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Convegno Internazionale online: “Migrazioni, cittadinanze, inclusività. Narrazioni dell’Italia plurale, tra immaginario e politiche per la diversità”
Fata Morgana, 2018
[Hearing fear, feeling fear: "The Evil Dead" and its remake.] Through the comparative analysis of the film The Evil Dead (1981) and its remake Evil Dead (2013), this article aims at demonstrating that sound in horror films has a substantial role in eliciting fear in the perceiver, by prompting both primordial responses and higher-order inferences. I examine the biological bases that favor the fearfulness of the genre’s typical acoustical elements, such as the use of very low and very high frequencies, of strong dynamic contrasts, of crude timbres, of noisiness, and – as regards the second film – of an aggressive surround sound spatialization.
in M. Guerra, S. Martin (dir.), Atti critici in luoghi pubblici. Scrivere di cinema, tv e media dal dopoguerra al web, Diabasis, Parme (avec V. Estremo), pp. 253-263, 2019
Da ormai molti anni, alcuni registi cinematografici stanno volgendo il loro interesse verso forme di produzione e finanziamento diverse dal cinema come nel caso di chi guarda al circuito artistico, alle fondazioni, ai musei, alle biennali e alle diverse occasioni espositive, per portare avanti la propria ricerca in direzioni finora inedite. In ambi
Horror Italiano, 2014
I vampiri (1957) di Riccardo Freda e Mario Bava è comunemente 112 ritenuto il primo horror italiano. Lo stupore dei critici, lo scarso successo di pubblico, l’ambientazione parigina sembravano palesare l’horror come un corpo estraneo al nostro cinema nazionale. I film del terrore italiani andranno così in giro per il mondo sconfessando i pro- pri natali, camuffandosi sotto etichette e pseudonimi posticci, portatori – loro malgrado – di un retaggio culturale che sembrava escludere a priori l’orrore dal nostro paesaggio e immaginario. L’horror nazionale si manifesta in concomitanza con una più ampia affermazione dell’horror a livello europeo, al cui interno il cosiddetto «gotico all’italiana» opera per imitazione di modelli stranieri, ma si di- mostra anche capace di rielaborarli con originalità, attingendo alle strut- ture simboliche del melodramma e intessendo relazioni con altri generi. Dall’inizio degli anni sessanta l’horror italiano circola, si espande, rende difficile se non improduttivo mantenere il cinema separato da una più ampia dimensione mediale e di dialogo intertestuale (letteratura, fumetti, cineromanzi) e conservare distinzioni tra cultura alta e bassa. Esaurito il filone gotico, l’horror italiano non scomparirà, anzi maturerà per tutti gli anni settanta e fino alla metà degli ottanta, affermandosi come una delle cinematografie più originali, influenti ed estreme dell’horror moderno. Il volume di Simone Venturini – che inaugura nelle «Virgole» una serie dedicata al cinema italiano in collaborazione con il Centro speri- mentale di cinematografia-Cineteca nazionale – propone uno studio d’insieme sull’orrore nel cinema italiano, dal periodo del muto al «gotico all’italiana», fino ai nuovi orrori post-’68. L’ampio saggio introduttivo è seguito dall’analisi di sette film (Rapsodia satanica, 1917; Malombra, 1942; I vampiri, 1957; Contronatura, 1969; Ecologia del delitto - Rea- zione a catena, 1971-72; Suspiria, 1977; Zombi 2, 1979)
Annali d’Italianistica 24 (2006 Special issue on national identity): 87-106. Posted by permission from Annali d'Italianistica.
Italianità plurale, 2023
Lessico del Cinema italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita. Volume I, 2014
Riconfigurazioni dell'urbano. Pratiche inedite di un abitare territoriale, 2024
Il saggio illustra un'esperienza puntuale di ricerca-azione svolta dalle autrici e legata a doppio filo all'ideazione e allo sviluppo di un festival culturale itinerante nei piccoli paesi dell'Appennino Meridionale (FRAPPP!). Così facendo avanza una riflessione sul possibile ruolo di pratiche transitorie nel generare cambiamento, soffermandosi in particolare sugli inneschi e potenzialità di comunità diffuse, che travalicano la residenzialità per costruire ambiti di cura di luoghi e relazioni. The essay presents a specific action-research experience carried out by the authors, closely linked to the design and development of an itinerant cultural festival in the small towns of the Southern Apennines (FRAPPP!). In doing so, it proposes a reflection on the potential role of transient practices in generating change, with a particular focus on triggers and the potential of diffused communities that go beyond residentiality to construct spaces of care, of places and relationships.
Authorea (Authorea), 2021
Questo elaborato si pone l'obbiettivo di descrivere e analizzare le modalità produttive del genere horror di casa Universal, nel cosiddetto periodo classico di Hollywood. Dietro al successo di un genere, nell'era dello studio system 11Brunetta, Gian Piero, ed. Storia del cinema mondiale. Vol. 2. Einaudi (IT), 1999, non esiste solo un importante componente estetica di carattere prettamente filmico, cinematografico, ma anche, e soprattutto, un insieme di decisioni produttive, un programma distributivo, contratti col personale artistico, un casting e una scelta dei collaboratori, una previsione dei gusti del pubblico, amministrazione delle riprese e del budget, la compra vendita di licenze, accordi con gli esercenti ecc.. . Tutto questo e molto altro si nasconde dietro ad un film, o ad un genere, prodotto da questa o quella casa di produzione in un periodo in cui, ad Hollywood, il cinema era, sì un evento culturale, ma anche e soprattutto una grande azienda profittevole. Il cinema americanoè un'arte classica, ma perché non ammirare in essa ciò cheè più ammirevole? Cioè non solo il talento di questo o quel regista, ma anche e soprattutto il genio del sistema 22Schatz, Thomas. The genius of the system: Hollywood filmmaking in the studio era. Macmillan, 1996 (Bazin, 1958) L'elaborato passerà in rassegna un po' di storia della casa Universal, per capirne le radici ideologiche, fino ad arrivare all'età del sonoro, così da concentrarsi sullo sviluppo e successo dell'horror nella casa, e descrivere come e perché ci si dedicò a questa tipologia di film.
Transalpina, n°19, 2016
CARITAS e MIGRANTES, 2023
Contesto internazionale I flussi internazionali si complicano, anche in seguito al ritorno della guerra in Europa Sono stimati in 281 milioni i migranti internazionali nel 2021, ovvero il 3,6% della popolazione mondiale (a fronte di 272 milioni nel 2019). Quasi due terzi si sono spostati per ragioni di lavoro. È quanto emerge anche dal quadro europeo, dove, sempre nel 2021, si è registrato un forte aumento dei permessi di soggiorno per lavoro, passati dal 39% nel 2020 al 45% nel 2021. Complessivamente, nell'Unione europea, su una popolazione di 447 milioni, sono presenti circa 23,7 milioni di cittadini di Paesi extra-Ue (5,3%). Nel 2021 sono stati rilasciati 2,95 milioni di primi permessi di soggiorno (rispetto ai 2,3 milioni del 2020), ovvero quasi quanto in epoca pre-Covid-19. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha aperto anche in Europa un nuovo fronte di migrazioni forzate, facendo salire a 108,4 milioni il numero complessivo di profughi e sfollati (di cui il 40% minori). A fine maggio 2023 erano 8,3 milioni gli ucraini fuggiti in Europa: di questi, poco più di 5 milioni hanno ricevuto la protezione temporanea, una forma di asilo che, dopo le guerre nei Balcani, non era più stata utilizzata. Quasi un terzo ha ottenuto questa protezione in Polonia (1,6 milioni, pari al 31% del totale). In Italia, i profughi ucraini sono 175 mila e molti hanno trovato ospitalità attraverso il sistema di accoglienza diffusa e grazie alla rete di connazionali già presenti nel Paese. Quella ucraina, infatti, è la quarta comunità non-Ue in Italia, con circa 225 mila persone regolarmente soggiornanti, il 79% donne. La guerra in Ucraina ha inciso anche sul numero complessivo di sfollati interni provocati dai conflitti: 28,3 milioni, la cifra più alta degli ultimi dieci anni, con gli ucraini che rappresentano il 60%. Anche per questo è importante prendere in considerazione la prospettiva dei Paesi di origine, come Senegal,
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2019
La Barba M. (2018). "Cinema, migrazioni e antirazzismo: un percorso nella Svizzera dei Trenta Gloriosi". In Visualità e anti-razzismo, Padova : Padova University Press, pp. 94-110.
2019. (a cura di, con Petra Mezzetti), Ripartire dall’Africa. Esperienze e iniziative di migrazione e di co-sviluppo, Roma, Donzelli. , 2019
«Cinergie. Il cinema e le altre arti», 2019
«Link. Idee per la televisione» (Mediamorfosi 2. Industrie e immaginari dell’audiovisivo digitale, a cura di Federico di Chio) 22, 2017
in B. Surace, Il destino impresso. Per una teoria della destinalità cinematografica, Kaplan, Torino, 2019
Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Dodicesimo Rapporto, 2017
Antinomie. Scritture e immagini (https://antinomie.it/), 2020
Altre Modernità, Numero Speciale "Finestre: sguardi e riflessi, trasparenze e opacità"
Bietti Edizioni, 2022