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Ogni modo di produzione (n) si colloca in una dinamica storica (N) e rappresenta un passaggio da quello precedente a quello successivo (da n-1 a n+1). Solo ponendosi in n+1 è possibile comprendere il completo divenire della società umana dalle origini fino a quel livello.
La relazione di stima va espletata seguendo lo schema di massima sotto riportato.
Alternative per il Socialismo N°71, 2024
L’Africa ha fatto l’oggetto di definizioni spesso ingenerose talvolta paradossali: Africa senza storia, Africa senza classi e senza lotta di classe, Africa senza mercato. L’attenzione degli economisti europei e di quelli africani più tradizionali si è concentrata sull’Africa cosiddetta medievale o feudale, cioè quella che nel XV si preparava al disastroso incontro con l’uomo bianco e ai due successici impatti: la plurisecolare tratta degli schiavi e, dopo tre secoli di quella sventura, il secolo della colonizzazione, introducendo attraverso una serie di pregiudizi la spiegazione della sconfitta dell’Africa di fronte alla più civile ed evoluta Europa, quasi che la sciagurata sottomissione fosse il destino ineluttabile dell’Africa e come vedremo, anche la moderna teoria della dipendenza va in quella direzione. L'arrivo degli europei tra XV e XVI secolo e il drammatico intensificarsi della tratta degli schiavi sulle rotte atlantiche nel XVII e XVIII secolo, provocarono la prima grande rottura nel modo di produzione africano che si era attestato su un modo di produzione e distribuzione feudale che però, grazie all’esistenza dei grandi imperi e dei regni presenti in tutte le parti dell’Africa non è comparabile all’Alto Medioevo europeo, caratterizzato dall’autarchia della corte chiusa. La seconda rottura, alla fine del XIX secolo fu ancora più dirompente, perché l’arrivo dei bianchi e l’instaurazione dell’occupazione coloniale nelle sue tre forme – colonie di popolamento, colonie di produzione, colonie di concessioni – si propone di cancellare il sistema produttivo africano anche laddove il colonizzatore mantiene in vita simulacri di formazioni politiche (regni ed imperi) che non hanno più relazione con l’organizzazione economica e produttiva e con la stessa organizzazione sociale.
L'Occidente sull'Atlantico, 2006
Pubblicato in M. Ricciardi (a cura di), L'Occidente sull'Atlantico, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006, pp. 9-17.
2016
SOMMARIO: 1. Originate to hold, degenerate to distribute-2. La nascita del mercato dei derivati da mutui immobiliari-3. Il funzionamento della fabbrica dei derivati-4. Il marketing dei derivati-5. La formazione del prezzo-6. La valorizzazione "di mercato" dei derivati-7. La certificazione dei bilanci ad opera dei revisori contabili-8. ... e le certificazioni del merito di credito ad opera delle agenzie di rating-9. Mercato all'ingrosso e al dettaglio.
Nuova Economia e Storia, 2006
L’economia neoclassica adotta una visione ciclica dei fenomeni per cui in seguito a turbamenti il sistema economico ritorna alle condizioni iniziali non appena i fattori di perturbazione svaniscono, con una reversibilità completa dei fenomeni. Il processo economico è perciò visto come un flusso circolare e autosufficiente tra produzione e consumo, ma in verità esso non è né isolato né autosufficiente, perché non può sussistere senza un interscambio continuo che provoca cambiamenti cumulativi sull’ambiente. Nell’articolo si analizza il contributo di Nicholas Georgescu-Roegen, il quale abbandonata la fisica meccanica, si rivolge alla termodinamica ed elabora un approccio allo studio dei fenomeni economici basato sull’entropia. Questo scienziato di origine rumena ma trasferitosi poi negli USA, mette in evidenza il collegamento tra sistema economico e ambiente naturale attraverso il suo modello Fondi-Flussi – del quale nell’articolo viene proposta una interessante rappresentazione grafica – elaborando un approccio alternativo allo studio della produzione. Dallo studio della legge di entropia – che afferma l’irreversibilità della degradazione energetica – Georgescu-Roegen giunge ad elaborare la sua Quarta Legge della termodinamica, in base alla quale anche la materia è soggetta ad una degradazione irreversibile. Da qui l’individuazione dei “miti economici” – tra cui quello dello “stady state” – che sono convinzioni comuni sull’uso della materia e delle fonti energetiche sbagliate e dannose per l’ambiente e quindi per il futuro del genere umano. Da queste conclusioni discenderà la teoria bioeconomica, che si propone lo studio dell’uso ottimale delle risorse energetiche e materiali secondo criteri di degradazione entropica proiettati su un arco temporale multigenerazionale. Neo-classic economy adopts a cyclic vision of phenomena according to the idea that, following turbulence, the economic cycle turns back to its initial condition as soon as these turbulence disappears, with a complete reversibility of phenomena. The economic process is then viewed as a circular and self sufficient flux between production and consuming, but in reality it is neither isolated nor self sufficient, because it cannot exist without an ongoing interchange that provokes cumulative environmental changes. In the article, the production of Nicholas Georgescu-Roegen is ana-lyzed. He abandons mechanical physics, takes thermodynamic into account and elaborates an approach to economic phenomena study based on entropy. This Romanian scientist, who eventually moved to USA, highlights the link between economic system and environment by using his Funds-Fluxes model – of which the article offers an interesting graphic representation – elaborating an alternative approach to study of production. From the study of entropy law – which affirms the irreversibility of energetic consumption - Georgescu-Roegen comes to elaborate his Fourth Law of thermodynamic according to which even matter is subject to irreversible degradation. From here, the pointing out of ‘economic myths’ – among which the ‘steady state’ – common views on use of matter and wrong energy sources, harmful to the environment and subsequently harmful for the future of human kind. From here will develop the bio-economic theory, aimed at the study of optimal use of energetic and material resources according to entropic degeneration criteria an a multi generational temporal scale.
Le fabbriche delle malattie, 2019
Sotto un profilo strettamente giuridico il concetto di ambiente si presenta complesso e di difficile determinazione. Una sintesi dello stesso può essere attinta dalla giurisprudenza costituzionale secondo cui “l’ambiente è protetto come elemento determinativo della qualità della vita. La sua protezione non persegue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive ed agisce e che è necessario alla collettività e, per essa, ai cittadini, secondo valori largamente sentiti; è imposta anzitutto da precetti costituzionali (artt. 9 e 32 cost.), per cui esso assurge a valore primario ed assoluto” (Corte Cost. 30.12.1987, n. 641; si veda altresì Corte Cost. n. 85 del 2013). Il concetto ed il valore della tutela ambientale si è sviluppato a partire dalla seconda metà del secolo scorso, subendo iter legislativi eterogenei e travagliati, nonché costituendo il fulcro di continui dibattiti sia a livello nazionale, sia sovrannazionale, sia sul piano politico, sia sul piano prettamente giuridico. Invero, la carta costituzionale del 1948, dal canto suo, non contemplava espressamente il concetto e la nozione di ambiente attuale, in quanto l’art. 9 cost. sancisce il principio che “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, ma nell’intento dei padri costituenti v’era un’idea di paesaggio limitata a singoli beni.
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Backstage. Studi sulla produzione dei media in Italia, 2016
Francesco Marchiol, 2020
Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo, 2019
La passione del collezionismo. Ceramica pugliese ed altro nella collezione Tondolo. XVII-XX secolo, Museo Provinciale “S. Castromediano”, Lecce. Catalogo della mostra, a cura di A. Cassiano, A. dell’Aquila, C. dell’Aquila, Galatina, M. Congedo Ed., 2012, pp. 23-28., 2012
riv. dir. priv. II, 1936
Archivio di Storia della Cultura, 2014
Ricerche di Pedagogia e Didattica, 2019
Antonia Abbattista Finocchiaro, 2021
L'Italia Forestale e Montana, 2009
Basle E., Biggeri M., Cecchi C., Volpi F., ISTITUZIONI E SVILUPPO ECONOMICO NEL CAPITALISMO CONTEMPORANEO Il caso di Cina e India, 2021