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2022, Da Bisanzio alla Rus: vita e opere del pittore Teofane il Greco (1335ca - 1410ca).pdf
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Vorrei dedicare questo spazio a chi, con dedizione e pazienza, ha contribuito alla realizzazione di questo elaborato. Ringrazio il Prof. Simone Piazza, per avermi guidata e supportata nella fase più importante del mio percorso accademico. Un sentito grazie alla Prof.ssa Luisa Ruvoletto, correlatrice di tesi, per il supporto costante, le dritte indispensabili nella realizzazione del capitolo dedicato alla traduzione. Desidero ringraziare Don Fernando Scarpa, padre spirituale e guida nella mia vita, perché con la luce della Fede mi ha spronata a dare sempre il meglio di me. A mia madre e mio padre, al loro costante sostegno ed ai loro insegnamenti senza i quali oggi non sarei ciò che sono. Senza di voi, tutto questo non sarebbe stato possibile. E infine un ringraziamento di cuore ai componenti della mia famiglia, perché con il loro sostegno, affetto e amicizia hanno reso il mio percorso di studi più leggero e la mia vita più piena.
2006
Teofilo di Alessandria è vittima di un'interpretazione, già antica, che lo vuole autocrate dispotico e intollerante, del tutto insensibile ai bisogni dei suoi subordinati. Benché formulata in modo da risultare convincente, tale interpretazione, confezionata dai nemici del patriarca, coglie soltanto una parte della verità, di fatto distorcendola. Essa non tiene nel debito conto la complessità della macchina dell'episcopato alessandrino, il cui corretto funzionamento la semplice volontà di un uomo solo ai comandi, per quanto di ferro, era assolutamente insufficiente a garantire. Indubbiamente, la cattedra di Alessandria godeva di una posizione eccezionale rispetto alle sue omologhe sparse nel Mediterraneo 1 . La metropoli esercitava infatti la sua autorità sull'intero Egitto, sulla Libia e sulla Pentapoli, su un'area geografica, cioè, vastissima, che non aveva eguali altrove. Al tempo del vescovo Alessandro (312-328), il numero delle sedi episcopali sottoposte alla giurisdizione metropolitana ammontava a quasi cento unità, sul cui destino era il solo patriarca a decidere, ciò che, sommato al fatto di occupare il seggio di una delle più grandi e importanti città dell'Impero, gli conferiva un potere senza confronti 2 . Proprio perché tanto grande, nessuno poteva però sperare di esercitare davvero siffatto potere senza l'aiuto di dipendenti disposti a collaborare, sia all'interno che all'esterno della città. Entro Alessandria, ai fini di una adeguata conduzione degli affari della Chiesa, il metropolita aveva bisogno di un apparato amministrativo estremamente complesso, la cui efficienza era assicurata dal lavoro di uno staff di funzionari altrettanto articolato e, a motivo dell'esperienza nelle attività della curia e della vicinanza al patriarca di cui beneficiava, tendenzialmente influente 3 . Egli non poteva ignorare, inoltre, gli umori del clero della città e della chora alessandrina, il quale, benché dipendente dal vescovo, deteneva le diverse chiese civiche «privatamente» e la cui autonomia era perciò consigliabile tenere sotto controllo 4 ; né, 10 Giovanni di Nikiu, chron. 78, 42; 79 (ed. H. ZOTENBERG, Chronique de Jean, évêque de Nikiou, Paris 1883). La trad. di R.H. CHARLES, The Chronicle of John, Bishop of Nikiu, London -Oxford 1916, basata sul testo di Zotenberg, è consultabile on line sul sito www.tertullian.org/fathers/nikiu2_chronicle.htm). 11 A. FAVALE, Teofilo d'Alessandria, Sal. 18 (1956) 215-246; 498-535 [= I], partic. 507-516, se ne è servito abilmente per ricostruire gli anni precedenti l'episcopato teofileo, largamente avvolti nell'oscurità.
Tesina sulle monete coniate ad Atene tra il 229 ed il 50 ca. a.C.
Osti" toi dokev ei toŸ n priŸ n lewŸ n i[ dmenai ouj dev n, toŸ n d∆ au\ nuñ mouñon poikiv la dhv ne∆ e[ cein, keiño" g∆ a[ frwn ej stiv , nov ou beblammev no" ej sqlou.
Siamo abituati a pensare a Zeus come il Re degli dei, colui che sovrastava e regolava la vita di tutti gli altri abitanti dell'Olimpo. Questa volta, indossando le lenti della psicologia archetipica, lo osserveremo sotto aspetto insolito, ovvero di come anch'egli provasse delle paure e di come vi avesse fatto fronte. Siamo convinti infatti, come abbiano visto nei due articoli introduttivi precedenti, che nei racconti mitici oltre agli archetipi platonici vi fossero nascosti anche insegnamenti su cosa è la paura e di come essa vada affrontata.
Archivio Antropologico Mediterraneo V/VII (2002-2004), Sellerio, Palermo, pp. 221-230, 2002
Giufà è not o in Grecia principalment e con il nome di Nassreddin Hot za. Questo per ovvi motivi storici, poiché ancora fino al 1922 alcune regioni della Grecia odierna erano parte dell'ex impero ottomano. Il nome Nassreddin, giunt o in Grecia dall'arabo attraverso il turco, ha avut o, nella tradizione popolare greca, molte varianti. I greci del P onto lo chiamano N astratìnos e Anast ratìs, ment re i ciprioti Asklanìhodja (con un facet o gioco di parole che indica per assonanza "Hodja che scorreggia", ma in effeti si trat ta della storpiat ura di Aslanìhodja, cioè Hodja cuor di leone, Hodja il buono). Il teologo e filologo illuminista greco e "maestro della N azione" Constantino Econòmos degli Econòmi, in una sua lettera inedita datata Smirne 1/8/1817, lo chiama N asrtatìn Hot zas; l'edit ore e lett erato Michaìl Salìveros lo chiama Nars-edìn, e ancora lo studioso Trikoglìdis, all'inizio del XX secolo, lo chiama N a s r-edìn, e altri ancora Stratihòtza, Nastredìn e N astradìn. La maggior part e dei greci lo conosce tut tavia semplicemente come Hotzas.
Formazione, 2014
La prima lezione, dopo una breve introduzione generale sulle epigrafi e sulla loro immediatezza (ossia il fatto che non ci sono pervenute attraverso una catena di copie, ma così come furono scritte), verterà su un decreto attico del 421/420 a.C. (IG I 3 80, tav. 17). Si proporrà preliminarmente un brano della Ἀθεναίων πολιτεία (43-44) di Aristotele per capire il funzionamento dell'apparato statale ateniese: ciò, oltre a stimolare l'interesse dei ragazzi, cui l'antica Atene apparirà in presa diretta nel suo brulichio quotidiano di attività, permetterà l'acquisizione di una competenza storico-istituzionale e di una terminologia politica utile nella comprensione di brani di storiografi e oratori. Ogni studente verrà invitato a turno a leggere, a svolgerne l'analisi logico/grammaticale e, con l'aiuto del docente, a tradurre. L'insegnante fornirà, partendo dal testo, spiegazioni sul sistema numerale alfabetico, il calendario attico, le pritanie e la loro alternanza e durata, la convocazione e lo svolgimento di assemblee e votazioni, il protocollo per l'emanazione dei decreti e l'estrazione a sorte dei proedri e del presidente della βουλή. Come compito a casa verrà assegnata la traduzione del decreto, che gli studenti commenteranno servendosi dell'estratto aristotelico, affinché acquisiscano la capacità d'estrapolare e rielaborare dati da una fonte, si noterà la tripartizione del decreto in prescritto, corpo centrale e disposizioni relative alla pubblicazione e all'esecutività. Si accennerà alle circostanze storiche dell'emanazione del decreto e all'istituto della prossenia, raffrontato con quello del moderno consolato, quale strumento d'una polis per proteggere i propri cittadini all'estero.
Humanitas [Coimbra], 2010
It is customary to dismiss as irrelevant the news that Athenians awarded Thales with the title of sophos, and in connection with this event appointed the Seven Wise; however there is ample room for reconsidering the matter, since several clues are here to suggest that something of the kind is likely to have occurred. This paper is devoted to explore the relevant evidence.
2011
Delle opere storiografiche di Rovani, come osserva Silvana Tamiozzo Goldmann, «forse non a torto, si sono perse le tracce» 1 : se tenue è il ricordo del Daniele Manin, pressoché dimenticata è la Storia della Grecia negli ultimi trent'anni.1824-1854 2 e, sia chiaro, nessuna riscoperta critica è oggi possibile. A distanza di un secolo, infatti, vale ancora il verdetto di Carlo Dossi: «non troviamo nel libro che una semplice cronaca di gazzetta, anzi di varie gazzette» 3 . L'operazione editoriale e ideologica, tuttavia, conserva motivi d'interesse: nel 1854 Rovani pubblica una storia della Grecia moderna perché crede alla "sorellanza" etnica e politica tra le due nazioni («Vedi, Italia, a te guarda, e con desio/ Alleata te chiama e te sorella» 4 ), sa bene che l'argomento fa presa sui lettori e, last but not least, spera di ricavarne fama e denaro. Il progetto della Storia matura dunque dopo il fallimento dei moti rivoluzionari del 1848, e prende corpo nelle milanesi «officine della letteratura» (Roberto Sacchetti), dove «l'aspetto commerciale si intrecciava con l'intento di diffondere la cultura e il sapere a un pubblico nuovo» 5 .
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«Museum Helveticum» 79.1, 2022, pp. 9-24.
Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation (LCM Journal), 2021
L'insegnamento del greco in un ginnasio di periferia, 2013
GIOIELLI DEL MONDO GRECO, 2023
Prometheus Rivista Quadrimestrale Di Studi Classici, 2008