Sicilia piangente su le rovine delle sue più belle città contribuirono a una più veloce e capillare diffusione delle notizie. 2 Le stampe d'occasione, intese anche come stampe di attualità, erano contraddistinte da «una particolare predilezione per la narrazione di eventi miracolosi, mostruosi o comunque inauditi», 3 che intercettavano e si facevano portavoce di sentimenti diffusi nella comunità. Le descrizioni di terremoti, eruzioni o alluvioni negli opuscoli stampati hanno avuto un certo rilievo nella divulgazione delle notizie relative a tali eventi catastrofici, la cui diffusione era certamente agevolata anche dal formato e dal ridotto numero di carte che caratterizzava i manufatti. Si trattava di pubblicazioni che, oltre a contribuire alla ricostruzione storica degli eventi, riproponevano narrazioni sensazionalistiche e d'effetto, caratterizzate anche da una componente sacra e devozionale che spingeva i narratori a definire tali disastri come punizioni divine: «Conoscendo però essere questo castigo d'Iddio spedito per punitione de nostri peccati: perciò si ricorse subito ad implorare gli effetti della Divina Clemenza col piangere, orare, digiunare, far sancti essercitii, discipline, opere pie». 4 È interessante notare come queste minute opere siano testimonianza della dimensione antropologica e sociale che gli eventi acquistavano all'interno delle comunità che, in modi differenti, li elaborano e li divulgano. La proliferazione di edizioni contemporanee o successive a tali avvenimenti acquisiva quasi un ruolo terapeutico per le popolazioni che le avevano subite e che tentavano, così, di razionalizzare l'accaduto: gli annunci, le brevi cronache, gli avvisi, le relazioni, i sermoni, le orazioni e i poemi diventavano testi attraverso cui far circolare, a diversi livelli, in prosa o in poesia, le notizie legate agli eventi disastrosi. 5 Tutte le conoscenze e le superstizioni relative ai fenomeni naturali si riflettevano nelle strategie narrative e nelle scelte lessicali adottate da