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2018
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2018
Con la riforma del sistema portuale del 2016 l’Italia punta ad adeguare agli standard europei un settore di crescente interesse strategico, restituendo al Paese il ruolo di "Molo Sud" d'Europa, cioè di ingresso privilegiato per merci e persone in grado di sfruttare la po-sizione geografica di vantaggio rispetto ai porti del core. L'obiettivo è reso urgente soprattutto dal raddoppio del Canale di Suez del 2015, rispetto al quale le previsioni di crescita degli attraversamenti pro-spettano il passaggio di 93 navi al giorno entro il 2023 contro le 49 attuali (SIDT, 2016). Attraverso la riduzione del numero di Autorità Portuali e la loro trasformazione in Autorità di Sistema portuale, il provvedimento punta a recuperare lo svantaggio competitivo che i porti italiani hanno accumulato nei confronti di altri Paesi euro-pei, razionalizzando la governance nell'ambito del quadro del Piano strategico della portualità e della logistica che punta a riallacciare il sistema portuale con il territorio e ad agevolare una pianificazione integrata terra-mare (ESPON, 2013b) secondo la strategia UE di lungo termine per la Blue Growth. In questo quadro costituiscono un caso particolare i porti del Mezzogiorno sui quali-a fronte della posizione geografica potenzialmente vantaggiosa-permane un ritardo di competitività legato principalmente all'assenza di adeguate infrastrutture retro-portuali, che vieta l'accesso competitivo al mercato europeo. La recente introduzione delle ZES e la riorganizzazione della rete dei porti del Sud Italia in sette Autorità, caratterizzate da una governance più snella e dalla ridotta autonomia sulle scelte di interesse strategico nazionale, sono elementi di un nuovo rapporto terra-mare in grado di fare da volano di un rilancio di competitività per il Mezzogiorno fondato sull'econo-mia marittima e sulla crescita Blu.
2018
La riforma "a sistema" della portualità italiana, nata per adeguare una risorsa importante del Paese al contesto europeo nella prospettiva integrata Core-TEN 2030-2050, necessita di planning integrati sostenibili terra-mare, a diverse scale, quale strumenti territorialmente coesivi di innovazione processuale della capacity building. Il contributo, assumendo gli obiettivi europei 2020 e post e i cambiamenti strutturali in corso, costruisce un quadro delle coerenze necessarie ad operare nel contesto della nuova politica terra-mare che, dal 2014, coinvolge, nella Blue Growth, 1200 porti europei di varie dimensioni, allo scopo di rilanciare la competitività fuori e dentro i contesti nazionali e regionali in un quadro di sostenibilità, innovando metodologie, processi, tecniche, strumenti, metodi anche dal punto di vista lessicale. Il paper, tenendo conto della vasta letteratura e delle sperimentazioni sul tema avviate con la pubblicazione delle "linee guida" porti, mette in luce come la tendenza verso un'"economia Green e Blue" rinvii, per l'Italia, ad una visione sempre più interattiva, sistemico-cooperativa, macro e trans regionale tra porto, città-porto e area vasta. La corrente sperimentazione di una nuova pianificazione terra-mare (geographical economic oriented) è richiamata in questa fase per sostenerne l'applicazione alle città portuali di varia dimensione e tipologia, includendo i vantaggi derivanti da scelte di policy e planning che adottano la place based evidence per lo sviluppo di una portualità di lungo periodo, accogliendo le sfide di un contesto (politico e geografico) fortemente identitario e diversificato nel promuovere scenari blue-green a sostegno di investimenti pubblici e privati. The "systemic" reform of the Italian port facilities has been created to adapt an important resource of the country to the European integrated perspective of Core-TEN 2030-2050. It requires integrated sustainable land-sea planning, at different scales, as instruments of territorially cohesive process able to innovate capacity building. Assuming the European 2020 and post-2020 objectives and the structural changes underway, the paper builds a framework of needed coherence in order to act in the context of the new land-sea policy. From 2014, it involves, within the Blue Growth framework, 1200 European ports sizes, in order to boost competitiveness outside and within national and regional contexts. Sustainability, innovating methodologies, processes, techniques, tools, methods also from the lexical point of view are inspiring the planning design. Taking into account a large literature and experimental cases emerging after the publication of the "Italian ports guidelines", the paper highlights how the trend towards a "Green and Blue economy" refers to an increasingly interactive, systemic-cooperative, macro-and transregional vision between port, city-port and large area. The current test of a new land-sea planning (geographical economic oriented) is recalled to supporting the application to different sizes and types of port cities. Benefits arising from policy choices and planning that adopt place-based evidence for a long-term port development and strategy, accepting the challenges are from a context (political and geographical) strongly identified and diversified in promoting blue-green scenarios in support of public and private investment.
Sistema integrat del paisatge entre antropitzaciò, geo-economia, medi ambient i desenvolupament ecònomic, 2017
CIP 911.3:338.48(450)(063) SIS Sistema integrat del paisatge entre antropització, geo-economia, medi ambient i desenvolupament econòmic : actes dels congressos = Sistema integrato del paesaggio tra antropizzazione, geo-economia, ambiente e sviluppo : atti dei convegni / Maria Sechi Nuvole, Dolors Vidal Casellas. -Girona : Documenta Universitaria, 2017. -642 pàgines ; cm Actes dels congressos celebrats a l'Alguer els dies 25 i 26 de juny de 2014 i a Girona els dies 11 i 12 de gener de 2016 amb el títol "Sistema integrato del paesaggio tra antropizzazione, geo-economia, ambiente e sviluppo". -Textos en italià, català, anglès i castellà ISBN 978-84-9984-445-9 I. Sechi, Maria, editor literari II. Vidal Casellas, Dolors, editor literari 1. Paisatges culturals -Itàlia -Congressos 2. Memòria col·lectiva -Itàlia -Congressos 3. Desenvolupament sostenible -Itàlia -Congressos 4. Turisme -Planificació -Congressos 5. Ordenació del paisatge -Itàlia -Congressos CIP 911.3:338.48(450)(063) SIS Qualsevol forma de reproducció, distribució, comunicació pública o transformació d'aquesta obra només pot ésser realitzada amb la autorització dels seus titulars, llevat excepció prevista per la llei. Dirigiu-vos a CEDRO (Centro Español de Derechos Reprográficos) si necessita fotocopiar o escanejar algun fragment d'aquesta obra (www.conlicencia.com; 91 702 19 70 / 93 272 04 47).
Esistono molti modi di pensare al Sud, di parlarne e di agire per il suo sviluppo. Nel mondo contemporaneo il Sud è un campo d’indagine fondamentale, perché è lì che si verificano oggi i cambiamenti più significativi. Dallo scongelamento dei “tre mondi” successivo alla Guerra Fredda sono emersi i continenti globali dei Nord e Sud, poli di cambiamenti demografici, sociali, economici e culturali, producendo l’indebolimento di stati nazionali e l’affermarsi di istanze locali, di autonomie o di frammenti di pianeta. Ma non è del Sud mondiale che qui vogliamo parlare, ma del Sud che rappresenta la nostra arena del progetto di territorio: il Mezzogiorno d’Italia. Luogo geografico, ma anche culturale, sociale, economico e politico. Da studiosi e da pianificatori militanti vogliamo agire per un Mezzogiorno che assuma la consapevolezza di un ruolo cardine nello sviluppo dell'Italia e senta la necessità di cambiarne la struttura culturale, economica e politica per potere cogliere le opportunità di tale ruolo. Ed è da questa oscillazione feconda che vogliamo partire per offrire strade non solo alla riflessione politica, ma anche all'azione dei soggetti decisori, attori e attuatori e alla formazione della nuova classe dirigente e professionale meridionale.
1995
Il confronto tra indici di infrastrutturazione basati sulla consistenza fisica degli stock, e misure derivate da stime degli stock ottenute per mezzo della tecnica dell'inventario permanente, permette di giudicare l'efficienza relativa di diverse unita'territoriali nel trasformare risorse economiche in opere finite. Un'analisi di questo tipo sul capitale pubblico nelle regioni italiane, indica la presenza di un ampio divario tra il Nord e il Centro, piu'efficienti, e il Mezzogiorno.
Universitas
Nella riaperta stagione delle riforme costituzionali la questione meridionale e 1 la specialità regionale rischiano di restare ai margini del dibattito. Appare invece urgente non solo estendere il perimetro dei temi delle riforme, ma far divenire il Mezzogiorno l'obiettivo di una revisione, in un quadro federale, del Titolo V, seconda parte della Costituzione, che restituisca alla sua valorizzazione quella preminenza che aveva nell'originaria stesura dell'art. 119, terzo comma, della Carta fondamentale , poi 2 irragionevolmente cancellata dalla riforma del 2001. 3 Alcuni giorni orsono Pietrangelo Buttafuoco , di fronte allo sfacelo finanziario 4 della Regione siciliana, ne ha provocatoriamente prospettato il commissariamento, sino ad auspicare l'abbandono dell'autonomia speciale quale ricetta per salvare l'Isola.
Quaderno SVIMEZ, 2010
Il n. 2/2009 della "Rivista giuridica del Mezzogiorno", monografico sulla questione delle acque nel Mezzogiorno, si apre con un Editoriale del Direttore della "Rivista", Prof. Manin Carabba, che sottolinea il ritorno al centro del dibattito politico della questione meridionale, sotto il profilo economico ed istituzionale e rileva come, dalla debolezza del quadro programmatico comunitario e nazionale e dall'inefficienza delle fasi di esecuzione e gestione degli interventi, derivi la necessità di individuare nuove forme di cooperazione fra Governo centrale e sistema delle autonomie locali, in ossequio alle disposizioni del nuovo Titolo V Cost. e nell'osservanza della legge 5 maggio 2009, n. 42 sul federalismo fiscale. L'utilizzo di tali nuove forme di cooperazione tra Regioni meridionali in settori nevralgici nel Meridione, quali le acque, i rifiuti e il territorio risulta essere l'unico modo per raggiungere un quadro di coerenza economica e di equilibrato assetto del territorio, per i problemi per i quali esistono o competenze esclusive o competenze concorrenti della legislazione statale. L'ipotesi trae ispirazione dal modello delle Amministrazioni statunitensi (TVA, nata negli anni '30, e "Appalachian Commission", nata negli anni '60), pur in considerazione della loro diversa dimensione geografica e delle loro peculiarità istituzionali rispetto al Mezzogiorno d'Italia. L'idea è quella di ipotizzare uno schema politologico che dia luogo all'istituzione di un'"Agenzia per lo sviluppo del territorio del Mezzogiorno". Il Consiglio di Amministrazione della SVIMEZ ha valutato con interesse l'iniziativa e ha istituito presso la SVIMEZ un "Gruppo di lavoro" per la redazione di una proposta relativa all'Agenzia. Del Gruppo di lavoro, presieduto dal Sen. Antonio Maccanico (Consigliere della SVIMEZdal Prof. Manin Carabba, è stata costituita dalla Dott.ssa Agnese Claroni, dall'Arch. Roberto Gallia e dall'Avv. Francesco Vannicelli. Il Gruppo di lavoro si è riunito alla SVIMEZ nei giorni 22 ottobre, 10 dicembre 2009, 10 febbraio 2010 e 9 giugno 2010 ed ha fornito una serie di principi e criteri per la redazione di una proposta in materia. Il Documento che viene qui pubblicato*, nella formulazione dovuta ai due estensori, il Prof. Manin Carabba e la Dott.ssa Agnese Claroni, è scaturito dalla discussione emersa nel Gruppo di lavoro sui temi predetti. A tale Documento farà seguito una seconda stesura, nella quale sarà sviluppata la parte dedicata alle risorse da attribuire all'Agenzia.
La trasformazione dei paesaggi costieri nel Mediterrraneo costituisce un processo che riguarda numerose regioni già a partire dal XIX secolo e che diventa globale nel XX secolo; le conseguenze sono: depauperamento delle risorse naturali e culturali, degrado dei paesaggi, perdita di identità ed altri problemi ambientali, sociali ed economici, con ripercussioni sulla qualità della vita. La riflessione su questi temi ha consentito di analizzare studi, strumenti di gestione ed applicazioni sul paesaggio costiero trasformato dal turismo e di poter proporre su basi teoriche progetti per salvaguardare e riqualificare la costa ligure. Dalla definizione di criteri e di metodi per intervenire nelle zone costiere è risultato che a fondamento di uno sviluppo durevole ed equilibrato in prospettiva di una crescita qualitativa ed integrata tra economia, società ed ambiente vi è il progetto di paesaggio. Dall’elaborazione di una metodologia di studio flessibile ed applicabile all’analisi e alla valutazione del paesaggio costiero di Porto Venere ed insulare della Palmaria, del Tino e del Tinetto sono stati individuati i modi operativi attraverso cui intervenire nei processi di trasformazione. Dall’indagine delle condizioni di stato attraverso l’analisi critica di studi di geologia, di botanica, di carattere visivo-percettivo, storico-culturale, socio-economico, urbanistico, partecipativo e turistico e dalla valutazione degli aspetti di qualità, vulnerabilità e trasformabilità del paesaggio nelle sue componenti naturalistiche, ambientali, insediative e delle loro interazioni reciproche è stata individuata una rete attraverso cui riconnettere i sistemi delle aree lungo il litorale ed interne, per terra e per mare, potenziare il sistema degli spazi aperti alla macro e alla micro scala, riqualificare gli “spazi residui”, individuare nuovi usi per le aree demaniali e militari in dismissione, promuovere un turismo culturale attraverso l’utilizzo di edifici storici pubblici e recuperare lo spazio rurale con finalità didattiche e culturali. Come risultato della ricerca sono state elaborate strategie progettuali idonee alla crescita di un turismo “underground” e sono stati sviluppati progetti non convenzionali, integrati e di carattere paesistico per la riqualificazione della Palmaria. I progetti-pilota entrano a far parte della rete individuata, contribuiscono allo sviluppo di un modello di turismo “durevole” e sono funzionali alla “destagionalizzazione” e ad una fruizione socialmente diversificata e compatibile con la conservazione dell’area protetta. L’esito finale della ricerca consiste nell’aver tentato di offrire una possibile chiave di lettura relativamente ad un tema che è al centro di un ricco dibattito interdisciplinare, attraverso l’individuazione di princìpi e di elementi strutturali del processo metodologico, applicabili a differenti paesaggi costieri ed insulari e a diverse scale di progettazione. Le indicazioni non vengono presentate come soluzioni tipo da riprodurre, ma come metodi su cui riflettere. L’originalità non consiste tanto nel proporre progetti di paesaggio compatibili con il luogo, quanto nel prevedere nuovi modi e relazioni del processo di progettazione paesistica secondo un modello “underground/alternativo” e nel contribuire a diffondere la conoscenza dell’ecologia e della fitogeografia attraverso il recupero e la riprogettazione di paesaggi autoctoni, con interventi a “bassa manutenzione” utilizzando le risorse in modo sostenibile. Il tema dell’”insularità” è sviluppato con carattere di novità, sottolineando la singolarità del luogo, inteso come insieme di risorse uniche e non rinnovabili, su cui intervenire secondo criteri generali di progettazione paesistica di salvaguardia e di innovazione.
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Territorio Della Ricerca Su Insediamenti E Ambiente Rivista Internazionale Di Cultura Urbanistica, 2008
Sistemi di Logistica, 2015
Quaderni SiTi, 2009
Sistemi di Logistica, 2014
Il mediterraneo e la storia III, 2021
Regional Economy, 2019
XXXII CONGRESSO GEOGRAFICO ITALIANO L'apporto della tra rivoluzioni e riforme, 2019