali per la più ampia e piena realizzazione della libertà di espressione da parte dei singoli, ma anche quello di garantire a tutti i cittadini il diritto ad avere un'informazione il più possibile completa ed imparziale). Se ci si ferma a una lettura superficiale della richiamata disposizione costituzionale, si ha la netta impressione che a prevalere sia stata la prima impostazione; tuttavia, nonostante il rigetto di alcune proposte (tra cui quelle dirette a rendere più incisivo l'obbligo di pubblicità delle fonti di finanziamento o a quelle relative all'introduzione di una disciplina speciale per le imprese editoriali e di radiodiffusione), tracce significative della seconda impostazione si trovano: (1) nella stessa formula utilizzata nel comma 1 dell'articolo 21 "Tutti sono liberi di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" per definire i contorni della garanzia costituzionale; (2) nella distinzione tra libertà di manifestazione del pensiero e libertà di comunicazione interpersonale (la libertà di corrispondenza, art. 15), in cui è implicito il riconoscimento della peculiarità della prima proprio in quanto destinata ad un pubblico indifferenziato, che non può esserne solo soggetto passivo; (3) nel fondamentale nesso istituito dal costituente tra tutela dei diritti e partecipazione politica e sociale (art. 3).
L'opera si apre con la descrizione della tragica situazione di Firenze oppressa dalla peste.
Aldo Righetti, 2023
BORDIGHERA SUCCURSALE DI BAYREUTH? Antisemitismo, anglofobia e germanofilia: l'Europa della Belle Époque prossima alla catastrofe in una lettera di H. S. Chamberlain al Kaiser Guglielmo II dalla Città delle Palme. «Vill'Angoscia... Sotto il cielo schiarito, l'immensa villa spalanca le sue ali liberty stranamente candide, come intonacate di fresco. Così dovevano apparire ai tempi che la Regina Vittoria ci aveva il suo appartamento fisso per ogni stagione, o, più tardi, quando Franco e Benito ci tennero i loro conciliaboli segreti preparanti l'aggressione alla Spagna repubblicana»
Icaroedizioni Tutti i diritti riservati Si ringraziano: gli Sponsors che hanno consentito la realizzazione della Mostra e del presente catalogo i collezionisti privati gli antiquari: Roberto Camellini, Galleria D'Orlane, Domenico, Linda e Sandro Giusti, Guido Sogliani il gruppo di studio " Ricerche Storiche Emiliane" Progetto di allestimento mostra Augusto Bulgarelli Segreteria organizzativa Icaro Assicurazione AXA Nordstern assicurazioni Allestimento Tensomodena-Mario Neri spa Segreteria Mostra Villa CESI P er gli italiani, emiliani in particolare, il cibo è una delle tradizioni più ricche e gioiose, parte integrante del vivere quotidiano, stimolo per la convivialità e l'aggregazione sociale. L'interesse per la cucina ha pertanto dato vita ad una vera e propria arte che si è sviluppata da tempi remoti, tramandata attraverso consuetudini e usanze proprie delle diverse zone geografiche. In funzione delle risorse naturali, il cui utilizzo era proprio della cucina contadina, si sono sviluppati sapori semplici e una varietà di ricette che caratterizzano oggi il "prodotto tipico". La cucina ricca, avvantaggiata dalla possibilità di utilizzare prodotti di ogni specie ha dato l'opportunità ai grandi cuochi di sperimentare ricette varie e complicate con sapori più complessi e raffinati. Il primo libro di ricette, "De re coquinaria" risale ai primi secoli dopo Cristo, scritto da Apicio, gastronomo romano. Altri due importanti manoscritti risalgono al Medioevo mentre, un balzo in avanti assai significativo, si avverte nei volumi di cucina del Rinascimento a cui si dedicarono anche grandi scrittori dell'epoca. Da allora, fino ad oggi, numerosi libri e ricettari hanno assistito cuochi e gastronomi delle diverse epoche e noi, leggendoli, possiamo avere un'idea dei gusti e dei sapori più apprezzati nei tempi passati. Parecchi di questi preziosi documenti ci danno inoltre l'idea del" banchetto" di come si apparecchiavano le tavole, come si piegavano i tovaglioli, come venivano scandite e servite le numerose portate, troviamo perciò la descrizione dettagliata di quanto avveniva nei grandi banchetti, veri e propri spettacoli, che richiedevano un complesso lavoro organizzativo al quale partecipavano decine di figure, ciascuna con un ruolo ben determinato che vogliamo ricordare attraverso una descrizione dell'epoca sottolineando alcuni aspetti relativi alle mansioni ed alla persona. Lo scalco Lo scalco è l'Offiziale per eccellenza, generalmente di nobili origini, che ha il compito di coordinare e organizzare presso la corte tutto il cerimoniale del convito. Grazie ai trattati di scalcheria del Cinquecento sono stati evidenziati tutti gli aspetti della sua attività. A lui spetta il controllo degli acquisti di provviste fatti dallo spenditore, di provviste registrate e conservate dal dispensiere; sorveglia il canovaro addetto alle cantine e il bottigliere addetto alla scelta dei vini più adatti alle diverse pietanze. Dipendono da lui l'ufficiale delle farine ed il panettiere che rispondono dell'approvvigionamento del pane. Il maestro di tinello è il suo referente per le masserizie, piatti, bicchieri e fiaschi; al credenziere affida il compito di preparare tutti i servizi iniziali e finali di credenza nonché l'ornamento delle tavole. Al cuoco infine demanda la preparazione di tutti i piatti caldi. Lo scalco è generalmente vestito di nero, porta un corto spadino alla cintola e lo si può facilmente individuare grazie al grande cappello piumato. "...desidererei che lo Scalco fosse di più che di mediocre statura, sì perché par che renda certa più gravità, sì per dominare le tavole e potere, stando dall'un capo della tavole, scorrerla con l'occhio tutta e vedere, con che garbo, si portino quelli che la servono, e anco se le vivande sono poste à caso o con giudicio,..." Si può ben comprendere, quindi, come al ruolo di comando si debba associare una indispensabile competenza scenografica e di regia , doti necessarie per accompagnare i vari momenti del banchetto. Suo pertanto è il compito di fissare il ritmo delle portate, stabilire le precedenze nel servizio in base alla nobiltà ed al rango dei convitati, ordinare il cambio di tovaglie dopo ogni servizio e sostituire prontamente i piatti di portata, variandone continuamente i decori, per assicurare alla tavola scenari ed atmosfere stupefacenti.
Il Quadrato del Primo Maggio – Quadrato della Festa dei Lavoratori è un’applicazione di uno strumento della Semiotica tradizionale, prende a prestito il modello di quadrato semiotico elaborato da Algirdas J. Greimas (Greimas, Courtés, 1979), una composizione raffinata dove si possono mettere in evidenza le relazioni logiche che regolano la significazione di un testo secondo la definizione che se ne ha in semiotica.
Con la nascita delle metropoli nel XIX secolo si spezza un equilibrio filosofico e scientifico che era stabile ( esistenza meno problematica). Libertà e reclusione-> due delle opposizioni all'interno della vita metropolitana. BENESSERE VS CATASTROFE (trasforma l'illusione nella capacità di elargire ricchezza->disincanto) Fondamentale: i soggetti in procinto di fare esperienza del mondo metropolitano devono essere coscienti che si tratta di un mondo da leggere con disincanto Marshall Bermam -> Essere moderni-> trovarsi in un ambiente che ci promette avventura, gioia e benessere, crescita, trasformazione di noi stessi e del mondo che minaccia di struggere tutto ciò che abbiamo, conosciamo e siamo.
SAVERIO MAURO TASSI -LE (DIS)AVVENTURE DEL PENSIERO FILOSO/SCIENTI-FICO -EDIZIONI ALICE Cannocchiale su… L'ORIZZONTE STORICO-CULTURALE DELL'ETA' ROMANA (168 a.C.-476 d.C.)
Il precettore di Valentiniano III, in Studi in onore di Albino Garzetti, a cura di C. STELLA e A. VALVO, Brescia 1996, pp. 277-297. ** Andrea Giardina e Silvia Orlandi, leggendo una prima versione di questo articolo, hanno contribuito a migliorarlo: li ringrazio entrambi. 1 SHA, Tac., 6, 5: Dii avertant principes pueros et patres patriae dici impuberes et quibus ad subscribendum magistri litterari manus teneant, quos ad consulatus dandos dulcia et circuli et quaecumque voluptas puerilis invitet. Quae (malum) ratio est habere imperatorem, qui famam curare non noverit, qui, quid sit res p., nesciat, nutritorem timeat, respiciat ad nutricem, virgarum magistralium ictibus terrorique subiaceat, faciat eos consules, duces, iudices, quorum vitam, merita, aetates, familias, gesta non norit. Sul tema, dopo il classico libro di W. HARTKE, Römische Kinderkaiser. Eine Strukturanalyse römische Denkens und Dasein, Berlin 1951, si veda ora C. MOLÈ VENTURA, Principi fanciulli. Legittimismo costituzionale e storiografi a cristiana nella tarda antichità, Catania 1992 (con ampia bibliografi a). 2 Per un riepilogo delle controversie sulla datazione della 2 Per un riepilogo delle controversie sulla datazione della 2 Historia Augusta si veda da ultimo A. storia Augusta si veda da ultimo A. storia Augusta CHASTAGNOL, Introduction générale, in Historia Augusta. Les empereurs romains des II e Les empereurs romains des II e Les empereurs romains des II et III e III e III siècles, Paris 1994, pp. IX-CLXXVII, in part. IX-XXXIV.
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A. Gravina (Hrsg.), Atti del 40° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria e storia della Daunia, San Severo 15-17 Novembre 2019 (San Severo 2020) 241-255
P. LIVERANI - S.T.A.M. MOLS - E.M. MOORMANN - G. SPINOLA, Laterano 1. Scavi sotto la Basilica di S. Giovanni - I materiali, Città del Vaticano 1998, pp. 6-16
LE PRINCIPALI BANDE NELL'INFRAROSSO DEI PIGMENTI VERDI, 2023
DIALOGO TRA IL SEGRETARIATO VATICANO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI ED ALCUNI PENTECOSTALI CLASSICI Rapporto Finale 1972-1976
STUDI VIVALDIANI (ISSN: 1594-0012), vol. 17, pp. 79-102, 2017
Milan J Math, 1982