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2008, Aracne, Roma
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Imperii instrumenta Come l'Artico e l'Indo-Pacifico, il Mediterraneo orientale rappresenta una linea di faglia tutt'altro che stabilizzata, dove si scontrano gli interessi strategici di potenze regionali e mondiali: Russia, Turchia, Francia, ma anche Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita; la distensione tra Abu Dhabi e Tel Aviv offre ad Ankara un nuovo appiglio per ergersi a paladina dei diritti dei fratelli musulmani (e dei Fratelli musulmani), mentre Riyadh preferisce per ora la linea del silenzio; potrà la retorica espansionista mettere a tacere le tensioni sociali? Mentre i tre principali rivali per la supremazia globale, Cina, Stati Uniti e Russia, si contendono l'egemonia e il controllo del cyberspazio, nello spazio fisico diversi paesi aspirano al ruolo di potenze regionali, taluni con l'obiettivo finale di ritagliarsi il proprio spazio nell'ordine (o disordine) mondiale che si sta delineando da almeno un decennio. La potenza statunitense, eredità del secolo scorso e dell'implosione del sistema sovietico, sembra ne stia uscendo indebolita, mentre assiste agli scricchiolii che incrinano la solidità, peraltro mai del tutto affermata, della sua sfera di influenza, istituzionalmente rappresentata dall'Oganizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO). Lo stesso organismo che secondo il presidente francese Emmanuel Macron versa in condizioni di morte cerebrale. Anche perché la testa, con sede fisica a Bruxelles, ma idealmente situata a Washington, stenta a controllare le ambizioni di quelle che avrebbero dovuto essere le sue membra. Il deterioramento delle relazioni tra Grecia e Turchia, ma anche tra quest'ultima e la Francia, non sono che il sintomo della metamorfosi del rapporti di forza all'interno di un organismo, la NATO, istituito nell'intenzione di creare un fronte compatto contro un nemico comune, che allora era l'Unione sovietica. E la percezione indotta di tale minaccia era già di per sé un efficace strumento di coesione, o meglio di controllo e di dominio, come dimostra la complessa e ramificata rete di cellule stay behind presenti nei paesi alleati (ad esempio, Gladio in Italia). Di conseguenza, non vi era alcuna esigenza di mobilitare realmente l'arsenale bellico, anche perché una simile mossa sarebbe risultata suicida. Non è quindi affatto casuale che le prime operazioni militari NATO, presentate all'opinione pubblica come interventi umanitari, siano state lanciate dopo la fine della guerra fredda, quindi una volta venuta meno, per il blocco vincitore, la necessità di compattezza e coesione. In altri termini, dopo l'imposizione dell'assoluto dominio mondiale della superpotenza USA, se ancora nel 1990-91, quando Washington, seguita da qualche alleato, lanciò le operazioni Desert Shield e Desert Storm contro l'Iraq di Saddam Hussein, la NATO non fu chiamata in causa. Tutt'al più, allora si andava affermando la tendenza ad agire a colpi di risoluzioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), come appunto quella che legittimò l'operazione Desert Storm. Un discorso ben diverso riguarda il disordine mondiale attuale, che dura all'incirca da un quindicennio, caratterizzato dall'assenza di attori in grado di imporre la propria egemonia su tre dimensioni: il globo terraqueo, lo spazio e il cyberspazio. Questa fluidità degli equilibri di forze sullo scacchiere mondiale è terreno fertile per coltivare aspirazioni a restaurare vecchi imperi o a crearne di nuovi. In tale contesto, diversi paesi hanno colto l'occasione per perseguire i propri interessi strategici, sia pure senza esplicite dichiarazioni di rottura. In primo luogo la Turchia, che con l'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha saputo trarre vantaggio dal ruolo di gendarme regionale affidatole dagli Stati Uniti negli anni '90, per rinvigorire le proprie mire imperiali neo-ottomane; in secondo luogo la Germania, attualmente attore economico regionale di un certo rilievo (è la seconda finanziatrice della NATO dopo gli USA), alla quale dopo la caduta del muro, la
Aumentano le entrate tributarie del 43,8% con un aggravio della pressione fiscale locale di 284 euro per famiglia lucana con in testa IMU, addizionale IRPEF, TARES, TARI e TASI. In calo welfare locale e cultura per oltre 34 milioni di euro nonostante una significativa contrazione dei costi della politica e del personale. Crescita rilevante per energia elettrica, acqua e riscaldamento. Boom di oltre 23 milioni di euro per lo smaltimento rifiuti. Quasi 350 le imprese “uscite di scena” per oltre 14 mila posti di lavoro andati in fumo dal 2009.
The idea of Empire in XVI Century Russia
Sarà magari per l'annunciata imminente performance di Sergio Caputo all'Auditorium ma il 14 marzo 2015 di una Roma ritornata "provincia dell'Impero napoleonico" potrebbe essere definito parafrasandolo un sabato francese sebbene non qualunque. (un aggettivo per altro estensibile anche alla domenica dove les Bleus ci hanno battuto 29 a 0 all'Olimpico per il 6 Nazioni). Le danze erano state aperte la mattina alla Sala Umberto con il convegno organizzato dal Circolo Proudhon L'era del post-umano.Tecnica,ideologia e società nel XXI secolo che aveva visto protagonisti, ne riferisce Pier Francesco Borgia su Il Giornale del giorno dopo, prima Eric Zammour, saggista e firma de Le Figaro (sua quella sulla provincia dell'impero) , che aveva parlato della decadenza in atto di un Europa effeminata ("Fateci caso nel nostro vecchio continente ora si sbandierano valori come pace, dolcezza, universalità e prudenza da contrapporre a forza, onore, audacia e territorio. I primi declinati al femminile.I secondi di segno maschile"…quindi ha davvero ragione Silvana De Mari con la sua idea del Fantasy come testimonial del virile, oggetto dell'intervista concessami per RadioinBlu e ancora da montare per la prossima settimana) e quell'"altro campione dell'intelligenza non omologata transalpina" che risponde al nome di Alain De Benoist. ("La differenza primaria della specie è la cosa che permette alla stessa specie di riprodursi. Uscire da questo concetto chiave significa suicidarsi.In Europa si accettano
E f f i m e r i p e r l a d e v o z i o n e i n a r e a m e d i t e r r a n e a a cura di Franco Boggero e Alfonso Sista con la collaborazione di Chiara Masi e con un contributo di Marcello Fagiolo
Se effettivamente esiste un «performativo poietico» e questo si esprime con le regole eidetico-costititive, si svela con esse un uso del verbo dovere che non è né «buletico» e né «axiotico».
This is a section of Antonio Salieri's Thematic catalogue of Operas where is introduced the whole operistic production of the composer and his conceptions about theatrical music
2020
A cura di Danilo Breschi, Antonella Ercolani, Antonio Macchia Ci sono date che fanno da spartiacque. Una di queste è il 1918. “Tramonto” è la parola che più connota quell’anno fatidico, soprattutto se associata all’antichissima forma di organizzazione politica chiamata “impero”. Nel 1918 si consumò davvero il tramonto degli imperi. Di questo evento epocale il volume offre un’analisi comparata e multidisciplinare sia della natura e dimensioni dei singoli processi di dissoluzione istituzionale sia del più generale impatto politico, sociale, economico e culturale tanto nell’immediato quanto nel medio–lungo periodo. Da quel momento l’Europa non fu più la stessa e la nozione di Occidente subì una torsione semantica e ideologica decisiva, forse irreversibile.
nuovo giornale nazionale, 2024
Cronache dall'Impero by Marco Palombi recounts the global disruption of Microsoft cloud services on July 19, 2024, caused by a CrowdStrike security software update. This incident affected various sectors, including airlines and financial institutions, except for the NYSE where Microsoft is listed. the paper suggests that the interruption might benefit Microsoft by allowing it to acquire capital at discounted prices, thereby reinforcing its dominant position in the global tech market.
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«L'impero che illude» (con Enrico Moncado), in Gente di Fotografia, Vol. XXVI / 75 - luglio 2020, pp. 54-61, ISSN: 1593-1765
CIL X, 5182 - scritto nella pietra -, 2013
Luxuria, Eros e violenza nel Seicento, 2011
ANNALI DI ARCHEOLOGIA E STORIA ANTICA AION, 2017
Quaderni di Archeologia_UNIME, 2017
L. Allegri (a cura di), Il teatro e le arti. Un confronto fra linguaggi, 2017