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A seguito della positiva esperienza, acquisita nel corso degli anni, in partecipazioni a progetti europei nell'ambito del programma Cultura 2000, il comitato Pro Arsenale ONLUS ha accettato volentieri l'invito pervenuto dalla Comunità Valenciana a rivestire il ruolo di unico partner italiano nell'ambito del progetto GOTHICmed. Oltre a realizzare un museo virtuale, il cui sito è denominato www.gothicmed.com, è stato anche possibile realizzare i modelli, in scala 1:50, della chiesa di S. Maria della Catena e della Cocca "Panormita" che fanno parte della mostra itinerante per tutta l'Europa. È stata così evidenziata la piena titolarità della Sicilia e di Palermo a presenziare in un progetto europeo che prevede la valorizzazione dei monumenti di stile gotico mediterraneo. Fortunatamente ancora oggi a Palermo è possibile visitare molti monumenti appartenenti al predetto stile architettonico, ben evidenziati e raccontati nel presente volume, ma l'attenzione del Museo del Mare si è concentrata sugli elementi storici legati al mare quali, ad esempio, la storia della catena che chiudeva il porto di Palermo, tanto importante da dare anche alla chiesa lo stesso nome, e dei traffici marittimi che collegavano la Spagna meridionale alla Sicilia per il trasporto delle maestranze specializzate nella costruzione delle parti più difficili dei predetti monumenti. Ciò è stato dimostrato dal recupero della nave del XV secolo, avvenuto negli anni '80, presso la costa cagliaritana. I famosi architetti Matteo Carnilivari e Pere Compte erano i maestri di una scuola che annoverava numerosi allievi in ambito Mediterraneo e che si muovevano con l'unico mezzo di trasporto costituito all'epoca dalle navi a vela. La realizzazione di alcuni itinerari turistico culturali legati alla storia marittima ed architettonica della città di Palermo è fra gli obiettivi che il Comitato persegue al fine di valorizzare il patrimonio marittimo palermitano.
Questo numero è stato curato da Federica Scibilia I sommari dei numeri precedenti sono consultabili su http://www.edizionicaracol.it/lexicon.htm Gli articoli devono essere inviati al direttore della rivista, presso il Dipartimento di Architettura, Viale delle Scienze Edificio 8, 90128 Palermo o in alternativa all'indirizzo di posta elettronica della casa editrice [email protected]. Gli scritti pervenuti saranno valutati dal comitato scientifico e dal comitato di review che, di volta in volta, sottoporranno i testi ai referees, secondo il criterio del blind peer review. La rivista adotta un modello di condotta e un codice etico ispirati a obiettivi di correttezza e professionalità, che trovano riferimento in quanto stabilito dal Committee on Publication Ethics (COPE). Il codice etico e di condotta della rivista è consultabile su http://www.edizionicaracol.it/codice-etico.html.
Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo, 2017
The process of refeudalization of Sicily, mostly supported by Chiaramonte’s family, begun after the War of Vespers (1282-1302). That process pushed back to the Norman “forms”, partly influenced by the subsequent experiences of the Swabian period, after the transfer of the royal residence from Sicily to Aragon. The construction of that imposing buildings undoubtedly marks an epochal transition. It is, as a matter of fact, a demonstration of clients aware of their role and, also, an excellent pretext to affirm with pride the economic, political and cultural supremacy of the authority established on populations. In the “frame” of the fourteenth century civil architecture of western Sicily the two palermitan palaces, the Chiaramonte and Sclafani palaces stand out in the medieval urban context, with their perfectly square dimensions and absolutely impermeable to the outside. The present contribution intends, therefore, to retrace the history of the house of the magnates erected in 1330 by Matteo Sclafani in Palermo at Palazzo Reale, near the Aragonese court, in a opposite position to the Navy Plan and then to the Hosterium magnum. Its unusual planimetric dimensions (50 x 50 meters), compared to those of other coeval noble residences or, even more, with the municipal buildings of Milan, Florence, Siena, further confirm the considerable weight of the noble reality in Sicily, much more than elsewhere. The intersection of indirect sources, the bibliographic and the archival research, together with the study of the factory autopsy, has allowed the researchers to deepen the history of Palazzo Sclafani. It represents, indeed, a palimpsest, in a chronological arc covering six centuries of life of the building , and it contributes to give a greater reflection on the need to expand the field of research to civil and military architecture of the fourteenth century in Sicily, through the comparison with other noble and / or municipal buildings in central and southern Italy.
L'immagine qui proposta, realizzata alla fine dell'ottocento da un fotografo sconosciuto e riprodotta in formato cartolina postale con il procedimento fotomeccanico, ci avvicina all'argomento di questa comunicazione ( ). La fotografia ritrae lo stabilimento di lavorazione di grondaie, pluviali, brocche e altre terrecotte nella località Acqua dei Corsari, pochi chilometri ad est di Palermo. Vediamo un'enorme piazzale destinato alla essiccazione al sole dei recipienti ancora crudi, movimentato da numerosi gruppi di uomini e donne che allineano le forme di recente tornite verso la giusta direzione dei raggi del sole, aggiungono eventuali manici e pomi di presa ai manufatti. Guardando i particolari si distinguono i dettagli che compongono tutte le fasi della produzione di terrecotte. Sulla sinistra si vede una tettoia spiovente coperta di tegole, davanti la quale si scorge un uomo in pantaloni chiari, camicia bianca e gilet nero, forse il maestro tornitore o il conduttore dello stabilimento di vasaio. Se fosse lui, cosa non provata, sarebbe Giuseppe Romano fu Antonino come risulta alla Camera di Commercio. Supponiamo che sotto la tettoia fossero sistemati uno o più torni e gli attrezzi per la foggiatura delle terrecotte. Subito dopo, sempre sulla sinistra, tra la Torre di Guardia Costiera e la tettoia, si intravede una costruzione rettangolare in conci squadrati munita sul lato minore di una cupoletta che dovrebbe essere la cappa della fornace per la cottura dei manufatti. La fornace rappresenta la struttura più complessa dello stabilimento dal momento che permette la realizzazione finale dei manufatti. Questa fornace sarà di sicuro quella che prevede una camera per la combustione e un'altra per la cottura, con un piano di separazione forato sostenuto da archi o da pilastri con la funzione di dividere la camera di combustione da quella di cottura. Il tiraggio, ossia il modo in cui i gas riscaldano le ceramiche, potrebbe essere verticale o semi-orizzontale. Il questo secondo caso la combustione avverrebbe in un area leggermente avanzata rispetto alla camera principale, così che i gas devono percorrere un breve tratto orizzontale prima di iniziare a risalire per far si che i manufatti si cuociano. Sempre nello stesso angolo di sinistra della fotografia si scorgono tre vasche circolari interrate per la decantazione dell'argilla, tra le quali si muove una figura in bilico. Queste vasche interrate avevano, secondo la tradizione, un diametro di quattro metri per una profondità variabile dai 30 ai 50 cm. Scavate al suolo potevano essere pavimentate con piccoli mattoni cotti, disposti a coltello e fissati con malta di argilla. Nelle operazioni svolte all'interno delle vasche si potevano verificare tre fasi cronologicamente distinte: la prima consisteva nel rimestare l'argilla nell'acqua con altri ingredienti, quali sabbia salmastra, polvere di argilla o altro; nella seconda fase si praticavano la pigiatura e la gramolatura dell'argilla; nella terza, infine, si eseguiva l'estrazione dell'argilla ormai pronta per la lavorazione. Le fosse di decantazione, la tettoia con i torni e la costruzione con la fornace sono concentrate tutte alla sinistra della fotografia, mentre al centro e sulla destra non risulta nessuna struttura ma un vasto piazzale ingombro di prodotti finiti distesi al sole e, in primo piano, per tutta la lunghezza della fotografia, lo scarico della fornace: terrecotte non utilizzabili, scarti di prodotti che si sono danneggiati durante la fase di cottura o durante lo spostamento dei vasi. Una discarica a cielo aperto che non puzza, non rilascia liquidi che danneggiano il suolo, composta di terra, cotta e solidificata, che per estensione e spessore di accumulo impedisce l'utilizzo futuro del suolo per un uso agricolo. Tutti 1 Nel mese di marzo del 2011 nello stesso periodo in cui si teneva a Sciacca il convegno "Dal butto alla storia" si inaugurava alla Welcome Collection di Londra una mostra di fotografie, film, poster, quadri, sculture dal titolo "Dirt, the filthy reality of every day life" (Sporco, la zozza realtà della vita di tutti i giorni) per raccontare il rapporto esistente tra i gruppi sociali e la sporcizia che gli stessi producevano e con la quale convivevano.
in Dizionario Biografico degli Italiani 91, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, pp. 573-575, 2018
La nobiltà senatoria a Palermo tra Cinquecento e Seicento, 2005
Most of the italian cities in the old régime closed the access to the government positions to anybody but a restricted group of listed families, with regard to their antiquity, nobility, prestige. The access criteria to the senate of Palermo was different: the city was open to newcomers (foreign merchants, small landowners, jurists, professional men), and no formal rule - except being a citizen - checked for the nobility of the city governors. The members of the senate were considered “nobles” due to their money, power and, most of all, to their way of living, that imitated the style of the ancient noble families.
"La palazzina di Villa Sciarra" di Michele Costanzo, postmedia books 2016 208 pp. 50 ill., isbn 9788874901678 La trama del romanzo è composta da più fili narrativi che in alcuni momenti s'incrociano, si sovrappongono. Il primo riguarda le vicende di vita di una coppia di collezionisti romani. Il secondo segue gli accadimenti nel campo dell'arte in Italia e, in particolare, a Roma quando, intorno agli anni '50, ha vissuto il drammatico momento del trapasso dall'arte figurativa a quella astratta, dando origine a un acceso dibattito dalle forti implicazioni politiche, oltre che culturali.
Società, Potere e Libertà Studi storici dal Medioevo all'età contemporanea , 2016
Servos autem et ancillas pannos, vel alias res Curiae de cetero nullus vestrum invitus emere compellatur». 1 Con queste parole, il 12 maggio 1160, Guglielmo I si rivolgeva ai messinesi.
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Paleokastro. Rivista trimestrali di studi sul Valdemone, a. III, n. 11, agosto, FFG editore, Sant'Agata di Militello (Me), pp. 14-18, 2003
L’OFFICINA DELLO SGUARDO scritti in onore di Maria Andaloro, a cura di Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli, Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani, Voll 2, Roma: Gangemi 2014, Vol. 1. I LUOGHI DELL’ARTE IMMAGINE, MEMORIA, MATERIA, pp. 91- 96, 2014
MEDITERRANEA. RICERCHE STORICHE, 2005
Prospettive architettoniche - conservazione digitale, divulgazione e studio - VOLUME I, 2014
in Palladio 1508-2008. Il simposio del cinquecentenario, a cura di F. Barbieri, D. Battilotti, G. Beltramini, A. Bruschi, H. Burns, F.P. Fiore, C.L. Frommel, M. Gaiani, P. Gros, C. Hind, D. Howard, F. Marias, W. Oechslin, L. Puppi, Venezia, Marsilio, 2008, pp. 250-254.
Nuovo Nautilus, 2021
Padova e il suo territorio 229, 2024
in "Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria", 2010, pp. 31-37