Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019, SAGGI E MEMORIE DI STORIA DELL'ARTE
…
23 pages
1 file
The subject of Giovanni Gerolamo Savoldo’s Shepherd with a flute (Los Angeles, J.P. Getty Museum) has not yet been identified. This article attempts to link Savoldo’s painting to a tradition that legitimised the performative effects of the imagination with an episode from the story of Jacob related in the book of Genesis. The painting is one of the first occurrences to appear in a chamber context of a subject that would become widespread, particularly in the seventeenth century, because of its multiple applications.
Lezione letta il venerdi, 2 Marzo 2018, nella sede di la Società Savonese di Storia Patria (Savona).
Il giovane favoloso inizia con la visione di tre bambini che giocano dietro una siepe, nel giardino di una casa austera. Sono i fratelli Leopardi, e la siepe è una di quelle oltre le quali Giacomo cercherà di gettare lo sguardo, trattenuto nel suo anelito di vita e di poesia da un padre severo e convinto che il destino dei figli fosse quello di dedicarsi allo "studio matto e disperatissimo" nella biblioteca di famiglia, senza mai confrontarsi con il mondo esterno.
Programma di sala del concerto Le 8 Stagioni Vivaldi - Piazzolla: Le quattro stagioni & Estaciones porteñas (Teatro Regio di Torino,10 aprile 2017)
In verità, certamente e senza dubbio, il di sotto è uguale al di sopra, e il di sopra è uguale al di sotto, per trarre i miracoli da una cosa. Così come tutte le cose derivano da Uno e dal pensiero dell'Unico, tuttavia tutte le cose nascono da questo Uno mediante la loro unione. Il loro padre è il Sole, la loro madre è la Luna, il vento li allevò nel proprio ventre e la nutrice fu la Terra. L'Uno è il padre delle meraviglie del mondo intero. La sua forza è possente quando si sviluppa in Terra. Separa la Terra dal Fuoco e il sottile dal grosso, dolcemente e soavemente. S'alza dalla Terra al Cielo e da qui ritorna alla Terra per ricevere la forza dall'alto e dal basso. Possederà la Luce di tutto il mondo, e le tenebre si allontaneranno. E' la forza di tutte le forze, penetra nel sottile e nel solido. Pertanto questo mondo è stato creato a somiglianza di un altro mondo più grande. Per questo si compiranno prodigi, per questo mi chiamo ERMES TRISMEGISTER Posso e posseggo i tre elementi della saggezza del mondo intero. Termina qui ciò che ho detto per opera del Sole. (tratto da: IL VELO D'ISIDE di H. P. BLAVATSKY) La tradizione afferma che sul corpo morto di Ermete a Hebron, è stata trovata da un "Isarim" o iniziato, la tavola con il nome di Smaragdina. Essa contiene alcune sentenze, la cui essenza costituisce la saggezza ermetica. E coloro che leggono soltanto con gli occhi corporei i precetti non diranno nulla di
estratto da "Dal collezionismo alla storia. Vito Capialbi e i Brettii a Vibo Valentia"
Nel 1622 iniziarono i lavori per la costruzione della Collegiata di Santa Sofia , nello stesso sito e sulla stessa area di una chiesetta preesistente già da alcuni secoli ; furono demoliti vari manufatti : la chiesa, un precedente campanile e l'oratorio dello Spirito Santo ;
In apertura al capitolo su Paolo, quando sottolineavo il passo allarmante della seconda lettera di Pietro che mi aveva scosso per il suo dirompente potenziale, ho detto che più avanti nel tempo avrei poi visto in altre due lettere lo stesso potenziale e, se pur più nascosto, lo stesso allarme. Si tratta, dicevo, delle due lettere, uniche per entrambi, di Giuda, non meglio identificato, e di Giacomo. Sono lettere, quelle di Giuda, Giacomo e la II Pietro, che sono quasi contemporanee e denotano una "unità" di intenti che con evidenza fa dire che esse nascono con il "comune e concordato" fine di "correggere" indirizzi profondamente sbagliati tra le comunità della nascente Chiesa dei seguaci di Gesù. In esse si vorrà leggere la volontà di una "correzione comportamentale" senza riuscire a capire e vedere che sotto e dietro a questa, ma neppure tanto sotto e dietro, vi è primariamente e fondamentalmente una enorme "messa in guardia teologica" che nasce dal dubbio, fondato, che le comunità che nascevano lontano da Gerusalemme fossero in un "grave errore", teologico appunto. "Indice, spia e dichiarazione" di quale fosse il "dubbio teologico" in discussione fra i tre, quantomeno, è ciò che leggiamo in Pietro dopo quella prima parte della sua lettera in cui egli copia e ripete quanto scrive Giuda. Pietro, con questa lettera infatti, ricalcherà quasi copiandola in larga parte la lettera di Giuda ed anche questo ci dice certamente di un "comune e concordato" fine, ma ci dice anche forse di un da lui quasi "subìto" invito, a quella lettera, da parte di Pietro e Giuda. Potrebbe dare forza a questa ipotesi quanto si trova nella lettera che Clemente, primo vescovo di Roma eletto secondo Tertulliano proprio da Pietro, e quindi suo "figlio spirituale", scrisse ai Corinzi certamente prima del 70. Questa lettera dice che: < Pietro, per iniqua-invidia-, non uno o due, ma molti travagli sostenne...e Paolo, per-uguale invidia-, sostenne il combattimento del silenzio >. Di quale-invidia-poteva parlare il-fedele a Pietro e Paolo-Clemente è dubbio ma certo egli può avere visto quale "invidia" una forte messa in discussione, interna alla Cristianità, dei loro insegnamenti : difficilmente può essere chiamata "invidia" una possibile se pur improbabile disapprovazione da parte dell'imperatore come anche è da escludere che tale-invidia-fosse il possibile, ma anche qui improbabile, "antagonismo" di una "paganità" sempre invero molto libertaria e tollerante almeno nei suoi sacerdoti ed insegnanti. E poi, in tali pur remote eventualità, ben altre reazioni avrebbero avuto quei due "giganti" : non certo chiusi in "travagli e silenzi" sarebbero stati. Le lettere citate di Giacomo e Pietro sono scritte pochi anni prima della loro prematura morte e questo ci dice da un lato che essi non hanno avuto modo di aggiungere molto altro a questi scritti e dall'altro che il progredire della paolina opera, siamo intorno agli anni 60 dC, stava già mettendo in evidenza le deficienze di alcuni suoi indirizzi. Deficienze sulle quali forse fino ad allora la "comunità madre" di Gerusalemme aveva con leggerezza, almeno da parte di Pietro, sorvolato volendo certo vedere nell'opera di Paolo primariamente la grande diffusione del nome e dell'opera di Gesù. Tutte e tre le lettere sembrano indirizzate alla universalità delle comunità Cristiane: Giacomo si rivolge in modo esplicitamente universale e giudaico < alle dodici tribù sparse nel mondo >, Giuda scrive in modo parimenti universale < agli eletti che vivono nell'amore di Dio Padre...e Gesù Cristo >, mentre Pietro non indica destinatari ma verosimilmente essi sono gli stessi della sua prima lettera : < i fedeli dispersi nel Ponto, nella Galizia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia...>. Tutte e tre le lettere allertano contro "errori e deviazioni" e tutte sono intese a ricordare ciò che veramente conta e vale, ma in particolare da esse, pur nascosto e pacato, traspare un "comune e concordato allarme ed intento" :-da un lato in esse troviamo il richiamo alla "piena validità di Legge e Profeti" ovvero di quanto oggi la Cristianità ritiene "superato" e che viene marginalizzato quale "antica tradizione Jawista".-dall'altro lato si trova nelle tre lettere una imponente critica a comportamenti, nella nascente Cristianità, che vengono dichiarati lontani dagli insegnamenti di Gesù. Su questo ultimo punto le lettere sono piuttosto generiche e non entrano che con pochi esempi e precisazioni nel merito di quali siano gli "errori comportamentali" che stanno insorgendo nelle comunità: pur importanti non troppo possiamo ricavare da queste critiche ed allerte se non il fatto e certezza che gli indirizzi che stava assumendo la Chiesa che stava nascendo "fuori da Gerusalemme" erano ritenuti lontani da ciò che avrebbe dovuto essere. Indirizzi comportamentali che hanno resistito a lungo, ci dice la storia della Cristianità e, per l'oggi, anche il card. Martini : indirizzi che però nascevano da qualcosa di profondo e generalizzato che mai è stato analizzato ed approfondito. A questo riguardo però vuole sottolineato che Pietro-nel contesto di queste critiche-fa la importante "messa in guardia" rispetto a possibili e facili "rovinosi errori" in cui si può incorrere nel leggere Paolo e questo fa dire che
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
Gli organi della chiesa parrocchiale di Tassullo (1649-2014), 2014
Rinascimento e genesi della modernità, 2022
La Beidana: Cultura e storia nelle valli valdesi, n.99, pp. 5-22, 2020