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2022
Una "mostra" (seppur riduttivo sia il termine) che taglierà in due il tempo e lo spazio dell'arte moderna, fissando un limite storico ben preciso a questa cesura: l'anno era il 1962, il luogo la città di Spoleto, la mostra Sculture nella città.
Federico II e l'arte del Duecento italiano, Atti della 3a sett. di studi di storia dell'arte medievale dell'Università di Roma (Roma, 15-20 maggio 1978) a cura di A. M. Romanini, Galatina 1980, vol. I, pp. 301-324., 1980
Per il Museo di Ivrea. La sezione archeologica del Museo civico P.A.Garda, a c. di A. Gabucci, L. Pejrani Baricco, S. Ratto, 2014
2008
Vicende ottocentesche della chiesa abbaziale di S. Maria a Grottaferrata: conservazione e restauro, a cura di M. V. Thau Catalogo del Fondo iconografico dell'Abbazia di Grottaferrata, a cura di B. Fabjan Catalogo delle pergamene greche dell'Archivio dell'Abbazia di Grotta ferrata, a cura di V. von Falkenhausen I Codici I manoscritti italogreci. Volume I, a cura di S. Lucà, P. Canart I manoscritti italogreci. Volume II, a cura di S. Lucà, P. Canart I manoscritti italogreci. Volume III, a cura di S. Lucà, A. Tselikas, I. Perez, A. Dzurova Catalogo dei manoscritti greci musicali del S. Salvatore di Messina, a cura di D. Bucca Libri palinsesti greci: conservazione, restauro digitale, studio. Atti del Convegno internazionale, a cura di S. Lucà Gli artisti ellenistici a Roma e nel Lazio, di F. Coarelli Catalogo della Mostra «Da Rossano a Grottaferrata», a cura di F. Burgarella, G. Roma La Iglesia Extramuros de Tusculum, a cura di J. A. Santos Giuliano Urbani Ministro per i Beni e le Attività Culturali (tratto da 1004-2004. Mille anni di storia dell'Abbazia di Grottaferrata fondata da San Nilo da Rossano, Roma 2004)
Il santuario di San Chiaffredo di Crissolo, così come oggi è possibile osservare, è costituito da un nucleo quattrocentesco, comprendente la navata centrale ed il presbiterio, e da successivi ampliamenti ottocenteschi e dei primi anni del Novecento rappresentati dalle navate laterali, dalla cappella delle reliquie, dalla facciata e dal campanile.
2012
Tesi De Luca ok_Tesi Peducci.qxp 04/12/12 16:12 Pagina 8 9 Vorrei esprimere un sincero ringraziamento alle istituzioni e alle persone che hanno permesso la pubblicazione di questo volume. Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, illuminata promotrice dello sviluppo culturale del territorio sul quale opera. All'Università degli Studi di Perugia e, in particolare, alla professoressa Enrica Neri Lusanna, che, attraverso i suoi corsi universitari, mi ha stimolato il confronto con un tema così affascinante, mi ha trasmesso l'amore per la ricerca e in ogni occasione mi sprona ad esigere sempre il massimo da me stessa. Alla Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, nelle persone di Gabriele De Veris e di Paolo Renzi, per la loro infinita disponibilità e per la loro amicizia. Alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria e alla dottoressa Giordana Benazzi, che ha attivamente sostenuto e incoraggiato le mie ricerche. Al professor Elvio Lunghi, che ha gentilmente messo a mia disposizione il suo materiale iconografico. Al personale della Biblioteca del Kunsthistorisches Institut di Firenze per il supporto che mi ha offerto in questi anni. Al professor Andrea De Marchi dell'Università degli Studi di Firenze, che ha sempre dimostrato un vivo interesse per i miei studi sulla Camera pinta di Spoleto fornendomi preziosi suggerimenti. Al mio amico e collega Massimo Liccardo, per gli stimolanti confronti sostenuti sui temi trattati in questo libro. A mio padre Pantaleo, per gli sforzi che ha affrontato per permettermi di seguire la strada che avevo scelto, e a mio fratello Antonio, perché so che posso contare su di lui. A Lorenzo, che mi è stato vicino ad ogni passo di questo lavoro e che continua ad esserlo. Il volume è anche un regalo per i suoi trent'anni.
2021
Questo lavoro è stato promosso dalla Fondazione Memofonte (https://www.memofonte.it/ricerche/firenze/) in collaborazione con l’Accademia della Crusca (https://guide.accademiadellacrusca.org/)
Nicoletta Cardano a cura di Sculture in villa, 2005
A paper on the public monuments of the Giardini di Venice
OADI Rivista dell'Osservatorio per le Arti Decorative in Italia, 2020
The figure of the artisan artist in Modern Sicily has a multifaceted profile. He is not only expert in wooden sculpture, but also he shows skills in the processing of gypsum and earthenware. His works are the result of the ecclesiastical commission and are intended to enrich the churches of small and large centers and feudal palaces. These are artists not always Sicilian, but also Neapolitans, who import new languages into the island. Among the artisan workshops identified through the archival sources emerges that of the sculptors Signorello and Nicola Saporito. These are experts in the realization of sacred statuary and reveal through the stylistic characters of their works the constant reference to the Gaginian production. In particular, the sculptor Nicola Saporito creates, between the sixteen and the seventeenth century, a simulacrum depicting St. John the Baptist, identifiable by the work of the same name now preserved in the diocesan museum of Caltanissetta. The small sculpture recalls the St. John the Baptist designed by Antonello Gagini for Castelvetrano, but it is decidedly different from its language projected far beyond the late Mannerist culture and leaning towards the baroque proto stylistic figure. La figura dell’artista artigiano nella Sicilia di età moderna ha un profilo poliedrico. Egli non è solo esperto nella scultura lignea, ma mostra anche abilità nella lavorazione dello stucco e della terracotta. Le sue opere sono frutto della committenza ecclesiastica e sono destinate ad arricchire le chiese dei piccoli e grandi centri e le residenze dei signori feudali. Si tratta di artisti non sempre siciliani, ma anche napoletani, che importano nell’isola linguaggi nuovi. Tra le botteghe artigiane individuate attraverso le fonti d’archivio emerge quella degli scultori Signorello e Nicola Saporito. Questi sono esperti nella fattura di statuaria sacra e rivelano attraverso i caratteri stilistici delle loro opere il costante riferimento alla produzione gaginiana. In particolare, lo scultore Nicola Saporito realizza, tra Cinque e Seicento, un simulacro raffigurante San Giovanni Battista, identificabile con l’omonima opera oggi conservata nel museo diocesano di Caltanissetta. La piccola scultura, pur richiamando il San Giovanni Battista ideato da Antonello Gagini per Castelvetrano, se ne discosta decisamente per il suo linguaggio proiettato ben oltre la cultura tardo manierista e proteso verso la cifra stilistica proto barocca.
“Farai le figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell’animo; altrimenti la tua arte non sarà laudabile”. Trattato della pittura, n.290. Leonardo da Vinci.
L’invenzione del passato nel Settecento, 2022
in L’invenzione del passato nel Settecento, a cura di Marina Formica – Anna Maria Rao – Silvia Tatti, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2022, pp. 63-73.
Breve storia della fortuita scoperta in un momento ottimale di luce radente nell’estate del 2011 di una iscrizione incisa su due conci del paramento esterno della porta Spoletina di Monteleone di Spoleto (PG) relativa all’elezione di papa Pio IV, al secolo Giovanni Angelo Medici di Marignano (in latino: Pius IV o IIII; Milano, 31 marzo 1499 – Roma, 9 dicembre 1565). Pubblicata una prima volta dalla scrivente nel 2013 con una sommaria lettura e poi segnalata alla stampa umbra l’iscrizione è stata successivamente studiata, integrata, letta e magistralmente commentata dal noto epigrafista il Prof. Romano Cordella che ne ha svelato la natura e ragione d’essere. Vannozzi S., Monteleone di Spoleto, un’inedita iscrizione rinascimentale dalla Porta Spoletina, in «Leonessa e il suo Santo», a. XLIX, n. 287, marzo-aprile 2013, p.14.; Cordella R., Novità e aggiornamenti di studio sull’iscrizione di Monteleone di Spoleto, Comunicato Stampa del 15.05.2013; Cordella R., Decifrata l’iscrizione sulla porta di Monteleone “Si tratta di un’importante memoria storica”, in «Corriere dell’Umbria», del 04.06.2013, p. 36.
Ma che ci azzecca la scultura nelle Vite de' pittori messinesi? che ci fanno quei medaglioni sugli scultori in una galleria di pittori? È ciò che si chiederà di primo acchito il lettore meno scaltrito che si accosta al libro di Susinno. E qual è, aggiungeremmo noi, il valore oggi, per la storiografia artistica non solo siciliana, dell'opera scritta dal sacerdote e pittore messinese al principio del diciottesimo secolo, sessant'anni dopo la sua prima e unica edizione a stampa a cura di Valentino Martinelli? È a questi due interrogativi che proveremo qui di seguito a rispondere, sia pure schematicamente. 1 Si tratta di scultori e architetti a un tempo la cui presenza in città fu tale «da non poter essere taciuti nel corso di una trattazione dedicata in prevalenza ai pittori messinesi» (MARTINELLI 1960, pp. XXXVII-XXXVIII). 2 Ivi, pp. XXXIX-XL. 3 Ivi, p. X. Su Martinelli, al tempo professore incaricato all'Università di Messina, con alle spalle poco più di un decennio di studi sull'arte del Seicento e la scultura del barocco (cfr. ora MARTINELLI 1995), vedi GALLAVOTTI CAVALLERO 2002.
Scoperta di sculture nelle necropoli del territorio di Cerveteri - Caere
1991
A closed scrutiny of several marble sculptures of the Vatican Museums allows to identify different types of recarving - both ancient and modern - with important consequencies on the interpretation of the sculptures but also about some museal practices of the 18th and 19th cent.
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