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2022, Midrash Tehillim Libro terzo: Salmi 73-89
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Midrash Tehillim Libro terzo: Salmi 73-89 (Estratto)
Psalms in four languages (Hebrew, Greek, Latin, Italian)
Introduzione al Libro dei Salmi
In "Bollettino parrocchiale. Comunità ortodossa della Svizzera italiana", Natale, 2021
Midrash Tehillim, 2020
Traduzione in lingua italiana del midrash sui sette Salmi penitenziali: 6, 32, 38, 51, 102, 130 e 143.
in G. Lacerenza (a c.), Hebraica hereditas. Studi in onore di Cesare Colafemmina, (DSA Series Minor LXX) Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", Napoli 2005, pp. 67-93, 2005
Introduzione "Versa nelle giare… sigilla col tuo sigillo… sigilla l'accesso al tetto!" (da una lettera degli archivi di Mari) Il sigillo, dal latino sigillu(m), diminutivo di signu(m) "segno" è sia l'impronta su materia molle, ottenuta con una matrice, o tipario, incisa in negativo, sia la matrice stessa. Questa viene e veniva applicata sull'imballaggio quale garanzia dell'integrità del prodotto contenuto, oppure su locali al fine di impedire che qualcuno vi penetri, od ancora su documenti allo scopo di autenticarli o per far si che nessuno ne prenda conoscenza, se non il solo destinatario 1 . Il "suggello" nelle antiche civiltà fu importante strumento di chiusura e di garanzia di documenti, lettere di ordine, contenitori di prodotti alimentari e porte. Fu anche il mezzo con cui le alte e medie gerarchie dialogavano con i funzionari di rango minore. Fu strumento efficacissimo di convalidazione di leggi, decreti, contratti e "segno" di riconoscimento personale, sia di privati, che funzionari, che re e regine 2 . L'uso poteva anche essere ornamentale, come mostra un rilievo da Mari con sacerdotesse che li indossavano applicati alla veste o portati come pendenti di collane e bracciali 3 , fino ad essere adoperati come amuleti per la valenza magica sia dell'immagine incisa che del tipo di pietra usata come supporto. I caratteri e le funzioni del sigillo si tramandarono ed evolsero nel tempo, andando a configurarsi sempre più come simbolo ed espressione dell'autorità, nonché come elemento giuridicamente insostituibile nei rapporti contrattuali tra privati (la classe più povera, non potendosi permettere questo supporto, apponeva la sua "firma" con l'impronta dell'unghia 4 ). Secondo il diverso livello di cultura e di raffinatezza dei vari popoli il sigillo assunse anche notevoli pregi d'arte: le figure richiamano valori civili e religiosi, le immagini incise, iconografie talvolta molto complesse ma anche ripetitive, possono nella grande quantità di varianti, differire per qualche piccolo particolare da cui si può individuare il proprietario 5 . Con il diffondersi della scrittura quando verso il protodinastico la società diventa letterata, vengono affiancate da iscrizioni. Nella storia dell'arte sono annoverati tra le arti minori e studiati dalla glittica, l'arte di intagliare ed incidere pietre dure e preziose. Secondo P. de Miroschedji, non furono i sigilli, almeno in Palestina, la prima manifestazione della glittica. Gli esemplari più antichi, del V millennio, sono stati trovati a N d'Israele: si tratta di cachets lenticolari in calcare rosso, bruno, grigio e nero, in cui forme, rotonde o rettangolari, e decorazioni, quadrati e cerchi, sono caratteristici di questa epoca e direttamente ispirati dai loro omologhi libanesi e siriani 6 . Usati in particolare dalle culture mesopotamiche fin dal IV millennio, sono incisi su pietre tenere, a volte semipreziose, ma anche su terracotta, osso, avorio 1
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Il toponimo medievale medioiranico Behistan è probabile esito di un antico-persiano *bagastana-, per l'appunto «luogo degli dei», attestato in greco come bagístanon in Diodoro, 2.13. Behistun è il nome della località nei geografi arabi medievali e Bisitun o Bisutun ne è l'attuale nome persiano. L'insieme del rilievo e delle iscrizioni misura all'incirca tre metri in altezza e cinque metri e mezzo in lunghezza.
La rivista del Clero italiano, 2021
Lo scorso 29 ottobre è stata presentata la nuova edizione trilingue del Nuovo Testamento (greco, latino, italiano), pensata quale stru-mento a servizio della Parola e della sua predicazione. Abbiamo chie-sto di recensire il volume a don Matteo Crimella, docente presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, che presenta con puntua-lità le signifi cative novità di questa importante opera rispetto agli analoghi strumenti già disponibili in lingua italiana. Nel 1996 la Società Biblica Britannica e Forestiera di Roma pub-blicava il Nuovo Testamento greco-italiano, a cura di B. Corsani e C. Buzzetti. Il volume stampava la XXVII edizione del Novum Testamentum graece di Nestle-Aland e la versione della Conferenza Episcopale Italiana allora in vigore (e risalente al 1974), arricchita dalle note della Traduction OEcuménique de la Bible (TOB) francese, debitamente tradotte. Purtroppo quell'edizione si esaurì presto e da anni è ormai indisponibile. Nel 2010 le edizioni Dehoniane di Bologna editarono un Nuovo Testamento greco e italiano, a cura di A. Merk e G. Barbaglio. Si trat-tava dell'XI e ultima edizione del Novum Testamentum graece di Merk (1992) e della nuova versione della CEI del 2008. L'operazione edi-toriale sostituiva la precedente (del 1990) nella quale, oltre al testo di Merk, si stampava la versione della CEI del 1974. L'edizione del Nuovo Testamento trilingue (greco, latino, italiano) che qui presentiamo (Il Nuovo Testamento greco-latino-italiano.
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L'ABATE EGIDIO TRA STORIA E MITO, 2013
Rassegna internazionale di ricerche dantesche, 2022
in A. Canova - G. Gregorini, a cura di, Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni. Lavori in corso del Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Ricerche - Storia), pp. 277-288, 2019
Milano, Vita e Pensiero, 2011
«Rivista di Studi Danteschi», 2022
in: La Bibbia dell'Amicizia, a cura di M.C. Morselli e G. Michelini, San Paolo, ISBN 978-8892223400, 2020
Ethiopica et Orientalia. Studi in onore di Yaqob Beyene, a cura di A. BAUSI - A. BRITA - A. MANZO, Studi Africanistici, Serie Etiopica 9, Università di Napoli "L'Orientale", vol. 1, pp. 251-256, 2012
III Convegno Nazionale di Archeologia Medievale