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Verzuolo, pilone Mater Salvatoris, regione Santa Cristina

A qualche centinaio di metri dalla cappella di S. Cristina, sul sentiero che conduce a "Pian Colletto" di Verzuolo e prosegue per "S. Bernardo del vecchio", sul tragitto dell'antica strada commerciale medioevale che collegava il mercato di Saluzzo, in quei tempi ai piedi del Castello, con Venasca e i paesi di fondovalle (1), in un grazioso pianoro, a quota m.1047, esiste un pilone votivo dedicato alla Madre del Salvatore, "Mater Salvatoris", ma da sempre e da tutti gli abitanti della collina chiamato "San Salvur" (San Salvatore). Il pilone è situato nell'attuale proprietà di Piero Ruatta di Manta. L'antica strada, ora sentiero, transitava davanti al pilone votivo, non dietro come ora. Il pilone nel 1781 è presente nella prima mappa catastale del Comune di Verzuolo (2). Il titolo stesso dato al pilone e parte del materiale usato nella costruzione fanno pensare ad un'opera costruita tramite l'interessamento dei frati domenicani di Santa Cristina. Il titolo "Mater Salvatoris", fa pensare alla costruzione del pilone non tanto come ex voto, ma con lo scopo di monito e protezione del viandante, oltre che ad una "marcatura" di territorio, il pilone si trova esattamente sul confine tra Verzuolo e Pagno. Se fosse stato costruito come pilone votivo, sarebbe stato dedicato ad un santo o una santa invocata in un determinato momento di pericolo. Il nome dato al pilone, non venne mai ben compreso dagli abitanti della collina, tanto che da subito ne storpiarono il nome in "San Salvur" anziché in "Madre del Salvatore". Nelle antiche mappe, infatti, viene riportato come "pilone di S. Salvatore", perché a suo tempo, quando venne inserito in mappa, molto probabilmente il curatore della mappa del '700, non si recò sul luogo, ma domandò agli abitanti della collina come si chiamava il pilone, i quali in piemontese gli dissero "San Salvur". Un curioso aneddoto raccontato dall'amico Oreste Roaschio, narra che negli anni '30-40 del secolo scorso, ogni anno, diverse persone si radunavano in preghiera ai piedi del pilone e, in ginocchio giravano intorno recitando il rosario.