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Anche la scienza, come ogni fenomeno culturale, è soggetta a "mode" più o meno passeggere. E il termine open science rinvia a una questione che, affondando le sue radici nello scenario di crisi strutturale in cui sta prendendo corpo la società del XXI secolo, è troppo importante perché questo rischio possa essere corso. In questa sede proviamo a considerarne le linee generali, soffermandoci in particolare su un punto che passa spesso in secondo piano, trascurato o dato per scontato, ma che è propedeutico a ogni approfondimento: scienza aperta a chi? La risposta a questa domanda va condotta su due piani: uno interno e uno esterno rispetto alla comunità degli esperti. Sul primo, si tratta di qualificare l'apertura della scienza nella costituzione epistemica del merito della conoscenza scientifica; sul secondo, nella costituzione materiale della cittadinanza della science-based society. Nel considerare entrambi i piani argomenteremo che l'indirizzo politico definibile come open science contribuisce in maniera decisiva alla costituzione della knowledge-society, intesa come democratic science-based society.
Monografia Collana Diritto commerciale interno e internazionale, 2006
SOCIETÀ APERTE E INTERESSE SOCIALE
2020
Recensione a Mario Vargas Llosa,Il richiamo della tribù, Einaudi, Torino 2018.
2013
Anche la scienza, come ogni fenomeno culturale, è soggetta a "mode" più o meno passeggere. E il termine open science rinvia a una questione che, affondando le sue radici nello scenario di crisi strutturale in cui sta prendendo corpo la società del XXI secolo, è troppo importante perché questo rischio possa essere corso. In questa sede proviamo a considerarne le linee generali, soffermandoci in particolare su un punto che passa spesso in secondo piano, trascurato o dato per scontato, ma che è propedeutico a ogni approfondimento: scienza aperta a chi? La risposta a questa domanda va condotta su due piani: uno interno e uno esterno rispetto alla comunità degli esperti. Sul primo, si tratta di qualificare l'apertura della scienza nella costituzione epistemica del merito della conoscenza scientifica; sul secondo, nella costituzione materiale della cittadinanza della science-based society. Nel considerare entrambi i piani argomenteremo che l'indirizzo politico definibile come open science contribuisce in maniera decisiva alla costituzione della knowledge-society, intesa come democratic science-based society. Internal open science Come internal open science possiamo intendere la libera circolazione di dati e ritrovati, prove, scoperte, idee e ipotesi (ivi compresi i data negativi, quel che non è stato trovato mentre lo si cercava, le disprove e quel che va scartato ecc.) fra coloro che possono essere considerati esperti e aventi diritto a usufruirne (peer). In questo senso, la open science è sancita come costitutiva della comunità scientifica in base al principio etico del comunitarismo, uno degli ethos che Merton individuò come valore fondativo della scienza per garantirne il buon funzionamento in vista dell'incremento della conoscenza certificata. Tale principio afferma che la conoscenza è un bene comune: nessuno può appropriarsene, ma anzi ogni scienziato deve contribuirvi. Perfino l'autore di una grande scoperta non possiede come titolo proprietario altro che quello autoriale, che al massimo corrisponde al privilegio dell'eponimia con la quale si può, per altro, entrare nella storia. La sociologia della scienza successiva ha però messo in dubbio la reale presenza di questo imperativo etico dietro ai comportamenti degli scienziati. Non foss'altro per la impossibilità pratica di controllarne l'effettivo rispetto a partire dagli unici dati scientifici sui quali si può pensare di studiare il comportamento di uno scienziato, ovvero le pubblicazioni scientifiche che produce. 1 Recentemente, però, si è assistito a un revival di studi sull'ethos mertoniano proprio perché la considerazione della diminuita autonomia e delle stesse determinazioni storico-sociali della "soggettività" degli scienziati, da un lato, ha fatto esplodere il ginepraio filosofico del relativismo, e, dall'altro, ha minacciato le fondamenta epistemologiche della conoscenza effettivamente generata, e dunque della stessa science-based society. Né la semplice affermazione di autonomia né la sua cinica negazione "relativistica" sono soddisfacenti. 2 Non possiamo approfondire il tema 1 Queste, infatti, sono scritte in modo asettico e volutamente impersonale, nel tentativo di garantire il merito scientifico delle proprie affermazioni di conoscenza dalle idiosincrasie personali. Con ciò lo scienziato intende anche ribadire l'ambìto, ancorché sempre meno sostenibile, isolamento della comunità scientifica da ogni ingerenza esterna nel perseguimento di quella "oggettività" che, per altro, all'analisi epistemologica novecentesca, è risultata impossibile anche in linea di principio. Si mette in ombra, insomma, la base empirica necessaria ad accertare in generale il comportamento seguito. 2 Quello che necessita è lo sviluppo di una teoria della relatività della conoscenza, che è tutt'altra cosa del relativismo assoluto tanto diffuso. La scienza coglie effettivamente regolarità nell'oggetto d'esperienza che studia ed è, al contempo, soggetta essa stessa a regolarità di ordine naturalistico e storico-sociale.
Sommario: 1. Individuazione del problema e linee di svolgimento dell'analisi. -2. Libertà individuale; azione dello Stato; principio di autodeterminazione. -3. Il ruolo del diritto; il ruolo del giudice.
2011
Sapete quanta parte delle vostre tasse viene spesa per lo smaltimento dei rifiuti o per la ricerca sul cancro? Com'è l'aria che respirate nel tragitto da casa vostra al vostro posto di lavoro? O come vengono ripartiti i finanziamenti alla cultura nella vostra città? Un computer in rete può rispondere a questo e altro, se i dati che conserva e organizza sono strutturati in modo intelligente (Linked Data). Questo libro parla di tale possibilità nell’ambito delle istituzioni politiche e della pubblica amministrazione. Questa innovazione non tocca solo pochi specialisti, ma tutti, perché consente di ottenere informazioni in maniera più diretta e trasparente, rendendoci cittadini più consapevoli e dunque più liberi. L'autrice ricostruisce la storia di questa innovazione, promossa dalla dottrina Open Government dall'amministrazione Obama, che gradualmente si sta diffondendo nelle democrazie occidentali con un movimento che viene dal basso, prima che dall'iniziativa dei governi. Il libro spiega anche tecnicamente che cosa sono gli Open Government Data (OGD) e quali sono i requisiti giuridici e tecnici da rispettare affinché i dati possano essere definiti aperti. Un utile strumento per chi ha responsabilità pubbliche, perché anche la politica italiana scopra, affronti e attui quest'importante opportunità di cittadinanza.
Per la città inclusiva. Differenze che generano opportunità, 2022
Per la città inclusiva. Differenze che generano opportunità. Materiali didattici dal progetto FAMI 1597 Azioni e strumenti di governo per la qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali. Istituto Comprensivo Pescara 1. Il presente testo nasce come raccolta dei contributi e dei materiali didattici prodotti nell’ambito del Progetto “Azioni e strumenti di governo per la qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali “, nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e integrazione 2014 – 2020 Obiettivo specifico 2 Integrazione/migrazione legale – Obiettivo nazionale 3 Capacity building. L’iniziativa nasce grazie alla coordinazione orizzontale tra attori di natura pubblica e del terzo settore, come l’Istituto Comprensivo Pescara1 e la Fondazione Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne onlus, che ha supportato l’intera realizzazione del corso, indirizzato ai docenti di 15 scuole della Regione Abruzzo, individuate dal MIUR in relazione ai contesti territoriali di appartenenza, tutti segnati da una considerevole presenza di migranti. Il progetto affronta i temi dell’accoglienza e dell’inclusione, attraverso l’offerta di un percorso operativo di supporto e accompagnamento a favore delle famiglie migranti, con il fine di accrescerne la consapevolezza in materia di potenzialità̀, di conoscenza e di accesso concreto all’esercizio dei propri diritti. Nel nostro Paese, un lavoratore su dieci è di nazionalità̀ straniera; si tratta peraltro di un dato in perenne crescita. Il fenomeno migratorio non è, dunque, questione contingente. Ciò̀ è vero in particolare nelle scuole, dove crescono con costanza le presenze di bambini e bambine di nazionalità̀ straniera, veri laboratori di integrazione e di costruzione delle nuove identità̀ nazionali, assieme alle fabbriche e ai luoghi di lavoro, come rilevano gli osservatori nazionali su tali fenomeni. L’auspicio dei partner iniziali del progetto è di continuare tale percorso e dare una veste strutturale e permanente sia ai momenti di formazione che al funzionamento, diffuso sul territorio regionale, degli sportelli per l’integrazione, allargando la nostra azione grazie anche alla collaborazione che ci viene offerta dall’Università̀, tramite alcune sue giovani leve, che hanno curato il progetto grafico e l’editing di questo libro (Ludovica Simionato e Daniela Franzese), e in particolare dal Dipartimento di Architettura di Pescara, i cui docenti hanno curato gli inquadramenti di contesto, le immagini e le mappe dell’Atlante della cittadinanza migrante, poste a corredo dei testi e il progetto editoriale complessivo (Piero Rovigatti), e ancora dal FIRST, il neonato centro interdipartimentale dell’ateneo di Chieti e Pescara, “Formazione all’Insegnamento, Ricerca Scuola e Territorio”, il cui testo di presentazione (Sergio Di Sano)conclude questa breve ma speriamo utile pubblicazione. L’augurio è che questo testo possa fungere da stimolo e da ausilio a tutti coloro i quali, all’interno e al di fuori del contesto scolastico, si trovino a sperimentare con crescente interesse i temi e gli approcci interculturali, e possa entrare nella ‘cassetta degli attrezzi’ di chi opera, con passione e competenza, alla mitigazione delle disuguaglianze e delle difficoltà di integrazione, a favore dell’inclusione e della convivenza civile di chi viene da più̀ o meno lontano, cittadini e cittadine del nostro stesso mondo.
Menabò di Etica Economia n. 179, 2022
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Alessi-Barbera-Guaglianone (a cura di), "Impresa, lavoro e non lavoro nell'economia digitale", Cacucci, 2019
Mediterranean Journal of Human Rights, 2020
in Dir. dell’economia, n. 2/2019, pp. 179-209, 2019
2008
Post-filosofie, 2008
Economia Aziendale Online, 2013