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2021, Segno
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Per il 9 maggio prossimo è prevista la cerimonia della beatificazione di Rosario Livatino, il giudice di Canicattì ammazzato dalla mafia, in particolare dalla stidda, poco meno che trentottenne, il 21 settembre del 1990, mentre si recava al lavoro con la propria autovettura privata al tribunale di Agrigento. La stampa che in queste settimane dà conto della notizia ci ricorda che la data non è casuale: ricorre l'anniversario delle durissime parole di condanna dei mafiosi pronunciate da papa Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi proprio il 9 maggio del 1993 1. Qualcuno affianca a Livatino la figura di Peppino Impastato, il militante della nuova sinistra ucciso a Cinisi il 9 maggio del 1978, su ordine del boss Gaetano Badalamenti 2. Quasi coetanei (Impastato era del 1948, Livatino del 1952), furono in vita figure lontanissime: militante rivoluzionario uno, magistrato e cattolico praticante l'altro, organizzatore di emittenti radio d'avanguardia e di numerose iniziative politiche Impastato, interprete di una vita riservata Livatino, i cui interventi pubblici si contano sulle dita di una mano 3 .
In: Mario Capasso (a cura di), Quattro incontri sulla Cultura Classica. Dal bimillenario della morte di Augusto all’insegnamento delle lingue classiche, Lecce, Pensa Multimedia, 2019, 469-484
The topic of my paper is memory and oblivion in the literary field, as it appears in the work of Quintilian and, in particular, in the tenth book of his Institutio oratoria. After some general considerations, I focus on the comparison between the Roman writer and his Greek predecessor, Dionysius of Halicarnassus, about the construction of a shared literary memory in order thereby to identify what are the motivations and the discursive strategies Quintilian uses in the devel- opment of this dynamic process between memory and oblivion.
Toscana ebraica, 33, 6, 2020
Davvero strano il destino di Giuditta, la donna coraggiosa che con il suo gesto liberò il suo popolo dalle forze nemiche. La storia è nota: Oloferne, generale di Nabucodonosor, assedia da più di un mese la città di Betulia; ormai allo stremo, i capi degli ebrei chiedono di resistere ancora cinque giorni, in attesa dell'aiuto divino. Giuditta, vedova di Manasse, li rimprovera di non avere fiducia in Do e chiede di potere uscire dalla città per pregare, assicurando che la salvezza sarebbe arrivata in breve tempo. Entrata invece nel campo nemico, dopo essersi adornata, viene accolta nella tenda di Oloferne, che l'ammira e la desidera, e fattolo addormentare, ebro di vino, durante un banchetto, lo decapita con una spada e ne porta la testa in città. Terrorizzati per la morte del proprio capo, i soldati nemici fuggono e gli ebrei li sconfiggono. Giuditta è dunque un'eroina, come altre donne ebree nella lunga storia d'Israele, al pari di Debora, di Giaele o di 'Ester: come 'Ester anche lei ha operato per la salvezza del proprio popolo, anche lei ha compiuto un atto di grande coraggio: eppure, nonostante le evidenti affinità, il libro di 'Ester è inserito tra le cinque meghillòt (rotoli), si legge ogni anno la sua storia, si festeggia ogni anno Purim, la festa delle Sorti, a ricordo del suo gesto, ma il libro che racconta la coraggiosa azione con la quale Giuditta restituì la vittoria agli ebrei rinchiusi in Betulia, pur inserito nelle letture bibliche cattoliche, non è stato accolto nel canone ebraico, né in quello protestante: gli antichi lo ritenevano un testo non ispirato, ma solo storico. In realtà, anche in questa prospettiva, molte sono le contraddizioni di ordine topografico e cronologico ed è sempre rimasta incerta la sua collocazione temporale: alcuni lo attribuiscono infatti all'epoca del re Menashé, altri all'età persiana, alcuni parlano dell'epoca degli Asmonei; addirittura qualcuno lo colloca nel tempo di Traiano o di Adriano. Tra le tante discussioni, permane un solo punto concorde: tutti sostengono che lo scopo del testo deuterocanonico, a noi giunto attraverso la versione greca dei LXX e in quella latina della Vulgata di Girolamo, è stato quello di incoraggiare il popolo nel momento della difficoltà e di invitarlo ad avere sempre fiducia in Do nell'osservanza dei suoi precetti. Di fatto, c'è lo stesso spirito che ha animato 'Ester e Mordekhày, c'è la stessa volontà che ha sorretto Giaele: eppure, pur nelle evidenti affinità, tutto questo non è bastato, né è apparso sufficiente per una positiva inclusione del libro di Giuditta nelle letture ebraiche, magari accanto alle note cinque meghillòt. Nonostante l'esclusione dal canone biblico ebraico, tuttavia, è stata forse proprio la riconosciuta dimensione etica e religiosa del testo che ha portato a caricare di un profondo valore simbolico il gesto di Giuditta, il cui mancato riconoscimento tra i libri canonici sembra allora sia stato ampiamente compensato dalla fortuna che, nel corso del tempo, il nome dell'eroina ha avuto, dapprima nella cultura medievale, poi presso poeti, pittori, musicisti, che, di volta in volta, hanno attribuito molteplici significati alla vicenda della vedova di Betulia. Dante la ricorda nel Paradiso, accanto a Sara e Rebecca (XXXII, 10); Petrarca la descrive nella sua azione liberatrice nella visione descritta nei suoi Trionfi (Triumphus cupidinis III): […] una vedovetta con bel parlar, con sue polite guance vince Oloferne; e lei tornar soletta con una ancilla e con l'orribil teschio, Dio ringraziando, a mezza notte, in fretta (vv. 53-57)
Noi, uomini del XXI secolo, siamo abituati a pensare che la Scienza e la Tecnica siano nate ieri, prima con la rivoluzione industriale e poi con le grandi scoperte dell'Ottocento e del Novecento. Ma ci sbaglia-mo. Erone di Alessandria nel I secolo d.C., basandosi su lavori ed esperimenti noti da almeno tre secoli, era già in grado di costruire un distributore automatico: infilavi una moneta da cinque dracme, l'euro di al-Rivista Marittima-Agosto/Settembre 2010 77 SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE Rivista Marittima-Agosto/Settembre 2010 79 Frammento della strumento.
Lexia. Rivista di semiotica, 45-46 Heritage and the city, 2024
The loss of Judge Giovanni Falcone is a traumatic event that started a mourning process deeply engraved in the cityscape of Palermo. That pro- cess engaged the formation of new forms of subjectivity for the Antimafia movement, which became a resource of Nation Building during the political crisis leading to the “Second Republic”. Moving from works in anthropology and public history with critical posture toward the social construction of mafia and antimafia memory, we propose a semiotic account of the uses of public spaces in overcoming the grief of Capaci massacre. In the article, we oppose material constitution of memory to its formal constitution by com- memoratives laws marking italian memoryscape in the first decades of XXI century. In order to do so, we analyse the tension between two key sites: the Capaci-Palermo highway and the Falcone Tree. In each site, we point out the different functions of tracing as core mechanism for assemblying space and memory. We argue that this comparison allows to characterize a turning point in antimafia memorial rhetoric and that, in conclusion, that turning point is a key element for a critical comparison of formal and material anti- mafia memory constitution.
Amministrazione in cammino, 2021
Il neologismo è riconducibile al Presidente della Repubblica Cossiga, il quale comunque lo coniò un anno dopo l'assassinio di Rosario Livatino e ha sempre negato che fosse riferito a lui (anche in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia l'11 luglio 2002. Questo il passo: «Possiamo continuare con questo tabù, che poi significa che ogni ragazzino che ha vinto il concorso ritiene di dover esercitare l'azione penale a diritto e a rovescio, come gli pare e gli piace, senza rispondere a nessuno...? Non è possibile che si creda che un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano, sia in grado di condurre indagini complesse contro la mafia e il traffico di droga. Questa è un'autentica sciocchezza! A questo ragazzino io non gli affiderei nemmeno l'amministrazione di una casa terrena, come si dice in Sardegna, una casa a un piano con una sola finestra, che è anche la porta». 3 Così ancora la sentenza in commento.
Raggiungibile dal Passo dell’Oppio, il piccolo paese di Gavinana si erge poco sopra San Marcello Pistoiese e domina l’intera vallata. Si pone a mezza costa sul monte Crocicchio, tenendo di fronte il monte Fagliola; dal paese è addirittura possibile vedere la provincia di Lucca, con la splendida irta della Penna di Lucchio.
Guerra e Memoria, eds. E. Franchi and G. Proietti, Trento, 2015
Periodico semestrale ISSN cartaceo 1824-4971 ISBN cartaceo 978-88-98694-58-7 ISBN e book 978-88-85716-18-6 Registrazione: Tribunale di Rieti, n. 3/2015; precedente registrazione: Tribunale di Rieti, n. 2/1978. Deposito legale: febbraio 2017. Proprietario della testata: Vincenzo Vitiello. Editore: Inschibboleth società cooperativa -Roma. Direttore responsabile: Francesco Cundari. Impaginazione: Inschibboleth società cooperativa. Stampato in Italia presso Press.Up -Roma. Sede della pubblicazione: Rieti. Indirizzo per la corrispondenza: Inschibboleth società cooperativa,
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D. R. Scandariato, C. A. Tassinari, G. Zisa (a cura di), Dendrolatrie. Miti e pratiche dell'immaginario arboreo, Palermo, Edizioni del Museo Pasqualino, 2021
Latina didaxis XXXIII. Atti del Convegno. Ri-leggere i testi latini, 2018
STORIA MONDIALE DELLA SICILIA , 2018
Tesi di dottrato in Scienze umane: dinamica dei sistemi, patrimonio culturale, studi culturali, Università di Palermo. Tutor: Gianfranco Marrone. Commissione: Pierluigi Cervelli, Roma 1; Alice Giannitrapani, Unipa; Tarcisio Lancioni, Unisi; Deborah Puccio-Den, EHESS, 2023
Tutto ti serva di libro, 2019
"Le collane di Rhesis. Quaderni camilleriani", 2, 2016
LA POESIA VISIVA COME ARTE POLISENSORIALE, 2021
MERIDIAN CRITIC No 1 (Volume 28), 2017
«Diacritica», 2021